Frasi su immagine
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“Nessuno è mai come te lo immagini”

Message in a Bottle

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“La solitudine è questa situazione un po’ buffa, un po’ ridicola, un po’ aggressiva di un uomo seduto al tavolo di un ristorante turistico: l’immagine di una persona incompleta, tanto goffa da sembrare stupida o arrogante. Leo deve incominciare a difendere questa sua solitudine. Non deve permettere che gli altri lo vedano come un atomo dalle valenze aperte, come qualcuno immiserito dalla mancanza di un compagno, di un amico, di un amore. La solitudine è anche scomodità. Obbliga a rivolgersi agli altri, a fare richieste continue. Sul treno lui non può lasciare i bagagli per recarsi al ristorante. Deve cercare il controllore, o un altro passeggero, e chiedergli di dare cortesemente un’occhiata alla macchina fotografica. Negli aeroporti, con il carrello carico di valigie, non riesce a raggiungere la toilette, o la cabina del telefono soprattutto se si trovano a livelli diversi da quelli in cui è stato sbarcato e allora, scaricare i bagagli, affrontare le scale, deporli, entrare in un bagno diventa un’impresa impossibile, faticosa già mentalmente. Nei ristoranti è pressato dalla gente in coda solo perché gli altri sono in due e lui, solo, sta occupando un piccolo tavolo. Negli alberghi le camere singole sono, in genere, le più strette e le più piccole: i sottotetti o le mansardine della servitù. E per giunta c’è sempre un supplemento da pagare.
   La solitudine impietosisce gli altri. A volte lui sente lo sguardo indiscreto della gente posato sulla sua figura come un gesto di una violenza inaudita. Come se gli altri lo pensassero cieco e gli si accostassero per fargli attraversare la strada. Certe premure lo offendono più dell’indifferenza, perché è come se gli ricordassero continuamente che a lui manca qualcosa e che non può essere felice. Si vede con un lato del corpo sanguinante, una cicatrice aperta dalla quale è stata separata l’altra metà. Vorrebbe spiegare che sì, Thomas gli manca e di questo sta soffrendo. Ma che non avverte la propria solitudine come una disperazione. Si sta concentrando su di sé, si sta racchiudendo nelle proprie fantasie e nei propri ricordi. Sta cercando di abbracciare la parte più vera di se stesso recuperandola attraverso il ricordo, la riflessione, il silenzio.”

Camere separate

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“L’utopia non è il traguardo ma il punto di partenza. Si immagina e si vuole realizzare un luogo che non c’è ancora.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

La parola contraria

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“Madonna, che in realtà si chiama Veronica, ha tante doti, ma non sa cantare. Per far sì che i suoi fan non se ne rendano conto li bombarda di immagini, luci, ballerini, costumi, echi e basi preregistrate. Così, pagare centinaia di euro per assistere a un suo concerto è come andare da Nobu e mangiare dei surgelati.”

Tommaso Labranca (1962–2016) scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Veroniche, 2008
Collateral
Variante: Madonna, che in realtà si chiama Veronica, ha tante doti, ma non sa cantare. Per far sì che i suoi fan non se ne rendano conto li bombarda di immagini, luci, ballerini, costumi, echi e basi preregistrate. Così, pagare centinaia di euro per assistere a un suo concerto è come andare da Nobu e mangiare dei surgelati. (Veroniche)

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“Bob Marley era un duro, non era un uomo che trascorreva intere giornate a fumare "canne", come alcuni potrebbero pensare vedendo la sua immagine sorridente impressa sulle magliette vendute a buon mercato di fronte al Centre Pompidou di Parigi.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Variante: Bob Marley era un duro, non era un uomo che trascorreva intere giornate a fumare "canne", come alcuni potrebbero pensare vedendo la sua immagine sorridente impressa sulle magliette vendute a buon mercato di fronte al Centre Pompidou di Parigi.
Origine: Da Bob Marley, l'uomo nudo sotto la luna http://www.ilpopoloveneto.it/notizie/musica/2017/04/08/35830-bob-marley-luomo-nudo-la-luna, Il Popolo Veneto.it, 8 aprile 2017.

