Frasi sul futuro
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“Chi ritiene di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Citato in Renzi: «Boicottare Israele è sterile» Sulla Palestina: due popoli, due Stati http://www.corriere.it/politica/15_luglio_22/renzi-boicottare-israele-tradire-proprio-futuro-sterile-stupido-c729753c-305f-11e5-8ebc-a14255a4c77f.shtml, Corriere.it, 23 luglio 2015.

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“Il vero soldato mente a sé stesso quando dice di odiare la guerra. Egli ama in modo profondo la guerra. E non perché sia un uomo particolarmente malvagio, assetato di sangue, ma perché ama la vitalità che (per quanto paradossale possa sembrare) la guerra porta dentro di sé. Con la vitalità, la sfida e la scommessa e il mistero di cui essa si nutre. Sul palcoscenico della gran commedia che ha nome "pace" il mistero non esiste. Sai già che lo spettacolo si compone di alcuni atti e che dopo il primo atto vedrai il secondo, dopo il secondo vedrai il terzo: le incognite riguardano solo lo sviluppo della storia narrata e il suo epilogo. Sul palcoscenico della gran tragedia che ha nome "guerra", invece, non sai mai che cosa accadrà. Che tu ne sia spettatore o interprete, ti chiedi sempre se vedrai la fine del primo atto. E il secondo è una possibilità. Il terzo, una speranza. Il futuro, un'ipotesi. Puoi morire in qualsiasi momento, alla guerra, e in qualsiasi momento puoi restar ferito cioè venire tolto dal cast o dal recinto del pubblico. Tutto è un'incognita lì, un interrogativo che tiene col fiato sospeso, ma proprio per questo ci vibri d'una vitalità esasperata. I tuoi occhi sono più attenti, alla guerra, i tuoi sensi più svegli, i tuoi pensieri più lucidi. Scorgi ogni particolare, percepisci ogni odore, ogni rumore, ogni sapore. E, se hai cervello, puoi studiarvi l'esistenza come nessun filosofo potrà mai studiarla: puoi analizzarvi gli uomini come nessun psicologo potrà mai analizzarli, capirli come non potrai mai capirli in un tempo e in un luogo di pace. Se poi sei un cacciatore, un giocatore d'azzardo, ti ci diverti come non ti sei mai divertito e non ti divertirai mai nel bosco o nella tundra o al tavolo della roulette. Perché l'atroce gioco della guerra è la caccia delle cacce, la sfida delle sfide, la scommessa delle scommesse. La caccia all'Uomo, la sfida alla Morte, la scommessa con la Vita. Eccessi di cui il vero soldato ha bisogno.”

I, V, I; pp. 145–146
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“Il nostro futuro di europei esigerà che un giorno ci dotiamo anche di un esercito comune.”

Ursula von der Leyen (1958) politico tedesco

Origine: Citato in Juncker avvisa Mosca: «Serve un esercito europeo». La Germania lo sostiene http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-08/juncker-avvisa-mosca-serve-esercito-europeo-germania-sostiene-151944.shtml?rlabs=2, Il Sole 24 ore.it, 8 marzo 2015.

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“[Su Paulo Dybala nel 2015] Giocatore straordinario e qui a Palermo mi dicono che sia un ragazzo fuori dal normale per atteggiamenti e serietà. Dybala è un esempio. E se Messi vede in Paulo il futuro, sono d'accordo con lui. Non sono sorpreso del fatto che giochi nella Juventus.”

Davide Ballardini (1964) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Filippo Cornacchia, riportata in parte su Palermo, Ballardini esclusivo: «Juventus, Dybala è unico» http://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2015/11/27-6234578/palermo_ballardini_esclusivo_juventus_dybala_unico/, Tuttosport.com, 27 novembre 2015.

