Frasi su immortale
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“I più disperati sono i canti più belli | e ne so d'immortali che sono puri singhiozzi.”

Alfred De Musset (1810–1857) poeta, scrittore e drammaturgo francese

(da La notte di maggio, in Poesie nuove)
I più disperati sono i canti più belli. Ne conosco di immortali che sono dei veri singhiozzi.

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“La mediocrità non ha consolazione più grande del pensiero che il genio non è immortale.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“L'umanità è il lato immortale dell'uomo mortale.”

Karl Ludwig Borne (1786–1837) scrittore

Origine: Citato in Focus, n. 110, pag. 175.

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“L'avvocato Pietro Giannone faticò intorno ad una parte della istoria italiana, come fatto aveva il Maffei, ed al par di lui si rendette immortale.”

Giuseppe Maffei (1821–1901) pittore e architetto, storico e critico letterario italiano.

Vol. III, p. 18
Storia della Letteratura Italiana

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“Una conoscenza diffusa si rende immortale da sola.”

Thomas Macaulay (1800–1859) storico e politico britannico

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“Fu il tuo bacio, amore, a rendermi immortale.”

Margaret Fuller (1810–1850) scrittrice, giornalista e patriota statunitense

Origine: Da Dryad Song

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“Oggi esiste un solo giocatore immortale nel mondo e quello è Fischer. È bello essere modesti, ma è stupido non dire la verità.”

Bobby Fischer (1943–2008) scacchista statunitense

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 89, ISBN 88-8598-826-2.

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“[A proposito del terremoto di Sendai del 2011] Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909).
In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale.
Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. […]
In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. […]
Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.
Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. […]
Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011; citato in Corrispondenza Romana http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55=, 25 marzo 2011

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“Perché affatichi con propositi immortali l'animo, che è tanto da meno?”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

II, 11, 11-12
Quid aeternis minorem
Consiliis animum fatigas?
Odi

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“Del Solo Cheroneo le carte a nui | Ei dona, che virtude a obblio sol toglie, | E che fatto immortale avria pur lui.”

Andrea Matteo Acquaviva (1458–1529) letterato italiano

citato in Carlo Antonio de Rosa, Ritratti poetici di alcuni uomini di lettere antichi e moderni del regno di Napoli, dalla Stamperia e Cartiera del Fibreno, Napoli 1834

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“[Su James Stewart] Anche solo la straziante sequenza finale di "La donna che visse due volte" basterebbe a renderlo immortale.”

Peter Bogdanovich (1939) regista, attore e sceneggiatore statunitense

Origine: Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood, p. 386

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“Carlo Marx diede un grande contributo alla causa per la liberazione dell'umanità ed a causa dei suoi immortali sforzi il suo nome è ancora conservato nel cuore della classe lavoratrice e della gente di tutti i Paesi.”

Kim Jong-il (1941–2011) dittatore nordcoreano

da Lasciateci avanzare sotto lo stendardo del Marxismo-Leninismo e coll'idea dello "Ju-che" http://books.google.com/books?id=0J4cGQAACAAJ, 1983

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“Una conoscenza diffusa si rende immortale da sola.”

James Mackintosh (1765–1832) storico scozzese

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“Ricordo, come ha detto il sindaco di Catania Scapagnini, che sono immortale…”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla trasmissione Radio anch'io; citato in Berlusconi a tutto campo: riforme, pensioni andiamo avanti http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/politica/rifoistuno/berlus/berlus.html, Repubblica.it, 9 marzo 2004.

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“Quando saprai l'arte di chi dimentica, imparerai a non ferirti mai.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

da Immortale
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“Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre.
Spirito del mare. Che vuoi?
Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità.
Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare?
Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa.
Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce).
Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.

La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi?
Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità.
La coda. Perché lo chiedi a me?
Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo.
La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce).”

Terenzio Mamiani (1799–1885) filosofo, politico e scrittore italiano

IX.
Prose letterarie, Avvertenza

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“L'uom tre volte chiarissimo e divino | Il famoso immortal Pietro Aretino.”