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“La cosa che mi ha colpito di più di Milano fin dalla prima volta, quella che per me rappresenta un po' l'immagine di Milano, è la nebbia. Per me Milano è la città della nebbia perché in autunno ho visto questa nebbia incredibilmente fitta, un tipo di nebbia che in Giappone non avevo mai visto, e l'ho trovata splendida, bellissima.”

Banana Yoshimoto (1964) scrittrice giapponese

Origine: Dall'intervista Banana Yoshimoto: Io, la splendida nebbia di Milano e i diritti gay http://www.lapresse.it/banana-yoshimoto-io-la-splendida-nebbia-di-milano-e-i-diritti-gay.html, La Presse.it, 11 luglio 2017.

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“[Su Paul Pogba] Quando gioca male la gente lo critica perché pensa di più a quello che fare sui social o ai suoi tagli di capelli, ma non cambierà mai. Pensa a se stesso e fa quello che vuole. Però non vorrei che la sua immagine diventasse più importante del calcio.”

Patrice Evra (1981) calciatore senegalese naturalizzato francese

Origine: Da un'intervista a FourFoutTwo; citato in Evra: "La gente critica Pogba come faceva con Beckham" http://www.juvenews.eu/gazzanet/evra-la-gente-critica-pogba-come-facevano-con-beckham/?intcmp=evra-pogba&refresh_ce-cp, Juvenews.eu, 4 aprile 2017.

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“SOGNO: Un'immagine della verità”

Jeanette Winterson (1959) scrittrice britannica

Simmetrie Amorose

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“In quegli anni circolavano due diverse immagini di Hailè Selassiè. Una, quella nota all'opinione pubblica internazionale, presentava l'imperatore come un monarca esotico ma capace, dotato di un'energia inesauribile, di una mente acuta e di una profonda sensibilità; un uomo che si era opposto a Mussolini, aveva riconquistato l'impero e il trono, e nutriva l'ambizione di sviluppare il proprio paese e di svolgere nel mondo un ruolo di rilievo. L'altra immagine, formata poco per volta dalla parte più critica, e inizialmente esigua, dell'opinione pubblica interna, lo mostrava come un monarca deciso a difendere il potere con ogni mezzo; ma soprattutto come un demagogo e un padre padrone che, con i fatti e con le parole, mascherava la corruzione, l'ottusità e il servilismo della classe dirigente da lui stesso creata e blandita. Le due immagini, come spesso succede, erano vere entrambe. Hailè Selassiè aveva una personalità complessa: per taluni piena di fascino, per altri odiosa; certuni lo adoravano, altri lo maledicevano. Governava un paese che conosceva solo i metodi più brutali per conquistare (o per conservare) il potere, e dove le libere elezioni erano sostituite da pugnali e veleni, e le libere discussioni da forche e fucilazioni. Lui stesso era un prodotto di quella tradizione, alla quale a suo tempo aveva fatto ricorso. Tuttavia si rendeva conto che in tutto ciò c'era qualcosa di stonato e di incompatibile con il mondo nuovo. Non potendo certo modificare il sistema che lo manteneva al potere (e per lui il potere veniva prima di ogni altra cosa), ricorreva alla demagogia, al cerimoniale e a quei discorsi sullo sviluppo così assurdi in un paese tanto povero e arretrato. Uomo simpatico, politico astuto, padre tragico e avaro patologico, condannava a morte gli innocenti e graziava i colpevoli: capricci del potere, tortuose manovre di Palazzo, ambiguità e misteri che nessuno riuscirà mai a decifrare.”

