Frasi su tanto
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“Essere gay è bellissimo. Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo.”

Carlo Giuseppe Gabardini (1974) attore e comico italiano

Origine: Da Non sentiamoci in colpa, si può essere gay e felici http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/31/news/non_sentiamoci_in_colpa_si_pu_essere_gay_e_felici-69917365/, la Repubblica, 31 ottobre 2013, pag. 1.

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“Dir male del governo è tanto facile quanto è difficile governar bene.”

Origine: Da Cinema, a cura di Maria Carla Papini, Edizioni di storia e letteratura, Roma, p. 20.

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“Si tratta … di un problema di aspettative. Tanto più una persona ritiene che il mondo circostante sia corrotto, tanto maggiore è per lui il costo di essere onesto e tanto minore quello di essere corrotto. Lo scopo della corruzione è proprio quello di sbilanciare le regole a favore dei corruttori, a tutto svantaggio degli onesti.”

Luigi Zingales (1963) economista italiano

Origine: Da Contro la tangente la legge non basta http://espresso.repubblica.it/opinioni/libero-mercato/2014/12/10/news/contro-la-tangente-la-legge-non-basta-1.191216, L'Espresso.it, 10 dicembre 2014.

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“[Alla domanda:"Quanto ha influito José Mourinho nelle sue disavventure spagnole?"] Ho sempre cercato di lavorare per conquistare la sua fiducia, ma lui aveva altre idee. Comunque mi ha dato tanto, dentro e fuori dal campo. Non è stata colpa sua, mi prendo anch'io le mie responsabilità. Ad ogni modo a Madrid è stata un'esperienza molto bella: mi sarebbe dispiaciuto non giocarci nell'arco della carriera.”

Kaká (1982) calciatore brasiliano

Citazioni di Kakà
Origine: Citato in Marco Pasotto, «Nel Milan ritroverò la gioia di giocare Dovrò fare il leader» http://archiviostorico.gazzetta.it/2013/settembre/06/Nel_Milan_ritrovero_gioia_giocare_ga_0_20130906_3424c074-16b8-11e3-85c0-70d1e3b5c43e.shtml, Gazzetta dello Sport, 6 settembre 2013.

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“'Carmine Schiavone': Gli dissi: "Non vi permettete, nel modo più assoluto." Venne mio genero di corsa dalla Calcestruzzi e mi disse: "Tu non sai niente, ho fatto scavare e sono usciti tre fusti di materiale tossico. Sì, si spartiscono 600 milioni di lire al mese ciascuno."'Sandro Ruotolo': Per i rifiuti?.'Carmine Schiavone': Sì. "Stanno facendo il tossico e l'atomica." Corro subito a Casale, chiamo gli altri: "Oh… che cazzo è successo? Ma insomma… adesso state facendo questo, ma che volete uccidere a tutti quanti?", risposero: "Ma che te ne importa, tanto anche te, bevi l'acqua minerale." In quel momento ho detto: "amici cari, qua si chiude questa situazione." Dissero: "Ma tu sei ancora un vecchio uomo d'onore, si fa per soldi. Perché se no come facciamo i soldi?" Io, ti giuro, in quell'attimo portavo solo la pistola addosso se avessi avuto la mitraglietta avrei ucciso anche mio cugino. Gli mettevo la testa nel piatto che stavano mangiando a tavola. Per togliermi dalle palle mettono le armi là, chiamano i carabinieri e mi fanno arrestare. Un giorno mandai mia figlia Rosaria a casa di mio cugino Walterino "Se esce papà vi uccide tutti, stavolta. Per quello che state facendo.", le disse: "Tu sei mia nipote e sei femmina se no ti tiravo il collo. Di' a tuo padre che ora il boss è tuo fratello Mattia!" Si erano inventati mio figlio Mattia, uno scemo immatricolato che non sapeva un cavolo della vita. "Se esce, se esce, con il bastone e senza neanche una lira."'Sandro Ruotolo': Però se lei era contrario, come ha fatto ha dire ai magistrati, 20 anni fa, che qui c'erano le scorie radioattive, qui c'erano i fanghi industriali. Se lei era contrario come ha fatto?'Carmine Schiavone': Non è che non lo sapevo, perché poi mi sono informato quando sono stato solo là.'Sandro Ruotolo': Senta, lei ha avuto rapporti con i servizi segreti, quando faceva il mafioso?'Carmine Schiavone': Tutti quanti tenevano i rapporti con i servizi.'Sandro Ruotolo': Perché ci sono tracce recenti, lei era già pentito, di rapporti tra Michele Zagaria, quando era latitante, e i servizi segreti, ma parliamo degli anni 2000.'Carmine Schiavone': Non ti posso dire più niente. Lo saprai al momento opportuno.”

