Frasi su domino
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“La sicurezza è fascino e il fascino è dominio. Dominio è uguale a soldi.”

Origine: Appunti di un venditore di donne, p. 128

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“Quando il presidente Johnson afferma che ci stiamo difendendo contro una forza superiore, che noi dobbiamo rimanere nel Vietnam altrimenti essi «invaderanno gli Stati Uniti e prenderanno quello che abbiamo», disgraziatamente egli rappresenta un settore cospicuo, forse prevalente, dell'opinione americana. Per noi oggi può sembrare difficile capire come trent'anni fa si potesse credere sul serio che una cospirazione giudaico-bolscevica minacciasse la sopravvivenza della Germania, depositaria dei valori spirituali della civiltà occidentale. Per altri oggi può essere altrettanto difficile prendere sul serio l'immagine della nazione piú forte e piú ricca della terra in preda al terrore dietro ai suoi missili e testate nucleari, per paura che «quello che abbiamo» ci venga portato via se permettiamo a un piccolo paese, dall'altra parte del globo, di seguire il proprio corso liberandosi dal dominio americano. Ciononostante, questa descrizione non è caricaturale. Gli aderenti al cosiddetto «movimento della pace» hanno la tendenza a considerare Lyndon Johnson un usurpatore illegittimo che non rappresenta il grosso dell'opinione americana. Probabilmente s'ingannano. Affermazioni come quella sopra citata possono benissimo riflettere atteggiamenti predominanti tra gli americani, e chi voglia pensare in maniera realistica al ruolo imperialistico dell'America farà bene a tenerlo a mente.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense

La logica della ritirata, p. 255
I nuovi mandarini

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“Epperò, proprio da questa ricostruzione storica, lontana da ogni tono apologetico ed edificante, emergono i reali meriti e i reali punti di forza del liberalismo. Dando prova di una straordinaria duttilità, esso ha cercato costantemente di rispondere e adattarsi alle sfide del tempo. È vero, ben lungi dall'essere spontanea e indolore, tale trasformazione è stata in larga parte imposta dall'esterno, ad opera di movimenti politici e sociali coi quali il liberalismo si è ripetutamente e duramente scontrato. Ma per l'appunto in ciò risiede la duttilità. Il liberalismo ha saputo apprendere dal suo antagonista (la tradizione di pensiero che, prendendo le mosse dal «radicalismo» e passando attraverso Marx, sfocia nelle rivoluzioni che in modi diversi a lui si sono richiamate) ben più di quanto il suo antagonista abbia saputo apprendere dal liberalismo. Soprattutto, l'antagonista non ha saputo apprendere quello che costituisce il secondo grande punto di forza del liberalismo. Certo, il processo di apprendimento dal liberalismo è tutt'altro che agevole, almeno per coloro che vogliono superare le clausole d'esclusione che attraversano in profondità questa tradizione di pensiero. Nessun'altra più di essa si è impegnata a pensare il problema decisivo della limitazione del potere. Epperò, storicamente, questa limitazione del potere è andata di pari passo con la delimitazione di un ristretto spazio sacro: maturando un'autocoscienza orgogliosa ed esclusivistica, la comunità dei liberi che lo abita è spinta a considerare legittima la schiavizzazione ovvero l'assoggettamento più o meno esplicito, imposti alla grande massa dispersa per lo spazio profano. Talvolta si è giunti perfino alla decimazione e all'annientamento. È dileguata del tutto questa dialettica in base alla quale il liberalismo si trasforma in un'ideologia del dominio e finanche in un'ideologia della guerra?”

cap. X, 6, p. 339
Controstoria del liberalismo

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“Gerarchia dei balocchi: «la bambola è tanto inferiore a una cosa di quanto la marionetta le è superiore» (Rilke). Pure il bambino "diviene" in quel mondo; penetrerà più tardi la realtà delle cose, e, iniziato per tempo alle delusioni, anche il dominio dell'umano troverà angusto; finché non gli appaia la misura perfetta che in sé abbraccia passato e avvenire e vita e morte equabilmente: l'angelo delle Elegie.”

Leone Traverso (1910–1968) traduttore italiano

Questo il nostro cammino per Rilke, la ragione del nostro passaggio sulla terra.
Origine: Dalla prefazione di Rainer Maria Rilke, Charles Baudelaire e Heinrich von Kleist, Bambole, giocattoli e marionette, a cura di Leone Traverso, Passigli Editore, 1998, pp. 7-8. ISBN 8836805779.

