Frasi su lode

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema lode, dio, vita, essere.

Frasi su lode

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“Le nuvole non possono annientare il sole.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Lode all'Inviolato

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“E lo sapeva bene Paganini, | che il diavolo è mancino e subdolo, | e suona il violino.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Lode all'inviolato, n. 7
Caffè de la Paix

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“[«Da uno a cento la moralità di Conte quant'è?»] Penso più del massimo, insomma centodieci e lode perché non si può mettere in dubbio.”

Giorgio Chiellini (1984) calciatore italiano

Origine: Citato in Chiellini a Cassano: «Moralità di Conte è da centodieci e lode» http://video.sky.it/sport/calcio-italiano/chiellini/v141173.vid, Sky Sport, 15 novembre 2012.

Nāgārjuna photo

“Tu non sei né un essere né un non essere, né impermanente né perenne, né eterno, né non eterno. Lode a Te, o Signore, a Te senza dualità!”

Nāgārjuna (150–250) monaco buddhista indiano

4
Quattro Laudi, Laude della Suprema Realtà

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“Non ci fa paura la bestemmia, perché anche nella maledizione di Dio riconosciamo l'immagine stranita dell'ira di Geova che maledice gli angeli ribelli. Non ci fa paura la violenza di chi uccide i pastori in nome di qualche fantasia di rinnovamento, perché è la stessa violenza dei principi che cercarono di distruggere il popolo di Israele. Non ci fa paura il rigore del donatista, la follia suicida del circoncellione, la lussuria del bogomilo, l'orgogliosa purezza dell'albigese, il bisogno di sangue del flagellante, la vertigine del male del fratello del libero spirito: li conosciamo tutti e conosciamo la radice dei loro peccati che è la radice stessa della nostra santità. Non ci fanno paura e soprattutto sappiamo come distruggerli, meglio, come lasciare che si distruggano da soli portando protervamente allo zenit la volontà di morte che nasce dagli abissi stessi del loro nadir. Anzi, vorrei dire, la loro presenza ci è preziosa, si iscrive nel disegno di Dio, perché il loro peccato incita la nostra virtù, la loro bestemmia incoraggia il nostro canto di lode, la loro sregolata penitenza regola il nostro gusto del sacrificio, la loro empietà fa risplendere la nostra pietà, così come il principe delle tenebre è stato necessario, con la sua ribellione e la sua disperazione, a far meglio rifulgere la gloria di Dio, principio e fine di ogni speranza.”

Il nome della rosa

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“Degna è la vita di colui che è sveglio ma ancor di più di chi diventa saggio e alla Sua gioia poi si ricongiunge.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Lode all'inviolato

Matteo apostolo ed evangelista photo

“I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli! Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: "Chi è costui?". E la folla rispondeva: "Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea". Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri". Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: "Osanna al figlio di Davide", si sdegnarono e gli dissero: "Non senti quello che dicono?". Gesù rispose loro: "Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?". E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.”

Matteo apostolo ed evangelista apostolo di Gesù

21, 6 – 17

Marco Tullio Cicerone photo

“Le armi cedano il posto alla toga, l'alloro militare alla lode.”

Marco Tullio Cicerone (-106–-43 a.C.) avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano

da De Consulatu Suo; citato in "Empire Total War"
Variante: Le armi cedano [il posto] alla toga, l'alloro [militare] alla lode.

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“Dunque il campionato minore l'ha vinto l'Avellino, che i monti proteggono dagli insulti del clima mediterraneo. Aveva ragione don Ciriaco [De Mita], quando si tolse da un'aragosta dei Metalli per garantirmi che l'Avellino era una squadra! Si è vista. Lode a Vinicio ed ai suoi.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Ma io condanno Milan e Roma http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/05/19/ma-io-condanno-milan-roma.html, la Repubblica, 19 maggio 1987.

