Frasi su come pensare
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“I pensieri vanno e vengono a loro piacere, nella nostra testa. Non lo si fa apposta a credere a ciò che si crede.”

Simone de Beauvoir (1908–1986) insegnante, scrittrice, saggista, filosofa e femminista francese

Memoirs of a Dutiful Daughter

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“è qualcosa di bello, la distruzione delle parole. Naturalmente, c'è una strage di verbi e aggettivi, ma non mancano centinaia e centinaia di nomi di cui si può fare tranquillamente a meno. E non mi riferisco solo ai sinonimi, sto parlando anche dei contrari. Che bisogno c'è di una parola che è solo l'opposto di un'altra? Ogni parole già contiene in se stessa il suo opposto. Prendiamo "buono", che bisogno c'è di avere anche "cattivo"? "Sbuono" andrà altrettanto bene, anzi meglio, perché, a differenza dell'altra, costituisce l'opposto esatto di "buono". Anche se desideri un'accezione più forte di "buono", che senso hanno tutte quelle varianti vaghe e inutili : "eccellente", "splendido", e via dicendo? "Plusbuono" rende perfettamente il senso […].
Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua è quello di restringere al massimo la sfera di azione del pensiero? Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile, perché non ci saranno parole con cui poterlo esprimere […].
Tutta le letteratura del passato sarà distrutta: Chaucer, Shakespeare, Milton, Byron, esisteranno solo nella loro versione in neolingua […].
Anche la letteratura del partito cambierà, anche gli slogan cambieranno. Si potrà mai avere uno slogan come "La libertà è schiavitù", quando il concetto stesso di libertà sarà stato abolito? […].
Il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora. Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa.”

1984

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“Eccola dunque col pensiero laggiù.
Le par d’essere ancora fanciulla, arrampicata sul belvedere del prete, in una sera di maggio. Una grande luna di rame sorge dal mare, e tutto il mondo pare d’oro e di perla. La fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare. Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa, mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano, e Lia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse fin da quel tempo meditava la fuga.
La festa durava nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un ballo tondo continuo accompagnato da suoni e canti: Noemi stava sempre sul belvedere, tra gli avanzi del banchetto; intorno a lei scintillavano le bottiglie vuote, i piatti rotti, qualche mela d’un verde ghiacciato, un vassoio e un cucchiaino dimenticati; anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse dal ritmo della danza. No, ella non ballava, non rideva, ma le bastava veder la gente a divertirsi perché sperava di poter anche lei prender parte alla festa della vita.
Ma gli anni eran passati e la festa della vita s’era svolta lontana dal paesetto, e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa…
Lei, Noemi, era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete.”

Grazia Deledda (1871–1936) scrittrice italiana

Reeds in the Wind

“Le parole sono solo uno degli elementi del linguaggio espressivo dei fumetti, così come del linguaggio espressivo in generale. Come ha scritto da qualche parte Antonin Artaud, “Non è stato provato che le parole siano il miglior modo di comunicare“. Alcune idee, pensieri, emozioni non possono essere spiegate o tradotte in parole, devi usare altri metodi. Qualche volta l’assenza delle parole può dire più della loro presenza.”

Danijel Žeželj (1966) fumettista, illustratore e pittore croato

Variante: Le parole sono solo uno degli elementi del linguaggio espressivo dei fumetti, così come del linguaggio espressivo in generale. Come ha scritto da qualche parte Antonin Artaud, "Non è stato provato che le parole siano il miglior modo di comunicare". Alcune idee, pensieri, emozioni non possono essere spiegate o tradotte in parole, devi usare altri metodi. Qualche volta l'assenza delle parole può dire più della loro presenza.

