Frasi su fai-da-te
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“Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.”

Variante: Non c'è niente che sappia di morte, - continuò, - più del sole d'estate, della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco, e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte...
Origine: Il diavolo sulle colline, VII

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“Tu ti inganni, figlio mio", mi ha detto. "Ti si potrebbe domandare di più. Te lo domanderanno, forse". "E che cosa mai?". "Ti potrebbe esser chiesto di vedere". "Vedere cosa?”

[...] "Tutte queste pietre sudano il dolore, lo so. Non l'ho mai guardate senza angoscia. Ma dal fondo del mio cuore so che i più miserabili di voi hanno visto sorgere dalla loro oscurità un volto divino. è questo volto che vi si chiede di vedere".
Mi sono animato un po'. Ho detto che erano mesi che guardavo quei muri. Non c'era nulla né alcuna persona al mondo che conoscessi meglio. Forse, già molto tempo prima vi avevo cercato un volto. Ma quel volto aveva il colore del sole e la fiamma del desiderio: era quello di Maria.
Lo straniero

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“Sei orgoglioso di te stesso, Jeff? Sarei potuto essere seriamente ferito la settimana scorsa. E tu hai avuto molto fegato a lasciarmi combattere da solo con un infortunio all'occhio, specialmente considerando che tu sei quello che ha ferito il mio occhio per primo. Allo stesso modo in cui tu hai parlato di me precedentemente sul fatto di aver inventato tutto, uscendo fuori con la tua graziosa pittura facciale beffandoti di me, ora voglio mostrarti qualcosa, Jeff. [prende una medicina liquida per occhi] Questo, è polimixina B solfato. Devo applicarlo al mio occhio tre volte al giorno. L'unico modo per ottenere questo è con una prescrizione, da un dottore. Ora, io so che tu conosci una o due cose sulle prescrizioni per le medicine, ma io non penso che tu comprenda il fatto che tu debba andare da un dottore per ottenere legalmente alcune di queste. Diversamente da te, Jeff, questa è l'unica sostanza estranea che permetto nel mio corpo. Quindi, se vuoi imitarmi, perché non provi a vivere in un modo pulito? Perché non provi ad avere uno stile di vita come lo Straight Edge? Jeff … sei stato licenziato due volte. Sai quante volte sono stato licenziato io? Zero. Jeff, sai quante volte sono stato sospeso? Zero. Sai quante volte sono stato in riabilitazione? Esatto, zero. E sai quante possibilità hai di battermi a Night of Champions? [lunga pausa] Zero.”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Smackdown del 10 luglio 2009. Rivolto a Jeff Hardy prima del suo match contro Khali, per provare sia che il suo infortunio all'occhio era reale (nella storyline), sia per attaccare Jeff per i suo errori relativi alla sospensione di 16 mesi prima

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“Se bevo questo [Un bicchiere di whiskey] sarò come un altro JBL ? Non mi convinci, io non sono come te. Io non sono JBL, io sono CM Punk!”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Raw dell'11 agosto 2008, rivolto a JBL, che cercava di sfidarlo ad un drinking contest

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“A volte è quello che non fai a fare di te quello che sei”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Raw dell'11 agosto 2008, rivolto a JBL, che cercava di sfidarlo ad un drinking contest

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“Credi forse che sarei stato maggiormente grato a tua madre se, anziché farmi te e tuo fratello, avesse scritto un bellissimo romanzo?”

Joseph De Maistre (1753–1821) filosofo, politico e diplomatico italiano

da una lettera alla figlia; citato nella Prefazione di Alfredo Cattabiani a J. De Maistre, Le Serate di San Pietroburgo, Rusconi Editore

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“Oste: Mio caro, io amo la libertà come te, ma amo soprattutto il mio lavoro.”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

Origine: Al pappagallo verde, p. 93

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“Non dire male di nessuno, | perché è di te che dici male. | Se dici male di qualcuno, | tutto nel mondo resta eguale.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

62 p. 223
Poesie, Pessoa ortonimo, Messaggio, Quartine di gusto popolare

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“Nei suoi ultimi anni di vita Stalin era psicopatico, PSI-CO-PA-TI-CO, te lo dico io. Un pazzo sul trono. Riesci ad immaginarlo? […] E pensi fosse facile? I nostri nervi erano tesi allo spasimo, e dovevamo bere vodka tutto il tempo. E dovevamo essere sempre sul chi vive.”

