Frasi su ignorante

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema ignorante, essere, proprio, cosa.

Frasi su ignorante

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“Mi sfottono per l'accento, per i modi, per qualche parolaccia. Se lo dice Valentino Rossi, col suo dialetto, tutti ridono; se lo dico io, sono un coatto, un ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante stia a Roma e non altrove. Il potere del calcio non è un'esclusiva del Nord, ma la musica è sempre la stessa: noi romani siamo viziati, pigri, prepotenti. La pensino come vogliono, io sono nato romano e romanista. E così morirò.”

Francesco Totti (1976) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Stefano Petrucci, Totti: «Guai a chi tocca ancora la mia Ilary» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/29/Totti_Guai_chi_tocca_ancora_co_0_0207291833.shtml, Corriere della sera, 29 luglio 2002, p. 32.

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“L'amicizia con l'ignorante è cosa non meno sciocca che il ragionare con un ubriaco.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

La Voce del Maestro

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“Ma c'è una ragione, c'è una ragione. L'istruzione fa schifo e per questo non verrà mai fatta funzionare. Non andrà meglio, accontentatevi di ciò che avete. Perché i proprietari di questa nazione non lo vogliono. Sto parlando dei veri proprietari adesso. I veri proprietari, i grandi e benestanti gruppi d'interesse sono coloro che controllano le cose e prendono tutte le decisioni importanti. Scordatevi i politici: i politici vengono messi lì per darvi l'impressione che abbiate possibilità di scelta. Non l'avete! Non avete scelta. Avete padroni. Vi posseggono. Posseggono tutto. Posseggono ogni terreno importante, È tutto controllato dalle multinazionali. Da quando sono nate hanno pagato il Senato, il Congresso, le case statali, i municipi. Hanno in mano i giudici e posseggono i media, così controllano proprio tutte le notizie che vi capita di ascoltare. Vi tengono per le palle! Spendono miliardi di dollari l'anno per fare lobbismo, per ottenere quello che vogliono. Beh, noi sappiamo cosa vogliono: vogliono di più per se stessi e meno per tutti gli altri. Ma vi dico io cosa non vogliono: non vogliono una popolazione di cittadini capaci di pensiero critico. Non vogliono persone ben informate e ben istruite capaci di pensiero critico. No, di sicuro non vogliono questo. Non gli serve, è contro i loro interessi. Non vogliono gente abbastanza intelligente da sedersi al tavolo di cucina e accorgersi di quanto a fondo lo stanno prendendo nel culo da un sistema che li ha buttati a mare trenta anni fa. Non vogliono questo. Sapete cosa vogliono? Lavoratori ubbidienti. Lavoratori ubbidienti, gente abbastanza brava da far funzionare le macchine e fare il lavoro d'ufficio e stupidi abbastanza da accettare passivamente tutti questi lavori sempre più di merda, con paghe più basse e orari sempre più lunghi, extra ridotti, la morte degli straordinari e la pensione evanescente che sparisce nell'attimo esatto in cui vai a ritirarla. E adesso stanno venendo a prendersi i soldi dalla tua assicurazione sociale. Vogliono la tua cazzo di pensione, la vogliono indietro per darla ai loro amici di Wall Street. E sapete una cosa? Lo otterranno. Avranno tutto da voi prima o poi perché posseggono tutto quanto. È un grande club, e voi non ne fate parte. Voi e io non facciamo parte del grande club. E, a proposito, è lo stesso grande club che è solito mettervi i piedi in testa e dirvi in cosa dovete credere. Tutto il tempo vi sta col fiato sul collo attraverso i media, dicendovi cosa credere cosa pensare e cosa comprare. Il banco è manipolato, gente, il gioco è truccato. E sembra che nessuno se ne accorga, che non importi a nessuno. Buona gente onesta che lavora sodo, tute blu e colletti bianchi, non importa il colore del colletto della camicia che portate. Buona gente onesta di estrazione modesta, continua ad eleggere tutti questi ricchi stronzi ai quali non frega un cazzo di loro. Se ne fregano di voi, non gliene importa proprio niente, niente, niente. E nessuno sembra accorgersene, sembra che non importi a nessuno. Questo è ciò su cui contano i proprietari: che gli americani resteranno probabilmente e deliberatamente ignoranti su quel bel cazzone bianco rosso e blu che ogni giorno gli viene pompato nel culo. Perché i proprietari di questa nazione sanno la verità. Lo chiamano il sogno americano, perché devi essere addormentato per crederci.”

