Frasi su sottomissione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema sottomissione, essere, uomo, vita.

Frasi su sottomissione

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“L'arte non è una sottomissione ma una conquista.”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

citato da Marco Cicala sul Il Venerdi di Repubblica, 14 marzo 2008

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“Già dalla sua conformazione fisica si capisce che la donna non è fatta per grandi lavori materiali né intellettuali. La colpa del vivere essa non la sconta agendo, ma soffrendo: con i dolori del parto, con l'affanno per i figli, con la sottomissione all'uomo.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

Parerga e Frammenti postumi
Origine: Da Sulle donne, in Parerghi e paralipomeni; citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.

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“L'umiltà spesso non è che una finta sottomissione, di cui ci si serve per sottomettere gli altri; è un artificio dell'orgoglio che si abbassa per esaltarsi; e benché si trasformi sotto mille spoglie, non è mai meglio camuffato e più ingannevole di quando si nasconde sotto la maschera dell'umiltà.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

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Massime, Riflessioni morali
Origine: Nel film Agente 007 - Una cascata di diamanti è presente una citazione esplicita simile: «L'umiltà è la peggior forma di presunzione».

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“Vorrei andare oltre le femministe che dicono che la pornografia è la teoria, e lo stupro la pratica, e dire che la pornografia è già la pratica. La pornografia, a mio parere, è espressione di abusi sessuali. Essa non è una fantasia più di quanto lo siano gli abusi sessuali. […] Tollerare la pornografia con il pretesto di proteggere la libertà di espressione, o la libertà di pensiero, o la libertà di fantasia, significa approvare una visione fantasiosa che non ha fondamento nella realtà, e che è semplicemente servita come ennesimo strumento di sottomissione delle donne.”

Jeffrey Moussaieff Masson (1941) psicoanalista statunitense

Origine: I would go further than the feminists who say pornography is the theory, rape the practice, and say the pornography is already the practice. Pornography, in my opinion, is the expression of sexual abuse. It is no more a fantasy than sexual abuse is a fantasy. [...] To tolerate pornography under the guise of protecting freedom of expression, or freedom of thought, or freedom of fantasy, is to subscribe to a view of fantasy that has no basis in reality, and has simply served as yet another instrument of women's subjugation. (citato in Catharine A. MacKinnon, Andrea Dworkin, In harm's way: the pornography civil rights hearings, Harvard University Press, 1997, p. 338 http://books.google.it/books?id=SQTjuSdZ1i8C&pg=338)

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“[Su Il richiamo della foresta] Questo libro è Storia Universale, Odissea, un Antico Testamento della Wilderness, l'Esodo da una situazione di sottomissione a una miracolosa liberazione non senza la componente tragica.”

Davide Sapienza (1963) scrittore, traduttore e giornalista italiano

Origine: Dall'introduzione a Jack London, Il richiamo della foresta, a cura di Davide Sapienza, Feltrinelli, 2011, p. 16.

“La sottomissione rende padroni.”

Jude Stéfan (1930)

Gnomiche

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“L'abitudine alla sottomissione è una delle prime condizioni dell'ordine umano.”

Auguste Comte (1798–1857) filosofo e sociologo francese

Origine: Citato in Focus, n. 49, pag. 114.

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“Ho creato questo personaggio, questo ribelle, questo antieroe, per cui tutti amate fare il tifo. Perché sapevo che voi adorate fare il tifo per i supereroi. Perché questa è la verità su Las Vegas, questa è la verità sulla WWE. Non importa se sei il miglior lottatore, non importa se sei il miglior parlatore, non importa se sei il più completo, non importa se ho fatto scambiare due pagliacci che stavano seduti accanto a me sul tavolo di commento come due dilettanti. C'è una barriera invisibile che nessuno è autorizzato a infrangere. Questa è la semplice storia di questo popolo: più popolare diventi, più soldi guadagni; più riesci a farti tifare dalla gente come voi, più opportunità ti concedono. Secondo voi perché uno come John Cena, che come lui stesso ha ammesso ha vissuto il peggior anno della sua carriera, ottiene un match per il titolo una dopo l'altra? O perché un letale lottatore tecnico, un serio specialista della sottomissione come Daniel Bryan si mette a sorridere e si ingabbia da solo e si sminuisce con degli stupidi slogan? O perché un mostro di 180 chili come Brodus Clay si inzozza le mani con i vostri luridi e orribili bambini per portarli sul ring e mettersi a ballare e sculettando per voi? O perché un bambino invisibile come Little Jimmy ha un ruolo più importante nello show principale della WWE di uno stacanovista del ring come Tyson Kidd?”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Raw del 7 Gennaio 2013

