Frasi sui morti
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“è morto. Il suo successore vi proverà che le istituzioni non muoiono.”

Umberto I d'Italia (1844–1900) re d'Italia dal 1878 al 1900

Citazioni di Umberto I

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“Elogio (s. m.). Apprezzamento riservato a chi gode i vantaggi di essere ricco e potente, o il privilegio di essere morto.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 73
Dizionario del diavolo

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“[Su I bambini della ginestra] Non è un libro senza speranza […] Volevo dare una voce alle vittime senza nome e senza volto, a chi non è morto ma ha avuto la vita per sempre segnata.”

Maria Rosa Cutrufelli (1946) scrittrice e giornalista italiana

Origine: Dall'intervista di Amelia Crisantino, I bambini di Portella testimoni di una strage http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/05/01/bambini-di-portella-testimoni-della-strage.html, la Repubblica, 1º maggio 2012.

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“Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il "Cristo giacente", e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: "Guardate, è morto, ma domani risuscita". Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all'amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: "Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna". Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell'astratto; no! È sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Veglia di Pentecoste http://www.news.va/it/news/testo-integrale-con-le-risposte-di-papa-francesco, Radio Vaticana, 19 maggio 2013

“Lotito? Se c'è un funerale vuole fare il morto, se c'è un matrimonio vuol fare lo sposo.”

Massimo Ferrero (1951) produttore cinematografico, imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Ferrero: "Se c'è un funerale Lotito vuole fare il morto" http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcio/2014/articoli/1044095/ferrero-se-c-e-un-funerale-lotito-vuole-fare-il-morto-160-.shtml, SportMediaset.it, 11 agosto 2014.

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“Il Ciambellano fece una profonda quanto ironica riverenza all'onnisciente Imperatore. Protendendo il braccio offrì Kira al trono cominciando nel contempo un lungo e minuzioso sproloquio su come fosse riuscito a scovarla e a catturarla grazie alla sua abilità e scaltrezza. Avrebbe voluto continuare aggiungendo un'agghiacciante descrizione del destino degli Skeksis se lui non fosse riuscito nell'impresa, quando fu interrotto dal Maestro delle Cerimonie.
– Kelffinks Krakweekah! – strillò, indicando Kira, e si passò un artiglio di traverso alla gola per indicare quello che si proponeva di farle. Il Maestro delle Cerimonie aveva già fatto un passo avanti per afferrare la vittima destinata al sacrificio, quando il Generale dei Garthim lo fermò alzando lo scettro.
Il Maestro delle Cerimonie rimase dov'era, ma sfoderò egualmente il lungo e acuminato coltello sacrificale, che tenne pronto mentre fissava il Generale dei Garthim. Gesto e occhiata erano inequivocabili.
Intanto, il Ciambellano non era rimasto solo a guardare, e aveva cominciato a protestare: il Ghelfling era suo prigioniero e spettava a lui decidere cosa farne.
Il Generale dei Garthim chiamò a sé con un cenno lo Scienziato, e gli mormorò qualcosa a bassa voce. Lo Scienziato annuì più volte. Poi il Generale dei Garthim si rivolse all'assemblea e dichiarò: – Kelffinks na Rakkash!
Non tutti gli Skeksis approvarono la decisione. Qualcuno dubitava dell'abilità dello Scienziato. L'Artista, per esempio, aveva già pensato a come poteva servirsi della testa di Kira. Il Buongustaio pregustava già il sapore del resto del corpo, e tutti sapevano perfettamente quali erano le vere intenzioni del Generale dei Garthim. Forse, il vecchio Imperatore era morto per mancanza di vliya Ghelfling. Adesso, se lo Scienziato avesse trovato il modo di allevare i Ghelfling in cattività, con una produzione regolare di vliya, la salute del nuovo Imperatore non avrebbe più avuto nulla da temere, e lui sarebbe rimasto per sempre saldamente sul trono. Ma, come stava blaterando in quel momento il Maestro delle Cerimonie, lo Scienziato era capace solo di ottenere qualche risultato con i Podling, e basta. Inoltre, tutti lo consideravano un pazzo che si era automutilato. Non sarebbe stato meglio per tutti, chiese il Maestro delle Cerimonie, festeggiare la loro raggiunta salvezza col coltello sacrificale che lui impugnava?
Al Generale dei Garthim non piaceva come si stavano mettendo le cose. Lui stesso non nutriva un'eccessiva stima nei confronti dello Scienziato, però riteneva che gli altri lo stimassero. Quale di loro si sarebbe tagliato una mano o una gamba per puro amore della scienza?”