George Carlin (1937–2008) comico, attore e sceneggiatore statunitense

There's a reason for this, there's a reason education sucks, and it's the same reason it will never ever ever be fixed. It's never going to get any better. Don't look for it. Be happy with what you've got... because the owners of this country don't want that. I'm talking about the real owners now... the real owners. The big wealthy business interests that control things and make all the important decisions. Forget the politicians. The politicians are put there to give you the idea that you have freedom of choice. You don't. You have no choice. You have owners. They own you. They own everything. They own all the important land. They own and control the corporations. They've long since bought and paid for the Senate, the Congress, the state houses, the city halls. They got the judges in their back pockets and they own all the big media companies, so they control just about all of the news and information you get to hear. They got you by the balls. They spend billions of dollars every year lobbying. Lobbying to get what they want. Well, we know what they want. They want more for themselves and less for everybody else, but I'll tell you what they don't want. They don't want a population of citizens capable of critical thinking. They don't want well-informed, well-educated people capable of critical thinking. They're not interested in that. That doesn't help them. That's against their interests. They don't want people who are smart enough to sit around the kitchen table and figure out how badly they're getting fucked by a system that threw them overboard 30 fucking years ago. You know what they want? Obedient workers people who are just smart enough to run the machines and do the paperwork but just dumb enough to passively accept all these increasingly shittier jobs with the lower pay, the longer hours, reduced benefits, the end of overtime and the vanishing pension that disappears the minute you go to collect it. And, now, they're coming for your Social Security. They want your fucking retirement money. They want it back, so they can give it to their criminal friends on Wall Street. And you know something? They'll get it. They'll get it all, sooner or later, because they own this fucking place. It's a big club, and you ain't in it. You and I are not in the big club. By the way, it's the same big club they use to beat you over the head with all day long when they tell you what to believe. All day long beating you over the head with their media telling you what to believe, what to think and what to buy. The table has tilted folks. The game is rigged and nobody seems to notice. Nobody seems to care. Good honest hard-working people – white collar, blue collar, it doesn't matter what color shirt you have on. Good honest hard-working people continue – these are people of modest means – Continue to elect these rich cocksuckers who don't give a fuck about you. They don't give a fuck about you. They don't care about you at all. At all. At all. And nobody seems to notice. Nobody seems to care. That's what the owners count on. The fact that Americans will probably remain willfully ignorant of the big red, white and blue dick that's being jammed up their assholes every day, because the owners of this country know the truth. It's called the American Dream, 'cause you have to be asleep to believe it.
Life Is Worth Losing
Origine: I colori della bandiera degli Stati Uniti d'America

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“Quanto più uno è ignorante tanto più è audace e pronto a scrivere.”

Baruch Spinoza (1632–1677) filosofo olandese

L, 1974
Epistolario

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“La logica è solo un modo per essere ignorante in modo abissale.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 14. Tartarughe Divine (1992)

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“Il dramma delle culture, infatti – compresa quella europea –, è consistito in passato nel fatto che i loro primi contatti reciproci sono stati quai sempre appannaggio di gente della peggior risma: predoni, soldataglie, avventurieri, criminali, mercanti di schiavi e via dicendo. Talvolta, ma di rado, capitava anche gente diversa, come missionari in gamba, viaggiatori e studiosi appassionati. Ma il tono, lo standard, il clima fu conferito e creato per secoli dall'internazionale della marmaglia predatrice che non badava certo a conoscere altre culture, a cercare un linguaggio comune o a mostrare rispetto nei loro confronti. Nella maggior parte dei casi si trattava di mercenari rozzi e ottusi, privi di riguardi e di sensibilità, spesso analfabeti, il cui unico interesse consisteva nell'assaltare, razziare, uccidere. Per effetto di queste esperienze le culture, invece di conoscersi a vicenda, diventavano nemiche o, nel migliore dei casi, indifferenti. I loro rappresentanti, a parte i mascalzoni di cui sopra, si tenevano alla larga, si evitavano, si temevano. Questa manipolizzazione dei rapporti interculturali da parte di una classe rozza e ignorante ha determinato la pessima qualità dei rapporti reciproci. Le relazioni interpersonali cominciarono a venir classificate in base al criterio più primitivo: quello del colore della pelle. Il razzismo divenne un'ideologia per definire il posto della gente nell'ordinamento del mondo. Da una parte i Bianchi, dall'altra i Neri: una contrapposizione dove spesso entrambe le parti si sentivano a disagio.”

