Frasi sul cibo
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“Ci sono forze potenti che spingono in direzioni diverse. Da una parte Monsanto, Mc Donald's, le società agrochimiche che investono pesantemente traendo profitto dal vendere cibi dannosi. Dall'altra una marea crescente di persone che vogliono cibo sano, amico della terra. Queste forze stanno combattendo una guerra… sulla cena!”

John Robbins (1947) saggista statunitense

Origine: Citato in Maurizio Martucci, Alimentazione, rivoluzione coltello e forchetta http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/06/alimentazione-rivoluzione-coltello-e-forchetta/1015021/, il Fatto Quotidiano.it, 6 giugno 2014.

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“Le belle frasi in punto di morte le hanno sempre pronunciate i posteri.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 13

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“Le olive mature sono un cibo sano e un ottimo lubrificante per l'organismo.”

Norman W. Walker (1886–1985)

Origine: Guida alla dieta vegetariana, p. 177

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“[Su Ilarione di Gaza] E mangiando una volta al giorno dopo il tramonto del sole, prendeva come cibo quindici fichi secchi e beveva dell'acqua.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

da Vita di Ilarione
Origine: Citato in Aa. Vv., La dieta vegetariana nel Cristianesimo, Edizioni Il Sentiero, Milano, 2011, p. 47. ISBN 978-88-86604-12-3

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“Possiamo risolvere il problema della fame nel mondo? Assolutamente sì. Abbiamo già cibo a sufficienza per nutrire tutti. Manca solo la volontà politica di distribuirlo. E anche migrante è una parola politica. Oggi sono profughi e rifugiati a scappare da un posto che amano. Lasciano la loro casa perché non ne hanno più una.”

Bono (1960) cantante irlandese (U2)

Origine: Da un intervento a Milano in occasione dellExpo 2015; citato in Renzi e Bono: "duetto" contro la fame, nella serata più rock di Expo http://www.lastampa.it/2015/09/06/italia/politica/expo-bagno-di-folla-per-il-duetto-renzibono-Fsz80GbzsNblKTVLkPdGxJ/pagina.html, LaStampa.it, 5 settembre 2015.

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“[Sulla sua adolescenza] Mi ricordo che alla fine della settimana, dato che a casa eravamo davvero senza una lira, tornavo con i croissant invenduti (lavorava al forno Paris Croissant), li mettevo nel freezer e li mangiavamo nei giorni seguenti. Erano il miglior cibo che potevamo permetterci e per un anno andammo avanti così. Diventammo tutti molto grassi a furia di mangiare croissant.”

Anastacia (1968) cantautrice e stilista statunitense

Origine: Dall'intervista per la Repubblica Anastacia, da segretaria a icona del pop http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/10/26/news/anastacia-99022067/?refresh_ce, repubblica.it, 26 ottobre 2014.

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“Il cibo ci accompagna sempre, quando siamo sani per mantenerci sani, quando siamo malati per guarire, mangiando con attenzione possiamo capire molto del nostro organismo e delle energie che lo muovono.”

Pietro Leemann (1961) cuoco italiano

Origine: Da Il sale della vita; citato in Pietro Leemann: "Le mie 13 regole per una dieta sana e per scoprire il sale della vita" http://www.oggi.it/cucina/news-cucina/2015/02/03/pietro-leemann-le-mie-13-regole-per-una-dieta-sana-e-per-scoprire-il-sale-della-vita/, Oggi.it, 3 febbraio 2015.

“Il veganesimo dà a tutti noi l'opportunità di esprimere attraverso il nostro comportamento cosa è veramente importante nella nostra vita. Oggi perseguire l'ideale di una esistenza salutare e umana è facile grazie ai mezzi di trasporto moderni, che ci forniscono cibo vegano proveniente da tutto il mondo.”

Donald Watson (1910–2005) attivista inglese

Origine: Da un'intervista del 11 agosto 2004; citato in Pat Crocker, La bibbia del vegano, traduzione di Chiara Balzani, Newton Compton editori, Roma, 2015, epigrafe https://books.google.it/books?id=7pkUCAAAQBAJ&pg=PT7. ISBN 978-88-541-7975-2

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“Poiché l'anima non è di se stessa, noi guardiamo e non vediamo, ascoltiamo e non udiamo, mangiamo e non sappiamo che sapore abbia il cibo.”

Zeng Zi (-504–-435 a.C.) filosofo cinese

Origine: Citato in Henry David Thoreau, Walden o Vita nei boschi, traduzione di Piero Sanavio, La Biblioteca ideale Tascabile, Milano, 1995, cap. XI, p. 205. ISBN 88-8111-102-0

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“La città è il cibo preferito dei cani.”

La fata Carabina

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“Perciò ha usato una di quelle frasi fatte apposta per rimanere nel personale Wikiquote, la collezione delle citazioni memorabili che ciascuno di noi si porta dietro per la vita. Come un patrimonio e un fardello al tempo medesimo.”

Pippo Russo (1965) sociologo, saggista e giornalista italiano

Origine: Da Il nucleare emotivo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/24/il-nucleare-emotivo.html, la Repubblica, 24 aprile 2011.

