Frasi su malinconico

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema malinconico, essere, uomo, vita.

Frasi su malinconico

Rudolf Steiner photo
Fabio Volo photo
Charles Baudelaire photo
Giacomo Leopardi photo
Ralph Waldo Emerson photo
Giacomo Casanova photo
Oreste Benzi photo
Michail Bulgakov photo
Ray Bradbury photo
Alan Lomax photo
Tim Parks photo

“L'aforisma è, come dire?, lo champagne della melanconia; ogni breve enunciato racchiude in sé anni di disillusione distillati in un istante di ebbrezza.”

Tim Parks (1954) scrittore e giornalista inglese

da Paradossi per imparare a non essere malinconici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/26/Paradossi_per_imparare_non_essere_co_9_060326079.shtml, Corriere della sera, 26 marzo 2006

Tim Parks photo

“L'aforisma si nutre di paradossi e niente è più paradossale dell'atteggiamento dello scrittore di aforismi verso il suo mezzo, il linguaggio.”

Tim Parks (1954) scrittore e giornalista inglese

da Paradossi per imparare a non essere malinconici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/26/Paradossi_per_imparare_non_essere_co_9_060326079.shtml, Corriere della sera, 26 marzo 2006

Benito Mussolini photo
Emilio Salgari photo

“Era vestito completamente di nero e con una eleganza che non era abituale fra i filibustieri del grande Golfo del Messico, uomini che si accontentavano di un paio di calzoni e d'una camicia, e che curavano più le loro armi che gli indumenti.
[…]
Anche l'aspetto di quell'uomo aveva, come il vestito, qualcosa di funebre, con quel volto pallido, quasi marmoreo, che spiccava stranamente fra le nere trine del colletto e le larghe tese del cappello, adorno d'una barba corta, nera, tagliata alla nazzarena un po' arricciata.
Aveva però i lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga che dava a quel volto un non so che di malinconico, due occhi poi neri come carbonchi, d'un taglio perfetto, dalle ciglia lunghe, vivide e animate da un lampo tale che in certi momenti doveva sgomentare anche i più intrepidi filibustieri di tutto il golfo.
La sua statura alta, slanciata, il suo portamento elegante, le sue mani aristocratiche, lo facevano conoscere, anche a prima vista, per un uomo d'alta condizione sociale e soprattutto per un uomo abituato al comando.”

Emilio Salgari (1863–1911) scrittore italiano

Il corsaro nero
Variante: Un uomo era sceso allora dal ponte di comando e si dirigeva verso di loro, con una mano appoggiata al calcio d'una pistola che pendevagli dalla cintola.
Era vestito completamente di nero e con una eleganza che non era abituale fra i filibustieri del grande Golfo del Messico, [... ].
Anche l'aspetto di quell'uomo aveva, come il vestito, qualche cosa di funebre, con quel volto pallido, quasi marmoreo, che spiccava stranamente fra le nere trine del colletto e le larghe tese del cappello, adorno d'una barba corta, nera, tagliata alla nazzarena e un po' arricciata.
Aveva però i lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga che dava a quel volto un non so che di malinconico, due occhi poi neri come carbonchi, d'un taglio perfetto, dalle ciglia lunghe, vivide e animate da un lampo tale che in certi momenti doveva sgomentare anche i più intrepidi filibustieri di tutto il golfo.
La sua statura alta, slanciata, il suo portamento elegante, le sue mani aristocratiche, lo faceva conoscere, anche a prima vista, per un uomo d'alta condizione sociale e soprattutto per un uomo abituato al comando.

Alan Lomax photo
Toni Servillo photo
Roy Dupuis photo
Felicia Hemans photo
Ada Gobetti photo
Jim Morrison photo
Milan Kundera photo
Jorge Amado photo

“Voglio soltanto raccontare delle cose, alcune divertenti, altre malinconiche, proprio come è la vita. La vita, che breve navigazione di cabotaggio!”