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“Lago. | Il lago. | Sprofondate | le rive. Sotto la nube | la gru. Bianchi, splendenti | dei popoli di pastori | i millenni. Con il vento | io risalii la montagna. | Qui vivrò. Un cacciatore | ero, ma mi afferrò | l'erba. | Insegnami a parlare, erba, | insegnami a essere morto e udire, | a lungo, e parlare, pietra, | insegnami a rimanere, acqua, | di me, e vento, non chiedere.”

Johannes Bobrowski (1917–1965) scrittore tedesco

Pianura
Origine: In Poesia tedesca contemporanea, a cura di Giacomo Cacciapaglia, Newton Compton Editori, Roma, 1980, pp. 58-59.
Origine: Traduzione di Roberto Fertonani in Poesie, Mondadori, Milano, 1969. Note bibliografiche sui testi in Poesia tedesca contemporanea, p. 241.

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“[Riguardo Dario Fo e Franca Rame] A parte il disprezzo, intende dire? Una specie di pena. Perché v'era un che di penoso in quei due vecchi che per piacere ai giovani radunati in piazza si sgolavano e si sbracciavano sul palcoscenico montato dinanzi a Santa Croce, quindi dinanzi al porticato che un tempo immetteva al Sacrario dei Caduti Fascisti. In loro non vedevo dignità, ecco. A un certo punto l'amico che con me li guardava alla tv ha sussurrato: Ma lo sai che lui militava nella Repubblica di Salò?. Non lo sapevo, no. Come essere umano non mi ha mai interessato. Come giullare, non m'è mai piaciuto. Come autore l'ho sempre bocciato, e la sua biografia non mi ha mai incuriosito. Così sono rimasta sorpresa, io che parlo sempre di fascisti rossi e di fascisti neri. Io che non mi sorprendo mai di nulla e non batto ciglio se vengo a sapere che prima d'essere un fascista rosso uno è stato un fascista nero, prima d'essere un fascista nero uno è stato un fascista rosso. E mentre lo fissavo sorpresa ho rivisto mio padre che nel 1944 venne torturato proprio da quelli della Repubblica di Salò. M'è calata una nebbia sugli occhi e mi sono chiesta come avrebbe reagito mio padre a vedere sua figlia oltraggiata e calunniata in pubblico da uno che era appartenuto alla Repubblica di Salò. Da un camerata di quelli che lo avevano fracassato di botte, bruciacchiato con le scariche elettriche e le sigarette, reso quasi completamente sdentato. Irriconoscibile. Talmente irriconoscibile che, quando ci fu permesso di vederlo e andammo a visitarlo nel carcere di via Ghibellina, credetti che si trattasse d'uno sconosciuto. Confusa rimasi lì a pensare – chi è quest'uomo, chi è quest'uomo – e lui mormorò tutto avvilito: Oriana, non mi saluti nemmeno?. L'ho rivisto in quelle condizioni, sì e mi son detta: Povero babbo. Meno male che non li ascolti, non soffri. Meno male che sei morto.”

Oriana Fallaci (1929–2006) scrittrice italiana

Origine: Dall'intervista di Riccardo Mazzoni Oriana Fallaci risponde http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde, Panorama.it, 21 novembre 2002.

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“Non pensavo di essere così importante da essere inseguito anche da morto. Mi colpisce l'odio.”

