Frasi su piccolo
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“Cosa ci fai in mezzo a tutta questa gente? Sei tu che vuoi o in fin dei conti non ti frega niente?”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Piccola stella senza cielo, n. 3
Ligabue

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“L'amore vero è luce, è chiarezza, è felicità fatta di piccole cose. È sentirsi vivi, felici, liberi, senza paure né timori.”

Romano Battaglia (1933–2012) scrittore italiano

Origine: Ho incontrato la vita in un filo d'erba, p. 59

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“Dietro tutte le cose che crediamo di conoscere bene, se ne nascondono altrettante che non conosciamo per niente. La comprensione non è altro che un insieme di fraintendimenti. Questo è il mio piccolo segreto per conoscere il mondo. In questo nostro mondo, «le cose che sappiamo» e «le cose che non sappiamo» sono fatalmente inseparabili come gemelle siamesi, e la loro stessa esistenza è confusione.”

La ragazza dello Sputnik
Variante: «Dietro tutte le cose che crediamo di conoscere bene, se ne nascondono altrettante che non conosciamo per niente. La comprensione non è altro che un insieme di fraintendimenti. Questo è il mio piccolo segreto per conoscere il mondo. In questo nostro mondo, “le cose che sappiamo” e “le cose che non sappiamo” sono fatalmente inseparabili come gemelle siamesi, e la loro stessa esistenza è confusione».

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“Mia madre mi diceva "il mondo è tuo vai conquistalo, perché non c'è niente da perdere, non aver paura e non sentirti mai il più piccolo, perché ciò che sogni puoi prendere."”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Solamente un incubo, n. 3
Variante: Mia madre mi diceva "il mondo è tuo vai conquistalo, perché non c'è niente da perdere, non aver paura e non sentirti mai il più piccolo, perché ciò che sogni puoi prendere."

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“La Grecia che cazzo c'ha? C'ha le isolette, c'ha il formaggio, c'ha il Partenone e poco altro. Noi [in Italia] abbiamo l'industria, la piccola media impresa, l'artigianato, abbiamo i tre quarti delle opere d'arte del mondo.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Da un suo discorso in occasione della presentazione di un libro a Bergamo; citato in Video - Salvini, gaffe sulla Grecia: «Che caz... ha? Le isolette e il formaggio» http://video.corriere.it/salvini-gaffe-grecia-che-caz-ha-isolette-formaggio/233af438-b340-11e4-8ea5-42a1b52c991f, Corriere.it, 13 febbraio 2015.

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“È più facile ingannare le masse con una fandonia esagerata che con una piccola bugia.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

Origine: Citato in Chicco Testa (con Patrizia Feletig), Contro (la) Natura, Marsilio Editori, Venezia, p. 48. ISBN 978 88 317 1956 8

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“Io raccomando sempre non solo le grandi carità, ma le piccole carità.”

Papa Giovanni Paolo I (1912–1978) 263° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica
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“I partiti politici specializzati nella denuncia anti-immigratoria non sono nient'altro che partiti demagogici piccolo-borghesi, che cercano di capitalizzare sulle paure e sulle miserie del mondo attuale praticando la politica del capro espiatorio. L'esperienza storica ci ha mostrato verso cosa conducono tali flautisti! Bisogna adesso distinguere l'immigrazione e gli immigrati. L'immigrazione è un fenomeno negativo, in quanto è lei stessa il frutto della miseria e della necessità, e i seri problemi che pone sono ben conosciuti. È quindi necessario cercare, se non di sopprimerla, almeno di rimuovere il carattere troppo rapido e troppo massiccio che la caratterizza attualmente. È chiaramente evidente che non risolveremo i problemi del Terzo mondo invitando i suoi popoli a venire ad installarsi in massa nei paesi occidentali! Nello stesso tempo, bisogna avere uno sguardo più globale dei problemi. Credere che è l'immigrazione a minacciare principalmente l'identità collettiva del paese d'accoglienza è un errore. Ciò che minaccia le identità collettiva, è inanzitutto il tipo di esistenza che prevale oggi nei paesi occidentali e che rischia di estendersi progressivamente al mondo intero. Non è colpa degli immigrati se gli Europei non sono più capaci di dare al mondo l'esempio di un modo di vita che sia loro! L'immigrazione, da questo punto di vista, è una conseguenza prima di essere un causa: costituisce un problema perché, di fronte a degli immigrati che hanno spesso saputo conservare le loro tradizioni, gli Occidentali hanno già scelto di rinunciare alle loro. L'americanizzazione del mondo, l'omogeneità dei modi di produzione e di consumazione, i regno della merce, l'estensione del mercato planetario, l'erosione sistematica delle culture sotto l'effetto della mondializzazione mettono in pericolo l'identità dei popoli molto di più dell'immigrazione.”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

Origine: C'est-à-dire, Les Amis d'Alain de Benoist, 2006.