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“In questo periodo mi capita di avere appoggio da ambienti laici o liberali; è un certo mondo cattolico, soprattutto progressista, a vivere nella sottomissione psicologica alla cultura ultralaicista. È un po' paradossale…”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

citato in Il Pen club: "Censurato il cattolico De Mattei" http://www.ilgiornale.it/cultura/il_pen_club_censurato_cattolico_de_mattei/08-06-2011/articolo-id=527996, Il Giornale, 8 giugno 2011

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“Il musulmano ha con il suo Dio un rapporto basato sulla paura. Per il musulmano il concetto di divinità è assoluto. Il nostro Dio pretende una sottomissione completa. Ti premia se rispetti le Sue regole fino nei minimi dettagli. Se le infrangi invece ti punisce duramente sia in terra, con malattie e catastrofi naturali, sia nell'aldilà, con il fuoco dell'inferno.
La morale dell'islam deriva da un'unica fonte: il profeta Maometto. Maometto è infallibile. Si potrebbe quasi dire che sia egli stesso un dio, ma nel Corano c'è scritto specificatamente che Maometto è un uomo, l'uomo migliore, l'uomo più perfetto, pari a un dio. Noi dobbiamo vivere secondo il suo esempio. Ciò che è scritto nel Corano, è quello che Maometto ha raccontato che Dio ha detto. Le migliaia di hadíth – le testimonianze di ciò che Maometto ha detto e fatto e dei consigli che ha dato, che ci sono state tramandate in grossi volumi – indicano esattamente come doveva vivere un musulmano nel VII secolo. In questi testi i fedeli musulmani cercano quotidianamente indicazioni su come devono vivere nel XXI secolo.
L'islam subisce pesantemente il dominio di una morale sessuale derivata da valori tribali arabi che risalgono all'epoca in cui Allah rivelò il Suo messaggio al Profeta: una cultura nella quale le donne erano proprietà di padri, fratelli, zii, nonni e tutori. Della donna in sostanza conta allora soltanto la verginità, e il suo velo ricorda in permanenza al mondo esterno la morale soffocante che rende i maschi musulmani proprietari delle donne e li costringe a impedire i contatti sessuali delle loro madri, sorelle, zie, cognate, nipoti e mogli. Questo non riguarda soltanto la convivenza: alle donne è vietato anche solo guardare un uomo, sfiorargli un braccio o stringergli la mano. Il rispetto e l'onore di cui un uomo gode sono direttamente proporzionali alla castità e all'obbedienza delle donne della sua famiglia.”

Ayaan Hirsi Ali (1969) politica e scrittrice somala
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“Senza il dissidio, la lotta, non ci può essere un'estetica né nera né blues, ma solo un'estetica di sottomissione”

Amiri Baraka (1934–2014) poeta e scrittore statunitense

da "Il Popolo Del Blues"

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“Il sesso orale non piace alle donne ed è un elemento della degradazione della donna molto netto. Ci avete fatto una testa così tanta con la storia della sottomissione, non credo ci sia una pratica più violentemente sottomissoria di quella pratica sessuale, in cui ci si concentra esclusivamente a cercare il piacere del maschio con la sottomissione della donna.”

Mario Adinolfi (1971) giornalista, politico e giocatore di poker italiano

Origine: Da un'intervista a Radio Cusano Camp; citato in Spartaco Ferretti, Mario Adinolfi contro Madonna: "Pom... pratica degradante che umilia donne" http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/mario-adinolfi-contro-madonna-pom-pratica-degradante-che-umilia-donne-2572272/, BlitzQuotidiano.it, 21 ottobre 2016.

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“Non si può dire che l'Islam è una religione di pace, perché l'Islam non significa pace. L'Islam significa sottomissione. Pertanto, il musulmano è colui che si sottomette. C'è posto per la violenza nell'Islam. C'è posto per il jihad nell'Islam.”

Origine: Da un'intervista del 2010 a CBN News; citato in Denis MacEoin, L'Islam e "l'uccisione di innocenti" http://it.gatestoneinstitute.org/4740/islam-uccisione-innocenti, traduzione di Angelita La Spada, GatestoneInstitute.org, 17 settembre 2014.