Jorge Amado (1912–2001) scrittore brasiliano

da Navigazione di cabotaggio, traduzione di Irina Bajini, Garzanti, Elefanti, ISBN 978-88-11-67794-9, pag. 12

James Joyce photo
Heinrich Böll photo
Edward Gibbon photo
Camillo Boito photo
Giovanni Boccaccio photo
Hans Fallada photo
Henry James photo

“Io trovo che si riesce a derivare molto più piacere da questa malinconica esistenza se non si guarda troppo per il sottile.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense

1993, p. 73

Maksim Gor'kij photo
Robert Burton photo
Amaruka photo
Paul Johnson photo
Francesco Carofiglio photo
Georges de Pimodan photo

“I Boemi, sì violenti, sì feroci nella pugna, hanno l'anima tenera e malinconica, siccome tutti i popoli slavi.”

Georges de Pimodan (1822–1860) militare francese, al servizio dell'Austria-Ungheria e dello Stato pontificio

Origine: Memorie, p. 6

Chuck Palahniuk photo
Enzo Biagi photo

“È d'obbligo ricordare Alessandra Kollontaj, i suoi ardori di agitatrice, la sua filosofia sconvolgente, i suoi incontri sbagliati, il suo malinconico declino.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Origine: Russia, p. 114

Bruce Springsteen photo

“Vedo quel fiocco malinconico tra i tuoi capelli, dimmi che sono io l'uomo per il quale l'hai messo”

Bruce Springsteen (1949) musicista e cantautore statunitense

The River

Frans Eemil Sillanpää photo
Piero Bargellini photo

“Nel giorno dell'Ascensione i Fiorentini invadono il parco delle Cascine, per celebrare la festa del grillo. Tale usanza, antica di parecchi secoli, deriva molto probabilmente dall'ecatombe primaverile, fatta dai contadini, che consideravano un vero flagello l'apparizione dei grilli nelle loro campagne. In seguito ci si contentò d'imprigionare i piccoli devastatori dentro gabiette di saggina. Ma i Fiorentini, per la festa del grillo, preferirono, col tempo, far merenda sui prati delle Cascine, acquistando dai rivenditori le gabbie col «grillo canterino», che di sera attaccavano fuori dalla finestra, per ascoltare, durante la notte, il tremulo e malinconico verso.
In questi ultimi anni la caccia al grillo è sembrata troppo crudele, e dolorosa è apparsa la cattività dell'insetto. C'è stato qualcuno che ha proposto l'abolizione della festa tradizionale, o per lo meno la sparizione delle gabbie col grillo prigioniero. Ma la festa del grillo senza più grillo non avrebbe più significato. Ora però l'usanza fiorentina è meno crudele: i grilli sono ancora venduti dentro le graziose gabbiette, ma i compratori, specie i bambini, li liberano dalla prigionia e il divertimento consiste nel vedere i grilli sparire rapidamente nell'erba. A casa vien riportata la gabbietta vuota a testimonianza di un rito che il tempo ha ingentilito.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

da La festa del grillo a Firenze; citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1962

Guido Ceronetti photo
Tim Parks photo

“L'ottimista ha in comune con il pessimista la predisposizione a guardare verso il futuro, a chiedersi: saranno migliori o peggiori gli anni a venire?”

Tim Parks (1954) scrittore e giornalista inglese

da Paradossi per imparare a non essere malinconici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/26/Paradossi_per_imparare_non_essere_co_9_060326079.shtml, Corriere della sera, 26 marzo 2006

Aldo Busi photo

“Ai tuffi | del sangue sempre più rari, | si alternano fulminei | capricci del vizio presto | mutati in affetto | sublustre, in malinconica | ma mai tetra saggezza.”

Luca Canali (1925–2014) latinista e scrittore italiano

Eloisa, da Discepole in sogno
Deliri – Discepole in sogno

“Ogni volta | che la pioggia scende, | chiudo i miei occhi e ascolto. | Riesco a sentire il suono malinconico | del cielo quando piange.”