Renato Farina (1954) politico e scrittore italiano

citato in Paolo Bracalini, Farina radiato dall'Albo dei giornalisti: «Mi odiano» http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=167549, il Giornale, 30 marzo 2007

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“[Federigo Tozzi] Sarebbe stato probabilmente fascista se non fosse morto ancora giovane per una polmonite, che si buscò andando in motocicletta da Siena a Roma.”

Alberto Moravia (1907–1990) scrittore italiano

Origine: Da Intervista sullo scrittore scomodo, a cura di N. Ajello, Laterza, Bari, 1978, p. 118.

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“Molti politici si sono trasferiti nella Capitale… beh, io non ci andrei ad abitare manco morto.”

Romano Prodi (1939) politico e economista italiano

Origine: Citato in Corriere della sera, 16 dicembre 2005.

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“Prima di Superga eravamo tutti granata. Ricordo la notizia alla radio, mio fratello e le altre voci che si rincorrono: "È morto il Toro, è morto il Toro…"”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

Poi diventammo juventini.
Variante: Prima di Superga eravamo tutti granata. Ricordo la notizia alla radio, mio fratello e le altre voci che si rincorrono: “È morto il Toro, è morto il Toro…”.  Poi diventammo juventini.

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“Il tizzo acceso fin che arde fuma; | simile, o mesto amico, al nostro cuore | che in pianto si consuma | fin che arde l'amore. || Lascia dunque che s'alzi e che s'esali | questa nube di duol cotanto intenso; | essa abbraccia i tuoi mali | come grani d'incenso. || Sii in te stesso al par d'un vaso sacro | d'olocausto, di fede e di speranza; | vedi, il fumo pare acro, | ma il turibolo danza. || Non ispegner per tema o per ristoro | quell'incendio divin che ti fa egro, | non far che il carbon d'oro | si muti in carbon negro. || Anzi affronta gli spasmi ed il martiro, | cerca nell'ansia del tormento occulto | dopo il duol del sospiro | l'estasi del singulto; || troverai qualche vero. È la tempesta | esultazione a chi non sa temerla, | e sulla duna resta | dopo l'onda la perla. || Piangi, medita e vivi; un dì lontano | quando sarai del tuo futuro in vetta | questo fiero uragano | ti parrà nuvoletta. || *** || Oggi volli per te cantar la vita, | ma la dolce canzon sul metro mio | torna fioca e smarrita | per troppo lungo oblio. || Torva è la Musa. Per l'Italia nostra | corre levando impetuösi gridi | una pallida giostra | di poeti suicidi. || Alzan le pugna e mostrano a trofèo | dell'Arte loro un verme ed un aborto | e giuocano al palèo | colle teste di morto. || Io pur fra i primi di cotesta razza | urlo il canto anatemico e macabro, | poi, con rivolta pazza, | atteggio a fischi il. || Praga cerca nel buio una bestemmia | sublime e strana! e intanto muor sui rami | la sua ricca vendemmia | di sogni e di ricami. || Dio ci aiuti, o Giovanni, egli ci diede | stretto orizzonte e sconfinate l'ali; | ci diè povera fede | ed immensi ideali. || E il mondo ancor più sterile, o fratello, | ci fa quel vol di pöesia stupendo, | e non trovando il Bello | ci abbranchiamo all'Orrendo. || Dio ci aiuti! Su te sparga l'ulivo, | sparga la pace e le benedizioni, | sii sulla terra un vivo | felice in mezzo i buoni. || A me calma più piena e più profonda; | quella che splende nell'orbita d'una | pupilla moribonda, | mite alba di luna.”

Arrigo Boito (1842–1918) librettista italiano

A Giovanni Camerana., pp. 796-798
Origine: Citato in G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti e G. Zaccaria, Dal testo alla storia dalla storia al testo , [Letteratura italiana con pagine di scrittori stranieri, Analisi dei testi e critica, vol III, tomo secondo, Dal Decadentismo ai giorni nostri, Storia del teatro e dello spettacolo a cura di Gigi Livio], Paravia, Torino, 1993. ISBN 88 395 0453 2

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“L'eccellentissimo professor Amedeo Maiuri è stato poi contattato, come promesso, dai responsabili del coordinamento della raccolta dati del ministero per i Beni e le attività culturali? O essi hanno rinunciato alla preziosa collaborazione dell'illustre archeologo arrendendosi davanti al dettaglio che egli è morto il 7 aprile 1963, cioè 47 anni fa?”