Sandro Ruotolo (1955) giornalista italiano
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“Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e forse duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza del serpente.”

Charles Darwin (1809–1882) naturalista britannico che formulò la teoria dell'evoluzione

Origine: Nor must we overlook the probability of the constant inculcation in a belief in God on the minds of children producing so strong and perhaps an inherited effect on their brains not yet fully developed, that it would be as difficult for them to throw off their belief in God, as for a monkey to throw off its instinctive fear and hatred of a snake. (da The Autobiography of Charles Darwin, in The works of Charles Darwin, vol. 29, New York, 1989).

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“I rododendri e i lauri, tanto amati dagli amministratori comunali, sono habitat poco adatti agli uccelli: tolgono luce al terreno senza offrire in cambio molti insetti.”

Tony Soper (1929) ornitologo, naturalista e conduttore televisivo inglese

Origine: La gabbia senza sbarre, p. 12

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“[Sul Salmo 23] Le centinaia di libri che ho letto non mi hanno mai procurato tanta luce e tanto conforto quanto questi versi.”

Henri Bergson (1859–1941) filosofo francese

Origine: Citato in Gianfranco Ravasi, L'incontro: ritrovarsi nella preghiera, Oscar Mondadori, Milano, 2014, p. 25. ISBN 978-88-04-63591-8

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“Egregio signore, ultimamente Lei mi scrisse che Ottomar Starke avrebbe disegnato la copertina de La metamorfosi. Mi sono preso un piccolo, probabilmente inutile spavento. Inutile stando a ciò che conosco di quell'artista in Napoleone. Mi è venuto in mente, siccome Starke è un vero illustratore, che forse potrebbe voler disegnare l'insetto. Questo no, per favore, questo no! Non voglio limitare la sua libertà d'azione, voglio soltanto avanzare una preghiera derivante dalla mia conoscenza, ovviamente migliore, della storia. L'insetto non può essere disegnato. Ma non può neppure essere mostrato da lontano. Se questa intenzione non sussiste, se, dunque, la mia richiesta è ridicola, tanto meglio. A Lei sarei grato se volesse trasmettere il mio desiderio. Se potessi fare una proposta per una illustrazione, sceglierei scene come: i genitori e il procuratore dinanzi alla porta chiusa o, ancor meglio, i genitori e la sorella nella stanza illuminata, mentre la porta che dà nella stanza attigua, totalmente oscura, è aperta.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

Origine: Da una lettera all'editore Kurt Wolff, in merito alla copertina del racconto La metamorfosi, in corso di pubblicazione; citato in Abraham Yehoshua, Kafka e il suo doppio https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/luglio/06/Kafka_suo_doppio_co_9_070706092.shtml, Corriere della Sera, 6 luglio 2007.

“Nel settembre del 1997 Emma Bonino, commissario dell'Unione Europea chiese di visitare l'Afghanistan. I Talebani non avevano alcun obbligo di farla entrare poiché la Ue non riconosceva il loro governo. Tuttavia le diedero il visto e la trattarono con gentilezza e cortesìa come han sempre fatto con gli ospiti, anche durante il periodo drammatico dell'aggressione Usa dell'ottobre 2001, e com'è nella tradizione afgana. Emma poté visitare l'Afghanistan e vedere tutto quello che voleva. Il 28 settembre, seguita da un codazzo di 19 persone, fra delegati Ue, giornalisti, fotografi e cameramen, entrò in un ospedale di Kabul e si diresse dritta e di filato nel reparto femminile dove i fotografi cominciarono a fare i loro scatti e i cameramen a filmare. Un atteggiamento estremamente sciocco perché nella cultura islamica la riproduzione della figura umana è, in linea di massima, vietata. Basta guardare un tappeto persiano; è ornato con elementi vegetali, con animali, con pesci, ma non ci sono figure umane. E questo valeva tanto di più nell'Afghanistan talebano. Del resto anche da noi non si possono fotografare o filmare i degenti senza il loro consenso o l'autorizzazione dei dirigenti dell'ospedale. Arrivò il "Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio", acchiappò la Bonino e gli altri e li portò al primo posto di polizia. Per un reato del genere era prevista la fustigazione con "le verghe sacre". Alla Bonino fu spiegato come andavano le cose da quelle parti e poco dopo fu rilasciata dai funzionari, perplessi e un poco disgustati. Avrebbero fatto meglio a fustigarla. Con le "verghe sacre", naturalmente. Forse avrebbe capito ciò che, da buona radicale occidentale, non ha mai capito: che anche la sensibilità e i costumi degli altri meritano rispetto. Lei invece ne volle fare un caso internazionale e, tornata a Bruxelles, ottenne che la Ue tagliasse i fondi umanitari per l'Afghanistan.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano
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“Bergman: tanto silenzio per nulla.”

