Frasi su proprio
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“La mania di persecuzione ha sempre radice in un concetto troppo esagerato dei propri meriti.”

cap. VIII; 1969, p. 109
La conquista della felicità

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“Per qualche insondabile mistero hanno chiesto di interpretare don Orione proprio a me. Che sono un mangiapreti. Che ho alle spalle quarant'anni di onorata depravazione.”

Enrico Maria Salerno (1926–1994) attore italiano

Origine: Citato in Salerno il "mangiapreti" nel "Don Orione" tv firmato da Ermanno Olmi, L'Unità, 26 ottobre 1990.

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“Figli – bah, borbottò. Odiano il loro padre…. Si vergognano della propria carne e del proprio sangue…. Meglio morire. Ti seppelliscono. Ti dimenticano…”

John Fante (1909–1983) scrittore e sceneggiatore statunitense

Origine: Da Full of Life, traduzione di Alessandra Osti, Fazi, 1998.

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“[Su Luciano Moggi] Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un pò si vergognano. A lui invece piaceva.”

Franco Carraro (1939) dirigente sportivo e politico italiano

Origine: Dall'intervista di Marco Mensurati, citato in La Cupola del calcio secondo Carraro: "Lo scudetto del '98 falsato per la Juve" http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/sport/calcio/2015/03/27/news/la_cupola_del_calcio_secondo_carraro_lo_scudetto_del_98_falsato_per_la_juve_-110601382/, Repubblica.it, 27 marzo 2015.

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“L'Europa deve riprendere a crescere, a sviluppare la propria integrazione. Soltanto così potrà continuare ad alimentare speranze per le nuove generazioni.”

Sergio Mattarella (1941) 12º Presidente della Repubblica Italiana

2015
Origine: Citato in Mattarella a Berlino: “L'Europa deve cambiare passo per tornare a crescere” http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/02/mattarella-berlino-leuropa-cambiare-passo-per-tornare-crescere/1468062/, Il Fatto Quotidiano.it, 2 marzo 2015.

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“Sono molto legata ai miei fan. Loro […] sono proprio pazzeschi perché […] mi hanno seguito con una costanza e un affetto…”

Laura Pausini (1974) cantautrice italiana

Origine: Dall'intervista di Fabio Fazio nel programma televisivo Che tempo che fa, Rai 3, 8 gennaio 2012; visibile su Rai.tv http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-96c7bbf3-d6fe-4296-bc23-341a2acfd077.html.

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“[Su Gomorra - La serie] La forza della prima serie è stata proprio aver puntato su volti poco noti, quasi mai visti in tv, ma potentissimi. E che oggi sono icone. Caratteristica che è rimasta anche in questa seconda serie, soprattutto per i ruoli minori, con giovani rivelazioni. Credo che sia il prodotto televisivo di maggiore qualità visto in Italia.”

Gianfranco Gallo (1961) attore, cantante e drammaturgo italiano

Origine: Citato in Gomorra 3: i cattivi Scianèl e Avitabile prenotano la prossima serie http://ilmattino.it/spettacoli/televisione/gomorra_3_i_cattivi_scianel_e_avitabile_prenotano_la_prossima_serie-1796291.html, ilMattino.it, 14 giugno 2016.

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“Bisogna sempre lasciare accumulare i propri debiti, per potere poi venire ad una transazione.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Da Bel-Ami, 1885

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“Noi non siamo un partito moderato, siamo un partito incazzato e con la bava alla bocca, che non darà tregua a chi tradisce i propri valori.”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

dal discorso all'assemblea costituente del partito La Destra dell'11 novembre 2007 a Roma
Origine: Citato in Giap, Storace vuole anche la Fiamma: «Fini la dia a noi e vada nel PPE» http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071112/g6nej.tif, il Giornale, 12 novembre 2007, p. 9.

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“Una stanza o è piena di cose, o è piena di idee. La mia è così priva di tutto che fa eco, è un po' come stare in cima a una montagna. L'essenzialità è fondamentale per non essere distratti dalle cose terrene. In parte è un modo per alimentare le proprie ossessioni, nel vuoto si moltiplicano più facilmente.”

Maurizio Cattelan (1960) artista italiano

Origine: Dall'intervista di Francesca Pini La guerra, l'amore e le brutture dell'arte. La crisi, Renzi, Grillo, anche Marzullo. La ricetta? «Seguire l'esempio di Ratzinger», Sette, 17 ottobre 2014.