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“Prima di lasciare l’edificio, Spears fece una piccola deviazione per raggiungere una delle camere delle uova più recenti. Sul pavimento spiccavano solamente dieci, dodici uova deposte al massimo un paio di giorni prima. Grazie ai dispositivi di sor-veglianza installati ovunque, il generale sapeva di non correre alcun pericolo da parte delle creature a quello stadio di sviluppo. Inoltre, aveva dato ordine a un sottoposto di sbarrare le porte che in genere erano lasciate deliberatamente aperte in modo che i fu-chi potessero accudire le uova a loro piacimento. In tal modo, poteva concedersi di rimanere qualche minuto in quella sorta di incubatrice senza essere interrotto dai nervosi alieni addetti alla cura delle nuove generazioni.
Far visita alle uova lo riempiva di soddisfazione. I gusci elastici e carnosi, con i bordi superiori simili a petali ancora fissati strettamente l’uno all’altro per proteggere il loro prezioso contenuto toccavano una corda del suo cuore. Spears non era un uomo molto portato all’introspezione, un sognatore pronto a dispiacersi per un passato impossibile da mutare o un futuro ancora troppo lontano. Al pensiero preferiva l’azione e tuttavia in quel posto riusciva a cogliere una bellezza fredda e spietata. Davanti a sé aveva dei futuri guerrieri, discendenti dei più valorosi combat-tenti che l’uomo avesse mai conosciuto. E lui il combattimento, la lotta, la guerra ce li aveva nel sangue.”

Steve Perry (1947) scrittore statunitense

Origine: Aliens. Incubo, p. 74

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“Sicuramente è terribile vivere e ancora più terribile morire e rendere conto al supremo giudice di tutti i nostri atti e pensieri peccaminosi in questo periodo di prova che è l'esistenza.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

ad Abiah Root, 28 marzo 1846, 11
Lettere
Origine: In Le lettere 11-20 http://www.emilydickinson.it/l0011-0020.html, EmilyDickinson.it, traduzione di G. Ierolli.

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“Papa Francesco, checché ne dicano i suoi detrattori cattolici, riafferma fortemente l'identità cattolica, quella per cui un cattolico è riconosciuto nel mondo, ma non pensa all'identità cattolica asserragliandola in un sistema di pensiero chiuso: vede l'identità cattolica pensandola in relazione agli altri, cioè capace di offrire quello che ha e ricevendo dagli altri quello che gli altri le possono dare.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Origine: Da «Papa Francesco, la tradizione non è mai stata così forte» http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2017/3/13/13-MARZO-2013-Papa-Francesco-la-tradizione-non-e-mai-stata-cosi-forte-/753783/, IlSussidiario.net, 13 marzo 2017.

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“Sopra un verso sudar l'alma, e il pensiero | acciò che sia con numero costrutto, | se ogni sostanza poi termina in zero.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

Origine: Satire, Satira II, La poesia, p. 100

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“Il Pensiero è silenzioso come un Fiocco – | uno Schianto senza Suono.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J1581 – F1665, vv. 17-18
Lettere

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“Gliene porto altre [di sue poesie] – come lei ha chiesto – sebbene possano non essere diverse – Quando il mio pensiero è svestito – posso distinguerle, ma quando le vesto – mi sembrano uguali, e mute.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

a T. W. Higginson, 25 aprile 1862, 261
Lettere
Variante: Gliene porto altre – come lei ha chiesto – sebbene possano non essere diverse – Quando il mio pensiero è svestito – posso distinguerle, ma quando le vesto – mi sembrano uguali, e mute.)
Origine: In Le lettere 261-280 http://www.emilydickinson.it/l0261-0280.html, EmilyDickinson.it, traduzione di G. Ierolli.

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“Spesso non si è degni del pensiero che si ha.”

Xavier Forneret (1809–1884) poeta, scrittore, giornalista, drammaturgo

Citato in Dictionnaire des citations, sous la direction de Robert Carlier, Jean-Louis Lalanne, Pierre Josserand e Samuel S. de Sacy, Citato in Jean-Yves Dournon, Dictionnaire des citations françaises

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“Forse mai come oggi emerge la verità di quel pensiero che Joseph Roth, nella Marcia di Radetzky, attribuisce a Francesco Giuseppe, il quale — egli scrive — non amava le guerre, «perché sapeva che si perdono.»”