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“Da piccolo, fino a 10 anni ero tifoso della Juve.”

Johan Cruijff (1947–2016) dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore olandese
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“Resta solo un discorso della via:
che "è". Su questa via ci segni indicatori
assai numerosi: che l'essere è ingenerato e imperituro,
infatti è un intero nel suo insieme, immobile e senza fine.
Né una volta era, né sarà, perché è ora insieme tutto quanto,
uno, continuo. Quale origine, infatti, cercherai di esso?
Come e da dove sarebbe cresciuto? Dal non-essere non ti concedo
né di dirlo né di pensarlo, perché non è possibile né dire né pensare
che non è. Quale necessità lo avrebbe mai costretto
a nascere, dopo o prima, se derivasse dal nulla?
Perciò è necessario che sia per intero, o che non sia per nulla.
E neppure dall'essere concederà la forza di una certezza
che nasca qualcosa che sia accanto ad esso. Per questa ragione né il nascere
né il perire concesse a lui la Giustizia, sciogliendolo dalle catene,
ma saldamente lo tiene. La decisione intorno a tali cose sta in questo:
"è" o "non è". Si è quindi deciso, come è necessario,
che una via si deve lasciare, in quanto è impensabile e inesprimibile, perché non del vero
è la via, e invece che l'altra è, ed è vera.
E come l'essere potrebbe esistere nel futuro? E come potrebbe essere nato?
Infatti, se nacque, non è; e neppure esso è, se mai dovrà essere in futuro.
Così la nascita si spegne e la morte rimane ignorata.
E neppure è divisibile, perché tutto intero è uguale;
né c'è da qualche parte un di più che possa impedirgli di essere unito,
né c'è un di meno, ma tutto intero è pieno di essere.
Perciò è tutto intero continuo: l'essere, infatti, si stringe con l'essere.
Ma immobile, nei limiti dei grandi legami
è senza un principio e senza una fine, poiché nascita e morte
sono state cacciate lontane e le respinse una vera certezza.
E rimanendo identico e nell'identico, in sé medesimo giace,
e in questo modo rimane là saldo. Infatti, Necessità inflessibile
lo tiene nei legami del limite, che lo rinserra tutt'intorno,
poiché è stabilito che l'essere non sia senza un compimento:
infatti non manca di nulla; se, invece, lo fosse, mancherebbe di tutto.
Lo stesso è il pensare e ciò a causa del quale è il pensiero,
perché senza l'essere nel quale è espresso,
non troverai il pensare. Infatti, nient'altro o è o sarà
all'infuori dell'essere, poiché la Sorte lo ha vincolato
ad essere un intero ed immobile. Per esso saranno nomi tutte
quelle cose che hanno stabilito i mortali, convinti che fossero vere:
nascere e perire, essere e non-essere,
cambiare luogo e mutare luminoso colore.
Inoltre, poiché c'è un limite estremo, esso è compiuto
da ogni parte, simile a massa di ben rotonda sfera,
a partire dal centro uguale in ogni parte: infatti, né in qualche modo più grande
né in qualche modo più piccolo è necessario che sia, da una parte o da un'altra.
Né, infatti, c'è un non-essere che gli possa impedire di giungere
all'uguale, ne è possibile che l'essere sia dell'essere
più da una parte e meno dall'altra, perché è un tutto inviolabile.
Infatti, uguale da ogni parte, in modo uguale sta nei suoi confini.”

Parmenide (-501–-470 a.C.) filosofo greco antico
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“Giù come a planar tra mille girasoli | tra tutti quei colori | verso una piccola Abbazia | dove ogni giorno che vivrò |ti sposerò”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Ti sposerò
Lorenzo 2002 – Il quinto mondo

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“La lontananza sai, è come il vento | spegne i fuochi piccoli, ma | accende quelli grandi… quelli grandi.”

Domenico Modugno (1928–1994) cantautore, chitarrista e attore italiano

da La lontananza, 1970
Origine: Roger de Bussy-Rabutin: «La lontananza fa all'amore quello che il vento fa al fuoco: spegne il piccolo, scatena il grande».
Origine: Testo di Enrica Bonaccorti.

