Frasi su infinito

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema infinito, essere, vita, mondo.

Frasi su infinito

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“Due righe parallele che viaggiano all'infinito | nello spazio vuoto senza mai toccarsi l'una con l'altra | come la figa e Marco Carta.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Double Trouble, n. 4
Controcultura

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“Ma che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, in un secondo, l'infinito del piacere?”

Il cattivo vetraio
Lo spleen di Parigi
Variante: Ma che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, in un secondo, l'infinito del piacere?

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“La prima medicina, l'infinito Amore.”

Giuseppe Moscati (1880–1927) medico italiano

Volume sconosciuto

“Vivere è l'infinita pazienza di ricominciare.”

Ermes Ronchi (1947) presbitero e teologo italiano

Il canto del pane

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“Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Attribuite
Variante: Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.

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“Ed è in certi sguardi che s'intravede l'infinito.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Tutto l'universo obbedisce all'amore

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“La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito.”

Platone (-427–-347 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in Ermes Ronchi, Il canto del pane, San Paolo, 2006, p. 78.

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“Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all'infinito.”

Antonio Bello (1935–1993) vescovo cattolico italiano

Maria donna dei nostri giorni

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“Sbuffando il fumo verso l'infinito col pianeta sul mio dito qua mi dicono sei un mito, ma io sono come voi, non sono come vuoi.”

Gue Pequeno (1980) rapper italiano

da Forza campione
Fastlife mixtape vol. 3

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“La Juve è per me l'amo­re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore.”

Gianni Agnelli (1921–2003) imprenditore italiano

Origine: Citato in Guido Vaciago, «Juve, l'amore di una vita» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2010/01/23-52315/%C2%ABJuve,+l%E2%80%99amore+di+una+vita%C2%BB, Tuttosport.com, 23 gennaio 2010.

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“[Anassimandro] ha detto… che principio delle cose che sono è l'infinito… donde le cose che sono hanno la generazione, e là hanno anche il dissolvimento secondo la necessità. Infatti esse pagano l'una all'altra la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo.”

Anassimandro (-610–-547 a.C.) filosofo greco antico

frammento 1
Frammenti da Sulla natura (titolo convenzionale)
Origine: Giunto ai giorni nostri tramite citazione di Simplicio (VI secolo d.C.) in Physica 24, 13

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“Solo abbandonandosi a lui si entra nella sua luce e si capisce che l'apparente disordine è un infinito ordine.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – luglio/agosto 2008

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“L'infinita vanità del tutto.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

ultimo verso

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“Gli occorreva – come a chiunque venga a trovarsi nel vicolo cieco di un Io eccessivo – qualcosa che gli si opponesse da fuori, e lo disarmasse, rendendo di colpo insufficiente quel suo Io, e superflui e confusi i suoi eccessi e il suo nichilismo. Non che gli servisse una fede, qualcosa in cui poter credere. No, molto di più: gli serviva una rivelazione, una folgorazione – che non richiedesse nemmeno di venir creduta, ma gli stesse dinanzi più grande, più semplice di lui, ed esigesse da lui più di ciò che il suo Io esigeva da sé stesso e dagli altri.
Viene per tutti il momento in cui si ha bisogno di venir «disarmati» in questo modo. E ciò di cui si ha bisogno allora è sempre e per tutti la stessa cosa: è l'essere: lo stare dinanzi alla semplice verità – non la verità di qualcuno o qualcosa, ma la verità di per sé, quella che si mostra infinita ad ogni istante agli occhi dei bambini, e che è uguale nel contempo alla vita di chi guarda e alla vita dell'universo intero. Lì ci si salva – senza che importi poi più di tanto quale forma riesca a dare a ciò chi ne è andato in cerca e vi si è salvato: sarà sempre e comunque una forma intensissima, radiosa. Mentre se non si è capaci di trovarla, al momento in cui ne è maturato il bisogno, avverrà immancabilmente che la personalità si esaurisca e si irrigidisca, nevrotica.”

Igor Sibaldi (1957) traduttore, saggista e scrittore italiano

pp. XXXIII-XXXIV

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“Un individuo solo e l'infinito sono in termini uguali, degni di guardarsi a vicenda, ognuno dal proprio trono.”