Ryszard Kapuściński (1932–2007) giornalista e scrittore polacco

Origine: Il negus, p. 105

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“Egli riteneva essenziale, così pareva, conoscere l'uomo prima di tentare di fargli del bene. Quando esistono cuore e intelletto, le malattie dell'organismo fisico sono colorate dai caratteri di quelli. In Arthur Dimmesdale il pensiero e l'immaginazione erano così attivi, e la sensibilità così intensa, che l'infermità corporea doveva trovarvi un terreno d'operazione. Così Roger Chillingworth, uomo abile, medico amorevole e amico, procurava di affondare nel petto del paziente, frugando fra i princìpi di lui, nonché nei ricordi, saggiando tutto con tocco cauto, come un cercatore di tesori in una buia caverna. Pochi segreti possono eludere un indagatore che abbia opportunità e licenza di intraprendere una simile ricerca, nonché l'abilità di seguirla. Un uomo oppresso da un segreto dovrebbe schivare l'intimità del suo medico. Se questi possiede sagacia e un ineffabile elemento in più, chiamiamolo intuito, se egli non mostra un egoismo indiscreto, né caratteri personali spiccatamente sgradevoli, se ha la forza, che gli deve essere innata, di trovare delle affinità con il paziente al punto che questi si trovi ad aver detto ciò che si immagina di avere soltanto pensato; se tali rivelazioni vengono ricevute senza tumulti e riconosciute non tanto da una simpatia dichiarata quanto da un silenzio, da un afflato inarticolato, con una parola gettata qua e là a dimostrare che tutto viene compreso, se a questi requisiti di un confidente si aggiungono i vantaggi forniti dal carattere sociale del medico, allora, ad un istante inevitabile, l'anima del sofferente si scioglierà e sgorgherà in un fiotto oscuro ma trasparente, recando tutto il mistero alla luce del giorno.”

cap. IX
La lettera scarlatta
Origine: Citato in Elémire Zolla, La cura psicanalitica http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_zolla_a10/001, s. t., 2 novembre 1960.

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“In sintesi: dovunque guardiamo, qualsiasi esempio consideriamo, vediamo che i princípi del razionalismo critico (prendere sul serio le falsificazioni; aumentare il contenuto; evitare ipotesi ad hoc; "essere onesti" qualsiasi cosa ciò significhi ecc.) e, a fortiori, i princípi dell'empirismo logico (sii esatto; fonda le tue teorie su misurazioni; evita idee vaghe e instabili; ecc.) ci danno un quadro inadeguato dello sviluppo anteriore della scienza e sono probabilmente destinati a ostacolare la scienza nel futuro. Essi ci danno un quadro inadeguato della scienza perché la scienza è molto piu "trascurata" e "irrazionale" della sua immagine metodologica. E sono destinati a ostacolarla perché il tentativo di rendere la scienza più "razionale" e più precisa ha, come abbiamo visto, la conseguenza di spazzarla via. La differenza fra scienza e metodologia, che è un fatto così evidente della storia, indica perciò una debolezza della seconda, e forse anche delle "leggi della ragione". Quei caratteri che ci si presentano come "sciatteria", "caos" o "opportunismo", quando vengono messi a confronto con tali leggi, hanno infatti una funzione molto importante nello sviluppo di quelle stesse teorie che oggi consideriamo parti essenziali della nostra conoscenza della natura. Queste "deviazioni", questi "errori" sono presupposti del progresso. Essi consentono alla conoscenza di sopravvivere nel mondo complesso e difficile in cui viviamo, ci consentono di rimanere liberi e felici. Senza "caos" non c'è conoscenza. Senza una frequente rinuncia alla ragione non c'è progresso. Idee che oggi formano la base stessa della scienza esistono solo perché ci furono cose come il pregiudizio, l'opinione, la passione; perché queste cose si opposero alla ragione; e perché fu loro permesso di operare a modo loro. Dobbiamo quindi concludere che, anche all'interno della scienza, la ragione non può e non dovrebbe dominare tutto e che spesso dev'essere sconfitta, o eliminata, a favore di altre istanze. Non esiste neppure una regola che rimanga valida in tutte le circostanze e non c'è nulla a cui si possa far sempre appello.”