Claudio Magris (1939) scrittore italiano

Origine: Da L’umanità ritrovata della Germania di oggi http://www.corriere.it/opinioni/17_giugno_14/umanita-ritrovata-germania-oggi-16230bea-5051-11e7-a437-ba458a65274a.shtml, Corriere.it, 13 giugno 2017.

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“Se il pensiero di Platone e di Socrate, le credenze della Cristianità e del Giudaismo non fossero stati armonizzati con la filosofi a Hindu; se lo Yoga e le sue varie fasi non fossero stati esposti al pensiero Occidentale; se la religione e la filosofi a Occidentali non fossero state esposte alla filosofi a ed alla religione Orientali, mediante il persistente impegno di Vostra Eccellenza, quanto più povero sarebbe stato il pensiero umano!”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I per il conferimento di una laurea honoris causa a Sarvepali Rahdakrishnan, 12 ottobre 1965; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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“L'origine psicologica del concetto di spazio, o della necessità di esso, è lungi dall'essere così ovvia come potrebbe apparire in base al nostro abituale modo di pensare. Gli antichi geometri trattano di oggetti mentali (retta, punto, superficie), ma non propriamente dello spazio in quanto tale, come più tardi è stato fatto dalla geometria analitica. Il concetto di spazio, tuttavia, è suggerito da certe esperienze primitive. Supponiamo che si sia costruita una scatola. Vi si possono disporre in un certo ordine degli oggetti, in modo che essa risulti piena. La possibilità di queste disposizioni è una proprietà dell'oggetto materiale "scatola", qualcosa che è dato con la scatola, lo "spazio racchiuso" dalla scatola. Questo è qualcosa di differente per le varie scatole, qualcosa che in modo del tutto naturale viene pensato come indipendente dal fatto che vi siano o no, in generale, degli oggetti nella scatola, Quando non vi sono oggetti nella scatola, il suo spazio appare "vuoto". Fin qui, il nostro concetto di spazio è stato associato alla scatola. Ci si accorge però che le possibilità di disposizione che formano lo spazio-scatola sono indipendenti dallo spessore delle pareti della scatola. Non sarebbe possibile ridurre a zero tale spessore, senza che si abbia per risultato la perdita dello "spazio"? La naturalezza di tale passaggio al limite è ovvia, e ora rimane al nostro pensiero lo spazio senza scatola, una cosa autonoma, che tuttavia appare così irreale se dimentichiamo l'origine di tale concetto. Si può capire che ripugnasse a Descartes il considerare lo spazio come indipendente da oggetti corporei, capace di esistere senza materia.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Cartesio, Principia philosophiae, II, 16: «[...] se dal solo fatto che un corpo è esteso in lunghezza, larghezza e profondità concludiamo giustamente che esso è una sostanza, perché ripugna del tutto che il nulla abbia un'estensione, lo stesso si deve concludere anche per lo spazio supposto vuoto; infatti, poiché in esso vi è estensione, necessariamente vi è anche sostanza.»
Origine: Relatività. [Esposizione divulgativa], pp. 295-296

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“Forzati del Pensiero, ecco cosa siamo, tutti. Basta aprire gli occhi, e non è già un portare il mondo in equilibrio sulla propria testa?”