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“Mi capita spesso di ripensare a quella mattina in cui mi chiamò il direttore sportivo della Roma Franco Baldini per comunicarmi la tua cessione al Cagliari. Proprio in Sardegna, pensai, la terra in cui io e tua madre ci eravamo innamorati nell'estate dell'82. Ero felicissimo, anch'io poi mi sono dovuto fare le ossa al Genoa prima di giocarmela nella Roma. Quindici anni dopo è andata in tutt'altro modo. Una storia diversa, forse più bella, di sicuro speciale. Hai fatto una scelta importante, la più difficile, ma alla fine hai vinto tu.”

Bruno Conti (1955) dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dalla lettera indirizzata a Daniele Conti pubblicata sull<nowiki>'</nowiki>Unione sarda; citato in L'orgoglio dei Conti, papà Bruno scrive a Daniele: «Onori la nostra famiglia, dentro e fuori il campo» http://www.corriere.it/sport/13_novembre_13/orgoglio-conti-papa-bruno-scrive-daniele-onori-nostra-famiglia-dentro-fuori-campo-5b827eda-4c79-11e3-b498-cf01e116218a.shtml, Corriere.it, 13 novembre 2013.

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“Perché trascende il rugby: sono l'improvvisazione, l'abilità sotto pressione, che furono messe in mostra in quella meta, perché quando l’azione partì nessuno, proprio nessuno, me incluso, stava pensando a una meta.”

Gareth Edwards (1947) rugbista britannico

Sulla sua meta marcata agli All Blacks nel 1973
Why it transcends rugby is the improvisation, and the skill factor, under pressure, that was shown in the try. Because when the move started, nobody, bar nobody, myself included, was thinking about a try.
Origine: «The greatest try ever scored?» http://www.bbc.com/sport/0/rugby-union/21205137, BBC, 26 gennaio 2013

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“Ero solo in casa e Petalo come al solito si era messo a grattare la porta e a gemere nel modo più molesto e inurbano, disturbando indicibilmente la mia concentrazione profonda di filosofo. […] Con una scopa corsi alla porta e… ma non ricordo di avergli dato un colpo… forse glielo minacciai soltanto, urlandogli istericamente di filare […]. Quel che ricordo nitidamente, come se guardassi una istantanea di quel momento, è la fuga del maleamato sulla rampa della scala […]. Su ogni gradino c'erano gocce di sangue. Petalo era ferito. Era venuto a supplicarmi soccorso e si era ricevuto un colpo di scopa.Andai su a vedere, temendo di essere stato io il feritore… (Forse glielo diedi, il colpo). Stava leccando del latte, disperatamente. Una zampina era stata portata via di netto da qualcosa di terribile, e sulla schiena aveva uno squarcio, vicino al collo, un cratere di sangue. Non si lamentava più, ogni tanto ci guardava, come fossimo stati i suoi giudici, o i suoi medici.
Chiamai il veterinario, che aveva il rimedio nella borsa e che consigliò di adoperarlo subito. Era stato un cane a ridurlo in quello stato […]. Mentre il misericordioso Dottore preparava l'iniezione, [Petalo] mi fissò in modo indimenticabile e volle – proprio così – che la mia mano si posasse dolcemente sulla sua mutilazione, un grumo di dolore che spenzolava. Non so se mai più mi capiterà di supplicare mentalmente, con tanta angoscia e febbrile vergogna, qualcuno, qualche groviglio di visceri viventi, di perdonarmi, sul punto della morte.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, pp. 286-288

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“La letteratura è proprio la parte che l'uomo sublima da sé, fa questa combustione e il gas che rimane nell'aria è la letteratura. Noi lo aspiriamo e ci mondiamo della parte più pesante di noi, trasportati dalla leggerezza della letturatura, che, dunque, è il nostro accesso alla portabilità dell'anima.”

Vinicio Capossela (1965) cantautore e polistrumentista italiano

Origine: Citato in Vinicio Capossela: Quando Hamingway incontra il Gioia di Scicli http://www.ragusanews.com/articolo/33581/vinicio-capossela-quando-hemingway-incontra-il-gioia-di-scicli, Ragusanews.com, 16 agosto 2013.