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“Nel maggio del 1949 fu istituito a Strasburgo il Consiglio d'Europa, organismo allora privo di poteri politici effettivi e incaricato solo di «porre le basi per la costruzione di una federazione europea». Così nell'atto della sua fondazione. L'anno dopo – dunque, nel 1950 – quel Consiglio bandì un concorso di idee, aperto a tutti gli artisti, per una bandiera della futura Europa unita. Un allora giovane disgnatore alsaziano, Arsène Heitz, partecipò con un bozzetto, dove dodici stelle bianche campeggiavano in un cerchio su uno sfondo azzurro. Come rivelò poi, l'idea non era casuale: devoto della Madonna, recitava ogni giorno il rosario. Proprio quando seppe del concorso europeo e decise di partecipare stava leggendo la storia di santa Catherine Labouré e – stimolato da quella lettura – si era deciso a procurarsi, per sé e per la moglie, una «Medaglia miracolosa», che sino allora non conosceva. Le stelle, dunque, del suo disegno vennero da lì: e, lì, venivano direttamente dall'Apocalisse e dalla sua «Donna vestita di sole» con la corona attorno al capo. Quanto all'azzurro, era il colore tradizionale della Vergine. Tra i 101 bozzetti giunti da tutto il mondo, «inspiegabilmente», come disse lo stesso Heitz (che aveva partecipato al concorso senza troppe speranze, quasi solo per rispondere a un impulso datogli dalla scoperta della Medaglia), il Consiglio d'Europa scelse proprio il suo. Si noti, tra l'altro, che il responsabile della commissione che procedeva alla scelta era un ebreo, Paul M. G. Lévy, direttore del Servizio di stampa e informazione del Consiglio. Non agirono, dunque, motivazioni confessionali […] Inoltre, a conferma della singolarità della scelta, contro la proposta di Heitz stava il fatto che, se dodici erano le stelle sulla bandiera proposta, non altrettanti erano allora gli Stati del Consiglio. In effetti, di fronte alle critiche, il disegnatore dovette replicare che il dodici rappresentava un «simbolo di pienezza» (e tale è, infatti, anche nell'Antico Testamento: dodici, tra l'altro, i figli di Giacobbe, come dodici le tribù di Israele; ed è perciò che dodici è il numero voluto da Gesù per i suoi apostoli, a significare che la Chiesa è il «nuovo popolo eletto»). Avendo adottato questa prospettiva simbolica, le autorità comunitarie, quando gli Stati membri dell'Europa finirono col superare la dozzina, stabilirono ufficialmente che il numero delle stelle sulla bandiera era da considerare immutabile.”

Origine: Ipotesi su Maria, pp. 107-108

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“I dittatori sono propensi alla cinefilia. Lenin, che detestava la musica perché era irritato dal fatto che lo faceva diventare sentimentale, considerava che tra tutte le arti il cinema poteva essere la più utile alla causa del proletariato. Hitler vedeva quasi tutte le sere in una sala cinematografica perfettamente attrezzata operette viennesi d'epoca e musical americani, e regalò a Eva Braun una cinepresa per girare a colori scene che ancora oggi ci gelano il sangue, un misto di ridenti immagini domestiche e igure genocide che prendono il sole sulle terrazze con vista sulle Alpi. Anche a Stalin piacevano i musical americani e i film western e, dato che soffriva d'insonnia come Hitler e si divertiva a tenere svegli i suoi cortigiani fino a notte fonda, a volte prolungava la sessione cinematografica con una festa alcolica, durante la quale osservava in silenzio adulatori e future vittime come se stesse inventando per ognuno un copione sinistro dall'epilogo ignoto a tutti tranne che a lui. Il generale Franco non andava a letto tardi e non beveva, ma la sua passione per il cinema era altrettanto forte, al punto che scrisse la sceneggiatura di un film, Raza, che era una patetica fantasia ricamata sulla sua biografia, e una dimostrazione del fatto che il cinema può rovinare l'immaginazione di chiunque. Forse ai dittatori piacciono tanto i film perché hanno pochissime opportunità di uscire la sera e perché sono costantemente circondati da persone servili di cui non sanno più che fare.”

Antonio Muñoz Molina (1956) scrittore e saggista spagnolo

Origine: Da El tirano cinéfilo, País; tradotto in Il tiranno cinefilo, Internazionale n. 1101, 8 maggio 2015.