Girolamo Maggi (1523–1572)

da Guerra di Fiandra, Canto II, verso 56; citato in Carlo Promis, Vita di Girolamo Maggi d'Anghiari

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“Immagini del viaggio e della montagna
O se come il torrente che rovina | E si riposa nell'azzurro eguale, | Se tale a le tue mura la proclina | Anima al nulla nel su andar fatale, | Se a le tue mura in pace cristallina | Tender potessi, in una pace eguale, | E il ricordo specchiar di una divina | Serenità perduta o tu immortale | Anima! o Tu!”

Dino Campana (1885–1932) poeta italiano

Ecco la notte: ed ecco vigilarmi | E luci e luci: ed io lontano e solo: Quiete è la messe, verso l'infinito | (Quieto è lo spirto) vanno muti carmi | A la notte: a la notte: intendo: Solo | Ombra che torna, ch'era dipartito... (p. 36)
Origine: Canti orfici e altri scritti, p. 35

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“Con fantascienza ["scientifiction"] intendo il genere di storie scritto da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe: un'affascinante romance intimamente mescolato a dati scientifici e visioni profetiche. […]
Edgar Allan Poe può giustamente essere chiamato il padre della "fantascienza". Fu lui che a dare veramente inizio al romance, a intessere brillantemente nella e attorno alla storia un filo scientifico. Jules Verne, con i suoi romance strabilianti, anch'essi intessuti di un filo di scienza, venne per secondo. Poco più tardi giunse H. G. Wells, le cui storie di fantascienza, al pari di quelle dei suoi precursori, sono diventate famose e immortali.
Bisogna ricordare che viviamo in un mondo completamente nuovo. Duecento anni fa, le storie di questo tipo non erano possibili. La scienza, nelle sue varie branche di meccanica, elettricità, astronomia ecc., entra oggi così intimamente nelle nostre vite, e noi siamo così immersi in questa scienza, da essere ormai abituati a dare per scontate nuove invenzioni e scoperte. L'intero nostro modo di vivere è cambiato con l'attuale progresso e non c'è da stupirsi, perciò, se molte situazioni fantastiche – impossibili cent'anni fa – sono oggi reali. È in queste situazioni che i nuovi autori di romance trovano la loro grande ispirazione.
Non solo queste storie sbalorditive sono una lettura tremendamente interessante: esse inoltre sono sempre istruttive. Forniscono conoscenze che non potremmo ottenere in altro modo, e le forniscono in modo assai gradito al palato. Perché i migliori di quei moderni scrittori di fantascienza hanno la dote di impartire conoscenza, e anche ispirazione, senza mai farci capire che ci impartiscono un insegnamento.
E non solo! Poe, Verne, Wells, Bellamy e molti altri si sono dimostrati veri poeti. Le profezie fatte in molte delle loro storie più strabilianti sono in corso di realizzazione, o sono già state realizzate. Prendete per esempio il fantastico sottomarino della più famosa storia di Jules Verne, "Ventimila leghe sotto i mari."”

Hugo Gernsback (1884–1967) inventore, editore e scrittore lussemburghese

Ha previsto l'odierno sottomarino fin quasi all'ultimo bullone! Le nuove invenzioni ritratte per noi nell'odierna fantascienza non sono affatto impossibili da realizzarsi domani.
Origine: Estratto dall'editoriale del primo numero della rivista Amazing Stories, 5 aprile 1926; citato in Riccardo Valla, Storia della fantascienza - Hugo l'inventore http://www.fantascienza.com/delos/delos52/storia.html, Delos Science Fiction n. 52, dicembre 1999-gennaio 2000

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“Amor fra l'ombre inferne | seguirammi immortale, onnipotente.”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

da Meritamente

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“Le amicizie devono essere immortali, e mortali le inimicizie.”

Quinto Cecilio Metello politico romano

citato in Tito Livio, XL, 46; 1997
Vulgatum illud, quia verum erat, in proverbium venit, amicitias immortales, <mortales> inimicitias debere esse.
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“La verità è immortale, l'errore è mortale.”

Mary Baker Eddy (1821–1910) teologa statunitense

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