Ebano

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“Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quello che ci viene chiesto.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Il filosofo ignorante

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“Non può non essere sapiente chi si ritiene ignorante!”
Non pote non sapere, qui se stultum intellegit.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Non è privo di senno chi capisce di essere sciocco.
Sententiae

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“L'ignorante è non solo zavorra, ma pericolo della nave sociale.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

Attenzione!

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“La signorina Abbott aveva avuto anche lei una serata meravigliosa, né ricordava d'aver mai visto simili stelle e un tale cielo. La sua testa, anch'essa, era piena di musica, e quella notte, quando aprì la finestra, la sua camera si riempì di aria calda e dolce. Era immersa nella bellezza, di dentro e di fuori; non poteva andare a letto per la felicità. Era mai stata così felice? Sì, una volta; e proprio qui, una sera in marzo, la sera in cui Gino e Lilia le avevano parlato del loro amore… la sera i cui mali era venuta adesso a riparare.
Emise un improvviso grido di vergogna. «Quest'ora… lo stesso posto… la stessa cosa,» — e incominciò a mortificare la sua felicità, sapendo che era colpevole. Era qui per combattere contro questo luogo, per portare in salvo una piccola anima che era ancora innocente. Era qui per difendere la moralità e la purezza, la santità della vita di una famiglia inglese. Quella primavera, aveva peccato per ignoranza; adesso non era più ignorante. «Signore, aiutatemi!» gridò, e chiuse la finestra come se ci fosse della magia nell'aria che la circondava. Ma le melodie non le uscivano dalla testa, e per tutta la notte fu turbata da torrenti di musica, da applausi e da risate, e da giovanotti arrabbiati che urlavano il distico del Baedeker:
Poggibonizzi, fatti in là,
che Monteriano si fa città!

Poggibonsi le si rivelò mentre quelli cantavano — un luogo sperduto e senza gioia, pieno di gente insincera. Quando si destò riconobbe che quel luogo era Sawston.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

cap. VI, p. 153

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“"Tu sei uno sciocco" diceva il Signore delle Mosche "nient'altro che uno sciocco, un ignorante." Simone mosse la lingua, ch'era tutta gonfia, ma non disse nulla. "Non ti pare?" disse il Signore delle Mosche "non sei uno sciocco e basta?" Simone gli rispose con la stessa voce senza suono. "E allora" disse il Signore delle Mosche "faresti meglio a correr via e a giocare con gli altri. Credono che tu sia un po' tocco. Tu non vuoi mica che Ralph creda che tu sia un po' tocco, no? Ti è simpatico Ralph, no? E anche Piggy, anche Jack, no?" La testa di Simone era alzata un po' in su. I suoi occhi non si potevano staccare dal Signore delle Mosche sospeso nel vuoto davanti a lui. "Che cosa stai a fare qui tutto solo? Non ti faccio paura?" Simone ebbe un sussulto. "Non c'è nessuno che ti possa dare aiuto. Solo io. E io sono la Bestia." La bocca di Simone si aprì a fatica e vennero fuori delle parole comprensibili: "Una testa di maiale su un palo." "Che idea pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e ucciddere!" disse la testa di maiale. Per un po' la foresta e tutti gli altri posti che si potevano appena vedere risuonarono della parodia di una risata. "Lo sapevi no?.. che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino. Che io sono la ragione per cui non c'è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?" La risata echeggiò di nuovo. "Su" disse il Signore delle Mosche ".. torna dagli altri, e dimenticheremo tutto quanto." La testa di Simone girava, scoppiava. I suoi occhi erano semichiusi, come se imitassero quella cosa oscena sul palo. Egli sapeva che stava per venirgli uno dei suoi accessi. Il Signore delle Mosche si gonfiava come un pallone. "Questo è ridicolo. Tu sai benissimo che non mi incontrerai altro che lì.. dunque non cercare di fuggire." Il corpo di Simone era inarcato e rigido. Il Signore delle Mosche parlava con la voce d'un maestro di scuola. "Questo scherzo è durato abbastanza, davvero. Mio povero bambino traviato, credi di saperne più di me?" Ci fu una pausa. "Ti metto in guardia. Sto per perdere la pazienza. Non vedi? Non c'è posto, per te. Capito? Su quest'isola ci divertiremo. Capito? Su quest'isola ci divertiremo. Dunque non provarci nemmeno, mio povero ragazzo traviato, altrimenti.. " Simone si accorse che stava guardando dentro una gran bocca. Dentro c'era buio, un buio, che dilagava. "Altrimenti.." disse il Signore delle Mosche "ti faremo fuori. Capisci? Jack e Ruggero e Maurizio e Roberto e Guglielmo e Piggy e Ralph. Ti faremo fuori. Capisci?" Simone era dentro la bocca. Cadde e perse coscienza.”

