Frasi su giovane
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“Vediamo dunque, qual è il processo da cui risulta quella particolar rappresentazione che si suol chiamare umoristica; se questa ha peculiari caratteri che la distinguono, e da che derivano; se vi è un particolar modo di considerare il mondo, che costituisce appunto la materia e la ragione dell'umorismo. […] Ho già detto altrove, e qui m'è forza ripetere– l'opera d'arte è creata dal libero movimento della vita interiore che organa le idee e le immagini in una forma armoniosa, di cui tutti gli elementi han corrispondenza tra loro e con l'idea madre che le coordina. […] Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario".
Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico. […] non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al più sorridere.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

da L'umorismo
Citazioni di Jacopo marino

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“I Genitori non sono mai stati giovani, hanno solo aspettato di diventare Genitori.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 15. All'anima della musica (1994)

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“Il ricco e il povero sono fratelli, e il fratello ricco si chiama Caino.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

da Il giovane re

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“Il giovane è guidato dall'opinione della società come se fosse venuto da te e da me, e avesse detto, cosa dovrei leggere? Che vestito dovrei mettermi? Cosa dovrei dire?”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Citato in Ralph Waldo Emerson: Il pensiero e la solitudine

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“All'uomo prudente giovano più i nemici che allo sciocco gli amici.”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo

da Sapersi servire anche dei nemici, p. 71
Oracolo manuale e arte di prudenza

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“Fai quello che puoi con quello che hai nel posto in cui sei.”

Franklin Delano Roosevelt (1882–1945) 32º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato nel programma televisivo Che tempo che fa, RaiTre, 8 gennaio 2011 e in Luciana Littizzetto, I dolori del giovane Walter, Mondadori, 2010.

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“Quante volte le persone molto ricche non sono felici, perché non hanno saputo attingere all'altra sorgente, all'altra dimensione della ricchezza. Questa dimensione spirituale dove entra Cristo che ci dimostra, che, pur essendo povero, arricchisce tutti.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal discorso Ai giovani della Parrocchia di Sant'Ugo Vescovo http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1992/december/documents/hf_jp-ii_spe_19921213_par-s-ugo_it.html, Roma, 13 dicembre 1992

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“[Sulla vittoria degli US Open 1999] Quando sei così giovane giochi contro avversarie che partono favorite e tu non hai niente da perdere. Nonostante questo, in quell'anno avevo molta fiducia di poter vincere. La fiducia è un fattore che non mi ha mai abbandonato durante la mia carriera.”

Serena Williams (1981) tennista statunitense

Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/26/121263-citazioni_bordo_campo_settembre.shtml, Ubitennis.com, settembre 2008.

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“Sembra che ogni nuova generazione di giovani sia sempre più suscettibile e sempre più pusillanime e ogni nuova generazione di genitori sempre più disposta a proteggerla e a incoraggiare questa pusillanimità, in un crescendo senza fine.”

Javier Marías (1951) scrittore spagnolo

Origine: da La pelle sottile dei nostri ragazzi e l'autorità che manca agli adulti, traduzione di Francesca Buffo, in Corriere della sera dell'11 ottobre 2009.

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“Il tennis ti fa crescere in fretta. Puoi avere diciotto, diciannove anni o persino più giovane e competere in un torneo Challenger, in Turchia o in Asia e non hai nessun amico con te. Se passi al professionismo e non fai dei buoni risultati, non è un sport in cui qualcuno ti dice "Sono dispiaciuto per te."”

Brad Gilbert (1961) allenatore di tennis e ex tennista statunitense

Non c'è nessun salario garantito come nel baseball o nel football.
Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/07/116570-citazioni_bordo_campo_agosto.shtml, Ubitennis.com, agosto 2008.