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“Dieta vegetale e dolce riposo. Cibo animale e incubi. Cogli il tuo corpo dal frutteto; non strapparlo dal macello. Senza la dieta carnivora non potrebbe esserci alcuna sanguinosa guerra.”

Louisa May Alcott (1832–1888) scrittrice statunitense

Origine: Citato in Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Sonda, Casale Monferrato, 2014, p. 248. ISBN 978-88-7106-742-1

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“Gioacchino poi che vidde possibile ogni delitto a' briganti, fece legge che un generale avesse potere supremo nelle Calabrie su di ogni cosa militare o civile per la distruzione del brigantaggio. Il generale Manhès, a ciò eletto, passò il seguente ottobre in apparecchi, aspettando che le campagne s'impoverissero di frutta e foglie, aiuti a' briganti per alimentarsi e nascondersi; e dipoi palesò i suoi disegni. Pubblicate in ogni comune le liste de' banditi, imporre a' cittadini di ucciderli o imprigionarli; armare e muovere tutti gli uomini atti alle armi; punire di morte ogni corrispondenza co' briganti, non perdonata tra moglie e marito, tra madre e figlio; armare gli stessi pacifici genitori contro i figli briganti, i fratelli contro i fratelli; trasportare le gregge in certi guardati luoghi; impedire i lavori della campagna, o permetterli col divieto di portar cibo; stanziare gendarmi e soldati ne' paesi, non a perseguire i briganti, a vigilare severamente sopra i cittadini. Nelle vaste Calabrie, da Rotonda a Reggio, cominciò simultanea ed universale la caccia al brigantaggio.
Erano quelle ordinanze tanto severe che parevano dettate a spavento; ma indi a poco, per fatti o visti o divulgati dalla fama e dal generale istesso, la incredulità disparve. Undici della città di Stilo, donne e fanciulli (poiché i giovani robusti stavano in armi perseguitando i briganti), recandosi per raccorre ulivi ad un podere lontano, portavano ciascuno in tasca poco pane, onde mangiare a mezzo del giorno e ristorare le forze alla fatica. Incontrati da' vigilatori gendarmi, dei quali era capo il tenente Gambacorta (ne serbi il nome la istoria), furono trattenuti, ricercati sulla persona, e poiché provvisti di quel poco cibo, nel luogo intesso, tutti gli undici uccisi. Non riferirò ciò che di miserevole disse e fece una delle prese donne per la speranza, che tornò vana, di salvare, non sé stessa, ma un figliuolo di dodici anni. […]
Lo spavento in tutti gli ordini del popolo fu grande, e tale che sembravano sciolti i legami più teneri di natura, più stretti di società; parenti e amici dagli amici e parenti denunziati, perseguiti, uccisi; gli uomini ridotti come nel tremuoto, nel naufragio, nella peste, solleciti di sé medesimi, non curanti del resto dell'umanità. Per le quali opere ed esempi viepiù cadendo i costumi del popolo, le susseguenti ribellioni, le sventure pubbliche, le tirannidi derivavano in gran parte dal come nel regno surse, crebbe e fu spento il brigantaggio. Questa ultima violenza non fu durevole: tutti i Calabresi, perseguitati o persecutori, agirono disperatamente; e poiché i briganti erano degli altri di gran lunga minori, e spicciolati traditi, sostenitori d'iniqua causa, furono oppressi. Sì che, di tremila che al cominciare di novembre le liste del bando nominavano, né manco uno solo se ne leggeva al finire dell'anno; molti combattendo uccisi, altri morti per tormenti, ed altri di stento, alcuni rifuggiti in Sicilia, e pochi, fra tante vicissitudini di fortuna, rimasti, ma chiusi in carcere. (Libro VII, Regno di Gioacchino Murat”

Pietro Colletta (1775–1831) patriota, storico e generale italiano

1808-1815), Capo II "Fatti di guerra e di brigantaggio, poi distrutto.", XXVII-XXVIII, Tip. e libreria Elvetica, Capolago, 1834
Storia del reame di Napoli

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“L'omo e li animali sono propio transito e condotto di cibo, sepoltura di animali, albergo de' morti, facendo a sé vita dell'altrui morte, guaina di corruzione.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Origine: Da Scritti scelti, p. 76 http://books.google.it/books?id=Xk6kW8Wpmo8C&pg=PT76.

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“Non è generata una bestia nello stesso modo in cui noi lo siamo? Non è il suo corpo nutrito dallo stesso cibo, ferito dagli stessi colpi; non è la sua mente agitata dalle stesse passioni?”

John Lawrence (1753–1839)

Origine: 1798; citato in Marina Baruffaldi, Manuale del giovane animalista, Mondadori, Milano, 1997, p. 23. ISBN 88-04-43323-X

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“«Il cibo è il cielo dell'uomo» e grande virtù deve giudicarsi quella di un uomo che sa preparare un cibo gustoso.”

