Frasi sul silenzio
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“Scrissi col lapis, sopra la punteggiatura, come vogliono appunto le convenzioni internazionali che tutelano il diritto delle genti: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco e seccacastagne. Se però credi castagne ben cotte possano giovare al bambino, non inviarle. Non mi manca niente. Di una sola cosa ti prego: che la sera della vigilia di Natale tu imbandisca la tavola nel modo più lieto possibile. Fai schiodare la cassa delle stoviglie e quella della cristalleria; scegli la tovaglia migliore, quella nuovissima piena di ricami; accendi tutte le lampade. E prepara un grosso albero di Natale con tante candeline, e prepara con cura il presepe vicino alla finestra, come l'anno scorso. Signora, io ho bisogno che tu faccia questo. Il mio pensiero ogni notte varca il reticolato: lo so, ti riesce difficile figurarti il mio pensiero che varca il reticolato. Il pensiero è un soffio di niente e non ha volto: e allora figurati che io stesso, ogni notte, esca dal recinto. Figurati un Giovannino leggero come un sogno e trasparente come il vento delle serenissime e gelide notti invernali. Io, ogni notte, approfitto del sonno degli altri e mi affido all'aria e trasvolo rapido gli sconfinati silenzi di terre straniere e città sconosciute. Tutto è buio e triste sotto di me, e io affannosamente vado cercando luce e serenità. Rivedo la Madonnina del Duomo, ma le strade e le piazze non sono più quelle di un tempo, e stento a ritrovare il nostro quarto piano. Signora, non dire che sono il solito temerario se entro in casa dal tetto: anzi, loda la mia prudenza se non mi avventuro lungo le macerie della scala. E poi il tetto è scoperchiato e si fa più presto. Riconosco lo scheletro delle nostre stanze e ricerco i nostri ricordi nascosti sotto i rottami dei muri crollati. Tutto è buio, freddo e triste anche qui, e soltanto se la luna mi assiste riesco a scoprire sui brandelli delle tappezzerie che ancora pendono alle pareti, i riquadri chiari e la topografia dei nostri mobili. Per le strade deserte, cammina soltanto la paura vestita di luna. Su un brano di tappezzeria dell'ex-anticamera vedo un fiorellino. Uno strano fiore nero a cinque petali. Signora, rammenti quando Albertino decorò le nostre stanze con la piccola sciagurata mano intinta nell'inchiostro di China? Inutilmente vado a ricercare vestigia di giorni lieti fra le pareti dell'ufficio; le pareti non ci sono più, e il grande edificio è un cupo mucchio di cemento annerito dal fumo. Fuggo dalla città buia e silenziosa, e rivedo i luoghi dove, zitella, tu mi conoscesti zitello. Ma anche qui è squallida malinconia, e io mi rifugio alla fine nella casupola dove si accatastano i miei ultimi effetti e i miei primi affetti. Tu dormi, Albertino dorme, mia madre, mio padre dormono. Tutti dormono, e cercano forse di ritrovare in sogno il mio ignoto, lontano rifugio. I nostri mobili si affollano disordinatamente nelle esigue stanze immerse nell'ombra, e dentro le polverose casse del solaio le parole dei miei libri si sono gelate. Signora, io cerco un po' di luce, un po' di tiepida serenità, e invece non trovo che buio e freddo, e non posso ravvisare nel buio il volto di mio figlio, e sui laghi e sulle spiagge tutto è spento e abbandonato, tutto è silenzio, e io rinavigo verso il recinto e torno al mio pagliericcio portando il gelo nelle ossa del numero 6865. Signora, bisogna che, almeno la notte di Natale, il mio pensiero, fuggendo dal recinto, possa trovare un angolo tiepido e luminoso in cui sostare. Voglio tanta luce: voglio rivedere il vostro volto, voglio rivedere il volto dell'antica serenità. Altrimenti che gusto c'è a fare il prigioniero?" Qui ebbi la sensazione che le 24 righe stessero per finire, e mi interruppi. Le righe erano in effetti 138, e io avevo riempito le 24 mie, le 24 della risposta e altri cinque foglietti che stazionavano nei paraggi. Con estrema cura cancellai tutto e ricominciai da capo: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco…"”

Giovannino Guareschi (1908–1968) scrittore italiano

Origine: Diario clandestino, pp. 31 a 34

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“O beato silenzio che dà tanta pace all'anima.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

6 aprile 1897

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“E tu spiegami adesso tutto questo silenzio dove va a finire, se non riesco a parlarti e non so più toccarti mi sento morire, parlo con te.”

Giorgia (1971) cantautrice, musicista e produttrice discografica italiana

da Parlo con te, 2007

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“L'anima ha bisogno di silenzio per adorare.”