Louis-ferdinand Céline (1894–1961) scrittore, saggista e medico francese

Origine: Il Dottor Semmelweis, p. 93

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“La regina si fermò davanti a Spears, guardandolo dall’alto dei suoi quattro metri di statura.
— Proprio così, puttana! Sono l’uomo che ha il fuoco! Quello che ti cuoce i bambini! Osa solo sfiorarmi e vedrai che bella frittata mi preparo!
Al pari dei cani, gli alieni non erano in grado di sorridere. Tuttavia, dal modo in cui la regina muoveva le mascelle, pareva proprio che stesse ridendo. Allungò uno dei piccoli arti superiori e colpì l’accendino facendolo volare via.
— Maledizione!
Poi afferrò Spears e lo sollevò da terra. Bestemmiando e divincolandosi, lui si tolse il sigaro di bocca e cercò di bruciarla con l’estremità ardente. Stava accadendo il peggio! Non doveva, non poteva finire così! Lui aveva sempre tutto sotto controllo!
La regina allungò un arto e strinse tra i possenti artigli il collo del generale.
— No, non fatelo! Non datele retta! Sono io il vostro comandante! Ubbidite ai miei ordini! Fermatela! Fermatela!
Non poté aggiungere altro. Il suo ultimo pensiero fu che qualcuno aveva commesso un errore. Ed ebbe anche il tempo di capire che quel qualcuno era proprio lui, che la regina stava solo aspettando il momento buono e che quel momento era arrivato…
Con un movimento fulmineo la regina decapitò Spears. Lo fece con la stessa facilità con la quale un uomo strappa un fiore dallo stelo. Gettò il corpo nel fango, ai piedi della rampa, sollevò la testa del generale per un istante, poi si sbarazzò anche di quella.”

Steve Perry (1947) scrittore statunitense

Origine: Aliens. Incubo, pp. 168-169

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“La signorina de Bauret si sentiva portata alle lettere e alle arti, ma la sua cultura letteraria aveva come punto di partenza la fine del XIX secolo: in una parola non esisteva. La ragazza vedeva e spiegava il cosmo attraverso le manie di qualche autore alla moda; per esempio credeva sinceramente che, bambino, l'uomo è innamorato della madre; o, se qualcuno confessava d'aver avuto voglia di spingere un passante sotto il tram, ella diceva: "Avete letto troppe volte le Nourritures terrestres"; al che l'altro spalancava tanto d'occhi, ignorando, beninteso, perfino il titolo del libro. Proclamava che un pagliaccio del cinema a nome Charlot era un genio. Quando si abbandonava a una fantasticheria, la chiamava "monologo interiore". Quando de Coantré le diceva che lo zio Octave non voleva guardare in faccia la realtà, ella traduceva nel suo gergo: "Non vuol sottomettersi all'oggetto". Eccetera. A venticinque anni tale infantilismo spirituale le conferiva quella sorta d'imbecillità caratteristica del sedicenne che comincia a studiare filosofia e scopre l'anima umana e l'umano pensiero nei manuali di Paulin Malapert. Inutile dire che in politica la signorina de Bauret aveva idee progressiste. L'autentica tara della signorina de Bauret, tara in parte dell'età e in parte dell'epoca, consisteva nel fatto che per lei novità era sinonimo di valore. È questo un indice sicuro di barbarie.”

Origine: Gli scapoli, pp. 88-89

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“Pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini, | si fa chiara la mente come nuvola, | pensieri leggeri si uniscono alle luci ed ai colori | al silenzio lontano delle nuvole.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Tiepido Aprile, n.5
Il vuoto
Variante: Pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini, | si fa chiara la mente come nuvola, | pensieri leggeri si uniscono alle luci ed ai colori | al silenzio lontano delle nuvole. (da Tiepido Aprile, n.5)

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“Ci sono due tipi di filosofo, diceva tra le due guerre il razionalista francese Alain, quello che ama le idee e quello che odia le idee. Robert Nozick è decisamente un filosofo del primo tipo. Ama le idee a tal punto da essere, mi confida, spesso sgomento al pensiero di tutte le nuove, bellissime idee che verranno pensate e scritte dopo che lui sarà morto.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

IV Galleria dei filosofi. Nozick, il più soave degli individualisti, p. 143
Scienza come cultura
Origine: Émile-Auguste Chartier, detto Alain, filosofo, giornalista e scrittore francese, voce su Wikipedia.

