Frasi su trovata

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema trovata, essere, vita, cosa.

Frasi su trovata

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“Mi trovi offensivo? Io trovo offensivo avermi trovato offensivo. ~Rainman”

Eminem (1972) rapper, attore e produttore discografico statunitense
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“Cercate di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto non l'avete trovato.”

da "L'ultimo messaggio di B.-P. agli Esploratori" su "Scautismo per ragazzi", ed. Fiordaliso, 1999, pag. 355

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“Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è spezzato. Quando gli uomini dicono: «perduto», egli dice: «trovato»; quando dicono «condannato», egli dice: «salvato»; quando dicono: «abietto», Dio esclama: «beato!»”

Dietrich Bonhoeffer (1906–1945) teologo tedesco

Origine: Citato in Ermes Ronchi, Sciogliere le vele. Commento ai vangeli festivi. Anno A, Edizioni San Paolo, 2004, p. 92.

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“Ho trovato una città di mattoni, ve la restituisco di marmo.”

Augusto (-63–14 a.C.) primo imperatore romano antico

citato in Svetonio, Vite dei Cesari, Aug., XXVIII, 3

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“Giornalista: Come avete trovato l'America?
John Lennon: A sinistra della Groenlandia.”

John Lennon (1940–1980) musicista, cantautore, poeta, attivista e attore britannico

Attribuite
Origine: Dopo il tour in America dei Beatles, un giornalista intervista John Lennon. In realtà la frase viene pronunciata da John Lennon durante la scena del party per i giornalisti all'interno del film A Hard Day's Night, del 1964. Si tratta, quindi, di una battuta scritta per il film, per quanto in sintonia con lo spirito dei Beatles.

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“E l'unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l'avrete davanti. E, come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi. […] Rimanete affamati. Rimanete sciocchi.”

Steve Jobs (1955–2011) imprenditore, informatico e inventore statunitense

And the only way to do great work is to love what you do. If you haven't found it yet, keep looking. Don't settle. As with all matters of the heart, you'll know when you find it. And, like any great relationship, it just gets better and better as the years roll on. So keep looking until you find it. Don't settle. [...] Stay hungry. Stay foolish.
Origine: La questione è controversa: il termine "foolish" viene spesso tradotto con "folle". Questa traduzione è imprecisa, poiché per esprimere questo termine in inglese sono utilizzate le parole "insane" o "crazy". La traduzione di foolish è "sciocco", "ingenuo", quando riferito a persona. Foolish http://www.wordreference.com/enit/foolish, Wordreference.com.

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“Chi ha detto che la penna ferisce più della spada ovviamente non si è mai trovato di fronte un'arma automatica.”

Douglas MacArthur (1880–1964) militare statunitense

citato in Call of Duty 4: Modern Warfare

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“Pensavi di aver trovato l'uomo che volevi, finché ne hai fatto una persona nuova!”

Mika (1983) cantautore libanese

The Boy Who Knew Too Much

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“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

Survival in Auschwitz
Variante: Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
oi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerati si questo è un uomo
Che lavora nel gango
Che non conosce pace
Che lotta por mezzo pane
Che muore per un sì o per un no
Considerate se questa é una donna
Senza caplli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno
Meditate che questo è stato
Vi comando queste parole
Scolpitele nem vuostro cuore
Stando in casa andando per via
Coricandovi alzandovi
Ripetelete ai vostri figli
O vi si sfaccia la casa
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi.