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“Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell'uomo meno importante dell'immenso ed infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi. Da dove ha preso tanti occhi, con i quali vi spia, se non glieli offrite voi? Come può avere tante mani per colpirvi, se non le prende da voi? I piedi con cui calpesta le vostre città, da dove li ha presi, se non da voi? Come fa ad avere tanto potere su di voi, se non tramite voi stessi? Come oserebbe aggredirvi, se non avesse la vostra complicità? Cosa potrebbe farvi se non foste i ricettatori del ladrone che vi saccheggia, complici dell'assassino che vi uccide e traditori di voi stessi? Seminate i vostri frutti, affinché ne faccia scempio. Riempite ed ammobiliate le vostre case, per rifornire le sue ruberie. Allevate le vostre figlie perché abbia di che inebriare la sua lussuria. Allevate i vostri figli, perché, nel migliore dei casi, li porti alla guerra e li conduca al macello, li faccia ministri delle sue bramosie, ed esecutori delle sue vendette. Vi ammazzate di fatica perché possa trattarsi delicatamente nei suoi lussi e voltolarsi nei suoi piaceri sporchi e volgari. Vi indebolite per renderlo più forte e rigido nel tenervi la briglia più corta. E di tutte queste indegnità, che neanche le bestie potrebbero accettare o sopportare, voi potreste liberarvi se provaste, non dico a liberarvene, ma solo a volerlo fare. Siate decisi a non servire più, ed eccovi liberi. Non voglio che lo scacciate o lo scuotiate, ma solo che non lo sosteniate più, e lo vedrete, come un grande colosso al quale è stata tolta la base, piombare giù per il suo stesso peso e rompersi.”

2014, p. 36
Discorso sulla servitù volontaria

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“Usain da anni domina lo sprint mondiale e grazie a lui i limiti umani si sono spostati un po' più avanti. È il [Lionel] Messi dell'atletica perché sa anche essere un uomo squadra, come dimostrano i successi con la 4x100 della Giamaica ai mondiali o alle Olimpiadi.”

Joseph Blatter (1936) dirigente sportivo svizzero

Origine: Citato in Blatter incontra Bolt: "Sei il Messi dell'atletica" http://www.lastampa.it/2013/08/28/multimedia/sport/blatter-incontra-bolt-sei-il-messi-dellatletica-EXQ7P7pMoIkS4b66diLX0K/pagina.html, La Stampa.it, 28 agosto 2013.

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“Il termine demokratía comincia a circolare verso la fine del VI secolo avanti Cristo, con una accezione prevalentemente dispregiativa. In entrambe le componenti della parola. Da un lato, infatti, krátos non significa affatto genericamente «potere» (come per lo più si ritiene), ma si riferisce piuttosto a quella forma di potere che scaturisce da, e si fonda su, l’uso della forza. Analogamente, il termine démos viene adoperato per denominare non la totalità della popolazione, ma quella parte, ancorché maggioritaria, del popolo, che è in possesso di alcuni requisiti. Le occorrenze di démos nel senso di regime popolare, cioè di democrazia, sono pochissime e si trovano concentrate nel celebre dibattito sulle costituzioni, svoltosi verso la metà del V secolo. Le altre attestazioni di démos si presentano sostanzialmente come valutazioni negative della democrazia, quali potevano essere espresse soprattutto dai suoi avversari, i quali contestavano a questa forma di governo il fatto di privilegiare i (molti) cattivi, rispetto ai pochi (buoni), ovvero di pretendere che a governare fosse una moltitudine indistinta, anziché gli áristoi, i «migliori». Insomma, pur nell’estrema variabilità di significati, da un lato demokratía indica il dominio coercitivo, esercitato con la forza, di quella parte del popolo che è il démos (con la drastica esclusione delle donne), mentre dall'altro lato essa esprime il sopravvento della componente quantitativamente, ma non qualitativamente, più significativa del popolo.”

Umberto Curi (1941) filosofo italiano
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“È impensabile che l'alternativa dei progressisti alla figura di Emma Bonino sia la Gruber: una che, annunciando la candidatura, ha denunciato il 'pensiero unico' che regnerebbe in Rai. Ma come? È lei l'espressione del pensiero unico, che ancora oggi domina in Rai, nonostante gli addolcimenti e le troiaggini degli ultimi arrivati.”