Origine: Il Signore delle Mosche, p. 168 "Il signore delle mosche" edizione oscar mondadori

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“Non ignoro che la voce dei semplici e degli ignoranti stessi penetra i cicli se è mossa dal divino Spirito. Povera umanità se così non fosse!”

Antonio Rosmini (1797–1855) filosofo e sacerdote italiano

Le cinque piaghe della Santa Chiesa

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“Tra tanti ignoranti sfornati dall'Università, quindi riconosciuti per legge, io faccio eccezione: nessuno mi ha insegnato a essere ignorante, lo sono diventato da solo. Un vero autodidatta.”

Pino Caruso (1934–2019) attore italiano

Origine: Citato in Tano Gullo, La grande fuga dei bravi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/07/04/la-grande-fuga-dei-bravi.html, la Repubblica, 4 luglio 2000.

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“L'amore senza la conoscenza, o la conoscenza senza l'amore, non possono maturare una vita retta. Nel Medioevo, allorché la pestilenza mieteva vittime, santi uomini riunivano la popolazione nelle chiese per pregare, cosicché l'infezione si diffondeva con straordinaria rapidità fra le masse dei supplicanti. Ecco un esempio di amore senza conoscenza. La grande guerra è un esempio di conoscenza senza amore. In entrambi i casi le conseguenze furono disastrose. Benché amore e conoscenza siano necessari, l'amore è, in certo senso, più fondamentale perché spinge l'intelligenza a scoprire sempre nuovi modi di giovare ai propri simili. Le persone non intelligenti si accontenteranno di agire secondo quanto è stato loro detto, e potranno causare danno, proprio per la loro ingenua bontà. La medicina suffraga questa opinione: un bravo medico è più utile a un ammalato che non l'amico più devoto; e il progresso della scienza medica giova alla salute della comunità più che una ignorante filantropia. Tuttavia, anche al medico è necessaria la benevolenza, affinché tutti, e non soltanto i ricchi, possano approfittare delle scoperte scientifiche.”

Origine: Da Perché non sono cristiano, Longanesi, 2006 (1960); citato in La vita retta da "Perché non sono cristiano" di Bertrand Russell http://www.riflessioni.it/testi/vita-retta.htm, Riflessioni.it.

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“L'artista più attaccato, più maltrattato, da quindici anni, dalla stampa e dal pubblico, è Cézanne. Non c'è epiteto offensivo che non venga accostato al suo nome, e le sue opere hanno ottenuto un successo d'ilarità che dura ancora. […] Cézanne appare come un greco della belle époque; le sue tele hanno la calma, la serenità eroica dei dipinti e delle terrecotte antiche, e gli ignoranti che ridono davanti ai Bagnanti, per esempio, mi fanno l'effetto di barbari che criticano il Partenone. Cézanne è un pittore, e un grande pittore. Quelli che non hanno mai preso in mano un pennello o una matita hanno detto che non sapeva disegnare, e gli hanno rimproverato "imperfezioni" che non sono che una raffinatezza ottenuta grazie a un'enorme abilità. So bene che, nonostante tutto, Cézanne non può avere il successo dei pittori alla moda […] ma la sua pittura ha l'inesprimibile fascino dell'antichità biblica e greca, i movimenti dei personaggi sono semplici e grandi come nelle sculture antiche, i paesaggi hanno una maestà imponente, e le sue nature morte così belle, così esatte nei rapporti tonali, hanno, nella loro verità, qualcosa di solenne. In tutti i suoi dipinti, l'artista commuove, perché egli stesso prova, davanti alla natura, un'emozione violenta che l'abilità trasmette alla tela.”