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“[…] me ne andai in escursione verso le alture di Baran e del colle di Ciash e sulle pendici del Gul-i Bahar. In primavera la steppa del Colle di Ciash e le pendici del Gul-i Bahar sono bellissime. La verzura ne è splendida, senza confronti nelle altre zone del territorio di Kabul, e vi fioriscono ogni sorta di tulipani. Un giorno diedi ordine di contare tutti i tipi di tulipani: risultò che ce n'erano trentaquattro tipi. In lode di questi luoghi ho composto i versi: È la verde Kabul in primavera | paradiso di fiori: | paradiso la steppa di Baran, | paradiso fiorito in primavera.”

Babur (1483–1530) fondatore della dinastia Moghul

Origine: Citato in Poesia d'amore turca e persiana, scelta e traduzione di Angelo Michele Piemontese e Gianroberto Scarcia; ([G. Scarcia ha curato – oltre ai primi due paragrafi della «Guida alla lettura» – le versioni poetiche contenute nell'antologia e le prosastiche dal turco; tutto il resto è stato curato da A. M. Piemontese. Poesia d'amore turca e persiana, p. 9.]), EDIPEM, Novara, 1973, p. 233.

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“Forse gli angeli, quando sono intenti a rendere lode a Dio, suonano musica di Bach, ma non ne sono sicuro; sono certo invece, che quando si trovano tra di loro suonano Mozart ed allora anche il Signore trova diletto nell'ascoltarli.”

Karl Barth (1886–1968) teologo svizzero

Origine: Da Lettera al musicista (Wolfgang Amadeus Mozart, 1956); citato in Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo: quarta edizione, Editrice Queriniana, Brescia, 1999, p. 28. ISBN 88-399-0369-0

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“Io vorrei prima menarmelo a mano | più tosto farlo ai guatter di cucina, | ch'esser di dame un polimante vano.”

Francesco Beccuti (1509–1553) poeta italiano

In lode della pederastia, vv. 19-21
Rime

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“Ama la vita e darai lode a Dio. La nostra prima liturgia è la lode per la vita.”

Ermes Ronchi (1947) presbitero e teologo italiano

Il canto del pane

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“In Dante veggo essere grandissime e bellissime parti, e le principali tutte che si richieggon a un gran Poema. Che vi sia poi qualche difettuzzo o mancamento, io non lo niego: sia dell'uomo o dell'età, non rileva a questo punto di qual sia più perfetto e migliore, se ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non servirebbe a fare che una figura di Giotto fusse più bella d'una d'Andrea del Sarto, il dire che nell'età di colui l'arte della Pittura non era tanto inluminata, quanto ella fu poi; servirà bene a dire che Giotto in tante tenebre fece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e de' pari, e forse de' superiori qualcuno. Ma io non credo che il punto in Dante consista qui, se bene questa scusa ci bisognerà in alcune poche voci solamente quanto attiene alla comparazione del Petrarca. Ma il punto vero sarà qual sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non interamente perfetto, o un piccolo e minuto che sia perfetto: perché può bene stare che si truovi una cosa piccola bellissima, pogniam caso una cappellina con bellissima proporzione d'architettura e ricchezza di cornici, che nondimeno non d'un gran tempio con pochi ornamenti; e in simili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani…”

Vincenzo Borghini
Divina Commedia, Citazioni sulla Divina Commedia

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“Prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21.”

Giuliano Poletti (1951) dirigente d'azienda e politico italiano

Origine: Dal discorso agli studenti durante la convention di apertura a Veronafiere di Job&Orienta; citato in Antonelle De Gregorio, Poletti: «Laurearsi con 110 e lode a 28 anni non serve a un fico» http://www.corriere.it/scuola/secondaria/15_novembre_26/universita-ministro-poletti-110-lode-28-anni-non-serve-fico-95f221b6-9451-11e5-be1f-3c6d4fd51d99.shtml, Corriere.it, 26 novembre 2015.

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“Pochi sono tanto saggi da preferire un benefico biasimo a una lode traditrice.”

François de La Rochefoucauld (1613–1680) scrittore, filosofo e aforista francese

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Massime, Riflessioni morali

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“La lode che s'acquista in non lasciarsi offendere avanza la gloria che si guadagna vendicandosi.”

Pietro Aretino (1492–1556) poeta, scrittore, drammaturgo

Armileo: atto III, scena XVII
La talanta

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“Il moralismo di Beethoven in musica: è l'eterno inno di lode a Rousseau, agli antichi francesi e a Schiller.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“Vincasi per virtude, ovver per frode, | È sempre il vincitor degno di lode.”