Nikita Sergeevič Chruščëv (1894–1971) politico sovietico

Origine: Citato in Taubman, Khrushchev; citato in Andrea Graziosi, L'Unione Sovietica in 209 citazioni, Ed. Il Mulino, Bologna, 2006, ISBN 88-15-11282-0

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“Conosci te stesso.”

Solone (-638–-558 a.C.) legislatore, giurista e poeta ateniese

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 513
Attribuite

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“Signore, i tuoi pope dicono che i bolscevichi finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?”

domanda.
La guardia bianca
Variante: "Signore, i tuoi pope dicono che i bolscevichi finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?" domanda.

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“Perché Ti giustifichi sempre? […] Forse che desidero da Te qualcosa che Ti è estraneo?”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 76

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“Mio miele, ti dono corone di fiori e questo canto; il canto è per te, le corone per il tuo genio, o Crizia…”

Apuleio (125–170) scrittore e filosofo romano

Origine: Sulla magia e in sua difesa, p. 195

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“Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no. | Le mani tue, strumenti su di me | che dirigi da maestro esperto quale sei.”

Mia Martini (1947–1995) cantante italiana

da Minuetto, 1973
Origine: Testo di Franco Califano.

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“È difficile farsi amici nel giro. Il tennis è uno sport individuale: giochi la tua partita e te ne vai.”

Gabriela Sabatini (1970) tennista argentina

Origine: Citata in Janice Turner, Sabatini, la sopravvissuta del tennis https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/giugno/17/Sabatini_sopravvissuta_del_tennis_co_0_030617120.shtml, Corriere della sera, 17 giugno 2003

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“La gran cosa di Hollywood è che c'è sempre una star più grande di te.”

Jason Priestley (1969) attore e regista canadese

ad un concorso per sosia di Marilyn Monroe nel 1993; citato in Mike Evans, Marilyn, p. 400

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“[Rivolgendosi a Marco Travaglio] Siamo un grande paese con un pezzo di merda come te, questo siamo. Siamo un grande Paese! Siamo un grande paese con un diffamatore abituale.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da Annozero, Rai 2, 1° maggio 2008
Da programmi televisivi

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“Il tennis ti fa crescere in fretta. Puoi avere diciotto, diciannove anni o persino più giovane e competere in un torneo Challenger, in Turchia o in Asia e non hai nessun amico con te. Se passi al professionismo e non fai dei buoni risultati, non è un sport in cui qualcuno ti dice "Sono dispiaciuto per te."”

Brad Gilbert (1961) allenatore di tennis e ex tennista statunitense

Non c'è nessun salario garantito come nel baseball o nel football.
Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/07/116570-citazioni_bordo_campo_agosto.shtml, Ubitennis.com, agosto 2008.

“Quando temi che a nessuno al mondo importi di te, prova a non pagare la rata del mutuo.”

Roberto Rizzato (1961) conduttore radiofonico e giornalista italiano

Calendario Curiosario 2003

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“Ad ogni modo, Amor, tu hai del matto, | e credi a me, se tu non fussi cieco, | io te farei veder ciò che m'hai fatto.”

