Frasi su reciproco
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“Ciò che occorre è il rispetto reciproco delle differenze tra i popoli, un rispetto inspirato dal desiderio di sostenere il diritto di ogni individuo di cercare la verità secondo i dettami della sua coscienza e in continuità con il suo retaggio culturale.”

Renato Raffaele Martino (1932) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

intervento all'incontro inter religioso di Astana http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20030922_martino-astana_it.html, 22 settembre 2003

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“La nuova scuola sarà il luogo del libero lavoro, della libera comunità fra i bambini e di quelli che vorranno aiutare i bambini nella realizzazione dei loro problemi, del loro desiderio di conoscenza e di creazione. Nella nostra scuola non vi sarà posto per nessuna costrizione, per nessuna violenza sull'anima infantile, qual si sia il motivo per cui volesse introdursi. A base di tutto sarà posto l'amore, e un rispetto per la personalità del ragazzo, così profondo come si ha per qualsiasi uomo adulto. I maestri saranno non i superiori, ma i compagni anziani degli alunni… Essi apprezzeranno più di tutto la libera manifestazione dello spirito del ragazzo, il lavoro autonomo della sua mente… Il loro lavoro principale sarà quello di porre un'unità spirituale, una reciproca fiducia, una radicale uguaglianza fra loro e i loro scolari-compagni, senza di che non vi può essere alcun reciproco aiuto nel lavoro di educazione e di formazione. I genitori degli scolari di questa nuova scuola entreranno essi stessi nella vita della scuola, come partecipanti, collaboratori e compagni anziani dei bambini… In questa scuola ci si sforzerà di diroccare i muri che dividono la scuola dalla vita, per fare della scuola, non solo il giardino preparatorio alla vita, ma un luogo di gioia, pieno di interesse e di significato per il ragazzo, una parte viva della sua vita vera… La base sarà il lavoro dell'uomo, quello fisico; il lavoro manuale produttivo non sarà impedito o disprezzato e nemmeno trattato come un giuoco pedagogico; al contrario, sarà fatto tutto il possibile perché i bambini possano soddisfare l'esigenza che ogni uomo ha per questo o quel tipo di operosità più congeniale, mirando ad un lavoro che a mano a mano conduce al lavoro fisico proprio degli uomini, e che prende tutta la vita dell'uomo.”

Origine: Citato in Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo, a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Editore, Roma, 1956, pp. 75-76.

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“Il mio pensiero va al ragazzo di diciott'anni di Bari che martedì scorso ha fatto il gesto estremo di lanciarsi sotto un treno perché aveva confidato agli amici che, dopo essersi dichiarato in famiglia, i genitori non lo accettavano. Lui non si rassegnava, aveva un fidanzato, ha lottato, ma non ce l'ha fatta. Era insopportabile l'idea di non essere accettato per ciò che era: un ragazzo come gli altri, un ragazzo di diciott'anni che amava un altro ragazzo. Come lui ce ne sono tanti di ragazzi che non ce l'hanno fatta a reagire. Essere respinti a quell'età per ciò che si è rappresenta un dramma che, a volte, appare insuperabile, soprattutto a quell'età. Tutti abbiamo bisogno di essere accettati dalla scuola, dalla società, dalla famiglia. Immagino cosa possa aver provato quel ragazzo, capisco bene quelle sue paure: anch'io ero terrorizzato che mia madre e mio padre non mi accettassero. Pensavo alle cose più brutte. Io sono stato fortunato, e per questo li ringrazio. […] Loro sono stati dalla mia parte da subito, altri sono stati meno fortunati; ed è anche per questo che la legge sulle unioni civili non è soltanto un istituto giuridico che dà diritti e chiede doveri, ma è una legge che fa cultura, che migliorerà la nostra società e che aiuterà anche tanti genitori a non vergognarsi più dei propri figli, accettandoli anziché rifiutarli, e che sancirà, una volta per tutte, che gli omosessuali non sono più dei fantasmi, ma cittadini a cui riconoscere il diritto alla felicità come a tutti gli altri, permettendo loro di progettare un futuro insieme. Colleghi, cosa si guadagna, del resto, nel continuare a impedire la felicità degli altri? Cosa perdiamo nell'ammettere la possibilità che una coppia di persone che si amano venga tutelata dall'assunzione reciproca di diritti e di doveri stabiliti dalla legge? La risposta è sempre la stessa: nulla.”