Ingmar Bergman (1918–2007) regista, sceneggiatore e drammaturgo svedese

Ennio Flaiano

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“La Chiesa è davvero molto caritatevole; concede indulgenze di cui ha tanto bisogno.”

Xavier Forneret (1809–1884) poeta, scrittore, giornalista, drammaturgo

Citato in Dictionnaire des citations, sous la direction de Robert Carlier, Jean-Louis Lalanne, Pierre Josserand e Samuel S. de Sacy, Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

“[Su Giorgio Morandi] Non ebbe mai un atelier nel senso pomposo del termine. Viveva e lavorava in una camera di media grandezza, una finestra della quale dava su un piccolo cortile ricoperto di verde […]. Qui si trovava anche la sua brandina, un vecchio scrittoio e il tavolo da disegno, una specie di libreria, il cavalletto e poi tutt'intorno su stretti scaffali l'arsenale, in attesa discreta, delle semplici cose che noi tutti conosciamo attraverso le sue nature morte: bottiglie, recipienti, vasi, brocche, utensili da cucina, scatole. Le aveva scovate chissà dove, per lo più da rigattieri, si era innamorato di ciascuna di esse, le aveva portate a casa una ad una, per poi disporre in fila questi trovatelli quali suoi compagni di stanza, in via sperimentale e con grandi speranze. Qui si trovavano dunque i suoi modelli veri e propri: le "cose" nel loro isolamento silenzioso, gli interlocutori del suo incessante dialogo. […] Quanto più essi diventavano parte del suo mondo abituale, dimostrando il proprio diritto di cittadinanza attraverso un crescente strato di polvere, tanto più gli stavano a cuore. Tutto ciò sembrava molto ordinato in modo piuttosto piccolo-borghese, relativamente ordinato; infatti attorno, davanti e dietro al cavalletto vi era abbastanza spesso una traccia evidente di inquietudine e di caos. Là si trovava una consolle a tre ripiani. Nel settore più basso, che poteva comprendere anche il pavimento, giaceva una confusione di quegli oggetti che l'avevano colpito a un primo esame ma che poi gli si erano dimostrati insufficienti per un discorso prolungato. Al piano di sopra si trovavano oggetti come comparse in attesa di una ancor possibile entrata in scena. Ma la scena, sulla quale comparivano i protagonisti scelti come interlocutori di un lungo dialogo, si trovava nell'ultimo ripiano, situato pressoché all'altezza degli occhi. Lì si trovavano queste cose scelte in tutta la loro imperturbabile solitudine; nelle mutevoli composizioni acquisivano una sconcertante personalità e cercavano anche di allacciare tra loro delle sottili relazioni dalle quali si costituiva pian piano, lenta-mente dalla loro prossimità, una compagine armonica. L'arrangiatore paziente era Morandi, che stava a vedere con dedizione ed ansia estreme il lento formarsi della comparsa delle cose; tutto ciò poteva durare dei giorni. […] E in questa comunicazione meditativa, che si faceva sempre più stretta, la distanza tra le cose e l'io contemplante era abolita […], sicché l'immagine infine raggiunta, la controimmagine che rispondeva al pittore, era al tempo stesso la sua autorappresentazione. Giunto a questo punto, Morandi si metteva a dipingere e trasponeva questa realtà, che egli aveva prefigurato con tanta cura, nella visualità del quadro, nella "seconda", più comprensiva realtà. Il vero e proprio atto pittorico durava spesso solo poche ore. Alcuni quadri mostrano chiaramente le tracce di una certa corsività nella pennellata. Sono segni di spontaneità, di un'estrema visione creatrice divampante come la fiamma di una candela che sprigiona l'ultimo guizzo.”