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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
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“Mettete a confronto un bambino, un cucciolo di cane e un micino con un improvviso pericolo; il bambino chiederà immediatamente aiuto, il cagnolino si prostrerà in abietta sottomissione per l'incombente evento e il gatto gonfierà il suo sottile corpo per una strenua resistenza.”

Saki (1870–1916) scrittore britannico

Origine: Citato in Aa. Vv., Antica saggezza dei gatti: aforismi felini, Edizioni del Baldo, Colognola ai Colli, 2013, p. 94. ISBN 8867210530

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“Dunque," chiese, "tu non apprezzi proprio la fedeltà? La fedeltà alle proprie memorie?"
"Io credo che solo il presente abbia importanza, non il passato. Lasciamolo perdere il passato. Se cerchiamo di mantenerlo in vita, lo alteriamo, lo vediamo in una prospettiva sbagliata… esageriamo sempre."
"Ma io ricordo a perfezione ogni parola e ogni incidente di quei giorni!" esclamò David con passione.
"E non dovresti, caro: perché così rivivi quei giorni col sentimento di un ragazzo, mentre dovresti giudicarli con l'equilibrio e la maturità di un uomo."
"E che importa?"
Hilda esitò. Si rendeva conto che non era saggio proseguire, eppure desiderava troppo dire certe cose.
"Ecco… io credo che tu continui a veder tuo padre come un… mostro. Ne fai una specie di personificazione del male… Probabilmente invece, se lo vedessi oggi, ti renderesti conto che è un uomo qualunque, un uomo forse dominato dalle passioni, non esente da biasimo, ma sempre e soltanto un uomo, non una specie di mostro inumano."
"Non capisci… Il modo in cui ha trattato mia madre…"
"Vi è una certa forma di dolcezza, di sottomissione," disse Hilda gravemente, "che stimola i peggiori istinti di un uomo, mentre lo stesso uomo affrontato con spirito deciso diventerebbe una creatura tutta diversa."
"Dunque, secondo te, è colpa della mamma…"
"No, no," lo interruppe Hilda. "Sono certa che tuo padre deve averla trattata molto male, ma… ma il matrimonio è una cosa specialissima e non credo che un estraneo - sia pure un figlio - abbia il diritto di giudicare tra i coniugi. Comunque, il tuo risentimento attuale non può più aiutare in nulla tua madre… Tutto è finito, ormai: non rimane che un vecchio malandato in salute che desidera rivedere suo figlio per Natale."
"E tu vuoi che io vada?"
Ancora una volta Hilda esitò. Poi si decise.
"Sì," disse. "Desidero che tu vada, e la faccia finita una volta per tutte.”

Hercule Poirot's Christmas

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“Tutte le polemiche dedicate all’essenza dell’uomo nel passato furono dominante principalmente da due visioni: una che considera l’uomo come un’entità spirituale, un’altra che lo considera come una forma di vita materiale. Secondo la visione religiosa e idealistica che vede nell’uomo un’entità puramente spirituale, l’uomo sarebbe il prodotto d’un qualche essere soprannaturale, misterioso, che determinerebbe perciò il suo destino. La classe dominante reazionaria e i suoi portavoce si servirono di questo punto di vista religioso e idealistico per predicare la fatalità della situazione delle masse lavoratrici che vivono nella sventura, sfruttate e oppresse, e la sottomissione alla loro sorte che sarebbe predeterminata. L’altro punto di vista, che considera l’uomo come un semplice essere naturale e biologico, ignora le differenze qualitative esistenti tra l’uomo e gli altri esseri biologici, il primo operante sotto il controllo della sua coscienza e con uno scopo determinato, i secondi guidati dai loro soli istinti. La classe dominante reazionaria e i suoi portavoce misero in opera questa visione per tentar di giustificare la società capitalistica dominata dalla legge della giungla. I rinnegati del socialismo che restaurano il capitalismo introducendo il liberalismo borghese e l’economia capitalistica di mercato partono anch’essi da un punto di vista e da un atteggiamento reazionario nei confronti dell’uomo.
L’uomo non è né un essere puramente spirituale né un semplice essere biologico, ma un essere sociale che vive ed agisce nel quadro dei rapporti sociali che intesse. Essere sociale, ecco la caratteristica essenziale che lo distingue dalle altre entità biologiche.”

Kim Jong-il (1941–2011) dittatore nordcoreano
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