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“È una cosa lunga, Avdot'ja Romànovna. Si tratta… come posso spiegarvelo?… Si tratta di una specie di teoria, secondo la quale io ritengo, per esempio, che un delitto sia lecito, se lo scopo essenziale è buono. Una sola cattiveria e cento buone azioni! Naturalmente, per un giovane con molti meriti e con un amor proprio smisurato è anche spiacevole sapere che, per esempio, se avesse solo tremila rubli, tutta la sua carriera, tutto il suo avvenire e lo scopo della sua vita assumerebbero un aspetto diverso; e intanto quei tremila rubli non ci sono. Ag­giungete, poi, l'esasperazione provocata dalla fame, da un'abi­tazione angusta, dagli stracci, dalla chiara consapevolezza della sua bella posizione sociale e anche di quella della sorella e della madre. Ma soprattutto la vanità, l'orgoglio e la vanità, accompagnati magari, lo sa Iddio, da inclinazioni buone…. Io non lo accuso, non pensatelo nemmeno, vi prego; e poi, non è affar mio. C'entrava anche una sua teoria personale, una teoria così e così, secondo la quale gli uomini si dividono in mate­riale grezzo e individui speciali, cioè individui per i quali, data la loro posizione elevata, la legge non vale; anzi, sono loro che fanno le leggi per gli altri uomini, per il materiale, per la spazzatura. Non c'è male, una teoria così e così: une thèorie comme une autre. Napoleone lo ha terribilmente affascinato; cioè, con più precisione, lo ha affascinato l'idea che moltissimi uomini geniali non abbiano badato a una cattiveria singola e siano passati oltre, senza stare a pensarci. A quanto sembra, si è immaginato di essere anche lui un uomo geniale, ossia ne è stato convinto per un certo tempo. Ha sofferto molto e soffre ancora, pensando che ha saputo formulare la teoria, ma che non è riuscito a passare oltre senza stare a pensarci, e che, quindi, non è un uomo geniale. […] oggi tutte le cose si sono arruf­fate; del resto, non sono mai state molto in ordine. I russi, in generale, hanno una mentalità molto larga, Avdot'ja Romà­novna, larga come il loro paese, e sono molto inclini alle fantasti­cherie, al disordine; però, è un guaio avere una mentalità larga senza essere particolarmente geniali.”

Delitto e castigo

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“Credo che Michael abbia imparato molto da me, e che lo abbia poi sviluppato. Vederlo giocare mi piaceva moltissimo, ed eravamo amici. Comunque il compito di ogni nuova generazione è di superare quella precedente. Se i giovani non vanno oltre quello che i "vecchi" hanno raggiunto, allora vuol dire che il sistema non sta funzionando.”

Julius Erving (1950) cestista statunitense

Origine: Citato in Roberto De Ponti, Il basket spettacolo di Doctor J «La ricetta? Segnare meno punti» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/02/basket_spettacolo_Doctor_ricetta_Segnare_co_9_090602075.shtml, Corriere della Sera, 2 giugno 2009.

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“Accetto il ruolo di superstar internazionale. Mi piace essere un idolo dei giovani perché amo rappresentare lo sport in modo corretto e quando vedo colleghi che si comportano male in campo – anch'io l'ho fatto – mi dispiace perché vorrei che il tennis desse solo esempi positivi.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2004
Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Federer l'extraterrestre http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/settembre/14/Federer_extraterrestre_ga_10_0409145661.shtml, Gazzetta dello Sport, 14 settembre 2004.

“Il cinema indipendente è il cinema della passione, unico motore di produzioni che non portano alti guadagni, quando ne portano. Giuseppe Lazzari, nel suo primo film ce ne ha messa di passione, portando avanti un progetto che ha realizzato interamente a sue spese. Primo lungometraggio italiano realizzato interamente in 4K, massimo grado di risoluzione digitale, "Sentirsidire" racconta le storie parallele di Ludovico e Filippo, benestante e superficiale il primo, dignitoso e umile il secondo. Due vite diverse, che si incroceranno nella città di Milano, per dare vita ad una profonda amicizia, capace di cambiare entrambi. Trattandosi di un'opera prima, non mancano momenti di debolezza narrativa, e a volte i dialoghi prendono una piega un po' retorica, se non moralistica, ma questo non deve distogliere l'attenzione dalla validità contenutistica e formale del film. Una regia per niente classica e un montaggio creativo, sono accompagnati da un suggestivo uso del sonoro, capace di comunicare perfettamente la cupezza e la drammaticità degli avvenimenti. Degna di nota è la colonna sonora, indubbiamente azzeccata, costituita dalle canzoni di tre artisti non nuovi al panorama cinematografico: Damien Rice, James Morrison e Nate James. Le vicende dei due protagonisti sono alternate seccamente, allo scopo di accentuare (anche attraverso la bella fotografia di Luca Coassin, che ben differenzia l'atmosfera di Agrigento da quella di Milano) il divario tra nord e sud Italia, tra un ambiente ricco ed uno povero, tra due ragazzi che hanno avuto dalla vita possibilità diverse, ma che provano uguale insoddisfazione. Esordio per il regista e prima esperienza sul set per i due attori protagonisti. Il ballerino Mariottini, si dimostra ben entrato nel ruolo di Ludovico e l'attore novizio Taormina, interpreta un Filippo a cui è impossibile non affezionarsi. Annunciato dal web, questo film di denuncia arriva a scuotere le coscienze dei giovani a cui piace sentire storie di giovani come loro. Il regista lo definisce "una spaccatura della parte cupa dell'Italia", e, in effetti, lo è. Si tratta di un film per niente leggero ma drammatico e di forte impatto emotivo. Un film in cui la macchina da presa si muove molto all'interno dello spazio perché vuole vederlo tutto, non vuole perderne nemmeno un frammento. Nessun dettaglio sfugge all'occhio attento di Giuseppe Lazzari, scrupoloso al massimo nel voler raccontare ai giovani (ma anche agli adulti, genitori e non) cosa succede agli altri giovani, e non c'è niente di irreale o di esagerato in questo: la storia dei due amici procede nell'assoluto rispetto di una realtà che l'Italia conosce bene da qualche anno a questa parte.”