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“[Sulla riforma del Senato, portata avanti dal Governo Renzi] È una riforma imposta col ricatto di pochi che si fingono molti e derubano il futuro di tutti. Noi non possiamo restare indifferenti; non possiamo assistere silenti e impassibili di fronte a questa violenza. Dobbiamo fermarvi ora, perché ormai non ci resterebbe nemmeno la triste speranza di un intervento della Corte costituzionale, visto che questa contro-riforma consentirà alla maggioranza di spartirsi anche l'elezione dei suoi giudici, estromettendo la partecipazione decisiva delle opposizioni e trasformandola in una sua malleabile appendice. Chi troverà la forza di levare la sua voce contro l'autoritarismo, contro l'accentramento del potere nelle mani di marionette nominate da una ristretta di cerchia di uomini lontani anni luce dagli interessi del popolo? Sarà la Repubblica del sopruso, delle ripicche sugli oppositori e dell'arbitrio contro i dissenzienti. Sarà, signori, il fascismo del terzo millennio, ancora più insidioso perché nascosto sotto le spoglie di una democrazia morente. Pur di realizzare il vostro sogno, che è il nostro incubo, nessuna bugia è troppo grande. Avreste il coraggio di ripetere anche ora le «balle» di qualche mese fa, quando affermavate che le leggi di revisione costituzionale vanno approvate con il consenso più ampio possibile?”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 23 settembre 2015 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/315795.pdf. Roma, 23 settembre 2015.

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“Un uomo contento è troppo soddisfatto del presente per pensare molto al futuro.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Variante: Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per pensare molto al futuro
Origine: Tema scritto l'8 settembre 1896 per un esame di francese dal titolo Mes projets d'avenir (I miei progetti per il futuro); riportato in Collected Papers of Albert Einstein, volume 1, The Early Years: 1879-1902, a cura di John Stachel et al., Princeton University Press, Princeton, 1987, doc. 22. Citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 29.
Origine: Il lato umano, p. 12

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“Per molto tempo abbiamo parlato di nutrizione per la prevenzione di problemi futuri. Ora può essere usata per far regredire e curare certe malattie.”

T. Colin Campbell (1934) biochimico statunitense

Origine: Citato in Maurizio Martucci, Alimentazione, rivoluzione coltello e forchetta http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/06/alimentazione-rivoluzione-coltello-e-forchetta/1015021/, il Fatto Quotidiano.it, 6 giugno 2014.

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“La Costituzione è un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale. La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro. Considerando chi aveva già la voce per farsi sentire e chi ancora non aveva trovato spazio nella comunità politica, come le persone omosessuali, oggetto di un pervasivo e doloroso stigma sociale. Queste persone per troppo tempo assenti e taciute, noi oggi le rendiamo finalmente presenti al resto della comunità politica, riconosciamo la loro esperienza di vita familiare come una realtà meritevole di tutela, perché attinente alla loro dignità di persone. Così, concretamente, realizziamo quella parte di Costituzione scritta per gli assenti – quegli assenti – individui adulti bambini famiglie, che finalmente diventano presenti, con pari diritti e dignità già riconosciuti agli altri cittadini. Colleghi, vi chiedo: da che parte vorremo farci trovare dai nostri figli e dai nostri nipoti, quando fra trent'anni torneranno a leggere i resoconti di questa seduta? Dalla parte di chi ha creduto possibile far muovere all'Italia il primo e tanto atteso passo verso l'uguaglianza? O dalla parte di chi ha visto nella Costituzione il patrimonio di pochi privilegiati, e nell'estensione di diritti un pericolo?”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Dall'intervento in Senato dopo le votazioni sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sulle questioni sospensive del ddl Cirinnà, 2 febbraio 2016; citato in Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 569 del 02/02/2016 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00964262&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl2081ecddcdfeduc-trattazione_dg-intervento_cirinnapd&parse=no, Senato.it, 2 febbraio 2016. Visibile al minuto 06:00 di L'intervento di Monica Cirinnà al Senato https://www.youtube.com/watch?v=qQDLure4FrM, YouTube.com, 2 febbraio 2016.