Marco Pannella (1930–2016) politico e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista Trent'anni dopo Pannella ancora provoca: "Il pacifismo è la peste del nuovo secolo" http://www.radicalparty.org/it/content/trent039anni-dopo-pannella-ancora-provoca-il-pacifismo-e039-la-peste-del-nuovo-secolo, Radicalparty.org, 13 maggio 2004.

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“Quando un pensiero ti domina lo ritrovi espresso dappertutto, lo annusi perfino nel vento.”

Tonio Kröger; 2003, p. 89 https://books.google.it/books?id=t126IZ0oAi0C&pg=PA89#v=onepage&q&f=false
Tonio Kröger

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“Non esiste una Federazione che possa trarre giovamento dal dominio di una sola squadra per molti anni, la gente si allontana.”

Gianni Petrucci (1945) dirigente sportivo italiano

Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport, 6 giugno 2013; citato in Perché fu Calciopoli? Sentite Petrucci! Ora sulla Juve il fango è francese http://www.ju29ro.com/news/4951-perche-fu-calciopoli-sentite-petrucci-ora-sulla-juve-il-fango-e-francese, Ju29ro.com, 7 giugno 2013.

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“Le sedie incatenanti stavolta erano quattro. I Dissennatori vi spinsero i prigionieri: c'era un uomo grosso che fissò Crouch con occhi vacui, un uomo più magro e nervoso i cui occhi si spostavano rapidi fra il pubblico, una donna con una folta, scura chioma lucente e le palpebre semichiuse, seduta sulla sedia con le catene come una regina su un trono, e un ragazzo sui vent'anni, che sembrava nientemeno che pietrificato. […] Crouch si alzò e guardò i quattro con un'espressione di odio allo stato puro. "Siete stati condotti di fronte al Tribunale della Legge Magica […] perché siate giudicati per un crimine atroce…" "Padre" disse il ragazzo dai capelli color paglia "Padre, ti prego…" "…del quale raramente abbiamo udito il pari in questa corte." Crouch alzò la voce, sovrastando quella del figlio "[…] Siete accusati di aver catturato un Auror – Frank Paciock – e di averlo sottoposto alla Maledizione Cruciatus, convinti che conoscesse l'attuale dimora del vostro signore, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…" "Padre, non è vero!" strillò il ragazzo in catene. "Non è vero, lo giuro, padre, non rimandarmi dai Dissennatori…" […] "Avete progettato progettato di restaurare il dominio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, e di tornare alla vita di violenza che probabilmente avete condotto quando era potente. Io ora chiedo alla giuria…" "Madre!"[…]"Madre, fermalo, madre, non ho fatto niente, non sono stato io!" "Io ora chiedo alla giuria" gridò Crouch "di alzare la mano se è convinta, come me, che questi crimini meritino una condanna a vita ad Azkaban!" Tutti insieme, maghi e streghe dell'ala destra della segreta, alzarono la mano. La folla disposta lungo le pareti scoppiò in un applauso […], i volti pervasi di selvaggio trionfo. Il ragazzo prese ad urlare. "No! Madre, no! Non ho fatto niente, non ho fatto niente, non sapevo! Non lasciare che mi mandi laggiù, non lasciarglielo fare!" I Dissennatori rientrarono scivolando. I tre compagni del ragazzo si alzarono in silenzio; la donna dalle palpebre pesanti guardò Crouch e gridò: "Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!" […] "Portateli via!"”

ruggì [Crouch] ai Dissennatori, sputando saliva. "Portateli via, e che possano marcire laggiù!"
Harry Potter e il calice di fuoco

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“L'Inghilterra è debole e nel perseguire le sue mire ambiziose di dominio sul mondo vuol far combattere gli altri.”

Joachim von Ribbentrop (1893–1946) politico tedesco

Origine: A Stalin in occasione della firma del patto Molotov-Ribbentrop a Mosca il 23 agosto 1939; citato in Wiliam L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino, 1963, p. 585.

