Frasi su avere
pagina 3

Lafayette Ronald Hubbard photo

“Se si può vedere una cosa la si può avere, se si crede di poterla avere.”

Origine: Scientology: I Fondamenti del Pensiero, p. 28

Bruce Lee photo
Jane Austen photo
Gustave Thibon photo

“Definire la libertà come indipendenza nasconde un pericoloso equivoco. Non esiste per l'uomo indipendenza assoluta (un essere finito che non dipenda da nulla, sarebbe un essere separato da tutto, eliminato cioè dall'esistenza). Ma esiste una dipendenza morta che lo opprime e una dipendenza viva che lo fa sbocciare. La prima di queste dipendenze è schiavitù, la seconda è libertà. Un forzato dipende dalle sue catene, un agricoltore dipende dalla terra e dalle stagioni: queste due espressioni designano realtà ben diverse. Torniamo ai paragoni biologici che sono sempre i più illuminanti. In che consiste il "respirare liberamente"? Forse nel fatto di polmoni assolutamente "indipendenti"? Nient'affatto: i polmoni respirano tanto più liberamente quanto più solidamente, più intimamente sono legati agli altri organi del corpo. Se questo legame si allenta, la respirazione diventa sempre meno libera e, al limite, si arresta. La libertà è funzione della solidarietà vitale. Ma nel mondo delle anime questa solidarietà vitale porta un altro nome: si chiama amore. A seconda del nostro atteggiamento affettivo nei loro confronti, i medesimi legami possono essere accettati come vincoli vitali, o respinti come catene, gli stessi muri possono avere la durezza oppressiva della prigione o l'intima dolcezza del rifugio. Il fanciullo studioso corre liberamente alla scuola, il vero soldato si adatta amorosamente alla disciplina, gli sposi che si amano fioriscono nei "legami" del matrimonio. Ma la scuola, la caserma e la famiglia sono orribili prigioni per lo scolaro, il soldato o gli sposi senza vocazione. L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare. Così il problema della libertà non si pon in termini di indipendenza, ma in termini di amore. La potenza del nostro attaccamento determina la nostra capacità di libertà. Per terribile che sia il suo destino, colui che può amare tutto è sempre perfettamente libero, ed è in questo senso che si è parlato della libertà dei santi. All'estremo opposto, coloro che non amano nulla, hanno un bello spezzare catene e fare rivoluzioni: rimangono sempre prigionieri. Tutt'al più arrivano a cambiare schiavitù, come un malato incurabile che si rigira nel suo letto.”

Gustave Thibon (1903–2001) filosofo e scrittore francese

Origine: Ritorno al reale, p. 109-110

Vasco Rossi photo
Fabio Volo photo

“[Su come capire quando si è davvero innamorati di qualcuno] Quando a fatica riesci a pensare ad altro, quando tua madre ti chiede ripetutamente perché stai sorridendo, quando la respirazione cambia, quando ti rendi conto che non puoi stare più lontana di un metro da lui, quando tutte le percezioni sono esasperate, quando Brad Pitt non ti fa né caldo né freddo, quando sei insospettabilmente allegra, quando ti sforzi di non rompergli le scatole ogni minuto, quando ascolti la tua voce che dice ti amo, quando ti sembra di non poter sopravvivere alla sua mancanza, quando diventi pazza per ogni suo piccolo gesto, quando ti senti di essere di sua proprietà esclusiva, quando ti incanti e ti attardi a guardare un albero, il cielo, una tenda, il muro o anche la punta delle tue scarpe, quando il rispetto è totale, quando, tu che odi il calcio, stai a guardare una raffica di partite fingendo di capirci qualcosa, quando ti si scioglie il cuore a un suo sottinteso, quando ti guardi e non ti vedi bella abbastanza, quando una sua chiamata sposta il ritmo del tuo cuore, quando hai voglia di urlarlo al mondo intero, quando ti rendi conto di essere più disponibile nei confronti della odiosa signora del piano di sopra, quando gli compreresti fasci di rose rosse, quando alla più piccola incomprensione piangi come un vitello, quando hai capito il motivo per il quale ti hanno messo su questa terra, quando temi per la sua incolumità fisica come se fosse un figlio, quando sei disposta a lasciare tutto pur di avere lui. Allora sei sulla buona strada.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2011/10/28/come-si-capisce-che-e-vero-amore/, 28 ottobre 2011
Citazioni di Mina