Werner Haftmann (1912–1999) storico dell'arte tedesco

Origine: Citato in Marilena Pasquali, Morandi, Art Dossier, n°50, Giunti, Firenze, ISBN 88-09-76143-X, pp. 6-8.

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“[Sull'Australian Open] È rilassato. La città è più piccola in confronto alle altre tre. Qui è facile girare. Tutto è abbastanza comodo. È molto ben organizzato. Con questo non voglio dire che gli altri Slam non lo siano. Ma qui l'atmosfera è molto bella e rilassata e ti aiutano tanto.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2015
Origine: Dall'intervista pre-torneo prima dell'Australian Open 2015; riportata in Australian Open interviste, Federer: "Negli anni, ho dovuto adattare il mio gioco a quest'epoca" http://www.ubitennis.com/blog/2015/01/17/australian-open-interviste-federer-negli-anni-ho-dovuto-adattare-il-mio-gioco-questepoca/, traduzione di Tobias Pur, Ubitennis.com, 17 gennaio 2015.

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“Noi non vogliamo affrontare problemi che sembrano impossibili da affrontare. Insomma, sono tutti noiosi: la povertà, la criminalità e tutta quella merda. Sembrano intrattabili; sembrano irreparabili. Nessuno può risolverli, quindi cerchiamo di tirarci fuori dalla questione e di preoccuparci di ciò che è immaginario, tanto per cominciare. Non sembra come in quei libri, 1984 e Il nuovo mondo?”

John Carpenter (1948) regista statunitense

Tutte le cose in quei libri sembrano avverarsi.
I don't think we want to deal with the problems that seem to be impossible to deal with. Y'know, they're all boring: poverty, crime and all that shit. They seem intractable; they seem beyond repair. Nobody can solve this, so let's hype ourselves out and worry about what's imaginary to begin with. Doesn't it sound like those books, 1984 and Brave New World? All of the things in those books seem to be coming true.

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“Lo Monaco? Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità. Non vengo pagato per fare pubblicità a Monaco. […] Qualche tempo fa ho detto che qualcuno che vuole la prima pagina sa come trovarla.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)
Origine: Citato in Lo Monaco contro Mourinho José: "Vuole pubblicità? Paghi" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Catania/Primo_Piano/2008/09/15/lomonaco.shtml, Gazzetta.it, 15 settembre 2008.

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“Le parole del Capo dello Stato meritano ovviamente rispetto e riflessione attenta [sulla condanna a Silvio Berlusconi a quattro anni di carcere per frode fiscale], anche per la nitida prospettazione, compiuta dalla nota del Quirinale, della situazione che si è determinata. Ma al tempo stesso – dichiara Capezzone – resta inaggirabile un punto politico di sostanza, che tutti – istituzioni e forze politiche – non possono ignorare o mettere tra parentesi. Quando si parla di agibilità o di praticabilità politica per Silvio Berlusconi, non si affronta tanto e solo il problema di una persona, di un singolo individuo (cosa che comunque meriterebbe, in uno Stato di diritto, il massimo dell'attenzione, trattandosi dei fondamentali diritti civili e politici di un cittadino), ma il diritto alla piena rappresentanza politico-istituzionale di milioni di elettori". Insomma, la questione non riguarda solo l'uomo di Arcore, ma 10 milioni di elettori, e quindi riguarda la salute stessa della nostra democrazia. Quindi esistono percorsi e strumenti, chiaramente indicati dalla Costituzione e dal buon senso, che possono consentire di evitare un vulnus gravissimo ai danni di milioni di cittadini-elettori. Il Pdl ha dimostrato un assoluto senso di responsabilita', ma ora tocca a tutti gli attori politici e istituzionali, per la parte che compete a ciascuno, evitare ferite irrimediabili.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

citato in Berlusconi, Capezzone: trovare soluzione per evitare ferite irrimediabili http://www.italiachiamaitalia.it/articoli/detalles/17132/Berlusconi%20OCapezzone%20OtrovareOsoluzioneOperOevitareOferiteOirrimediabili.html, Italiachiamaitalia.it, 14 agosto 2013