Yoshida Kenkō (1283–1350) scrittore giapponese

Origine: Citazione dallo Shu Ching, testo classico della letteratura cinese. Come il cielo è indispensabile alla vita di tutte le creature (ad esempio per la luce ed il calore del sole e la pioggia), così il cibo. nota a p. 164 di Ore d'ozio.
Origine: Ore d'ozio, p. 78

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“La scienza può pure continuare con la sua vaghezza; il senso comune mi dice però che il cibo biologico è meglio, meglio in ogni caso di quello cresciuto a furia di organofosfati, antibiotici, ormoni della crescita, cadmio, piombo e arsenico (l'[epa] permette l'impiego di scorie tossiche nei fertilizzanti) e con i fanghi di depurazione e il mangime formato da brandelli sminuzzati di altri animali e dal loro stesso letame.”

Michael Pollan (1955) giornalista statunitense

Origine: Da Behind the Organic-Industrial Complex, The New York Times, 13 maggio 2001; citato in Peter Singer e Jim Mason, Come mangiamo, traduzione di Francesca Tondi, il Saggiatore, Milano, 2011, p. [//books.google.it/books?id=2wafUFd2KQQC&pg=PA232 232]. ISBN 978-88-565-0241-1

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“Se l'uomo non appetisse il cibo o non provasse stimoli sessuali, il genere umano finirebbe subito.”

Olindo Guerrini (1845–1916) poeta e scrittore italiano

citato in Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. xvii http://books.google.de/books?id=NKrxShV75WEC&pg=PR17

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“Le frasi di McLuhan sono un po' come i geroglifici egiziani che si prestano sempre a diverse interpretazioni.”

Gianpiero Gamaleri (1940) giornalista italiano

da McLuhan, un umanista nel villaggio globale in Mediamente del 21.01.1999 http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/g/gamaleri.htm

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“«Una volta» disse mia madre «non esisteva il buio totale. Persino di notte, la luna era luminosa quanto il sole. L’unica differenza stava nella luce, che era blu. Vedevi tutto per chilometri e chilometri e non faceva mai freddo. Si chiamava crepuscolo».
«Perché crepuscolo?».
«Perché è una parola in codice per cielo blu». Mi ero ricordata che si diceva codice blu quando moriva qualcuno, e anche questo aveva a che fare con il cielo.
Un giorno Dio aveva chiamato il pipistrello per dargli una cesta da portare sulla Luna. La cesta era piena di buio, ma Dio non aveva detto al pipistrello cos’era, solo “Portala sulla luna, poi quando torni ti spiego tutto”. Così il pipistrello parte in cerca della luna con la cesta in groppa. Mentre vola verso il cielo, la luna lo vede e si nasconde dietro una nuvola. Il pipistrello è stanco, e si ferma a riposare. Depone la cesta e va in cerca di qualcosa da mangiare. Mentre è a caccia, arrivano altri animali (più che altro lupi e cani, e anche un tasso con una zampa rotta). Pensando che nella cesta ci sia del cibo, gli animali alzano il coperchio, ma dentro c’è solo il buio, e loro non l’hanno mai visto. I cani e i lupi cercano di tirarlo fuori e di giocarci, ma gli guizza tra i denti e scivola via. In quel momento torna il pipistrello, apre la cesta e la trova vuota. Gli altri animali spariscono nella notte e il pipistrello si alza in volo per andare a riprendere il buio. Lo vede dappertutto, ma non riesce proprio a infilarlo di nuovo nella cesta. Per questo il pipistrello ancora oggi dorme tutto il giorno e vola di notte. Cerca sempre di riprendere il buio.”

Jenny Offill (1968)

Le cose che restano

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“Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i médecins-philosophes? No, ammise Pereira, non li conosco, chi sono? I principali sono Théodule Ribot e Pierre Janet, disse il dottor Cardoso, è sui loro testi che ho studiato a Parigi, sono medici e psicologi, ma anche filosofi, sostengono una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sè, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perchè noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone. Il dottor Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto sulla confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione.
Forse, concluse il dottor Cardoso, dopo una paziente erosione c'è un io egemone che sta prendendo la testa della confederazione delle sue anime, dottor Pereira, e lei non può farci nulla, può solo eventualmente assecondarlo. Il dottor Cardoso finì di mangiare la sua macedonia e si asciugò la bocca con il tovagliolo. E dunque cosa mi resterebbe da fare?, chiese Pereira. Nulla, rispose il dottor Cardoso, semplicemente aspettare, forse c'è un io egemone che in lei, dopo una lenta erosione, dopo tutti questi anni passati nel giornalismo a fare la cronaca nera credendo che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, forse c'è un io egemone che sta prendendo la guida della confederazione delle sue anime, lei lo lasci venire alla superficie, tanto non può fare diversamente, non ci riuscirebbe e entrerebbe in conflitto con se stesso, e se vuole pentirsi della sua vita si penta pure, e anche se ha voglia di raccontarlo a un sacerdote glielo racconti, insomma, dottor Pereira, se lei comincia a pensare che quei ragazzi hanno ragione e che la sua vita finora è stata inutile, lo pensi pure, forse da ora in avanti la sua vita non le sembrerà più inutile, si lasci guidare dal suo nuovo io egemone e non compensi il suo tormento con il cibo e con le limonate piene di zucchero.”

Sostiene Pereira

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