Luigi Einaudi photo
Paola Concia photo

“[Sull'atteggiamento dell'opposizione al disegno di legge volto ad introdurre la c. d. aggravante di omofobia nel codice penale italiano. ] Onestamente, dopo quasi mille giorni che il provvedimento in esame è all'ordine del giorno e dopo tanti tentativi, da parte mia, di arrivare ad una mediazione, l'impressione è quella di avere davanti un muro di gomma. Per ogni soluzione offerta alle obiezioni sollevate se ne sollevavano delle nuove. Riassumo tutti gli ostacoli che ho cercato di superare. Accantonato il reato di opinione perché bocciato, l'obiezione è diventata la nozione di orientamento sessuale. Quando questa nozione è stata espunta con la diversa formulazione proposta, cioè omofobia e transfobia, omosessualità e transessualità, l'obiezione ha riguardato la ragionevolezza della ridotta applicazione dell'aggravante alla sola omosessualità e transessualità. Superato ciò con l'estensione dell'aggravante ad altre categorie di soggetti discriminati per età, sesso, ovvero disabilità, il problema è l'esatta corrispondenza con l'articolo 19 del Trattato. Il muro di gomma ancora resiste e assume forme sempre più nuove. Una delle novità dell'ultima ora sarebbe l'esigenza di tutelare la privacy della vittima del reato, che potrebbe avere interesse a non rendere manifesta attraverso un processo la propria omosessualità o transessualità. Si dice che l'aggravante determinerebbe l'esigenza di verificare in sede processuale se la vittima sia realmente omosessuale o transessuale. Cari colleghi, ciò è abbastanza bizzarro, perché è a tutti ben chiaro che la ratio dell'aggravante è quella di punire il movente di un soggetto, che commette un reato in ragione della presunta condizione umana di un'altra persona. Con la nuova aggravante non si vuole tutelare l'omosessuale in quanto omosessuale, ma si vuole punire un soggetto che delinque solo in quanto ritiene di avere dinanzi a sé una persona diversa da lui e quindi inferiore. Che la vittima sia o non sia omosessuale o transessuale è del tutto irrilevante. Il muro di gomma ha, però, assunto forme paradossali quando in Commissione esponenti della maggioranza hanno criticato l'uso della nozione di omosessualità e transessualità ritenendo migliore quella di «orientamento sessuale», prevista dall'articolo 19 del Trattato. È un'obiezione paradossale, a parer mio, in quanto proprio la nozione di orientamento sessuale era stata oggetto della loro precedente questione pregiudiziale di costituzionalità. La mia sensazione che la maggioranza volesse procedere all'indietro invece che verso l'applicazione di un testo condiviso ha avuto qui una conferma.”

Paola Concia (1963) politica italiana

Origine: Citato in Seduta della Camera dei Deputati n. 476 di lunedì 23 maggio 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=476 – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Discussione della proposta di legge: Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (A.C. 2802-A). Camera dei Deputati, 23 maggio 2011.

Oreste Benzi photo
Umberto Veronesi photo
Haruki Murakami photo
Gue Pequeno photo
Grazia Deledda photo
Fabri Fibra photo

“–"Ma insomma che vuoi?" – "Sentirmi libero | senza avere equilibrio | desidero | perché secondo me sto mondo è un ibrido."”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Non dimentico
Non incluse negli album

Cassandra Clare photo

“Come si poteva, allo stesso tempo, avere il cuore spezzato ed essere felici?”