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“I grandi classici, sono sempre degli scrittori "radicali", nel senso più proprio del termine, in quanto, appunto, "vanno alla radice delle cose", esplorano, sommuovono le profondità dell'essere, come un aratro che rovescia le zolle e ne mostra il lato a lungo nascosto. Rappresentare l'essere significa necessariamente tornare verso le origini, rimontare all'indietro o scendere in profondità al di là della civilizzazione. In ogni grande classico l'elemento barbarico, primitivo, è almeno altrettanto forte di quello che esprime la civiltà e la cultura. Dioniso sta dietro ad Apollo, ed è da lui che viene la forza primigenia del grande autore: prima di prender forma, prima di assumere l'involucro armonico che più facilmente scorgiamo, c'è uno sconvolgimento tellurico che cambia la forma del territorio e inonda di lava gli ordinati assetti dei letterati comuni, dei prosecutori, dei continuatori e degli esegeti. Chi vede solo Apollo, vede solo una metà del classico, e non sempre quella più significativa. In conclusione, niente è meno imitabile del processo attraverso il quale il grande classico arriva a costruire la sua opera. Secondo la nostra ottica, infatti, grande classico è l'artista che, per costruire un ordine, deve necessariamente spazzarne via molti altri. Di conseguenza, ciò che lui fa è talmente specifico e peculiare da non poter essere mai veramente ripetuto.”

Alberto Asor Rosa (1933) critico letterario italiano

Origine: Dal saggio introduttivo presente in Letteratura italiana. [Le opere], a cura di Alberto Asor Rosa, Einaudi, Torino, 1992, vol. I (Dalle origini al Cinquecento); citato in Alberto Asor Rosa, È un "classico", come mi inquieta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/un-classico-come-mi.html, la Repubblica, 20 novembre 1992.

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“Bisogna servirsi della propria lingua con certe persone come ci si serve di speroni per i cavalli; raramente, ma sempre vigorosamente.”

Xavier Forneret (1809–1884) poeta, scrittore, giornalista, drammaturgo

Citato in Dictionnaire des citations, sous la direction de Robert Carlier, Jean-Louis Lalanne, Pierre Josserand e Samuel S. de Sacy, Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Non piangere per me, amico: proprio una morte così ingiusta e illegale mi rende superiore ai miei carnefici.”

Agide IV (-265–-241 a.C.) re di Sparta

citato in Plutarco, Apophthegmata Laconica, 216 D; traduzione di Giuseppe Zanetto, Adelphi, 1996, ISBN 978-88-459-1208-5
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“Se [gli studiosi] valutassero le prestazioni mentali dei babbuini con una serie di quesiti di tipo sociale piuttosto che con pezzetti di plastica di forma e colore differenti, dovrebbero incominciare a porsi delle domande sul proprio quoziente di intelligenza.”

George Schaller (1933) naturalista statunitense

Origine: Dalla prefazione a Shirley Strum, Un viaggio nel mondo dei babbuini; citato in Vinciane Despret, Quando il lupo vivrà con l'agnello: sguardo umano e comportamenti animali, traduzione di Grazia Regoli, Elèuthera, Milano, 2004, p. 138. ISBN 88-85060-90-0

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“[…] il verista tiene lo specchio davanti al proprio contemporaneo.”

George Grosz (1893–1959) pittore tedesco

Origine: Citato in Piero Adorno, L'arte italiana, [Le sue radici medio-orientali e greco-romane, Il suo sviluppo nella cultura europea], volume III, tomo II, Il Novecento: dalle avanguardie storiche ai giorni nostri, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1998, p. 939.

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“L'uomo riuscito, tra i muri della propria casa, è spesso fallito ed infelice.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

La coda di paglia

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“Il Kenya è stato benedetto non soltanto con una immensa bellezza, nelle sue montagne, nei suoi fiumi e laghi, nelle sue foreste, nelle savane e nei luoghi semi-deserti, ma anche con un'abbondanza di risorse naturali. La gente del Kenya apprezza grandemente questi tesori donati da Dio ed è conosciuta per la propria cultura della conservazione, che le rende onore.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Durante il discorso tenutosi in Kenya in occasione del suo viaggio in Africa nel novembre 2015; citato in Il Papa atterra a Nairobi, al via la visita in Africa http://www.iltempo.it/esteri/2015/11/25/papa-francesco-atterra-in-kenya-allarme-sicurezza-degli-007-1.1483017, IlTempo.it, 25 novembre 2015.