Elisabetta della Trinità (1880–1906) monaca francese

Pensieri

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“La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Gennaio, p. 17

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“L'uomo non vive soltanto la sua vita personale come individuo, ma – cosciente o incosciente – anche quella della sua epoca e dei suoi contemporanei, e qualora dovesse considerare dati in modo assoluto e ovvio i fondamenti generali e obiettivi della sua esistenza ed essere altrettanto lontano dall'idea di volerli criticare quanto lo era in realtà il buon Castorp, è pur sempre possibile che senta vagamente compromesso dai loro difetti il proprio benessere morale. Il singolo può avere di mira parecchi fini, mete, speranze, previsioni, donde attinge l'impulso ad elevate fatiche e attività; se il suo ambiente impersonale, se l'epoca stessa, nonostante l'operosità interiore, è in fondo priva di speranze e prospettive, se furtivamente gli si rivela disperata, vana, disorientata e al quesito formulato, coscientemente o no, ma pur sempre formulato, di un ultimo significato, ultrapersonale, assoluto, di ogni fatica e attività, oppone un vacuo silenzio, ecco che proprio nel caso di uomini dabbene sarà quasi inevitabile un'azione paralizzante di questo stato di cose, la quale, passando attraverso il senso morale psichico, finisce con l'estendersi addirittura alla parte fisica e organica dell'individuo. Per aver voglia di svolgere un'attività notevole che sorpassi la misura di ciò che è soltanto imposto, senza che l'epoca sappia dare una risposta sufficiente alla domanda "a qual fine?", occorre o una solitudine e intimità morale che si trova di rado ed è di natura eroica o una ben robusta vitalità.”

La montagna incantata

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“Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d'influenza, sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.”

John Fitzgerald Kennedy (1917–1963) 35º presidente degli Stati Uniti d'America

dal discorso http://www.jfklibrary.org/Research/Ready-Reference/JFK-Speeches/The-President-and-the-Press-Address-before-the-American-Newspaper-Publishers-Association.aspx presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961

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“Nei silenzi, dentro le parole che non ti ho mai detto è chiaro quanto t'amo.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Nei silenzi
Iperbole

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“In silenzio soffro i danni del tempo, | le aquile non volano a stormi, | vivo è il rimpianto della via smarrita, | nell'incerto cammino del ritorno.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Le Aquile Non Volano A Stormi, n. 2
Dieci stratagemmi

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“Se fossi veramente dentro l'anima mia, allora sì che udir potrei, nel mio silenzio il mare calmo della sera.”

Andrea Bocelli (1958) cantante lirico italiano

da Il mare calmo della sera
Mare calmo della sera

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“Quanto più ci avviciniamo allo Spirito, tanto più aumenta il silenzio.”

Fulton J. Sheen (1895–1979) arcivescovo cattolico statunitense

La Madonna

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“La parola è un'ala del silenzio.”

Pablo Neruda (1904–1973) poeta e attivista cileno

dal Sonetto XLIV
Cento sonetti d'amore
Origine: in Cento sonetti d'amore, a cura di Giuseppe Bellini, Passigli

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“Il divino del pian silenzio verde.”

Il bove, IX, v. 14
Rime nuove

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“Solo il silenzio come un sudario si stenderà | fra il cielo e la terra per mille secoli almeno.”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Noi non ci saremo, n. 1
Folk beat n. 1

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“Poi stettero un bel po' in silenzio, ognuno con i suoi pensieri, sembravano una coppia di quelle che si amano da tantissimo tempo e non hanno più bisogno di parlare.”

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Variante: Poi stetterò un bel po' in silenzio, ognuno con i suoi pensieri, sembravano una coppia di quelle che si amano da tantissimo tempo e non hanno più bisogno di parlare.

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“Scusa se cerco parole davanti al tuo silenzio che è un vicolo cieco.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da "Fiammiferi" n. 12
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“Nel silenzio ripenso a te | Che sei l'unica immagine | l'unica che, io vorrei proprio ora.”

Maxi B (1974) rapper italiano

da Amoressia, n. 7
Tangram, Invidia

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“Mi fa paura il silenzio, | ma non sopporto il rumore.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Povero me, n. 8
Canzoni d'amore
Origine: Testo di Francesco De Gregori e Mimmo Locasciulli.

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“Quando udii il dotto astronomo, | quando le prove e le cifre mi vennero incolonnate dinanzi, | quando mi mostrarono le carte e i diagrammi, da addizionare, dividere, calcolare, | quando, seduto nell'anfiteatro, udii l'astronomo parlare, e venire a lungo applaudito, | come improvvisamente, inesplicabilmente mi sentii stanco, disgustato, | finché, alzatomi, fuori scivolando me ne uscii tutto solo, | nella mistica umida aria notturna e, di tratto in tratto, | alzavo gli occhi a contemplare in silenzio le stelle.”

Quando udii il dotto astronomo, pp. 349-350
Foglie d'erba, Lungo la strada
Origine: Questa poesia viene recitata dal personaggio Gale Boetticher, della serie televisiva Breaking Bad e precisamente nell'episodio Al tramonto, il sesto della terza stagione. «Quando ascoltai l'astronomo erudito, | quando le prove e i numeri furono messi in colonna dinanzi a me, | quando le carte e i diagrammi mi furono mostrati per aggiungerli, dividerli e misurarli, | quando, seduto, udii l'astronomo e la sua conferenza tra gli applausi della sala, | quanto presto, inspiegabilmente divenni stanco e sofferente, | finché, scivolando via, non mi misi a vagare da solo, | nella misteriosa e umida aria notturna e, di tanto in tanto, | levai lo sguardo nel perfetto silenzio verso le stelle.» Il protagonista della serie, Walter White possiede una copia di Leaves of Grass, regalatagli dallo stesso Gale.

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“La solitudine fra noi, questo silenzio dentro me è l'inquietudine di vivere la vita senza te.”

Laura Pausini (1974) cantautrice italiana

canzone Canzone "La solitudine"

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