Giovanni Battista Casti (1724–1803) poeta e librettista italiano

XI, 4
Gli animali parlanti

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“Lode al tuo valore e al tuo impegno.”

Lucio Papirio Cursore: X, 40; 1997
Tu quidem macte virtute diligentiaque esto.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: Rispondendo al giovane Spurio Papirio, figlio di suo fratello.

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“Pur sovente in bocca a un vate | Della lode il suon seduce, | Ed acquista una beltate | Maggior grido e maggior lode.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il consiglio, p. 64

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“In non molta distanza della sponda meridionale dell'Arno, rimpetto quasi а Terranuova, si incontra Montevarchi, una delle più ragguardevoli Terre del Valdarno superiore, e che merita l'attenzione dei curiosi.
Nei più remoti tempi un [sic] altra Terra, postata quasi a cavaliere dell'attuale sull'alto del Colle, godeva del medesimo nome, ed era riguardata come luogo di non lieve importanza. Varie sono l'opinioni che gli eruditi hanno esternato sulla prima costituzione di essa, e vi fu chi fino pensó che questa presistesse all'epoca del prolungamento della via Cassia rinnovato dall'Imperatore Adriano.
Certo che la predetta magnifica strada attraversava una parte del Valdarno di sopra, non già per la moderna pianura, ma sempre su per le cime delle Colline, e particolarmente dove esse confinano con le pendici delle montagne […]
Molto soffrì la Terra, anzi a tal fu ridotta che può dirsi con sicurezza come essa non poté più emergere pienamente da quello stato di languidezza in che la posero le guerre fino a tantoché, soggettato finalmente Arezzo al Fiorentino dominio, e cessati in Toscana i furori delle Fazioni, i popoli di questa bella parte d'Italia si fecero più mansueti, ed abbandonate l'armi con più utile loro e di tutto l'universale, si dettero all'esercizio delle pacifiche Arti, e del Commercio.
Alla sicurezza e vantaggio del traffico molto, come ognun sa, contribuisce il locale, dove possa questo esercitarsi: e basta dare un [sic] occhiata a Montevarchi, ed a' suoi vaghi contorni per sincerarsi che questa Terra, assai ben popolata, è quanto altra mai di Toscana opportunissima al medesimo.
Situata essa sulla strada che da Arezzo conduce a Firenze, mezzo miglio in circa lontana dall'Arno, circondata da una deliziosa campagna, fertile, ed ubertosa quanto desiderare si possa, non manca di alcuno di quei generi che sono necessarj alla vita, anzi ne abbonda sì fattamente da poterne ad altri concedere senza pericolo di disperderne a scapito proprio. […] Contuttociò qualora si osservi attentamente la Terra, ognuno manifestamente ben vede che vi regna l'opulenza, e mercé di questa la prosperità, ed il lusso.
La forma del suo recinto tende quasi all'Ovale. II Rendi in alcune memorie, ch'ei lasciò manoscritte de' pregi della sua patria, con bizzarria sì, ma non senza una certa verità disse che potea questa rassomigliarsi nella sua figura a una nave, la cui prua fra scirocco e mezzogiorno guarda Arezzo, e con la poppa fra maestro e tramontana riguarda Firenze.
Le mura che la circondano sembrano essere le stesse dalle quali fu cinta dapprima sul terminare del Secolo XIII venuta appena che fu in pieno potere della Fiorentina Repubblica. Si veggono queste condotte a merli, interstiziate da alcune torrette o baluardi, e due più alte Torri le servirono un tempo per ispecial sua difesa.
Quella di esse che sussiste tuttora, e che dicesi comunemente "la Rocca", potrebbe anche nell'età nostra essere opportuna a difendere per alcun tempo la Terra; l'altra però fu demolita in gran parte, ed incorporata nell'edifizio ove più modernamente ebbe sede un Monastero di Religiose. La predetta Rocca forse è l'unica fabbrica la quale, oltre le mura, ci dia indizio dell'epoca della prima edificazione della Terra, la quale sembra però fabbricata di recente, perché modernamente restaurata, ed abbellita pressoché nel totale de' suoi edifizj.
Se in molti di essi si fosse più avuto riguardo al solido, che a quel falso brillante il quale colpisce ma non soddisfa, Montevarchi porterebbe il vanto sopra molti altri luoghi del Valdarno superiore ancora per l'eleganza del suo materiale.
La maggior piazza farebbe assai più vaga comparsa se il loggiato che in parte la cinge fosse stato condotto con maggior proprietà di disegno, d'esattezza, e di simetrìa [sic].
Fra le fabbriche Sacre è degna d'essere riguardata con attenzione la Prepositura che è bella, sebben moderna anzichenò, e che risente alquanto di un certo caricato ne' suoi ornati, il quale non può per altro gran fatto dispiacere agli intendenti.
Bella pure è la fabbrica del Convento, come della Chiesa di S. Francesco, dove all'Altar maggiore si ammira la celebre Tavola lavorata con arte ed ingegno da Alessandro Filippi, comunemente detto Sandro Botticello, che fu rammentata con lode pur dal Vasari.”