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“Tutto il tempo che s'impiega a far cosa diversa dal proprio dovere è tempo perso.”

Jean Puget de la Serre (1594–1665) scrittore, drammaturgo e storico francese

n. 1
Lo spirito di Seneca

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“[…] l'uomo è così limitato che non riesce a capire fine e principio della propria esistenza.”

Werther: l'editore al lettore; 1998, p. 267
I dolori del giovane Werther, Libro secondo

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“[Intervento sull'abolizione del reato di clandestinità] L'impressione che io e i miei colleghi abbiamo avuto è che i colleghi che ci hanno preceduto [alludendo ai senatori della Lega Nord] o non sanno di cosa stiamo parlando, oppure lo sanno benissimo, però, svolgendo il loro preciso ruolo di sollecitatori delle pance del proprio elettorato, sono disposti a sostenere le più grandi falsità e bugie pur di riuscire a mantenere il consenso, che evidentemente sentono che si sta sgretolando. […] Se un collega della Lega o di Forza Italia è in grado di dimostrare che l'articolo 10‑bis del decreto legislativo n. 286 del 1998, inserito nell'anno 2009 con il «pacchetto Maroni», è servito a scoraggiare l'arrivo di un solo cittadino extracomunitario clandestino o è servito o serve tutt'ora all'espulsione effettiva di un solo clandestino, cortesemente ci porti le prove. Quello che sostengo, a differenza di chi mi ha preceduto e magari mi seguirà, è che io posso dire la verità. Anche per la mia esperienza personale – sono un modesto avvocato di provincia, difensore d'ufficio talvolta di imputati per il reato di cui all'articolo 10-bis davanti ai giudici di pace del Salento, la terra da cui provengo – vi assicuro che, in anni di esercizio professionale, commentando con colleghi, con magistrati, con poliziotti costretti a venire a testimoniare di aver trovato quel clandestino sbarcato dal gommone a una data ora, ovviamente con costi e con sovraccarico di lavoro per le cancellerie e per i fax da mandare ai CIE e ai CARA (un lavoro incredibile e un dispendio di energie), tutti quanti in udienza ci chiedevamo: a che serve questa norma, questo reato? Non serve a niente. Lo sapete anche voi che la sanzione applicabile, superstite alle varie censure che la Corte costituzionale e le Corti europee hanno ovviamente dovuto pronunciare rispetto al testo originario, oggi è solo un'ammenda pecuniaria di 5.000 euro, e sapete benissimo che non viene mai recuperata: non è stato recuperato un euro dalle persone condannate per il reato di clandestinità. Il reato di clandestinità non serve ad espellere nessuno. Cari radioascoltatori di Radio Padania, se mai avrete la possibilità di ascoltare questa voce, dopo aver preso in considerazione quello che i vostri rappresentanti hanno detto legittimamente… Scusate, siccome Radio Padania la pago anch'io, perché gode di finanziamenti pubblici, mi piacerebbe avere spazio - uno contro dieci che hanno parlato - anche su quel canale comunicativo, che merita di essere considerato. Cari ascoltatori di Radio Padania, sappiate che l'articolo 10-bis della legge Bossi-Fini, che probabilmente il Senato oggi proverà ad abrogare, non serve a niente. È un articolo inutile, perché non serve a scoraggiare l'arrivo di clandestini. La prova è nei dati e nei fatti. Dal 2009 il numero di arrivi clandestini non è diminuito in alcuna maniera.”

Maurizio Buccarella (1964) avvocato e politico italiano

Origine: Dall'intervento al Senato durante la seduta n. 165 del 14 gennaio 2014 della XVII Legislatura - Resoconto stenografico dell'Assemblea http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00734924&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl925ecpdncemap-intervento_buccarellam5s&parse=no&stampa=si&toc=no.