Georges Riviere (1855–1943)

da L'Impressionniste, 1 aprile 1877
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“Mosè ha dato della differenza delle lingue una ragione superlativamente favolosa. Dice che i figli degli uomini, riunitisi, volevano fabbricare una città e, in essa, una gran torre; ma Dio dichiarò: qui bisogna scendere e confondere le loro lingue. - E, perché nessuno creda che io voglia darla ad intendere, leggiamo nel testo stesso di Mosè, quel che segue: «E dissero: "Orsù; fabbrichiamoci una città ed una torre, la cui cupola giunga fino al cielo; e facciamoci un nome prima di essere dispersi su tutta la faccia della terra". E scese il Signore a vedere la città e la torre, che i figli degli uomini edificavano. E disse il Signore: "Ecco, essi sono un medesimo popolo, e una medesima lingua hanno tutti; e questo cominciarono a fare; ed ora non resteranno dal compiere tutto ciò che hanno cominciato. Dunque: discendiamo là, e confondiamo la loro lingua, affinché non capisca l'uno la parola dell'altro". E li disperseil Signore Iddio su tutta la faccia della terra, ed essi cessarono di fabbricare la città e la torre».Poi volete che a questo crediamo; ma voi non credete a ciò che dice Omero degli Aloadi, che tre montagne meditavano di porre l'una sull'altra, «onde fosse ascendibile il cielo». Per me io dico che questo racconto è ugualmente favoloso che quello. Ma voi, che il primo accogliete, per qual ragione, in nome di Dio, respingete la favola di Omero? Poiché questo - credo - uomini ignoranti non lo capiscono: che, se anche tutte le genti che popolano la terra avessero la medesima voce e la medesima lingua, fabbricare una torre che arrivi fino al cielo non potrebbero affatto, quand'anche facessero mattoni di tutta quanta la terra. Mattoni ce ne vorrebbero infiniti di grandezza pari a tutta intera la terra per arrivare al solo cerchio della luna. Ammettiamo pure che tutte le genti si siano riunite parlando una stessa lingua ed abbiano ridotto in mattoni e cavato le pietre di tutta la terra; come potranno arrivare fino al cielo, se anche la loro opera dovesse stendersi più sottile di un filo allungato? In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidentemente falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità di voce degli uomini e per questo sia disceso a confonderne le lingue, oserete ancora menare vanto della vostra conoscenza di Dio?”

Flavio Claudio Giuliano (331–363) imperatore romano

Contro i galilei

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“La teoria [della relatività] è come un mendicante vestito color porpora che la gente ignorante scambia per un re.”

Nikola Tesla (1856–1943) fisico, inventore e ingegnere serbo naturalizzato statunitense

dal New York Times dell'11 luglio 1935, p. 23

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“E vi garantisco che uno sciocco colto è più sciocco d'uno sciocco ignorante.”

Molière (1622–1673) commediografo e attore teatrale francese

Le donne saccenti

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“È lecito al maestro castigare lo scolaro ignorante!”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto I, Scena Quinta
La ragazza sciocca