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“Mi era arrivata la voce dai primi di gennaio che gli ultranazisti ungheresi volevano rastrellare tutti gli ebrei del ghetto internazionale per portarli al ghetto comune, chiuderli dentro, dare fuoco al ghetto, e uccidere quelli che tentavano di scappare. C'era già un muro intorno. Io non credevo a una cosa del genere perché mi sembrava un'enormità, un'atrocità enorme. Non ci credevo. Però, una bella mattina, ho visto passare una colonna di ebrei […] portati verso il ghetto che era lì a trecento metri. Ho domandato chi erano, e mi hanno detto che erano i portoghesi, ebrei ungheresi protetti dalla legazione del Portogallo. Durante la notte - credo le due di notte - era venuto in legazione un inviato della legazione portoghese: mi chiedevano che assumessi la protezione degli interessi portoghesi perché lui non ce la faceva più. Quando la mattina ho visto passare questa colonna di ebrei ungheresi protetti dalla legazione portoghese, ho cominciato a capire che qualcosa stava succedendo. E così ho scritto una lettera a questo ministro Vajna, dicendo che ho sentito queste voci e sono sicuro che lui, come ministro dell'interno e responsabile civile e militare della capitale assediata, non avrebbe permesso una cosa del genere. Quello non ha risposto. Allora […] mi sono presentato lì dove lui aveva la sua sede, nel sotterraneo del municipio di Budapest, che è un grandioso edificio, con un sotterraneo spazioso con uffici, e lì ho trovato Wallenberg, lo svedese, e Zürcher lo svizzero, ai quali ho detto "adesso io vado dentro e poi vi saprò dire". Sono andato da questo signore, il quale mi ha detto chiaro e tondo che lui aveva intenzione di fare una cosa del genere. Io ero sbalordito. Pensavo dentro di me: "ma questo qui proprio sta diventando matto, lui è ministro degli interni, è responsabile civile e militare della capitale assediata, come fa a pensare di fare una strage del genere?". Penso che ci fossero dentro nel ghetto sessantamila [prigionieri], più trentamila che venivano dalle case protette, insomma: si trattava di ammazzare un centinaio di migliaia di persone, oltre che distruggere la parte storica della capitale.”

Giorgio Perlasca (1910–1992) funzionario italiano
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“Mercoledì 18 febbraio
Prima dell'alba siamo passati tra Capri e il Continente e siamo entrati nel Golfo di Napoli. Ero sul ponte. L'indistinta massa del Vesuvio fu presto in vista. L'ho riconosciuta da un quadro (della mamma?). Ben presto ho «sentito» la città. Luci brillanti. Siamo stati trattenuti a bordo fino alle nove dalla polizia che se la prende con comodo. Con alcuni altri sono sceso all'Hotel de Geneve. Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. A colazione Rhinelander e Friedman han detto che sarebbero andati a Pompei. Mi sono unito a loro, le ferrovie sono dovunque le stesse. Siamo passati attraverso Portici, Resina, Torre del Greco. Pompei è uguale ad ogni altra città. La stessa antica umanità. Che si sia vivi o morti non fa differenza. Pompei è un sermone incoraggiante. Amo più Pompei che Parigi. C'erano delle guardie silenziose come il Mar Morto. Al Vesuvio a dorso di cavallo. Vigneti sulle pendici. Arrampicata sulle ceneri. Aggrappato alla guida. Discussione. Il vecchio cratere di Pompei. Il cratere attuale è come una vecchia miniera abbandonata. L'uomo che brucia. Rosso e giallo. Tuoneggiante. Boati. Una lingua di fuoco. Sono sceso nel cratere. Liquirizia congelata. Son sceso giù in fretta. Crepuscolo. Cavalcata nel buio. All'Annunziata trovato un vetturino per Napoli. Una corsa nel freddo senza soprabito. Di ritorno all'Hotel a mezzanotte. La strada e la campagna erano silenziose. Un sobborgo. Cena a letto.”

Herman Melville (1818–1891) scrittore statunitense

Origine: Diario italiano, pp. 23-24

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“L'ideale cristiano non è stato messo alla prova e trovato manchevole: è stato giudicato difficile, e non ci si è mai provati ad applicarlo.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

da What's wrong with the world
Cosa c'è di sbagliato nel mondo

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“Ho un amico che si chiama da solo, | si manda i messaggi con scritto "Tesoro", | si guarda allo specchio dicendo "Ti adoro", | vorrei dirgli "Ma trovati un lavoro!"”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Vip In Trip, n. 8
Controcultura

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“Mi sono avvicinato alla musica a cinque anni. Sono figlio di musicisti, mia mamma suonava il violino. Sono cresciuto con un'insegnante in casa, severissima tra l'altro. Non ho mai voluto imparare da lei perché vedevo quanto era severa con i suoi alunni. Io ho trovato il pianoforte.”

Ermal Meta (1981) cantautore e compositore albanese

Origine: Citato in Ermal Meta: «Io sono un lupo» http://www.vanityfair.it/show/musica/16/04/26/ermal-meta-nuovo-singolo-volevo-dirti-intervista-foto-umano, Vanityfair.it, 26 aprile 2016.