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“In Italia nessuno ha mai chiesto lo spettacolo, e quindi non c'è. Abbiamo quello che la gente vuole. Contano solo i risultati. A livello di spettacolo siamo indietro e quindi dobbiamo cercare di capire che è importante lavorare per l'immediato, ma anche in prospettiva futura, puntando sempre più sui nostri giovani.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

citato in Calcioscommesse? Non sono tutti disonesti http://www.tuttosport.com/calcio/calcioscommesse/2012/10/10-217889/Sacchi%3A+Calcioscommesse%3F+Non+sono+tutti+disonesti, Tuttosport, 10 ottobre 2012

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“Non crediamo nel domani. Il futuro per noi è nero.”

Robert Louis Stevenson (1850–1894) scrittore scozzese

Origine: Da una lettera a R.A.M. Stevenson, giugno 1894; citato in John Richard Hammond, op. cit., p. XXIV.

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“Rinneghiamo le catene, il fatalismo, il vittimismo arabo e diventiamo protagonisti del nostro futuro.”

Shady Hamadi (1988) scrittore italiano

Origine: Citato in Annarita Briganti, Hamadi: con l'arma della parola combatto per una nuova Siria http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/06/06/hamadi-con-larma-della-parola-combatto-per.html, la Repubblica, 6 giugno 2013.

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“Un ragazzo che oggi è in terza media, quando le Br rapirono Moro e ne uccisero la scorta aveva zero anni. Ai tempi di piazza Fontana i suoi futuri genitori forse non si conoscevano. Questa nostra inchiesta è in un certo senso dedicata a lui, nato nell'ora più atroce del terrorismo e cresciuto senza poterne capire gli sviluppi e la progressiva decadenza. Oggi, quel ragazzo ha davanti una vita in qualche modo tracciata anche da come il Paese, senza di lui, ma anche per lui, è uscito da quel tunnel.”

Sergio Zavoli (1923) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Nella versione televisiva, trasmessa il 4 aprile 1990, la frase era: «Un ragazzo che oggi è in seconda media, quando le Br rapirono Moro e ne uccisero la scorta aveva zero anni. Ai tempi di piazza Fontana i suoi futuri genitori forse non si conoscevano. Avevamo dedicato la nostra inchiesta, qualcuno lo ricorderà, proprio a lui, a questo giovane cittadino nato nel periodo più atroce del terrorismo e cresciuto senza poterne capire gli sviluppi e la progressiva decadenza. Oggi, quel ragazzo ha davanti una vita in qualche modo tracciata anche da come il Paese, senza di lui, ma anche per lui, è uscito da quel tunnel».
Origine: La notte della Repubblica, p. 463

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“Vivere il presente, accettare il passato e non correre verso il futuro.”

James Rollins (1961) scrittore statunitense

da La mappa di pietra

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“Più mi sento maturo meno penso al futuro | 'Non mi avrete mai' come Fabiano, lo giuro.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da La guerra dei mondi, n. 6
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“Io per me ho deciso di morire socialista. Data l'età, non si tratta di un impegno di lunga lena.”

Giorgio Ruffolo (1926) politico, giornalista e saggista italiano

da Il futuro del Pd in quattro mosse, la Repubblica, 3 dicembre 2008, pag. 38

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“Per cultura e per tradizioni di famiglia, io mi porto dentro ancora certi valori. Un esempio? Il pranzo a tavola… E poi sono cresciuta con una nonna che ha portato il lutto dal 1946 fino alla sua morte avvenuta nel '97. C'è una parte di me, dei miei affetti e dei valori che ho ereditato che conservo gelosamente e un'altra di propulsione verso tutto quello che è nuovo, è futuro.”