Alessandro Zan (1973) politico e attivista italiano

da un intervento alla Camera durante la votazione del ddl Cirinnà, 11 maggio 2016
Origine: Visibile al minuto 03:45 di Unioni Civili: Alessandro Zan annuncia il voto favorevole del Partito Democratico https://www.youtube.com/watch?v=XHJLneydSsc, YouTube.com, 11 maggio 2016; citato in Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 622 di mercoledì 11 maggio 2016 http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0622&tipo=stenografico, Camera.it, 11 maggio 2016, pp. 69-70.

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“Un partito, anche se imprudentemente si chiama cattolico, non dev'essere sottoposto alla Chiesa. Nell'interesse reciproco.”

Amintore Fanfani (1908–1999) politico, economista e storico italiano

In Roberto Gervaso, La mosca al naso

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“È più facile sciogliere l'intreccio dei rami di vite, | cresciuti insieme nel lungo corso del tempo, | che per gli amanti sciogliere i loro corpi intrecciati | nel reciproco abbraccio, stretto e morbido insieme. | Tre volte felice, mia cara, chi è avvolto da queste catene, | tre volte felice, mentre noi bruciamo lontani.”

Paolo Silenziario poeta bizantino

V, 255
Origine: In Antologia Palatina, Epigrammi erotici, Libro V e libro XII, introduzione, traduzione e note di Guido Paduano, Fabbri Editori, collana I grandi classici della poesia, RCS libri, Milano, 1997, p. 191.

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“[Sullo Stile Juventus] È comportarsi come in famiglia, con educazione e un grande rispetto reciproco. Queste due cose sono alla base dello stile Juve fuori campo. In campo è giocare sempre e solo per vincere.”

Roberto Bettega (1950) dirigente sportivo ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Gianni Mura; Andrea Gentile, Aurelio Pino, Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni, Il Saggiatore, Milano, 2013, p. 191. ISBN 88-4281-752-X

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“Quando mente e anima si trovano in reciproco accordo, allora nasce la fede.”

Abraham Joshua Heschel (1907–1972) rabbino e filosofo polacco

Origine: Da L'uomo non è solo, traduzione di Lisa Mortara ed Elena Mortara Veroli, Mondadori.

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“[Ad un lettore che le chiede cosa pensa degli "associazionismi"] Ci si associa da sempre. Per andare a caccia, per attraversare i mari alla ricerca di nuove terre. E senza associarsi non si vede come i mastri scalpellini delle Alpi Apuane avrebbero potuto scavare il marmo da consegnare a Michelangelo o come le splendide individualità tecniche di un Rossi, Conti o Cabrini, avrebbero potuto esplodere nella corale vittoria di un Mondiale senza paragoni. Ci si associa perché l'uomo è "animale sociale". Esageri, dunque, nel contestare il dato di fatto. Ma se ti riferisci agli "…ismi", al passaggio dal naturale bisogno umano di sentirsi associato all'istituzionalizzazione del senso di appartenenza che porta al gruppo etichettabile e marchiato, posso avvicinarmi alla tua diffidenza. Per arrivare al gruppone non basta la somma di un migliaio indistinto: occorre la comunanza di reciproche unità che esistono a priori e che, forse, nell'accostarsi e nel mescolarsi, potenziano un'identità già costituita. Nella liquidità contemporanea si è privilegiato il "social" al "personal". E ci si illude di essere associati. Ma occorre una notevole dose di fortuna per ritrovare un pensiero che sia espressione di un io potente, districandosi tra foto di costumini estivi o tutine da sci, postate con intento ammiccante per il pubblico virtuale, in un casino totale di scosciamenti e di inni al fancazzismo. No, almeno in un gruppo fisico ci si può ancora guardare in faccia.”

Mina (cantante) (1940) cantante italiana

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2015/01/12/viviamo-in-una-societa-in-cui-si-e-privilegiato-il-%E2%80%9Csocial%E2%80%9D-al-%E2%80%9Cpersonal%E2%80%9D/#more-2145, 12 gennaio 2015
Citazioni di Mina