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“Tutti i medici tradizionali credevano nelle persone, e i pazienti parlavano loro della propria natura. La natura veniva sperimentata, veniva sentita, odorata, assaporata dalle persone. Come lo spettatore, nel teatro greco, veniva educato a «sentire» l'attore, così il medico – quasi partecipasse a una tragedia greca – veniva educato, attraverso la mimesis (una simpatia che diventa sentire l'altro), a sentire la tragica vicenda di quella persona che sedeva dinanzi a lui e che, nella sua condizione umana, si era trovata in qualche guaio, in qualche contrarietà; e la natura cercava di guarire se stessa. Il concetto di salute non esisteva; esisteva solo l'idea di una natura più o meno capace di guarire costantemente se stessa. E ciò che il medico faceva, con il consiglio, con l'empatia, col potere della parola – la parola che risanava – e forse con pillole di coralli macinati o di mercurio, che sono altamente tossiche, come diremmo oggi, consisteva nell'incoraggiare la natura, nel rafforzare la natura, a compiere la propria azione guaritrice. Oggi ci è difficile pensare in questo modo alla funzione del medico. Pensiamo sempre che egli usi qualche strumento della sua professione per fare qualcosa al sistema o al sottosistema che c'è nel paziente, e che lui, non il paziente, conosce.”

Ivan Illich (1926–2002) scrittore, filosofo, sociologo, teologo

Origine: Pervertimento del cristianesimo, p. 90

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“Ho deciso di diventare grigio, così nessuno avrebbe saputo quanti anni avevo e poi mi avrebbero trovato più giovane dell'età che mi davano.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Mi sono sentito in imbarazzo per lui, e il mio primo pensiero è stato il rifiuto - «no, povero Montanelli» - quando all'ingresso dei giardini di via Palestro mi sono trovato davanti alla sua statua, al punto che ho pensato che ci sono vandali che distruggono e vandali che costruiscono, e che anzi, per certi aspetti, il vandalismo che crea è ben peggiore, perché tenta di disarmarti con le sue buone intenzioni. Dunque era di mattina, molto presto, e i giardini erano vuoti, al sole. Ebbene in questo vuoto, la statua mi è apparsa all'improvviso: una figurina in gabbia che non ha niente a che fare con Montanelli, se non perché lo offende anche fisicamente, lui che era così "verticale", e che ci invitava a buttare via «il grasso» e la retorica monumentale. Il giornalista che ogni volta si ri-definiva in una frase, in un concetto, in un aforisma, in una citazione, è stato per sempre imprigionato in una scatola di sardine. Perciò ho provato il disagio che sempre suscita il falso, la patacca, la similpelle che non è pelle, perché non solo questo non è Montanelli, come ci ha insegnato Magritte che dipinse una pipa e ci scrisse sotto "questa non è una pipa". Il punto è che questa non è neppure una statuta di Montanelli, ma di un montanelloide in bronzo color oro, che ha la presunzione ingenua e goffa di imprigionare il Montanelli entelechiale, il Montanelli che era invece l'asciuttezza, era il corpo più "instatuabile" del mondo, troppo alto, troppo energico, troppo nervoso, incontenibile nello spazio e nel tempo com'è l'uomo moderno, che è nomade e ha un'identità al futuro. Era il più grande nemico delle statue il Montanelli che sempre ci sorprendeva, fascista ma con la fronda, conservatore ma anarchico, con la sinistra ma di destra, un uomo di forte fascino maschile che tuttavia non amava raccogliere i trofei del fascino maschile, ingombrante ma discreto, il solo che nella storia d' Italia abbia rifiutato la nomina a senatore a vita perché, diceva, «i monumenti sono fatti per essere abbattuti», come quello di Saddam, o di Stalin o di Mussolini. Come si può fare una statua ingombrante e discreta? Come si può fare un monumento all'antimonumento?”

Francesco Merlo (1951) giornalista e scrittore italiano
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“Beato colui che ha trovato nella vita lo scopo della propria esistenza.”

Inayat Khan (1882–1927) mistico indiano

Origine: Citato in Rotondi 2006, p. 15.

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“[Riferito ai presunti favoreggiamenti della Fia per la Ferrari] La Fia usa due pesi e due misure. A Hockenheim le prime tre vetture sul traguardo furono trovate tutte irregolari nel gradino del fondo piatto ma siccome era la prima volta che lo si usava, la Fia lasciò correre.”

Michael Schumacher (1969) pilota automobilistico tedesco

Origine: Da un'intervista a Auto Bild; citato in Schumacher: "La Fia favorisce la Ferrari" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/09/02/schumacher-la-fia-favorisce-la-ferrari.html, la Repubblica, 2 settembre 1994.