Enya (1961) cantante e musicista irlandese

da It's In The Rain, n. 3
A Day Without Rain, Amarantine

L. Sprague de Camp photo
Giorgio Faletti photo

“[Su Solo due ore] Bel film d'azione, «Solo due ore» di Richard Donner: ma l'elemento che colpisce di più è Bruce Willis che, dimagrito, malinconico, con i baffi e un poco di barba, somiglia in modo impressionante al giudice Borsellino. Invece è un detective della polizia di New York, malconcio e dal passato tutt'altro che inappuntabile.”

Lietta Tornabuoni (1931–2011) critica cinematografica italiana

Origine: Da Bruce Willis nel marcio della Omicidi http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=6899429, La Stampa, 31 marzo 2006, p. 32.

Rayden photo
Albert Einstein photo
Vittorio Alfieri photo

“Nella sua selvatica ruvidezza quello [la Finlandia] è uno dei paesi d'Europa che mi siano andati più a genio e destate più idee fantastiche, malinconiche e anche grandiose, per un certo vasto indefinibile silenzio che regna in quell'atmosfera ove ti parrebbe quasi di essere fuor del globo.”

Vittorio Alfieri (1749–1803) drammaturgo italiano

1967, p. 47
Origine: Citato in Edoardo Roberto Gummerus, Storia delle letterature della Finlandia, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1962<sup>2</sup>, p. 58.

Edward Lear photo
Enzo Jannacci photo
Stendhal photo
Giuseppe Cesare Abba photo
Matilde Serao photo
Gigi D'Agostino photo

“«Nell'attimo fuggevole di un volto umano si sprigiona per l'ultima volta l'aura dalle prime fotografie. È ciò che costituisce la loro bellezza carica di malinconia e inconfrontabile con qualsiasi altra.» […] La malinconica bellezza «inconfrontabile con qualsiasi altra» non era certo presente nella pace contemplativa dell'aura, ma lo è solo quando l'aura si sta estinguendo. È in questo momento che la sua labilità diventa quella stessa della bellezza e se v'è ancora un brivido dell'irripetibile, questo nasce dalla coscienza di una perdita irrevocabile, dalla magia di un tramonto che non potrà più essere goduto ma che proprio per questo è carico di una sconfinata seduzione.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

da Metacritica dell'aura, p. 316
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, traduzione di E. Filippini, Torino, 1966, p. 28; Das kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, in Gesammelte Schriften, 6 vv., a cura di R. Tiedemann e H. Schweppenhäuser, Frankfurt a. M., 1972 sgg., p. 23. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 316.

Karel Čapek photo
Luca Zingaretti photo
Patrick Leigh Fermor photo
Natalia Ginzburg photo
Fausto Gianfranceschi photo
Jules Renard photo

“Quando sono accanto a una donna, provo immediatamente quel piacere un po' malinconico che si ha guardando l'acqua scorrere, dall'alto di un ponte.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

14 febbraio 1900; Vergani, p. 163
Diario 1887-1910

“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

Árpád Tóth photo
Franz Krauspenhaar photo
Neil Gaiman photo
Indro Montanelli photo
Federico Fellini photo
Paola Iezzi photo

“Sono sempre stata innamorata delle icone musicali. Sono una figlia degli anni 80, proprio il periodo nel quale sono nate le icone del pop. […] Sarà che era il periodo in cui ero una ragazzina, ma mi ha sempre colpito la gioia apparente che c'era. È un sorriso che nasconde una malinconia di fondo. Anche in campo musicale: le grandi hit avevano tutte delle armonie molto malinconiche.”

Paola Iezzi (1974) cantautrice, musicista, disc jockey, produttrice discografica, conduttrice televisiva e fotografa italiana

Origine: Dall'intervista di Federica Palladini, Intervista con Paola Iezzi in uscita con l'ep iLove http://www.elle.it/Showbiz/paola-iezzi-i-love-album-dj-party-guess-elle. Elle.it, 12 novembre 2014.

Giacomo Leopardi photo
Ferdinand Gregorovius photo
Vittorio Giovanni Rossi photo
Dezső Kosztolányi photo
Ardengo Soffici photo
John Steinbeck photo
Mario Monicelli photo
Spider Robinson photo
Victor Hugo photo
Thomas Mann photo