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“[…] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, […] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)”

Lorenzo Bedeschi (1915–2006) presbitero, partigiano e storico italiano

Cattolici e comunisti
Variante: [... ] mentre in Europa si stringeva il cerchio degli eserciti alleati intorno alla Germania nazista e nell'Italia settentrionale il partigianato preparava l'insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, giungeva una precisazione dell'autorità vaticana in prima pagina del giornale della S. Sede, [... ] la suprema gerarchia ecclesiastica rendeva noto che "i principi e la tendenza della così detta Sinistra Cristiana, nonostante questa sua ultima qualifica, non sono conformi agli insegnamenti della Chiesa e quindi coloro che li promuovono non hanno diritto di parlare come rappresentanti del pensiero cristiano e tanto meno di pretendere che quei cattolici i quali vogliono il vero bene del popolo debbano aderire al movimento." (Capitolo quarto I precedenti dello scioglimento della Sinistra Cristiana, 3. La "avvertenza" del giornale della S. Sede e l'attacco democristiano, p. 131)

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“Ciò che l'uomo può indagare, sapere, conoscere, le idee e i concetti ch'egli conquista, e pure le immaginazioni, ispirazioni e intuizioni della chiaroveggenza ch'egli conquista, tutto ciò è, se è lecito dir così solo post-vissuto dall'uomo, ma è già stato pre-vissuto e pre-saputo appunto dalle entità che stanno al di sopra dell'uomo. Se ci è lecito usare un paragone alla buona, diremo che l'orologiaio anzitutto ha l'idea, il pensiero dell'orologio, poi, secondo quest'idea, costruisce l'orologio. L'orologio è costruito secondo le idee dell'orologiaio che hanno preceduto la costruzione; in seguito poi qualcuno potrà smembrare l'orologio, analizzarlo e studiare da quali pensieri dell'orologiaio esso abbia avuto origine; egli ripenserà allora i pensieri dell'orologiaio. Solo così, in sostanza, l'uomo, al suo stadio normale d'evoluzione, può contenersi di fronte all'antichissima saggezza cosmica primordiale delle entità spirituali a lui superiori.”

Rudolf Steiner (1861–1925) filosofo, esoterista e pedagogista austriaco

2010, p. 10
Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico – Zodiaco, Pianeti e Cosmo
Variante: Ciò che l'uomo può indagare, sapere, conoscere, le idee e i concetti ch'egli conquista, e pure le immaginazioni, ispirazioni e intuizioni della chiaroveggenza ch'egli conquista, tutto ciò è, se è lecito dir così solo post-vissuto dall'uomo, ma è già stato pre-vissuto e pre-saputo appunto dalle entità che stanno al di sopra dell'uomo. Se ci è lecito usare un paragone alla buona, diremo che l'orologiaio anzitutto ha l'idea, il pensiero dell'orologio, poi, secondo quest'idea, costruisce l'orologio. L'orologio è costruito secondo le idee dell'orologiaio che hanno preceduto la costruzione; in seguito poi qualcuno potrà smembrare l'orologio, analizzarlo e studiare da quali pensieri dell'orologiaio esso abbia avuto origine; egli ripenserà allora i pensieri dell'orologiaio. Solo così, in sostanza, l'uomo, al suo stadio normale d'evoluzione, può contenersi di fronte all'antichissima saggezza cosmica primordiale delle entità spirituali a lui superiori. (2010, p. 10)

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“Egli riteneva essenziale, così pareva, conoscere l'uomo prima di tentare di fargli del bene. Quando esistono cuore e intelletto, le malattie dell'organismo fisico sono colorate dai caratteri di quelli. In Arthur Dimmesdale il pensiero e l'immaginazione erano così attivi, e la sensibilità così intensa, che l'infermità corporea doveva trovarvi un terreno d'operazione. Così Roger Chillingworth, uomo abile, medico amorevole e amico, procurava di affondare nel petto del paziente, frugando fra i princìpi di lui, nonché nei ricordi, saggiando tutto con tocco cauto, come un cercatore di tesori in una buia caverna. Pochi segreti possono eludere un indagatore che abbia opportunità e licenza di intraprendere una simile ricerca, nonché l'abilità di seguirla. Un uomo oppresso da un segreto dovrebbe schivare l'intimità del suo medico. Se questi possiede sagacia e un ineffabile elemento in più, chiamiamolo intuito, se egli non mostra un egoismo indiscreto, né caratteri personali spiccatamente sgradevoli, se ha la forza, che gli deve essere innata, di trovare delle affinità con il paziente al punto che questi si trovi ad aver detto ciò che si immagina di avere soltanto pensato; se tali rivelazioni vengono ricevute senza tumulti e riconosciute non tanto da una simpatia dichiarata quanto da un silenzio, da un afflato inarticolato, con una parola gettata qua e là a dimostrare che tutto viene compreso, se a questi requisiti di un confidente si aggiungono i vantaggi forniti dal carattere sociale del medico, allora, ad un istante inevitabile, l'anima del sofferente si scioglierà e sgorgherà in un fiotto oscuro ma trasparente, recando tutto il mistero alla luce del giorno.”