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“Le periferie, che sono molto più integrate da un punto di vista di comunicazione rispetto a quelle del secolo scorso, sono invece distaccate e non rappresentate da un punto di vista sociale e politico. Qui spesso le reti sociali sono scadenti o assenti. Il controllo sugli spazi urbani periferici risulta complesso e difficile, tanto che vaste aree — specie nelle megalopoli — finiscono sotto il dominio di mafie e di cartelli internazionali o nazionali del crimine. La città del XXI secolo è sempre meno una comunità di destino. Anzi, mentre una parte di essa viene assorbita nei flussi globali e procede sulla via dell’internazionalizzazione, un’altra resta ai margini e fuori dai circuiti di integrazione, se non sprofonda in una condizione di isolamento. Sono i quartieri abbandonati dove spesso le persone vivono per l’intera esistenza e dove forse i figli faranno la stessa vita dei genitori. L’universo delle megalopoli si è strutturato in modo che molto spazio abitato diventi luogo di esclusione. La megalopoli produce costantemente periferie urbane e periferizzazioni umane. Di fronte a questa realtà, specie nel Sud del mondo, lo Stato e le istituzioni sovente rinunciano ad un controllo reale di questi spazi. Diventa un mondo perduto, in cui i drammi umani e sociali si annodano con reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza. Il cristianesimo — su impulso di papa Bergoglio — ha la possibilità di comprendere in modo nuovo la condizione umana e urbana del XXI secolo.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Periferie. Crisi e novità per la Chiesa, Jaka Book, 2016
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“Joker è a tanto così dal non avere alcuna coscienza dei suoi atti. È un completo sociopatico, un clown inumano e omicida di massa. Chris mi ha lasciato assolutamente libero e questo è divertente perché Joker non ha alcun tipo di limitazione: può fare o dire qualunque cosa. Non c'è nulla che lo intimidisca e sostanzialmente tutto quanto è un grande scherzo.”

Heath Ledger (1979–2008) attore australiano

Origine: Citato in Silvia Marchetti, Heath Ledger: "Il mio Joker sarà un pazzo omicida" http://www.alcinema.org/rubriche/fotografia/heath_ledger_il_mio_joker_sara_un_pazzo_omicida_1531, Al Cinema.org, 29 novembre 2007.

“Quella di far partecipare un libro allo Strega è una decisione che riguarda la casa editrice. Ogni casa editrice può presentarne uno alla commissione che prende i romanzi in esame. E già solo sentirsi dire dalla propria casa editrice che ha deciso di candidare il tuo romanzo, e non un altro, allo Strega è un'enorme soddisfazione. Poi a quel punto tutto sta nelle mani della Fondazione Bellonci, che decide quali sono i dodici candidati alla corsa effettiva. Quel giorno mi chiamò Laura Guidi, che è a capo della comunicazione di Giunti e mi disse: "prepara le valigie che andiamo a Benevento". È lì che c'è la fabbrica dello Strega, ed è lì che avviene la presentazione dei dodici candidati che danno inizio alle danze. Quel giorno non sono salita solo sul palcoscenico di un bellissimo teatro al centro di Benevento, ma anche su un piedistallo. […] Non avevo molte speranze di farcela, ed è stata questa la vera emozione: scoprire di potercela fare anche se tutto ti fa presagire il contrario. Solo per la forza del libro, per quanto ci credi, per quanto ti è costato. L'apice dell'emozione l'ho raggiunto lì. Per me è stato quello il traguardo. La sera della finale ero tranquilla e soddisfatta. Forse per questo sono arrivata ultima? Forse per ottenere qualcosa bisogna davvero crederci, e il mio premio era stare lì, non chiudere vittoriosa. Il mio premio era sapere che un finalista, con un libro che è stato tanto amato dal pubblico e che ha aiutato tante donne e tanti uomini in difficoltà, ha già vinto abbastanza.”

Simona Sparaco (1978) autore
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“[Su Johann Wolfgang von Goethe] Sento in lui un certo atteggiamento di condiscendenza nei confronti del lettore, una certa mancanza di quell'umile dedizione che, soprattutto, nei grandi uomini, ci è di tanto conforto.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dalla lettera a L. Caspar, 9 aprile 1932; Archivio Einstein 49-380.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 50

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“Certo, di tanto in tanto gli scimpanzé adottano comportamenti da predatori, ma i gorilla non lo fanno mai.”

Jeffrey Moussaieff Masson (1941) psicoanalista statunitense

Origine: Chi c'è nel tuo piatto?, p. 18

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