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“Lionello: Affé mia, avete perduto la ferula, perché lo «spettegolatoio» pubblico è già occupato!
Barrildo: Come vi è andata a Salamanca?
Lionello: Storia lunga da raccontare.
Barrildo: Sarete diventato un Bartolo!
Lionello: Nemmeno un barbiere! Come vi dicevo, è cosa ben nota in questa facoltà quello che vi riferisco.
Barrildo: Mi sembra che abbiate tratto molto profitto dagli studi.
Lionello: Ho cercato di imparare quello che più importa.
Barrildo: Da quando escono tanti libri per le stampe, non c'è nessuno che non presuma di saper tutto.
Lionello: È appunto per questo, a mio parere, si sa ancor meno, poiché l'eccesso di nozioni genera confusione e risolve in vana schiuma i tentativi di sapere, sicché persino chi è più avvezzo a leggere si sente confondere a vedere tante pagine stampate. Io certamente non nego che l'arte della stampa abbia permesso a mille ingegni di distinguersi dalla massa dei ciarloni, e che custodisce quasi in luogo sacro le sue opere, poesie al riparo dalle offese del tempo, il quale poi le distribuisce e le classifica. Questa invenzione si deve a Gutemberg, um famoso tedesco di Magonza, la cui fama supera ogni altro valore. Tuttavia molti che ebbero idee degne di considerazione, le persero proprio per aver dato alle stampe le loro opere, senza contare che molti stamparono sciocchezze dandosi arie di sapienti, mentre altri, vittime di bassa invidia, scrissero indegne insulsaggini e le mandarono in giro per il mondo, stampate, sotto il nome di coloro che essi odiavano.
Barrildo: Non sono di codesta opinione.
Lionello: È fatale che l'ignorante si vendichi del letterato.
Barrildo: La stampa è una cosa molto importante, Lionello!
Lionello: Il mondo è rimasto per molti secoli privo di essa! Né vediamo nel secolo presente personalità eccelse come quelle di un san Gerolamo o di un sant'Agostino…
Barrildo: Lasciamo codesto discorso, e accomodatevi, ché mi parete stanco.”

Atto II, scena II, p. 30-31.
Fuenteovejuna

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“Confrontare è per l'ignorante un comodo sistema per dispensarsi dal giudicare.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che coniuga da lungo tempo l'avarizia più sordida alla superstizione più odiosa e all'odio più irrefrenabile per i popoli che li tollerano e li arricchiscono.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Ebrei
Dizionario filosofico

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“… BOSWELL. «Quando venni a trovarvi, pensavo di vedere un grandissimo ma cattivissimo uomo». VOLTAIRE. «Siete molto sincero». BOSWELL. «Sì, ma la stessa [sincerità] mi fa confessare che ho trovato il contrario. Solo il vostro Dictionnaire philosophique [mi turba]. Per esempio. Âme, l'Anima…». VOLTAIRE. «Quello è un buon articolo». BOSWELL. «No. Scusate. Non è [l'immortalità] un'idea piacevole? Non è più nobile?». VOLTAIRE. «Sì. Voi avete il noblie desiderio di essere il Re d'Europa. [Dite] "Lo desidero, e chiedo la vostra protezione [per continuare a desiderarlo]". Ma non è probabile». BOSWELL. «No. Ma se non può essere in un modo, non è detto che non possa essere nell'altro. [Come Catone, diciamo] "Dev'essere così", finché [arriviamo a possedere] l'immortalità». VOLTAIRE. «Ma prima di dire che quest'anima esisterà, dobbiamo sapere che cosa sia. Io non conosco la causa. Non posso giudicare. Non posso essere un giudice. Cicerone dice, potius optandum quam probandum. Noi siamo esseri ignoranti. Siamo gli zimbelli della Provvidenza. Io sono il povero Punch». BOSWELL. «Non vorreste che vi fossero pubbliche funzioni?». VOLTAIRE. «Sì, con tutto il cuore. Riuniamoci quattro volte all'anno in un gran tempio con musica, e ringraziamo Dio di tutti i suoi doni. V'è un solo sole. V'è un solo Dio. Vi sia una sola religione. Allora tutti gli uomini saranno fratelli». BOSWELL. «Potrò scrivervi in inglese, e voi mi risponderete?»”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

VOLTAIRE. «Sì. Addio».
Origine: Citato in James Boswell, Visita a Rousseau e a Voltaire, traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973, pp. 108-109.

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“La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.”

Vincenzo Gioberti (1801–1852) filosofo

Del rinnovamento civile d'Italia

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“Gli ignoranti non possono non odiare, e temere insieme, coloro che si occupano delle cose ch'essi non capiscono.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

da L'occasione perduta, p. 111
La tentazione di Adamo e altri racconti

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“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
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“Gli ignoranti non hanno mai opinione.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

848; p. 101
Il teatro della politica

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