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“Il sipario si alza; ascolto attenta questi bei versi concisi e fermi che comprendo più facilmente della lingua parlata: è scultura greca e romana. Nei drammi di Alfieri, che chiamerei volentieri stoici, a forza di sobrietà nell'azione e di laconicità nel linguaggio, la commozione vi coglie, per così dire, senza che ve ne rendiate conto, s'impone a grandi tratti attraverso alcune figure che personificano con semplicità sentimenti eterni. Nell'Oreste, è prima di tutto Elettra che s'impossessa della nostra anima. Il suo lutto filiale, la sua angoscia incessante per un fratello che ritrova, ma che il trionfante assassino del loro padre cerca bramosamente e minaccia, sostengono l'azione fino al quarto Atto. Allora l'azione prorompe spaventosa e sublime; essa vi associa a tutti i combattimenti e a tutte le lacerazioni delle passioni umane: è come una mischia sconvolgente di istinti e dolori contrari […] Questo quarto atto dell'Oreste di Alfieri è una delle cose più belle che abbia visto a teatro: ascoltandolo pensavo alle puerili dispute di scuola, alle ingiustizie e agli accecamenti reciproci dei due campi che rinchiudono il sublime in uno stampo arbitrariamente prescritto. Il sublime piomba su noi come un uccello divino; si abbatte dall'alto, ci rapisce sulle sue ali che fremono e planano; noi ci abbandoniamo alla sua imperiosa ascesa, incuranti della forma e del colore delle sue penne: così fece la folla quella sera.”

Louise Colet (1810–1876) poetessa francese
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“Vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide che l'Italia, l'Europa, il mondo, sono chiamati ad affrontare. Ma è possibile vivere insieme quando si è diversi, per provenienza, cultura, religione? La condivisione degli stessi luoghi con l'"altro" suscita problemi, pone domande. Eppure la realtà è che, al di là delle difficoltà, già viviamo insieme. E con grandi vantaggi reciproci. I lavoratori immigrati costituiscono quasi un decimo della forza lavoro, generano più del 10% del Pil, innalzano i tassi di natalità, sostengono il sistema pensionistico. La presenza di tanti stranieri che arricchiscono con il loro lavoro, e il loro contributo umano e civile, la vita del nostro Paese ci offre già l'immagine di un possibile e proficuo convivere fra diversi, ma uguali. E mi sembra che negli ultimi tempi, si stia riuscendo ad andare oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni. Certo, l'integrazione è un processo non breve, non facile, perché significa muovere verso l'"altro". L'immigrato incontro a noi. Ma anche noi incontro allo straniero. L'integrazione non riguarda solo i non italiani, bensì pure gli italiani. Qui c'è una grande sfida culturale ed educativa, ma anche una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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“Se Tess avesse potuto afferrare l'importanza dell'incontro si sarebbe chiesta perché quel giorno fosse destinata a essere notata e desiderata dall'uomo sbagliato e non
dall'altro: quello giusto amato sotto tutti gli aspetti; quasi che l'umanità fosse in grado di poter sempre offrire ciò che è giusto e che è desiderato. Ma l'uomo che poteva avvicinarsi al suo ideale, tra i ragazzi conosciuti, non era per Tess che un'impressione fugace e quasi dimenticata.
Nella difettosa esecuzione del piano ben disposto dell'universo, raramente l'invito provoca l'arrivo di chi si invoca, e raramente si incontra l'uomo da amare, quando viene l'ora per l'amore. La natura non dice troppo spesso "guarda" alla povera creatura nel momento in cui il guardare potrebbe
portare a una lieta conclusione; né risponde "qui" alla carne che grida "dove?"; finché tutto questo nascondersi e cercarsi diventa un gioco penoso e senza mordente.
Potremmo chiederci se all'acme e alla sommità dell'umano progresso questi anacronismi saranno modificati da un'intuizione migliore, da un più stretto rapporto reciproco nell'ingranaggio sociale, che non ci scuota in ogni direzione, come ora; ma non si può predire un simile ideale, forse nemmeno concepirlo come possibile. Così, anche nel caso attuale, come in milioni di altri, le due parti di un perfetto insieme non si sono incontrate al momento perfetto: la controparte assente,
vagando indipendente per la terra, aspetta in crassa ottusità un tempo che giungerà sempre troppo tardi.”

Thomas Hardy (1840–1928) poeta e scrittore britannico

Tess of the D'Urbervilles

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“Con i sovietici a loro fianco, gli etiopi sono stati intransigenti, […] Abbiamo molte somiglianze culturali. Se fossimo stati entrambi saggi, avremmo raggiunto un' accordo tanto tempo fà, e diretto i nostri sforzi sulla cooperazione reciproca. […] Ora troviamo la strada per una soluzione giusta e di lunga durata. Uniamo finalmente le nostre forze.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

Variante: Con i sovietici al loro fianco, gli etiopi sono stati intransigenti, [... ] Abbiamo entrambi molte affinità culturali. Se fossimo stati entrambi saggi, avremmo raggiunto un' accordo da molto tempo, e indirizzato i nostri sforzi sulla cooperazione congiunta. [... ] Ora troviamo la strada per una soluzione giusta e di lunga durata. Uniamo finalmente le nostre forze.