Cassandra Clare (1973) scrittrice statunitense

City of Lost Souls

Bob Dylan photo

“Adesso esiste solo il Rock, con la erre maiuscola senza il roll. Il roll è finito. Rock omosessuale, Rock della classe operaia, Rock del finanziere, adesso è diventata tutta un'impresa di grande evidenza, una faccenda che riguarda l'establishment. Sai che con la Coca Cola le cose ti girano per il meglio perché te l'ha detto Aretha Franklin, e anche che il Maxwell House Coffee dev'essere ok dato che compare nelle canzoni di Ray Charles. Tutti cantano del ketchup oppure degli analgesici… All'inizio non era così, non aveva niente a che fare con i collant, né con il profumo, né tantomeno con la maionese. Eri passibile di ostracismo, se facevi una cosa del genere. Sarebbe come se Lyndon Johnson cantasse l'Internazionale di fronte alla platea del mondo intero – semplicemente ridicolo… C'è un vecchio detto: "Se vuoi battere il nemico, cantagli la sua canzone" e mi pare che sia ancora vero. Ai vecchi tempi, e qui vale un altro proverbio, "per suonare dovevi pagare un prezzo". Potevi venire scacciato da una città, oppure gettato giù da una torre – anche se ovviamente c'era sempre qualcuno sotto pronto con una rete. Non sto cercando di tracciare un solo lato della questione; ma allora era difficile farsi ascoltare, era qualcosa di radicale. Sentivi di far parte di un qualche spettacolino circense da marciapiede. Adesso si tratta del gran galà. Il materiale migliore è stato realizzato a riflettori spenti, prima che scattasse l'attenzione generale e perché no… anche prima che potesse essere definito in qualche maniera. Penso che abbiano ucciso un elemento importante del rock'n'roll. Il mondo delle grandi industrie, quando ha capito come si poteva utilizzarlo, ha tirato un grosso sospiro di sollievo e poi l'ha assassinato. Cosa gliene importava? Tutto quello che si trovano sul cammino loro lo spianano come se fossero dei bulldozer, una volta che lo hanno capito, lo assassinano, lo rendono una cosa del passato, gli erigono un bel monumento – e oggi è proprio quello che state ascoltando, la pietra tombale, un affare da un miliardo di dollari. Non sto dicendo una menzogna, ma ancora una volta, chi è che vuole ascoltare? Non si fa altro che tentare di avere del successo sulla base del nulla”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

1985)

Andrzej Sapkowski photo
Arturo Vidal photo

“[…] la paura non è un sentimento che puoi avere quando giochi con la maglia della Juventus.”

Arturo Vidal (1987) calciatore cileno

Origine: Dall'intervista di Stefano Pasquino, [//www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/09/25-214874/Vidal%3A+%26%23171%3BNon+ho+mai+avuto+paura+di+perdere%26%23187%3B Vidal: «Non ho mai avuto paura di perdere»], TuttoSport.com, 25 settembre 2012.

Antonio Abate photo
Emma Watson photo
Michela Marzano photo
Fabrizio De André photo
Carlos Ruiz Zafón photo
Indro Montanelli photo

“In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?»”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Pasquale Cascella, Montanelli: «Il regime? È alle porte, inutile aspettare il dittatore», l'Unità, 25 ottobre 1994, p. 5.

Barack Obama photo
Kaos One photo

“Perché l'unica certezza è non avere certezze | come una sposa resa vedova nel giorno delle nozze.”

Kaos One (1971) rapper, beatmaker e writer italiano

da La via del vuoto
-/-/-/-/– (L'Attesa)

Cassandra Clare photo
Vladimir Putin photo
Johnny Depp photo
Jim Morrison photo
Erich Fromm photo

“Marx affermava che il lusso è un vizio esattamente come la povertà e che dovremmo proporci come meta quella di "essere" molto, non già di "avere" molto.”

Erich Fromm (1900–1980) psicoanalista e sociologo tedesco

Mi riferisco qui al vero Marx, all'umanista radicale, non alla sua volgare contraffazione costituita dal «comunismo» sovietico.
Origine: Avere o essere?, p. 40

Stephen King photo

“Forse non esistono nemmeno amici buoni o cattivi, forse ci sono solo amici, persone che prendono le tue parti quando stai male e che ti aiutano a non sentirti solo. Forse per un amico vale sempre la pena avere paura e sperare e vivere. Forse vale anche la pena persino morire per lui, se così ha da essere. Niente amici buoni. Niente amici cattivi. Persone e basta che vuoi avere vicino, persone con le quali hai bisogno di essere; persone che hanno costruito la loro dimora nel tuo cuore.”

It
It
Variante: Forse non esistono nemmeno amici buoni o cattivi, forse ci sono solo amici, persone che prendono le tue parti quando stai male e che ti aiutano a non sentirti solo. Forse per un amico vale sempre la pena avere paura e sperare e vivere. Forse vale anche la pena perfino morire per lui, se così ha da essere. Niente amici buoni. Niente amici cattivi. Persone e basta che vuoi avere vicino, persone con le quali hai bisogno di essere; persone che hanno costruito la loro dimora nel tuo cuore

Luigi Pirandello photo
Luigi Pirandello photo
Isabel Allende photo
Peter Høeg photo