Francesco Berni (1497–1535) scrittore e poeta italiano

da Capitolo in lamentazion d'amore, vv. 31-33
Rime

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“Vecchio, benedetto, Pekisch, questo non me lo dovevi fare. Non me lo merito. Io mi chiamo Pehnt, e sono ancora quello che se ne stava sdraiato per terra a sentire la voce nei tubi, come se quella arrivasse davvero, e invece non arrivava. Non è mai arrivata. E io adesso sono qui. Ho una famiglia, ho un lavoro e la sera vado a letto presto. Il martedì vado a sentire i concerti che danno alla sala Trater e ascolto musiche che a Quinnipak non esistono: Mozart, Beethoven, Chopin. Sono normali eppure sono belle. Ho degli amici con cui gioco a carte, parlo di politica fumando il sigaro e la domenica vado in campagna. Amo mia moglie, che è una donna intelligente e bella. Mi piace tornare a casa e trovarla lì, qualsiasi cosa sia successa nel mondo quel giorno. Mi piace dormire vicino a lei e mi piace svegliarmi insieme a lei. Ho un figlio che amo anche se tutto fa supporre che farà l'assicuratore. Spero che lo farà bene e che sarà un uomo giusto. La sera vado a letto e mi addormento. E tu mi hai insegnato che questo vuol dire che sono in pace con me stesso. Non c'è altro. Questa è la mia vita. Io lo so che non ti piace ma io non voglio che tu me lo scriva. Perché voglio continuare ad andare a letto, la sera, ed addormentarmi. Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo, io qui ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Qui, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso. Non so come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è cosa spregevole. È bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà. È proprio obbligatorio essere eccezionali? Io non so. Ma mi tengo stretta questa vita mia e non mi vergogno di niente: nemmeno delle mie soprascarpe. C'è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità. E io sono uno di quelli. Si guardava sempre l'infinito a Quinnipak, insieme a te. Ma qui non c'è l'infinito. E così guardiamo le cose, e questo ci basta. Ogni tanto, nei momenti più impensati, siamo felici. Andrò a letto, questa sera, e non mi addormenterò. Colpa tua, vecchio, maledetto Pekisch. Ti abbraccio. Dio sa quanto ti abbraccio. Pehnt, assicuratore.”

Castelli di rabbia

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“"Tu sei uno sciocco" diceva il Signore delle Mosche "nient'altro che uno sciocco, un ignorante." Simone mosse la lingua, ch'era tutta gonfia, ma non disse nulla. "Non ti pare?" disse il Signore delle Mosche "non sei uno sciocco e basta?" Simone gli rispose con la stessa voce senza suono. "E allora" disse il Signore delle Mosche "faresti meglio a correr via e a giocare con gli altri. Credono che tu sia un po' tocco. Tu non vuoi mica che Ralph creda che tu sia un po' tocco, no? Ti è simpatico Ralph, no? E anche Piggy, anche Jack, no?" La testa di Simone era alzata un po' in su. I suoi occhi non si potevano staccare dal Signore delle Mosche sospeso nel vuoto davanti a lui. "Che cosa stai a fare qui tutto solo? Non ti faccio paura?" Simone ebbe un sussulto. "Non c'è nessuno che ti possa dare aiuto. Solo io. E io sono la Bestia." La bocca di Simone si aprì a fatica e vennero fuori delle parole comprensibili: "Una testa di maiale su un palo." "Che idea pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e ucciddere!" disse la testa di maiale. Per un po' la foresta e tutti gli altri posti che si potevano appena vedere risuonarono della parodia di una risata. "Lo sapevi no?.. che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino. Che io sono la ragione per cui non c'è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?" La risata echeggiò di nuovo. "Su" disse il Signore delle Mosche ".. torna dagli altri, e dimenticheremo tutto quanto." La testa di Simone girava, scoppiava. I suoi occhi erano semichiusi, come se imitassero quella cosa oscena sul palo. Egli sapeva che stava per venirgli uno dei suoi accessi. Il Signore delle Mosche si gonfiava come un pallone. "Questo è ridicolo. Tu sai benissimo che non mi incontrerai altro che lì.. dunque non cercare di fuggire." Il corpo di Simone era inarcato e rigido. Il Signore delle Mosche parlava con la voce d'un maestro di scuola. "Questo scherzo è durato abbastanza, davvero. Mio povero bambino traviato, credi di saperne più di me?" Ci fu una pausa. "Ti metto in guardia. Sto per perdere la pazienza. Non vedi? Non c'è posto, per te. Capito? Su quest'isola ci divertiremo. Capito? Su quest'isola ci divertiremo. Dunque non provarci nemmeno, mio povero ragazzo traviato, altrimenti.. " Simone si accorse che stava guardando dentro una gran bocca. Dentro c'era buio, un buio, che dilagava. "Altrimenti.." disse il Signore delle Mosche "ti faremo fuori. Capisci? Jack e Ruggero e Maurizio e Roberto e Guglielmo e Piggy e Ralph. Ti faremo fuori. Capisci?" Simone era dentro la bocca. Cadde e perse coscienza.”

