Frasi su maggiore
pagina 16

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“Un carcere non è forse altro che un ospedale di anime dove sfortunatamente la maggior parte dei mali sono mortali?”

Juliette Colbert (1785–1864) filantropa francese

Con gli occhi del cuore

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“Il mondo di Cézanne è ancora ben visuale e sensorio, proprio perché egli ne ha riconosciuto la validità attraverso la lezione impressionista e ancora adesso egli vuole fare dell'Impressionismo "une chose solide et durable comme l'art des musées". Se egli anticipa nella pittura certi fatti che saranno poi, ma con diverso risultato, del gusto cubista, è perché egli vuole raggiungere una sintesi sempre maggiore tra emozione e forma, anzi tra emozione e spazio. Quindi […] scompagina la rappresentazione prospettica tradizionale, crea delle prospettive diverse, da vari punti di vista, identifica cioè lo spazio con una successione visiva di immagini che, ripercosse nella coscienza, daranno quella identità di spazio e tempo che Bergson, circa gli stessi anni, chiamava "durata reale". Tutto questo accadeva in Cézanne senza naturalmente nessun preconcetto teorico e senza che avesse letto Bergson. Egli compie l'analisi dello spazio secondo il principio della durata per imprimere negli oggetti, veduti da più di un punto di vista, una intensità vitale non prima raggiunta, e cioè, sia pure attraverso un'analisi, giunge ad una sintesi della visione.”

Lionello Venturi (1885–1961) critico d'arte e storico dell'arte italiano

da Cézanne, in Enciclopedia universale dell'arte, III, 1958
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli – Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Giacinto – con quel bel nome vegetale – era figlio della sua terra: un bergamasco senza montagna e senza accento, che dei bergamaschi aveva però le qualità che contano, e al resto d'Italia spesso sfuggono: la tenacia, l'affidabilità, l'incapacità di parlare a vanvera, l'indignazione lenta ma implacabile.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Origine: Da Il fratello maggiore di ogni calciatore https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/settembre/05/fratello_maggiore_ogni_calciatore_co_9_060905062.shtml, Corriere della Sera, 5 settembre 2006.

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“Agli stolti l'ignoranza e la miseria, per la maggior gloria di Dio; ai preti la crapula, ricchezze e lussuria, sempre per la maggiore gloria di Dio!”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

cap. VII; p. 16
Clelia: il governo dei preti

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“Gran parte degli animali superiori hanno qualcosa come desideri, pulsioni volitive e scopi rudimentali, la cui mutua soddisfazione costituisce il loro benessere o bene. Naturalmente noi possiamo avere buone ragioni per considerarli semplicemente come un peso, e negare che possiedano diritti; e per molti di loro, in particolare per le specie inferiori, abbiamo ben poche alternative rispetto all'agire in questo modo. Ma a me pare chiaro che, nonostante tutto, in generale gli animali siano tra quegli esseri i cui diritti possono significativamente asserirsi o negarsi. Ora, se si concorda con questa conclusione, cioè che gli animali sono tra quanti possono avere diritti, e se si aderisce inoltre al principio morale secondo cui noi avremmo il dovere di essere umani nei loro confronti, manca solo un'ultima considerazione per poter concludere che certi animali sono in realtà dotati di diritti. […] se decidessimo non solo di dover trattare umanamente gli animali, ma anche di dover agire così per il loro stesso interesse, se cioè decidessimo che tale trattamento è qualcosa di dovuto di cui noi siamo debitori verso di loro, qualcosa che può essere reclamato per loro conto, qualcosa il cui rifiuto sarebbe uningiustizia e un male e non solamente un motivo di fastidio, allora risulterebbe che noi attribuiamo diritti agli animali. Ho l'impressione che il senso morale di molti di noi abbia superato questo tipo di test fenomenologico, e che quindi la maggior parte di noi sia convinta che gli animali abbiano dei diritti […].”