cap. IX
La lettera scarlatta
Origine: Citato in Elémire Zolla, La cura psicanalitica http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_zolla_a10/001, s. t., 2 novembre 1960.

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“Ogni tanto qualcuno ha il coraggio di parlare di medicina umana, che guarda al paziente e non alla malattia. Eppure nessuno parla di mondo, cultura, società moderna che deve adeguarsi ai bisogni dell’uomo. Come se il mondo fosse un involucro estraneo alle dinamiche umane. Così i ragazzi si devono inserire nel mondo del lavoro, e gli non si offre alcuna possibilità di inventare un nuovo modo di lavorare, una nuova filosofia di vita. Il mondo adulto dovrebbe sfruttare il pensiero giovane che, positivamente responsabilizzato, potrebbe favorire scenari nuovi, clamorosi. Certo che la giovinezza deve essere anche l’età della ribellione. Ma la ribellione ha in sé degli elementi costruttivi che il nostro mondo rifiuta categoricamente, perdendo due opportunità: quella dei giovani di crescere e quella degli adulti di cambiare. E invece: bambino, lasciali lavorare. E lasciaci portare avanti i nostri sporchi giochi di potere, i posti già assegnati per diritto di famiglia o politico, le corruzioni già previste, le ingiustizie già programmate, le nostre divisioni opportunistiche tra il bene e il male, la nostra paura dell’amore, le nostre fedi a cui non crediamo. Lascia fare e mettiti in riga, che tanto le cose vanno così e nessuno le può cambiare. Adeguati. Che gli ideali cadono con l’età adulta. Mettiti l’animo in pace. Tanto continuerai a sentire frasi ovvie come “sono i giovani del nostro futuro” e qualcuno comincerà ad applaudire annuendo perché vorrà farsi vedere mentre applaude e tutti si complimenteranno perché quella è davvero una banalità che non cambia nulla. I giovani saranno il nostro futuro. Perché anche loro, i giovani, impareranno presto, prestissimo, a perdere se stessi e i loro pensieri. Diventeranno adulti. Perché, dicono, diciamo, non c’è altra scelta.
Il mondo adulto conta sui giovani. Per vendicarsi e rivivere attraverso di loro la propria perdita di identità.”

Luca Raffaelli (1959) giornalista, saggista e sceneggiatore italiano

Le anime disegnate

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“Lingua materna e nazione concorrono a formare un concetto unico, inscindibile. […] Dal sentimento nazionale deriva anche il diritto e il dovere di coltivare la lingua materna, perché in essa si rispecchia il nostro pensiero, perché essa è vincolata ai ricordi della nostra infanzia, perché nessun’altra lingua potrà rispondere così bene ai sentimenti dell’animo nostro.”

Giuseppina Martinuzzi (1844–1925)

Origine: Citato in Francesca Lacaita, Trasgredire i confini: la patria di Giuseppina Martinuzzi fra irredentismo e internazionalismo socialista http://storiaefuturo.eu/trasgredire-i-confini-la-patria-di-giuseppina-martinuzzi-fra-irredentismo-e-internazionalismo-socialista/#sdendnote38sym, storiaefuturo.eu, numero 43, febbraio 2017.

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