Origine: Il Signore delle Mosche, p. 168 "Il signore delle mosche" edizione oscar mondadori

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“Mia mamma era analfabeta, ma come la "Madonna del cardellino" di Raffaello aveva sempre in mano il Vangelo, si metteva accanto a una cosa calda e apriva questo libro senza saper leggere. E io le dicevo: "Ma mamma, non sai leggere…", e lei mi guardava in un modo e sorrideva e non rispondeva, ma sembrava che mi dicesse: "So leggere più di te."”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano

Origine: Citato in Andrea Faglioli, Benigni: con Dante ritorno a Dio http://www.cmc.milano.it/Archivio/2011/Articoli/110511AvvenireFagioli.pdf, Avvenire, 11 maggio 2011.

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“L'amore con te è come camminare | in punta di piedi | senza potermi fermare.”

Nathalie (1979) cantautrice italiana

da In punta di piedi, n. 4
Vivo sospesa

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“Ciò che credi stia fuggendo, spesso sta correndo verso di te.”
Quod fugere credas, saepe solet occurrere.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Se la tua vita è piaciuta a troppi, non puoi piacere a te stesso.”
Si multis placuerit vita tua, tibi placere non poterit.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“"No!" disse Thorin. "In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!"
Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce.”

2004, p. 362
Lo Hobbit
Variante: "No!" disse Thorin. "In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!" Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce.

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“I massimi ingegni d'ogni tempo potranno trovarsi d'accordo almeno su questo punto, eppure non finiranno mai di stupirsi per tale offuscamento degli intelletti umani: gli uomini non permettono ad alcuno di occupare i loro poderi e, se nasce una minima controversia sui confini, mettono mano alle pietre e alle armi. Tuttavia sopportano che altri si intromettano nella loro vita, anzi vi introducono essi stessi quelli che ne diventeranno i padroni. E mentre non si trova nessuno disposto a spartire il proprio denaro, a quanti ciascuno distribuisce la propria vita! Sono tirchi nell'amministrare il patrimonio, ma prodighi nel gettar via il proprio tempo, la sola cosa per cui l'essere avari farebbe onore. Mi piacerebbe chiedere a una persona anziana scelta a caso tra la folla: «Tu sei ormai vicino al termine della vita e hai cento anni sulle spalle, se non di più: prova a fare un po' di conti sul tuo passato. Calcola quanto del tuo tempo ti hanno sottratto creditori, amanti, superiori e collaboratori, quanto le liti in famiglia e le punizioni dei servi, quanto gli impegni mondani andando in giro per la città. Aggiungi le malattie che ti sei procurato da solo e il tempo rimasto inutilizzato, e ti accorgerai di avere molti meno anni di quanti ne conti di solito. Cerca di ricordare quando sei stato fermo nei tuoi propositi; quante giornate sono trascorse proprio come avevi stabilito; quando sei stato padrone di te stesso, e il tuo volto è rimasto impassibile e il tuo animo intrepido; cosa hai realizzato in una vita così lunga e quanto della tua vita ti è stato sottratto dagli altri senza che te ne rendessi conto di quel che perdevi, e il tempo che ti hanno portato via l'inutile dolore, la sciocca allegria, un'avidità insaziabile, il frivolo conversare… Vedrai quanto poco, in definitiva, ti sia rimasto del tuo; allora capirai che muori prematuramente.» Quale ne è dunque la causa? È che vivete come se doveste vivere per sempre, non vi ricordate della vostra precarietà; non osservate quanto tempo è già trascorso, lo sciupate come se ne aveste in abbondanza, mentre invece proprio quella giornata che state dedicando a qualcuno o a un affare qualsiasi, potrebbe essere l'ultima. Temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali.”