Joel Feinberg (1926–2004) filosofo statunitense

Origine: Da Gli animali possono avere diritti?, in Aa. Vv., Diritti animali, obblighi umani, Gruppo Abele, Torino, 1987, p. 196. ISBN 88-7670-097-8. La traduzione riportata in Diritti animali, obblighi umani è tratta da Silvana Castiglione (a cura di), I diritti degli animali: prospettive bioetiche e giuridiche, il Mulino, Bologna, 1985.

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“Il lavoro di Bill Watterson ha qualcosa di mistico. Ciò che abbiamo di fronte non è una qualunque striscia a fumetti. Possiede quella particolare dimensione riconosciuta un tempo in Krazy Kat di George Herriman e, più tardi, in Pogo di Walt Kelly. Il che è stato, comunque, molto tempo fa: dopo di loro non c'è stato più niente di simile nel mondo del cartoon. Ora abbiamo Calvin & Hobbes. In questa striscia non ci sono personaggi finti o sdolcinati. Il ragazzino è decisamente e irresistibilmente pestifero. La madre e il padre (i nomi non sono necessari) vivono a fianco della loro discendenza chiedendosi con perenne e agitato stupore che cosa abbiano fatto per meritarsi un figlio del genere. Il bambino, da parte sua, vive per un buon 70 per cento del suo tempo in un mondo parallelo popolato dalle creature indicibili della sua fantasia, e per il resto del tempo in un mondo reale popolato da altre creature indicibili (la maestra, la bambina, il bullo). E trova scampo da questo secondo mondo rifugiandosi nel primo. E poi c'è il tigrotto di pezza. È un animo nobile e molto più intelligente del bambino, di cui, con sarcastica e affettuosa saggezza, tempera l'esuberanza. Ci sono un sacco di strisce a fumetti in giro, alcune buone, altre passabili, la maggior parte semplicemente roba di secondo piano. Tutti hanno il loro cast di personaggi, più o meno indovinati, tenuti insieme dal dialogo, a volte buono, a volte no. Sono pochissimi quelli che posseggono quella magia particolare che li fa reggere il confronto con il meglio del passato. Guardando al lavoro dei nostri due paragoni, Herriman e Kelly, possiamo vedere un connubbio tra sceneggiatura e segno grafico che si trova raramente al giorno d'oggi, la sensazione che le parole migliorino il disegno e che il disegno faccia lo stesso con il testo, che la fusione attentamente miscelata di questi due ingredienti possa creare quell'incanto che rivela il genio. Volete la magia? L'alchimista Watterson ha portato avanti un lavoro che, per acume, carattere e profondità, è portentoso in rapporto alla sua giovane età. Gli auguro lunga vita e possano i poteri della sua stregoneria non venir mai meno. Volete la magia? Questa è una raccolta di ricette dello stregone per trasformare della semplice carta e del semplice inchiostro in oro puro. Lasciate che umilmente vi presenti Calvin (il bambino) e Hobbes (il tigrotto). Questo libro è magico.”

Pat Oliphant (1935)

dalla prefazione di Bill Watterson, C'è qualcosa che sbava sotto il letto, Comix, 1997. ISBN 9788881930197

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“Il popolo di maggior talento per la musica è certamente l'italiano, ma è anche il più ignorante in materia musicale.”

Sergiu Celibidache (1912–1996) direttore d'orchestra romeno

Origine: Dall'intervista a Der Spiegel; citato in Michele Selvini, Concerto (Dvořák).

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“La terra e la stupidità sono le cose presenti in maggior quantità nel mondo.”

Silvana De Mari (1953) scrittrice italiana

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Gli ultimi Incantesimi

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“Solo perché sei un giornalista, non significa che tu sia esente dall'essere assassinato. Non c'è alcuna libertà di espressione che tenga, quando fai uno sbaglio a qualcuno. La maggior parte di chi viene ucciso, in realtà, ha fatto qualcosa. Se sei un bravo cronista però, sei al sicuro.”

Rodrigo Duterte (1945) politico filippino

Origine: Citato in Francesca De Benedetti, Il Papa, le donne e ora anche i giornalisti, tutte le "vittime" del presidente filippino http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/01/news/filippine_duterte_giornalisti-141055036/, Repubblica.it, 1º giugno 2016.