Rabindranath Tagore (1861–1941) poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano

Origine: Fogli strappati, p. 39

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“Oltre il possibile c'è l'incredibile: | spingi l'immagine oltre ogni limite!”

Murubutu (1975) rapper italiano

da Mari infiniti rmx, n. 14
Gli Ammutinati del Bouncin

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“Quando guardi negli occhi di un cane vedi l'infinito, vedi qualcosa che va oltre la vita.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Il paradiso di Levon, p. 61

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“In questo corpo concentrato ho un cuore che cresce sino all’infinito.”

Alejandro Jodorowsky (1929) scrittore, drammaturgo e poeta cileno

libro Corso accelerato di creatività

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Il migliore, il vero infinito, la vera pace, sono ai piedi del divin tabernacolo.”

Charles de Foucauld (1858–1916) religioso cattolico francese, esploratore e studioso della cultura Tuareg

Lettere a Mme de Bondy

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“Sai cosa c'è alla base della matematica?» dico, «Alla base della matematica ci sono i numeri. Se qualcuno mi chiedesse che cosa mi rende davvero felice, io risponderei: i numeri. La neve, il ghiaccio e i numeri. E sai perché?»
Spacca le chele con uno schiaccianoci e ne estrae la polpa con una pinzetta curva.
«Perché il sistema matematico è come la vita umana. Per cominciare ci sono i numeri naturali. Sono quelli interi e positivi. I numeri del bambino. Ma la coscienza umana si espande. Il bambino scopre il desiderio, e sai qual è l'espressione matematica del desiderio?»
Versa nella zuppa la panna e alcune gocce di succo d'arancia.
«Sono i numeri negativi. Quelli con cui si dà forma all'impressione che manchi qualcosa. Ma la coscienza si espande ancora, e cresce, e il bambino scopre gli spazi intermedi. Fra le pietre, fra le parti di muschio sulle pietre, fra le persone. E tra i numeri. Sai questo a cosa porta? Alle frazioni. I numeri interi più le frazioni danno i numeri razionali. Ma la coscienza non si ferma lì. Vuole superare la ragione. Aggiunge un'operazione assurda come la radice quadrata. E ottiene i numeri irrazionali».
Scalda il pane nel forno e mette il pepe in un macinino.
«È una sorta di follia. Perché i numeri irrazionali sono infiniti. Non possono essere scritti. Spingono la coscienza nell'infinito. E addizionando i numeri irrazionali ai numeri razionali si ottengono i numeri reali».
Sono finita al centro della stanza per trovare posto. È raro avere la possibilità di chiarirsi con un'altra persona. Di norma bisogna combattere per avere la parola. Questo per me è molto importante.
«Non finisce. Non finisce mai. Perché ora, su due piedi, espandiamo i numeri reali con quelli immaginari, radici quadrate dei numeri negativi. Sono numeri che non possiamo figurarci, numeri che la coscienza normale non può comprendere. E quando aggiungiamo i numeri immaginari ai numeri reali abbiamo i sistemi numerici complessi. Il primo sistema numerico all'interno del quale è possibile dare una spiegazione soddisfacente della formazione dei cristalli di ghiaccio. È come un grande paesaggio aperto. Gli orizzonti. Ci si avvicina a essi e loro continuano a spostarsi. È la Groenlandia, ciò di cui non posso fare a meno! È per questo che non voglio essere rinchiusa.”

Peter Høeg (1957) scrittore danese

da Il senso di Smilla per la neve

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“E il tempo è polvere e la polvere è la carne del tempo. L'amore in fin dei conti è ciò che rende privato l'infinito.”

Pierpaolo Lauriola (1975) cantautore italiano

da La Carne Del Tempo, n. 2
Polvere. (scritto con il punto finale)

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“Due rette parallele s'incontrano solo all'infinito quando ormai non gliene frega più niente.”