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“In tutto il mondo ogni paese si trova sotto pressione economica. Paesi devastati dalla guerra cercano di ricostruire le loro industrie. Il loro bisogno di effettuare nei prossimi mesi importazioni sarà superiore alla loro capacità di esportare. Perciò essi sentono la necessità di controllare rigidamente le importazioni […]. Se questa tendenza non verrà rovesciata, il governo degli Stati uniti si troverà presto o tardi sotto pressione perché faccia uso anch'esso degli stessi strumenti, nella lotta per assicurarsi mercati di materie prime […]. Ma questo è proprio ciò che noi abbiamo sempre cercato di evitare sin dal la fine della guerra. Non è un metodo americano. Non è la via verso la pace […]. Il nostro popolo è unito. Esso è stato capace di comprendere le sue responsabilità. Esso è pronto ad assumere il proprio ruolo di guida. Esso è risoluto a operare per un ordine internazionale nel quale la pace e l'ordine siano durevoli. Pace e libertà non sono raggiunte in modo facile. Non possono essere ottenute con la forza. Esse vengono dalla mutua comprensione e collaborazione, dal desiderio di condursi lealmente in tutti campi politici economici con tutte le nazioni amiche. Sia nostra volontà continuare in questa via ora e nel futuro. Se altre nazioni del mondo faranno altrettanto, sarà possibile raggiungere l'obiettivo della pace e della libertà nel mondo.”

Harry Truman (1884–1972) 33º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. [Dal 1918 ai giorni nostri], Editori Laterza, Roma, 2008, pp. 694-695. ISBN 978-88-420-8734-2

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“[Fabrizio] chiedeva perdono a Dio per molte cose; ma, fatto notevole, non pensò neppure ad annoverare tra i suoi peccati il progetto di diventare arcivescovo, per la semplice ragione che il conte Mosca era primo ministro e giudicava quel posto e i suoi svariati privilegi convenienti al nipote della duchessa. Fabrizio l'aveva desiderato senza eccessivo slancio, è vero, però ci aveva pensato spesso, proprio come avrebbe fatto per un posto di ministro o di generale. Non gli era mai passato per la testa che la sua coscienza potesse avere voce in capitolo nel progetto della duchessa: e questo è un esempio concreto della strana forma di religione imparata da Fabrizio presso i gesuiti di Milano. È una religione che toglie il coraggio di pensare alle cose che non rientrano nelle abitudini, e vede nell'esame di coscienza il più grave di tutti i peccati, perché rappresenta un passo avanti verso il protestantesimo. Per sapere di cosa si è colpevoli, bisogna chiederlo al prete, oppure leggere la lista dei peccati così come appare nei libri intitolati "Preparazione al sacramento della Penitenza". Fabrizio sapeva a memoria la lista dei peccati redatta in latino; l'aveva imparata all'Accademia Ecclesiastica di Napoli. Mentre la recitava, arrivato alla voce "delitto", si era accusato davanti a Dio di avere ucciso un uomo, anche se per legittima difesa. Aveva rapidamente elencato, ma senza farci attenzione, i diversi articoli relativi al peccato di simonia (procurarsi attraverso il denaro le dignità ecclesiastiche). Se gli avessero chiesto cento luigi per diventare primo gran vicario dell'arcivescovo di Parma, avrebbe respinto la proposta con sdegno; ma, pur non mancando di intelligenza né di logica, non gli venne mai in mente che impiegare a suo vantaggio l'autorità del conte Mosca fosse una simonia. E qui trionfa l'educazione gesuitica: abituare la gente a non fare attenzione a cose più chiare della luce del sole. Un francese cresciuto all'insegna dell'interesse personale e nutrito di ironia parigina avrebbe facilmente, e in buona fede, accusato Fabrizio di ipocrisia, proprio nel momento in cui il nostro eroe apriva il suo cuore a Dio con la più grande sincerità e la più profonda commozione.”

Libro Primo – Capitolo XII
La Certosa di Parma

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“In tanti vorranno sapere se in questo mio riflettere, e studiare, e impegnarmi incessantemente per tante cause ho trovato il senso della vita. Sì, ho una risposta: la vita forse non ha alcun senso. Ma proprio per questo passiamo la vita a cercarne uno. L'importante non è sapere, ma cercare.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Da Il testamento di Veronesi per i medici: "Siate dubbiosi e trasgressivi" http://www.repubblica.it/salute/2016/11/09/news/il_testamento_di_veronesi_per_i_medici_siate_dubbiosi_e_trasgressivi_-151635317/?ref=HREC1-1, la Repubblica, 9 novembre 2016.

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