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“Viva la Gioventù, che fortunatamente passa, | senza troppi problemi. | Vivere è un dono che ci ha dato il Cielo.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Quand'ero giovane, n. 3
Apriti Sesamo

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“Giovani lo si è sempre, se lo si vuole.”

Franco Califano (1938–2013) cantautore, poeta e scrittore italiano

dall'intervista a La storia siamo noi, programma di Gianni Minoli, 2010

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“L'autorità è derivata dalla ragione, non la ragione dall'autorità, e l'autorità legittima altro non mi sembra essere che la verità scoperta colle forze della ragione.”

Giovanni Scoto Eriugena (810–877) monaco, teologo e filosofo irlandese

Auctoritas siquidem ex vera ratione processit, ratio vero nequaquam ex auctoritate. Omnis enim auctoritas, quae vera ratione non approbatur, infirma videtur esse.
Origine: Da De divisione naturae, I, 72; citato in Giovan Battista Niccolini, Ricordi della vita e delle opera di G.B. Niccolini, vol. I, 1866, p. 390.
Origine: Un giorno, mentre Scoto era a una tavola in faccia al re, questi gli chiese : Quelle distance y a-t-il entre un Scot et un sot? Ed egli rispose: Sire, la table. (1866)

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“Ratzinger ha invitato i giovani alla castità, se funziona con loro poi proverà con i preti.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

Bollito misto con mostarda (2005), Monologo 2005

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“Ai giovani dico sempre: siate europei, non italiani.”

Ivano Fossati (1951) cantautore, compositore e polistrumentista italiano
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“Maradona non è davvero un esempio per i giovani. Ha avuto la chance di ricevere un dono da Dio, quello di saper giocare a calcio. Nonostante la sua vita molto sregolata, c'è ancora gente disposta a dargli un lavoro. Se avessero un po' di coscienza, non lo farebbero più. Se non cambia, non avrà mai più un lavoro. È stato un grande giocatore, ma non è un esempio.”

Pelé (1940–2022) calciatore e dirigente sportivo brasiliano

Origine: Citato in Pelè attacca Maradona: "Se non cambia non lavora" http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/15-10-2010/pele-attacca-maradona-711479280342.shtml, Gazzetta.it, 15 ottobre 2010.

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“Bene faresti meglio a muoverti in fretta quando sei giovane, o non lo sarai per molto da queste parti”

Bruce Springsteen (1949) musicista e cantautore statunitense

The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle

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“Perché i giovani sono sempre incazzati? Perché hanno ragione.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

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“Credo che per un giovane è meglio avere falsi ideali che non averne nessuno.”

Christiane Vera Felscherinow (1962) scrittrice e musicista tedesca

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino

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“La cosa più importante che mi è capitata nella mia carriera di attore è stata quella di avere avuto la fortuna di incontrare grandi maestri. Parlo di Dario Fo, Giorgio Gaber, Carlo Cecchi, Enzo Jannacci e altri che mi hanno aiutato e guidato agli inizi. In questo mestiere gli incontri sono fondamentali. Avendo avuto io questa fortuna, ritengo che sia mio dovere, nei limiti del possibile, incontrare giovani attori, ascoltarli, cercare di scoprire se nelle cose che fanno ci sono i segni di qualcosa di utile, uno spunto per una crescita futura. Quando Giulio Cavalli mi ha inviato la prima bozza del suo Kabum! ho subito accettato di incontrarlo, e poi di occuparmi della supervisione artistica del suo spettacolo. Questo per diversi motivi. Intanto perché questo spettacolo è stato concepito con una tecnica – quella del gramelot – che mi ha riportato al tempo della mia collaborazione con Dario Fo, che di questa tecnica è l'indiscusso maestro. Poi perché Kabum! è un testo incentrato sulla memoria, come tanta parte del mio lavoro. Lavorare sulla memoria è uno dei compiti del teatro. Ricordare è un modo di cercare di immaginare il futuro, recuperare il passato anche per vedere il mondo con occhi diversi, lontano dall'omologazione di tanta TV di oggi. Perché oggi c'è l'Italia della televisione e c'è un'altra Italia, che non si arrende al rincoglionimento generale, come anche questo spettacolo di Giulio Cavalli dimostra. Per me dare una mano ai giovani significa anche fare il possibile per impedire che il teatro italiano perda un'intera generazione. Perché non c'è solo la censura dichiarata, esplicita. C'è anche la censura che deriva dai tagli governativi dei contributi alla cultura, che rischiano di azzerare le possibilità di crescita e di sperimentazione di una nuova generazione di attori e di autori.”