“Sai cosa c'è alla base della matematica?» dico, «Alla base della matematica ci sono i numeri. Se qualcuno mi chiedesse che cosa mi rende davvero felice, io risponderei: i numeri. La neve, il ghiaccio e i numeri. E sai perché?»
Spacca le chele con uno schiaccianoci e ne estrae la polpa con una pinzetta curva.
«Perché il sistema matematico è come la vita umana. Per cominciare ci sono i numeri naturali. Sono quelli interi e positivi. I numeri del bambino. Ma la coscienza umana si espande. Il bambino scopre il desiderio, e sai qual è l'espressione matematica del desiderio?»
Versa nella zuppa la panna e alcune gocce di succo d'arancia.
«Sono i numeri negativi. Quelli con cui si dà forma all'impressione che manchi qualcosa. Ma la coscienza si espande ancora, e cresce, e il bambino scopre gli spazi intermedi. Fra le pietre, fra le parti di muschio sulle pietre, fra le persone. E tra i numeri. Sai questo a cosa porta? Alle frazioni. I numeri interi più le frazioni danno i numeri razionali. Ma la coscienza non si ferma lì. Vuole superare la ragione. Aggiunge un'operazione assurda come la radice quadrata. E ottiene i numeri irrazionali».
Scalda il pane nel forno e mette il pepe in un macinino.
«È una sorta di follia. Perché i numeri irrazionali sono infiniti. Non possono essere scritti. Spingono la coscienza nell'infinito. E addizionando i numeri irrazionali ai numeri razionali si ottengono i numeri reali».
Sono finita al centro della stanza per trovare posto. È raro avere la possibilità di chiarirsi con un'altra persona. Di norma bisogna combattere per avere la parola. Questo per me è molto importante.
«Non finisce. Non finisce mai. Perché ora, su due piedi, espandiamo i numeri reali con quelli immaginari, radici quadrate dei numeri negativi. Sono numeri che non possiamo figurarci, numeri che la coscienza normale non può comprendere. E quando aggiungiamo i numeri immaginari ai numeri reali abbiamo i sistemi numerici complessi. Il primo sistema numerico all'interno del quale è possibile dare una spiegazione soddisfacente della formazione dei cristalli di ghiaccio. È come un grande paesaggio aperto. Gli orizzonti. Ci si avvicina a essi e loro continuano a spostarsi. È la Groenlandia, ciò di cui non posso fare a meno! È per questo che non voglio essere rinchiusa.”

Peter Høeg (1957) scrittore danese

da Il senso di Smilla per la neve

Etty Hillesum photo
Josefa Idem photo

“Presenterò un disegno di legge per le unioni civili. Perché non deve importare se uno ha scelto di condividere la vita con una donna o un uomo, se una persona è gay, lesbica o eterosessuale. La cosa fondamentale è che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti, senza distinzione di sesso.”

Josefa Idem (1964) politica e ex canoista tedesca naturalizzata italiana

Origine: Citata in Idem: «Presto ddl sui matrimoni gay, anche Berlusconi è favorevole» http://www.repubblica.it/politica/2013/05/10/news/idem_gay-58460502/, la Repubblica, 10 maggio 2013.

Dave Eggers photo

“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

Luciano Pedro Mendes de Almeida photo
Teresa d'Ávila photo
Adriano Celentano photo
Umberto Veronesi photo
Joumana Haddad photo
Stefano Benni photo
Robert Baden-Powell photo
Errico Malatesta photo
Piero Pelù photo
Leo Buscaglia photo

“Amate per amare, non per avere qualcosa in cambio, altrimenti non è amore.”

Leo Buscaglia (1924–1998) docente, scrittore

libro Vivere, amare, capirsi

Vincent Van Gogh photo
David Foster Wallace photo
Mario Monicelli photo
Philip Roth photo
Cassandra Clare photo
Giorgia Meloni photo
Caparezza photo
Gazzelle (cantante) photo
Freddie Mercury photo
Andy Warhol photo

“Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

Erich Fromm photo
Fulton J. Sheen photo
Carlo Carretto photo
Clive Staples Lewis photo
Pablo Neruda photo
Agatha Christie photo
Gabriel García Márquez photo
Søren Kierkegaard photo
Jean Paul Sartre photo
Fernando Pessoa photo

“Vivere è morire, perché non abbiamo un giorno in più nella nostra vita senza avere, al contempo, un giorno in meno.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

1992, p. 203
Il libro dell'inquietudine

Charles M. Schulz photo
Patch Adams photo
Giovanni Maria Vianney photo
Giuseppe Fava photo
Francesco Totti photo
Alessandro Baricco photo
Papa Benedetto XVI photo