III, 1-4
De brevitate vitae

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“Fa' di ogni passo una tua scelta. Crea te stesso e assumitene l'intera responsabilità.”

Osho Rajneesh (1931–1990) filosofo indiano

Con te e senza di te

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“Ama t u t t o come te stesso.”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo
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“E a te, leggiadro | Donzello, Amore.”

Saffo (-630–-570 a.C.) poetessa greca antica

da Venere ad Amore, 1863, [fr. 159, Numerazione LP. Vedi discussione voce.]
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“Quando sei la Juve del secondo o terzo posto non te ne fai nulla.”

David Trezeguet (1977) calciatore francese

citato in Trézéguet e lo scudetto: "Riconquistiamolo" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Juventus/Primo_Piano/2007/07_Luglio/14/trezeguet_1407.shtml, Gazzetta.it, 14 luglio 2007

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“Cucinare è come comporre musica: quando hai scritto ognuno esegue con la sua sensibilità. E la musica può piacere o no. La frustrazione è che, a volte, il pezzo più forte per te non viene capito, o il più apprezzato è quello in cui ti riconosci meno.”

Carlo Cracco (1965) cuoco italiano

Origine: Dall'intervista di Candida Morvillo, Carlo Cracco: "La cucina mi ha preso per fame" http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2012/carlo-cracco-libro-ricette-40940227938.shtml, Iodonna.it, 14 settembre 2012.

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“Non perderti per niente al mondo | lo spettacolo d'arte varia di uno innamorato di te.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

da Via con me, n. 5
Paris milonga

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“Ti chiedo scusa | Ma sai com'è | Vai io non vengo | Dove vai te.”

Anna Tatangelo (1987) cantautrice italiana

da Cosa ne sai, n. 6
Mai dire mai

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“Passa la gioventù non te ne fare un vanto: lo sai che tutto cambia nulla si può fermare.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Di Passaggio

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“Eri con me, ma io non ero con te, | sei con me, ma io non sono con te, | ero con te, ma tu non eri con me.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Eri con me, n. 4
Apriti Sesamo

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“[Su Rino Gaetano] Se stamo qui stasera è pe salutà un amico, | pe ricordà un fratello che se chiamava Rino. | So annato lì al Verano solo pe fa un saluto | perché, lo posso dì, co te so cresciuto. | Ce fosse un monumento, verrebbero in milioni | a rende omaggio ar genio che cantava le canzoni.”

Simone Cristicchi (1977) cantautore italiano

Origine: Dal libretto https://skydrive.live.com/?cid=8304688d9d5ba48c&id=8304688D9D5BA48C!2409#cid=8304688D9D5BA48C&id=8304688D9D5BA48C!2416 della raccolta E cantavo le canzoni, RCA Italiana, 27 luglio 2010.

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“Tu si che sei speciale | ti invidio sempre un po' | sai sempre cosa fare e… | e che cosa è giusto o no…”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Ridere di te, n. 3
C'è chi dice no

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“Tu sei così sicura | di tutto intorno a te | che sembri quasi un'onda che | che si trascina me.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Ridere di te, n. 3
C'è chi dice no

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“Che cosa c'è? | Cosa ti manca? | Che cosa cerchi? | Vuoi emigrare in Africa? | Povero te…”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Dimmelo te, n. 5
Il mondo che vorrei

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“Sono fin troppo comodi | i "non ho tempo sai" e gli "scusami", | quello che vuoi non lo sai nemmeno te!”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Vivere non è facile, n. 1
Vivere o niente

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“[…] E io parlo della terra
a una candela;
di te e di noi, di noi soli, creati.”

Milo De Angelis (1951) poeta, scrittore e critico letterario italiano

Origine: Dove eravamo già stati, p. 86