Paolo Rossi (attore) (1953) attore, cantautore e comico italiano

Citazioni di Paolo Rossi
Origine: Citato in Kabum... Come un paio di possibilità http://www.teatronline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=24&Itemid=31/, Bottega dei Maestri Teatrali, 15 gennaio 2007.

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“Porte chiuse come all'inferno, | sono giovane, ho le idee, c'ho i soldi e questi mi tengono fermo.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Guerra e pace, n. 15
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“Ben venga la tecnologia, dunque, perché rappresenta certamente il futuro, ma ricordiamo che l'elemento uomo, che parrebbe da essa quasi relegato in secondo piano, rimane il centro, il motore, l'anima di quest'universo che ci sforziamo di governare. L'uomo e l'inquietudine, figlia dei tempi, che l'accompagna.
Perché inquietudine? Guardiamo in particolare al mondo della Magistratura e pensiamo all'aria avvelenata in cui essa si trova troppo spesso ad operare, e ci chiediamo se ciò avvenga per colpe proprie ovvero per gratuiti e interessati attacchi esterni. Ma è vano cercare di sciogliere il dilemma; occorre invece che ci si adoperi con ogni energia per togliere voce a quanti imputano ad alcuni esponenti della magistratura scarsa diligenza o vanità personale o spinte ideologiche che li orienterebbero altrove rispetto a un'interpretazione corretta e serena della norma. Se queste incrostazioni esistono devono essere rimosse perché lo esige la collettività e lo merita la stragrande maggioranza dei magistrati, per i quali la disposizione prevalente è quella della dedizione incondizionata, della volontà tenace di esercitare il proprio ministero in vista del solo bene comune, con spirito di sacrificio e senza clamori: nel silenzio che spesso non paga ma è dignità di servizio e gratificazione di coscienza. Parimenti, non sono più sopportabili quegli attacchi gratuiti, di provenienza varia, ingeneroso esercizio ormai troppo diffuso di quanti applicano la regola secondo cui la miglior difesa consiste nel distruggere l'immagine del "nemico". Il convincimento da taluni nutrito, da altri propagandato, del giudice come di un soggetto onnipotente e sordo ai problemi di coscienza, e teso a chissà quali fini impropri, è fasullo e banale: quanti ci sono vicini per ragioni di lavoro o affettive conoscono l'ansia del dubitare, la paura di non sapere offrire le corrette risposte, di non poter cogliere il frutto che a volta pare proibito e si chiama giustizia.
Non c'è e non ci può essere indifferenza nell'atto del giudicare. Non si avvia un uomo al calvario di un processo penale né lo si condanna con il sorriso sulle labbra, non si respinge un immigrato onesto con una scrollata di spalle, non si toglie un bambino a una madre o a un padre senza subirne un contraccolpo doloroso come un pugno nello stomaco. Stati d'animo con i quali il buon magistrato fa i conti in compagnia delle sole voci di dentro che impietosamente gli ricordano giorno dopo giorno come una decisione sbagliata possa stravolgere una vita e uccidere una speranza.
Rubo ancora un minuto alla vostra pazienza per un'ultima annotazione: entro pochi giorni o settimane un gruppo di magistrati milanesi chiuderà la propria attività, e a loro voglio dire: per quaranta e più anni s'è combattuta, credo, la buona battaglia – mi perdoni San Paolo per la citazione che non vuole essere irriverente – e ho speranza che ora, giunti al termine della corsa, integra si sia conservata in ognuno la fiducia negli ideali per i quali tutti fummo avviati a questo lavoro. A quanti operano e opereranno nel mondo del diritto, magistrati, avvocati, personale amministrativo, ai giovani soprattutto, auguro di raccogliere in abbondanza, forti del loro impegno e con l'aiuto di Dio, i frutti di quanto di buono si va seminando perché questo Paese, che è stato la culla del diritto e che a volte ci dilettiamo noi stessi a bistrattare al di là dei suoi demeriti, mentre dispensiamo ammirazione incondizionata a quasi tutti gli altri popoli del mondo che hanno invece, quasi tutti, tanto da imparare; questo Paese al quale, fuor d'ogni retorica, credete, mi onoro e sono fiero di appartenere, rivendichi e riprenda il suo ruolo di portabandiera nella faticosa ma entusiasmante corsa di civiltà che porta al traguardo della Giustizia.”

Ruggero Pesce (1938) giudice italiano

da Discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario 2010 per il distretto della Corte d'Appello di Milano del Presidente Ruggero Pesce http://it.wikisource.org/wiki/Discorso_di_inaugurazione_dell%27anno_2010_per_il_distretto_della_Corte_d%27Appello_di_Milano