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“Rispetto la ricerca storica di Carmelo Bene. Rimane il nostro maggior rivoluzionario. Ci riconosciamo, da lontano. Io attore, lui non-attore. Un'algebra.”

Vittorio Gassman (1922–2000) attore italiano

Origine: Citato in Rodolfo Di Giammarco, Gassman: mi scatenerò in tv http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/12/01/gassman-mi-scatenero-in-tv.html, la Repubblica, 1º dicembre 1998.

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“La maggior parte dei fatti contenuti nella coscienza appaiono in parte costruiti.”

Walter Lippmann (1889–1974) giornalista statunitense

L'opinione pubblica

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“[Simone Weil] Accusata di tradimento dalla sinistra, fraintesa dalla destra, dimenticata dai manuali di filosofia. Eppure è uno dei maggiori pensatori del secolo.”

Alfonso Berardinelli (1943) critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Simone Weil: La rivoluzione solitaria https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/04/SIMONE_WEIL_rivoluzione_solitaria_co_0_9801043261.shtml, Corriere della Sera, 4 gennaio 1998, p. 25.

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“Non vi ha cosa che rechi maggior ornamento al Prencipe, che l'haver buoni officiali.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 380
Origine: Dialoghi Piacevoli, De' Magistrati, p. 117

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“Vediamo che la scienza e la pace sono correlate. Il mondo è stato notevolmente cambiato dalle scoperte degli scienziati, soprattutto durante il secolo passato. La nostra maggiore conoscenza ci consente adesso la possibilità di eliminare fame e povertà, di diminuire in modo significativo le sofferenze causate dalle malattie, di utilizzare le risorse del mondo in modo efficace per il benessere dell'umanità. Ma il maggiore di tutti i cambiamenti è avvenuto nella natura della guerra, un incremento della potenza esplosiva di diversi milioni di volte, e nei relativi metodi di lancio degli ordigni.”

Linus Pauling (1901–1994) chimico, pacifista e scrittore statunitense

We see that science and peace are related. The world has been greatly changed, especially during the last century, by the discoveries of scientists. Our increased knowledge now provides the possibility of eliminating poverty and starvation, of decreasing significantly the suffering caused by disease, of using the resources of the world effectively for the benefit of humanity. But the greatest of all the changes has been in the nature of war the several million fold increase in the power of explosives and corresponding changes in methods of delivery of bombs.
Origine: Dal discorso tenuto per il ricevimento del premio Nobel per la pace (1962), 11 dicembre 1963; in Linus Pauling - Nobel Lecture http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/1962/pauling-lecture.html, nobelprize.org.

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“Anche noi siamo convinti che il Paese ha il diritto di conoscere la verità (che non riguarda soltanto quella di Piazza Fontana). Ma non ci riusciamo. Anche perché se la pista rimane, come sembra accertato, quella del terrorismo nero, non sappiamo quali nomi l'accusa potrà tirar fuori dal suo cappello. I tre maggiori indiziati sono già stati assolti con sentenza passata in giudicato che non consente di richiamarli sul banco degli imputati. Gli altri di cui si fa il nome non sarebbero che comparse, la più importante delle quali, Delfo Zorzi, risiede a Tokio con passaporto giapponese che lo mette al riparo da ogni pericolo di estradizione. Vale la pena ricominciare? Louverture dei dibattimenti non è stata incoraggiante. Il proscenio era occupato da Capanna, Valpreda, Dario Fo e altri reduci sessantottini, cui si era aggiunto anche Sergio Cusani, l'intangentato convertitosi (lo diciamo senza nessuna ironia) al missionarismo. […] Invano i portaparola della parte lesa, cioè dei familiari delle vittime, si sono dichiarati estranei e contrari a ogni tentativo di politicizzare il processo. Una parola. Non ci riescono nemmeno Jovanotti e Teocoli con le loro filastrocche dal palcoscenico di Sanremo. Figuriamoci se potranno riuscirci i registi di questo processo rouge et noir, se mai ve ne furono. […] Ecco a cosa servono i processi come questo: non a cercare la verità, ma a fornire argomenti al rouge o al noir.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Quella verità che cerchiamo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/febbraio/26/QUELLA_VERITA_CHE_CERCHIAMO_co_0_0002264627.shtml, 26 febbraio 2000, p. 1
Corriere della Sera