Miriam Leone (1985) modella, conduttrice televisiva e attrice italiana

Origine: Citato in Miriam Leone a Giffoni: «I ruoli comodi non mi piacciono» http://www.sorrisi.com/cinema/attori-attrici/miriam-leone-giffoni-ruoli-comodi-non-mi-piacciono/, Sorrisi.com, 19 luglio 2016

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“Colui che ritiene che la pre-eternità sia una cosa da cercare in direzione del passato commette un errore imperdonabile. Si tratta però di un errore che la maggioranza delle persone commette. Dico che è un errore perché, nel campo in cui la pre-eternità si attualizza realmente, non esiste né passato né futuro. La pre-eternità ricopre senza distinzioni sia il passato che il futuro. Coloro che non possono fare a meno di immaginare una distinzione tra i due sono portati a farlo per il semplice fatto che la loro ragione è ancora nelle maglie dell'abitudine di affidarsi all'immaginazione visiva. In realtà, il tempo di Adamo ci è altrettanto vicino del tempo presente, poiché dinanzi alla pre-eternità tutti i diversi tempi si trasformano in un solo ed unico tempo. Forse il rapporto di pre-eternità con le diverse epoche può paragonarsi meglio al rapporto della conoscenza con i diversi luoghi. In realtà le conoscenze che si possono avere (di diverse cose) non differiscono in funzione della vicinanza o della lontananza da cui ci si può trovare rispetto a un luogo. La conoscenza si trova in un solo ed unico rapporto rispetto a qualsiasi luogo. La conoscenza è «con» ogni luogo, mentre ogni luogo non è «con» la conoscenza […] Si deve concepire il rapporto della pre-eternità con il tempo esattamente nello stesso modo. Infatti, non solo la pre-eternità è «con» ogni unità di tempo, e «in» ogni unità di tempo, ma essa include in se stessa ogni unità di tempo e, nell'esistenza, essa precede ogni unità di tempo, mentre il tempo non può comprendere la pre-eternità, proprio come nessun luogo può contenere la conoscenza. Allorché avrete capito quel che ho appena detto, capirete facilmente che non esiste alcuna differenza tra pre-eternità e post-eternità dal punto di vista della loro realtà. Ma, quando si considera questa stessa realtà in rapporto al passato, la si chiama provvisoriamente pre-eternità. È solo per l'eternità dei due rapporti che si ricorre a queste due parole.”

'Ayn al-Qudat al-Hamadani (1098–1131) poeta, filosofo e mistico iraniano

LIV, 59
Citazioni di Hamadani, Zubdat al-Haqā'iq
Origine: Citato in Izutsu, pag. 104-105

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“Neppure in quel momento, mentre si avvicinava alla sua vecchia casa, [Louisa Bounderby] avvertí su di sé alcun benefico influsso. Che cosa aveva piú da spartire ormai con i sogni dell'infanzia, con le sue fiabe leggiadre, con la grazia, la bellezza, l'umanità, le illusioni di cui si adorna il futuro? Tutte cose tanto belle in cui credere da piccoli, da ricordare con tenerezza una volta adulti perché, allora, anche la piú insignificante di esse si eleva alla dignità di una grande e benevola disposizione del cuore che consente ai piccini che soffrono di avventurarsi per le vie irte di sassi di questo mondo, conservando quel piccolo angolo fiorito con le loro mani pure. Un giardino nel quale i figli di Adamo farebbero meglio a entrare piú spesso per scaldarsi al sole con fiducia e semplicità, liberi da vanità mondane.
Già, cos'aveva ormai da spartire con i ricordi dell'infanzia? Il ricordo di come, al primo incontro, attraverso la luce delicata dell'immaginazione, la Ragione, le fosse apparsa come una divinità benefica che additava a divinità altrettanto magnanime e non già come un idolo arcigno, gelido e crudele, con vittime legate mani e piedi; grossa figura ottusa dallo sguardo fisso che solo un sistema di leve, azionato da un preciso numero di tonnellate, sarebbe stato in grado di smuovere. La casa paterna e la fanciullezza le rimandavano immagini di fonti e sorgenti inaridite nell'istante stesso in cui sgorgavano dal suo giovane cuore. Niente acque dorate per lei: esse fluivano invece a fecondare la terra in cui si coglie l'uva dai rovi e il fico dal pruno.”

IX; 1999, p. 236
Tempi difficili, Libro secondo

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