Luciano De Crescenzo (1928–2019) scrittore italiano

I pensieri di Bellavista

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“Parto da un principio semplice e indipendente da ogni analisi economica. A mio parere, la legge generale della vita richiede che in condizioni nuove un organismo produca una somma di energia maggiore di quella di cui ha bisogno per sussistere. Ne deriva che il sovrappiù di energia disponibile può essere impiegato o per la crescita o per la produzione, altrimenti viene sprecato. Nell'ambito dell'attività umana il dilemma assume questa forma: o la maggior parte delle risorse disponibili (vale a dire lavoro) vengono impiegate per fabbricare nuovi mezzi di produzione – e abbiamo l'economia capitalistica (l'accumulazione, la crescita delle ricchezze) – oppure l'eccedente viene sprecato senza cercare di aumentare il potenziale di produzione – e abbiamo l'economia di festa. Nel primo caso, il valore umano è funzione della produttività; nel secondo, si lega agli esiti più belli dell'arte, alla poesia, al pieno rigoglio della vita umana. Nel primo caso, ci si cura solo del tempo a venire, subordinando ad esso il tempo presente; nel secondo, è solo l'istante presente che conta, e la vita, almeno di quando in quando e quanto più è possibile, viene liberata da considerazioni servili che dominano un mondo consacrato alla crescita della produzione. I due sistemi di produzione non possono esistere allo stato puro; c'è sempre un minimo di compromesso. Tuttavia, l'umanità in cui viviamo si è formata sotto il primato dell'accumulazione, della consacrazione delle ricchezze all'aumento del potenziale di produzione. Le nostre concezioni morali e politiche sono ancora dominate da un principio: l'eccellenza dello sviluppo delle forze produttive. Ma se è vero che un tale principio ha incontrato negli uomini poche obiezioni, non è così nel gioco stesso dell'economia: messo alla prova, il principio dello sviluppo infinito ha mostrato che poteva portare a conseguenze imprevista […] E se l'umanità, nel suo complesso, continua a volerlo e a regolare i suoi giudizi di valore su questo desiderio, in molti si è installato il dubbio circa la validità infinita dell'operazione. Possiamo andare oltre, e porre in modo più preciso la domanda: le concezioni morali e politiche che continuano a dominare la nostra attività – vale a dire l'economia – non sono in ritardo sui fatti? Nei nostri giudizi complessivi non rifacciamo l'errore di quegli stati maggiori che si mostrano ogni volta in ritardo su una guerra? Insomma, il pensiero umano non dovrebbe seguire il rapido movimento dell'economia? Certo, non si tratterebbe di rinunciare bruscamente ai beni crescenti del globo, ma potrebbe essere arrivato il momento di riformare le nostre concezioni sull'uso delle ricchezze […] per contribuirvi, mi propongo di mostrare una serie di lavori e di saggi […] da una parte le profonde deformazioni dell'equilibrio generale che lo sviluppo attuale dell'industria ha comportato, dall'altra le prospettive di un'economia non centrate sulla crescita. Per la prima parte non ci sarà da far altro che proseguire l'analisi già avviata dalla scienza economica moderna, mentre per l'altra si tratterà di introdurre considerazioni teoriche nuove e fondare la rappresentazione generale del gioco economico sulla descrizione dei sistemi antecedenti all'accumulazione capitalistica. Questi studi dovranno allora includere un campo considerato generalmente estrinseco all'economia: quello delle religioni, primitive o non, cui è concesso il campo della storia delle arti. In effetti, a mio parere, l'uso delle ricchezze, o più precisamente il loro fine, è essenzialmente lo spreco: il loro ritiro dal circuito della produzione. Ora, questa verità non solo ha fondato fin dall'inizio i profondi valori umani (quelli del disinteresse) e tutti i tesori umani che i secoli ci hanno trasmesso; ma in più, è la sola verità su cui potremmo fondarci ora per risolvere i problemi posti dallo sviluppo industriale. Soltanto il dono senza speranza di profitto, così come lo richiede un principio di eccedenza finale delle risorse, può far uscire il mondo attuale dall'impasse. L'economia attuale ha fin da ora determinato in profondità un rovesciamento radicale delle idee; questo rovesciamento deve però ancora essere realizzato per rispondere alle esigenze dell'economia.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: Da Choix de lettres 1917-1962, pp. 377-79.

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“Il sempre è fatto di attimi; | non è un tempo diverso | se non per l'infinito – | e per la latitudine di casa.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

Forever – is composed of Nows, vv. 1-4

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“Lo specchio non capta altro se non altri specchi, e questo infinito riflettere è il vuoto stesso, (che, lo si sa, è la forma).”

Roland Barthes (1915–1980) saggista, critico letterario e linguista francese

da L'impero dei segni

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“Ore infinite come costellazioni e onde | spietate come gli occhi della memoria.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Anime salve, n.° 3