XV; pp. 146-147
Contro il metodo

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“Muore per metà chi lascia un' immagine di se stesso nei figli.”

Carlo Goldoni (1707–1794) drammaturgo italiano

Pamela (c. 1750)

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“[Napoli] Una romantica rovina da ripensare continuamente. Una splendida festa di sole, di mare e di morte. Immagine, quella della mia città, che fugge via, si avviluppa, si trasforma, si strazia, s'imbelletta, provoca ed eccita incarnandosi in figurazioni anarchiche, aggressive, imprevedibili, irridenti.”

Valerio Caprara (1946) critico cinematografico italiano

Origine: Citato in Giuliana Gargiulo, Napoli è, Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, p. 26 https://books.google.it/books?id=Qrj9YPpN-QYC&lpg=PA25&dq=&pg=PA26. ISBN 88-7188-168-0

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“L'immagine suscitata nella mente dello spettatore dalla recitazione si realizza con l'espressione; nasce attraverso l'espressione visiva, si chiarisce attraverso l'espressione uditiva, diventando più forte.”

Lucia Sturdza-Bulandra (1873–1961) attrice e docente rumena

Imaginea deşteptată în mintea spectatorului prin joc se precizează cu ajutorul rostirii; ea se naşte prin expresia vizuală, se clarifică prin expresia auditivă, devenind mai puternică

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“Se dunque il Reo negherà di aver (per esempio) bestemmiato Ereticalmente, o percosse le Sacre Immagini, e dovrà perciò essere torturato.”

Eliseo Masini religioso italiano

Sacro arsenale, ovvero Pratica dell'Uffizio della Santa Inquisizione

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“Quando difendo i diritti umani e la parità tra uomo e donna mi sento in trappola. I conservatori in Marocco mi accusano di dare una cattiva immagine del Paese all'estero e di usare dei valori stranieri, occidentali. E in Francia mi capita di essere accusata di razzismo, di islamofobia, perché rinnegherei la mia cultura. Ma i valori dei Lumi sono universali. Siamo noi a plasmare la nostra cultura, non il contrario.”

Leïla Slimani (1981) scrittrice e giornalista francese

Origine: Dall'intervista di Stefano Montefiori, Leila Slimani: «Il mio Marocco e il sesso rubato nelle auto, nei cantieri» http://www.corriere.it/cultura/speciali/iltempodelledonne/2017/notizie/leila-slimani-il-mio-marocco-sesso-rubato-auto-cantieri-8b2ccf04-9186-11e7-8332-148b1c29464d.shtml, Corriere.it, 4 settembre 2017.

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“Quand'io mi avvicino al Trentacoste, mi par d'entrare in un cerchio dove bisogna parlar piano. Ed egli, piccolo e fino, in mezzo a quel cerchio parla piano e sommesso, come chi ha in casa qualche ospite che riposa, e teme di svegliarlo. Come se i suoi ospiti siano le immagini delle sue creazioni da cui si è un po' discostato or ora. È in lui quel timore del mondo esterno che hanno certe anime le quali vivono nella meditazione dei loro sogni. Il mondo è troppo rude per la loro sensibilità delicata.”

Enrico Corradini (1865–1931) scrittore e politico italiano

L'ombra della vita
Variante: Quand'io mi avvicino al Trentacoste, mi par d'entrare in un cerchio dove bisogna parlar piano. Ed egli, piccolo e fino, in mezzo a quel cerchio parla piano e sommesso, come chi ha in casa qualche ospite che riposa, e teme di svegliarlo. Come se i suoi ospiti siano le immagini delle sue creazioni da cui si è un po' discostato or ora. È in lui quel timore del mondo esterno che hanno certe anime le quali vivono nella meditazione dei loro sogni. Il mondo è troppo rude per la loro sensibilità delicata. (Arte, p. 233)
Origine: Da Arte, p. 233.