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“A me piacciono molto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto…”

Piccolo principe: cap. VI, p. 32
Il piccolo principe

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“Mi domando» disse «se le stelle brillano perché un giorno ciascuno possa ritrovare la propria.”

Piccolo principe: cap. XVII, p. 81
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Variante: Mi domando, - disse, - se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

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“Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. È una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann. Non pensarmi mai, se non ridendo. Addio.”

Castelli di rabbia
Variante: E' Jun. E' Jun che se ne va. Ha un libro, in mano, che la sta portando lontano. Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. E' una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann.

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“Il cielo stellato è piatto, senza vita né profondità. Non è più ordine, vibrazione, la nota unica che sottende il concerto universale. Forse il cielo è morto. Ma se è morto, non l'ha ucciso la guerra. Lo uccide questa società edonistica che - per bruciare la vita nel consumo del presente - occulta i conflitti, li contrabbanda come evento pulito.
Un sistema che cancella meticolosamente i segni della morte non può sopportare ciò che dura e rammenta l'eterno, universo incluso. Così, privati dell'orizzonte, ci ritroviamo a cercare le nostre luci primordiali senza più avere l'alfabeto per leggerle, a cercare stelle di plastica e soli da supermercato, frugando alla rinfusa sotto le voci superstizione, creme abbronzanti, oroscopo, estasi mistica, canzonette, esoterismo. A viaggiare nel delirio cosmico, tra svastiche e soli alpini, guru, orge equinoziali e ossessioni suicide di gruppo.

La regolarità degli astri, che ha orientato gli uomini per millenni, non mi rassicura più. Il cielo è diventato patrimonio di pochi. Ai berberi e ai tuareg le stelle sono ancora essenziali per navigare nel grande mare di sabbia chiamato Sahara. In un libro sull'Afghanistan di Niccolò Rinaldi, un piccolo profugo di guerra così racconta la fuga della sua gente verso il Pakistan attraverso il Passo Kyber: "Quando la luna e le stelle scomparvero dietro le montagne ci dicemmo: chissà magari non torneranno. Invece la notte successiva rieccole di nuovo sopra la nostra testa; eppure eravamo in un posto diverso e lontano. Allora non abbiamo più avuto paura di scappare.”

Paolo Rumiz (1947) giornalista e scrittore italiano

“Il coronavirus, il virus che solo nel mese di marzo 2020 ha devastato e ucciso intere generazioni di tutta Italia. Un mostro invisibile ed aberrante che ha messo in ginocchio il mondo intero. Ogni giorno un bollettino di guerra, in ogni paese e in ogni città si piangono morti di ogni ceto sociale dal più povero al più abbiente. Dal più giovane al più anziano senza nessuna distinzione di sesso. Un virus orribile e cruento che ha fatto chiudere i battenti a milioni di esercizi pubblici, fabbriche, piccoli e grandi imprenditori, dando lavoro in modo continuativo ed esasperante ma instancabilmente e sempre col cuore ai medici, paramedici, infermieri, personale dei supermercati, autotrasportatori, addetti alle pulizie e operatori ecologici, senza dimenticare le Forze dell'ordine così efficienti e umani in questo periodo così delicato e drammatico, che sta attraversando il nostro Paese. Un Paese irriconoscibile e deserto di cui possono uscire poche persone solo per il fabbisogno famigliare muniti di guanti e mascherine. Siamo tutti sottoposti alla quarantena ordinata dal Governo. Ora la nostra casa non è solo un rifugio ma è la nostra salvezza. Purtroppo non per tutti in quanto l'obbligo di vivere insieme costantemente tra le mura domestiche fanno emergere i lati peggiori degli esseri umani dando sfogo all'aggressività, l'intolleranza, l'esasperazione rendendo la convivenza forzata difficoltosa e ingestibile con la preoccupazione costante di ammalarsi anche a livello psicologico e mentale, danneggiando inevitabilmente e drasticamente i rapporti con la famiglia. In futuro ci saranno strascichi di persone che ne usciranno fragili e vulnerabili psicologicamente e fisicamente. Ma. Andrà tutto bene.”

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“Il mio sistema personale che voi, Watson, conoscete bene: un sistema fondato sull'osservazione di piccole cose.”

da Il mistero di Boscombe Valley, traduzione di Rossana Guarnieri, Fabbri Editori, 2002
Le avventure di Sherlock Holmes