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“Le periferie, che sono molto più integrate da un punto di vista di comunicazione rispetto a quelle del secolo scorso, sono invece distaccate e non rappresentate da un punto di vista sociale e politico. Qui spesso le reti sociali sono scadenti o assenti. Il controllo sugli spazi urbani periferici risulta complesso e difficile, tanto che vaste aree — specie nelle megalopoli — finiscono sotto il dominio di mafie e di cartelli internazionali o nazionali del crimine. La città del XXI secolo è sempre meno una comunità di destino. Anzi, mentre una parte di essa viene assorbita nei flussi globali e procede sulla via dell’internazionalizzazione, un’altra resta ai margini e fuori dai circuiti di integrazione, se non sprofonda in una condizione di isolamento. Sono i quartieri abbandonati dove spesso le persone vivono per l’intera esistenza e dove forse i figli faranno la stessa vita dei genitori. L’universo delle megalopoli si è strutturato in modo che molto spazio abitato diventi luogo di esclusione. La megalopoli produce costantemente periferie urbane e periferizzazioni umane. Di fronte a questa realtà, specie nel Sud del mondo, lo Stato e le istituzioni sovente rinunciano ad un controllo reale di questi spazi. Diventa un mondo perduto, in cui i drammi umani e sociali si annodano con reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza. Il cristianesimo — su impulso di papa Bergoglio — ha la possibilità di comprendere in modo nuovo la condizione umana e urbana del XXI secolo.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Periferie. Crisi e novità per la Chiesa, Jaka Book, 2016
Libri

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“La mia esperienza è che nelle masse il buon senso domina più che generalmente non si creda.”

Giovanni Giolitti (1842–1928) politico italiano

Memorie della mia vita

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“Tutti i popoli della terra ascoltano con piacere l'italiano, ma nessuno lo scrive, nessuno è andato a tirarlo fuori dai suoi deliziosi domini geografici.”

Pedro Felipe Monlau (1808–1871) Medico, scrittore e giornalista spagnolo

Todos los pueblos de la tierra oyen con gusto el italiano, pero nadie lo escribe, nadie ha ido á sacarlo de sus deliciosos dominios geográficos.
Origine: Da Diccionario etimológico de la lengua castellana, Madrid, 1856, p. 47 https://books.google.it/books?id=PfsMAwAAQBAJ&pg=PA47

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“L'acqua è privata, talmente privata che l'hanno privata ai condomini | anno domini in cui per lavarmi mi faccio sputare da baldi giovani.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Il circo delle pantegane, n. 10
Le dimensioni del mio caos

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“Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.”

Gian Piero Bona (1926) poeta e scrittore italiano

Passeggiata con il diavolo

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“Il colore è il senso dell'Arte Moderna, il colore domina la lettura dell'Opera prima, geniale creazione visiva. Il test cromatico di Lüscher afferma che la preferenza al blu esprime il bisogno di quiete e serenità emotiva. Il blu è un colore che realmente racchiude l'attesa, la magia, il mistero della vita.”

Paolo Salvati (1939–2014) artista, pittore italiano

Origine: Citato in Emma Moriconi, L’espressionismo immortale di Paolo Salvati http://www.ilgiornaleditalia.org/news/cultura/858192/L-espressionismo-immortale-di-Paolo-Salvati.html, Ilgiornaleditalia.org, 15 settembre 2014.

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“È un fatto che gli anni di Ali, Foreman, Frazier, Norton siano irripetibili. Ma se uno domina come il sottoscritto non significa che tutti gli altri siano scarsi. Il mio mantra è: Continua a vincere, a mettere k. o. i tuoi rivali, i riconoscimenti verranno di conseguenza.”

Volodymyr Klyčko (1976) pugile ucraino

Citazioni di Volodimir Kličko
Origine: Citato in Massimo Lopes Pegna, Boxe: non solo Jennings. A sfidare Wladimir Klitschko sono tutti gli Usa http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Boxe/22-04-2015/boxe-non-solo-jennings-sfidare-wladimir-klitschko-sono-tutti-usa-110540495043.shtml, Gazzetta.it, 22 aprile 2015.

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“L'eccezione appartiene all'arte così come la regola, l'una ne difende e l'altra ne estende il dominio.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

“Lo specismo include il dominio dell'uomo sull'animale-uomo.”

Marco Maurizi (1974) filosofo italiano

Al di là della natura
Origine: Citato in Guadagnucci, p. 60.

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