Francesco Fontani (1748–1818) religioso, erudito, filologo, archeologo, numismatico, storico delle arti, bibliotecario e antiquario itali…

da Viaggio pittorico della Toscana, vol. VI, p. 195
Origine: Terranuova Bracciolini.
Origine: L'attuale Strada Statale 69 di Val d'Arno.
Origine: Monastero di Santa Maria del Latte.
Origine: Collegiata di San Lorenzo.
Origine: Chiostro di Cennano.
Origine: Convento e Chiesa di San Ludovico.

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“La lode dei figli e principalmente delle figliuole ricade sulla madre.”

Cesare Cantù (1804–1895) storico, letterato e politico italiano

Attenzione!

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“Come Loro hanno osservato, con il professor Popper, anche se gli si tributa la lode più grande, non ci si salva mai da un piccolo rimprovero. Nonostante ciò, il professor Leser vuole ora tentare.”

Franz Kreuzer (1929–2015)

Origine: Citato in Karl Popper, Simposio (Symposiums), traduzione di Dario Antiseri, Rusconi Editore, Milano 1989.

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“Aspiro, per quando sia morto, a una lode: che in nessuna mia pagina è fatta propaganda per un sentimento abietto o malvagio.”

Giuseppe Antonio Borgese (1882–1952) scrittore, giornalista e critico letterario italiano

Piccole confidenze di G.A. Borgese, p. 253
Una Sicilia senza aranci

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“Se hai rigettato la gloria, fuggi da coloro che vanno a caccia di lode.”

Isacco di Ninive (640–700) monaco, mistico, religioso (vescovo di Ninive)

Discorsi ascetici – prima collezione

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“Se il cercare le smarrite cose de' Latini e de' Greci é da lodare moltissimo, certo non sarà da niegarsi lode a chi produca fuori le dimestiche ricchezze troppo miseramente o ignorate o dimentiche.”

Giulio Perticari (1779–1822) poeta e scrittore italiano

da Della vita di Guidolbaldo I duca d'Urbino, p. 69, Opere, Vol. II, a cura di Giansante Varrini, Tipografia Guidi all'Angora, Bologna 1839

“Lode al tuo valore e al tuo impegno.”

Lucio Papirio Cursore (console 293 a.C.) Console romano nel 293 e nel 272 a.C.

citato in Tito Livio, X, 40; 1997
Tu quidem macte virtute diligentiaque esto.
Attribuite
Origine: Rispondendo al giovane Spurio Papirio, figlio di suo fratello.

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“Quanto io ami Venosa; e quanto mentono coloro, che hanno detto talvolta, ch'io neghi lei patria mia, ed altre cose più maligne, e massimamente ora di fresco, per rubare e diminuire il premio e la lode, che merito ed attendo di questo servizio.”

Luigi Tansillo (1510–1568) poeta italiano

Origine: Da una lettera al Magistrato di Venosa, citato in Francesco Fiorentino, Poesie edite ed inedite di Luigi Tansillo, Editore Domenico Morano, Napoli.

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