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“[Su Maureen Connolly] Cercava le righe e le colpiva la maggior parte delle volte. Aveva una grande determinazione. Non le serviva la fiducia, tutti lo percepivano. A prescindere dal punteggio, sentiva che lei era sempre in vantaggio.”

Doris Hart (1925–2015) tennista statunitense

Origine: Citato in John Martin, "Little Mo" Connolly, la prima regina del tennis http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/10/03/959862-little_connolly.shtml, traduzione di Giulia Vai, Ubitennis.com, 3 ottobre 2013.

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“Spesso avvien che ne' maggior perigli | Sono i più audaci gli ottimi consigli.”

VI, 6
Gerusalemme liberata
Variante: Chè spesso avvien che ne' maggior' perigli
Sono i più audaci gli ottimi consigli.

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“La dignità dell'uomo povero e oscuro ma laborioso ed onesto, è maggiore di tutte le altre, e va innanzi a tutte le vanità della terra.”

Pietro Thouar (1809–1861) scrittore italiano

da Nuovi racconti offerti alla gioventù italiana

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“[Essi vivono] è sul vedere il mondo in due modi diversi - normalmente e attraverso gli occhiali da sole, che mostrano la verità. Abbiamo girato ogni scena due volte; un gran dispendio di tempo; coprire un'intera strada di cartelloni pubblicitari con messaggi subliminali è stata una rottura di palle. Stranamente, però, la maggior parte delle persone non lo hanno notato, è questo è stato spaventoso. Soprattutto all'edicola, dove le copertine delle riviste sono state ricoperte con slogan, passavano senza prestare proprio alcuna attenzione.”

John Carpenter (1948) regista statunitense

So it's about seeing the world in two different ways - normally and through the sun-glasses, which show the truth. We shot every scene twice, which was time consuming; dressing a whole street of billboards with subliminal messages was a pain in the ass. Strangely, though, most people didn't notice, which was also frightening. Especially the newsstand display, where the magazine covers were plastered with slogans, they passed right by without paying any attention at all.

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“E davanti a lui, attraverso l'arco, Langdon poteva vedere adesso il monolitico palazzo rinascimentale che era divenuto il più famoso museo di belle arti del mondo.
Il Musée du Louvre.
Langdon provò un familiare senso di meraviglia mentre i suoi occhi si sforzavano inutilmente di cogliere l'intera massa dell'edificio. In fondo a una piazza di dimensioni enormi, l'imponente facciata del Louvre si stagliava come una cittadella nel cielo parigino. Il Louvre aveva la forma di un enorme ferro di cavallo ed era l'edificio più lungo d'Europa, più di tre Torri Eiffel messe l'una in fila all'altra. Neppure i centomila metri quadri di spazio aperto tra le ali del museo riuscivano a intaccare la maestosità dell'immensa facciata. Una volta, Langdon aveva percorso l'intero perimetro del Louvre: una stupefacente escursione di cinque chilometri.
Per poter debitamente apprezzare le 65.300 opere d'arte esposte nell'edificio, si calcolava che un visitatore avrebbe impiegato cinque settimane, ma la maggior parte dei turisti sceglieva l'esperienza abbreviata che Langdon chiamava il "Louvre Light": una corsa attraverso il museo per vedere le tre opere d'arte più famose, la Monna Lisa”

o, come era chiamata in vari paesi europei, La Gioconda –, la Venere di Milo e la Vittoria alata. L'umorista Art Buchwald si era una volta vantato di avere visto tutt'e tre i capolavori in cinque minuti e cinquantasei secondi. (p. 28)
Il codice da Vinci

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