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“Non voglio farla troppo lunga sulla mia traiettoria politica. Da elettore radicale, ho simpatizzato una prima volta per Berlusconi nel '94; da dirigente radicale, negli anni successivi, ho ripetutamente cercato – senza riuscirvi – di contribuire a un'intesa politica tra Forza Italia e il mio partito di allora; molto spesso, negli anni passati, ho considerato Berlusconi un avversario, e mi è capitato di indirizzargli non poche critiche; se in Italia ci fosse stata un'operazione davvero blairiana nel centrosinistra, molto probabilmente avrebbe visto una mia entusiastica adesione; ma la mia valutazione è che nello schieramento alternativo al Pdl non ci sia oggi spazio per una politica liberale. Per questo (fatto decisamente raro nel nostro Paese…), ho scelto nel novembre 2007 di dimettermi dalla Presidenza della Commissione attività produttive della Camera, dopo aver lasciato il mio partito. Sono state le due finanziarie del Governo Prodi a indirizzarmi verso quella scelta: mi sono espresso contro la prima manovra, e alla seconda ho ritenuto giusto lasciare la poltrona, come si dice. Le mie dimissioni – cosa che racconterò ai miei nipotini, se ne avrò – caddero proprio nel periodo in cui sembrava che l'Esecutivo Prodi potesse reggere a lungo: quelle che la stampa aveva definito "spallate" erano infatti fallite, e ho ancora nelle orecchie l'affettuoso "ma sei matto?" con cui amici autorevoli commentarono la mia decisione, tecnicamente suicida, almeno secondo i parametri della politica romana. La mia valutazione – invece – è che sia tuttora addirittura incalcolabile il danno arrecato al centrosinistra, oltre che all'Italia, dalle decisioni economiche del Governo Prodi-Visco-Padoa Schioppa. Va ricordato che il Governo Prodi ebbe la fortuna di lavorare in un momento positivo dell'economia mondiale: e invece bruciò questa grande opportunità rinunciando alle riforme, aumentando le tasse a tutti, gettando acqua gelida sulla crescita, e infine – per sovrammercato – ingannando il Paese con la telenovela del "tesoretto". Così, in quei mesi, si è prodotta una frattura difficilmente ricomponibile tra il centrosinistra e i cinque milioni di piccole imprese industriali, artigianali, commerciali, dei servizi, che rappresentano la spina dorsale economica del Paese. E non poteva bastare, come ha fatto Veltroni, "far sparire" Visco. Serviva, invece, molto più coraggio: occorreva un'autocritica pubblica e definitiva rispetto a una scellerata politica anti-imprese, con l'impegno solenne, per il futuro, a incamminarsi nella direzione opposta. Neppure questo, forse, sarebbe stato sufficiente a vincere: ma – almeno – sarebbe servito a dare al Pd un profilo nuovo, e a metterlo in condizione di tornare competitivo in futuro, almeno in tempi medi. Per queste ragioni, quando la legislatura si è successivamente interrotta, come tanti altri italiani ho trovato molto più convincente (citavo nelle pagine precedenti il rapporto Itanes) la proposta politica complessiva dello schieramento di centrodestra; infine, dopo le elezioni del 2008 (alle quali non mi sono candidato, pur sostenendo pienamente il Pdl), Silvio Berlusconi ha ritenuto di propormi un incarico di prestigio e responsabilità, quello di portavoce di Forza Italia, che ho molto volentieri accettato. Questa mia vicenda, questa mia condizione di libertà, di persona che vive con la lettera di dimissioni in tasca, mi permette di esprimere un giudizio sereno ed in qualche misura perfino freddo, quello – cioè – che emerge chiaramente dalle pagine di questo piccolo libro.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

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“L'uomo sbaglierà direzione, cercherà il suo fine, sarà insoddisfatto finché non capirà, non avrà trovato Dio. Non si può vivere per i figli o per l'umanità. E, se Dio non c'è, non c'è motivo di vivere, bisogna perire.”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

Origine: Citato in Duška Avrese, Anton Pavlovic Cechov. Il momento della rivelazione, Ceseo-Liviana, Padova, 1973, p. 24.

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“Non sprecate la vita nel consumismo, trovate il tempo di vivere per essere felici.”

José Mujica (1935) politico uruguaiano

Origine: Citato in Omero Ciai, Mujica e "l'apologia della sobrietà": "Chi accumula denaro è un malato. La ricchezza complica la vita" http://www.repubblica.it/esteri/2016/11/06/news/pepe_mujica_uruguay-151459188/?ref=HREC1-10, Repubblica.it, 6 novembre 2016. Fase pronunciata a Roma il 4 novembre 2016.

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