Gian Antonio Stella (1953) giornalista e scrittore italiano

da L'elenco (incerto) di vivi e scomparsi https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/marzo/24/elenco_incerto_vivi_scomparsi_co_9_100324069.shtml, Corriere della sera, 24 marzo 2010

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“Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale. Se no vado al cinema.”

Walter Valdi (1930–2003) artista, cantautore e attore italiano

Origine: Citato in Mario Luzzatto Fegiz, Addio a Walter Valdi, padre del cabaret milanese, Corriere della Sera, 10 ottobre 2003.

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“Rocco morto | terra straniera, l'avete avvolto male | i vostri lenzuoli sono senza ricami | Lo dovevate fare, il merletto della gentilezza!”

Amelia Rosselli (1930–1996) poetessa italiana

da Cantilena, 1953 in Le poesie
Origine: Citato in Amelia Rosselli: «Una cantilena per Scotellaro» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/24/AMELIA_ROSSELLI_UNA_CANTILENA_PER_co_0_97112411310.shtml, ArchivioStorico. Corriere.it, 24 novembre 1997, p. 27

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“Nessuno è mai morto per aver mangiato insalata, mentre la politica ha mietuto fior di vittime.”

Amintore Fanfani (1908–1999) politico, economista e storico italiano

In Roberto Gervaso, La mosca al naso

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“Cassandra [rivolgendosi al Capo coro] Aiuto, aiuto! | di nuovo l'angoscia divina in me | fa vorticare la sua tempesta di voci! | Guardate questi ragazzi seduti | davanti al palazzo, ombre di sogno: | sì, sono i figli massacrati dai parenti, | le mani colme di carne, portano in pasto | le loro interiora, le loro viscere, | a un padre che se le porta alla bocca… | Ve lo dico: c'è uno di cui qualcuno vuole | la vendetta, un leone – ma un leone pavido, | nella casa, accucciato sul letto, che aspetta | che ritorni il padrone: padrone anche mio, | se mi trascina nelle catene della schiava. | E il capo della flotta, il distruttore di Troia, | non sa cosa l'atroce cagna, la cui voce | non fa che ridire una gioia ch'è morte, | gli prepara in nome delle vecchie colpe. | È dannata. Femmina assassina del maschio, | solo qualche mostro – Scilla, con le sue | due teste, terrore dei naviganti – forse | potrebbe prestarle il nome che si merita, | madre infuriata, uscita dall'inferno, in guerra | contro tutti i suoi! Ah, il grido di trionfo, | ch'essa ha lanciato, come sul nemico morto! | E doveva essere gioia per un felice ritorno! | Che mi crediate o non mi crediate, che importa? | Tutto si compirà. E tu, pieno di dolore, | vedrai che ho detto soltanto la verità.”

Agamennone
Origine: Da L'Orestiade: Agamennone, traduzione di Pier Paolo Pasolini, Istituto Nazionale del Dramma Antico, 1960.

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“[…] Non è saggio investire troppo di se stessi su un altro essere umano. Quando poi questo essere umano è morto, può anche essere pericoloso.”

P. D. James (1920–2014) scrittrice britannica

Miss Markland a Cordelia Gray, cap. 2
Un lavoro inadatto a una donna

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“Il nostro sonno, oggi, | sarà un compito in classe. | Tema: noi torce. | Svolgimento: ognuno | covi, dormendo, la sua fiamma, accesa | al fuoco morto del televisore.”

Valerio Magrelli (1957) poeta italiano

Origine: Da 11 settembre 2001, la Repubblica, 3 novembre 2001; ora in Disturbi del sistema binario, Einaudi, Torino 2006.

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“Ti accorgi che sei invecchiato quando gli amici ti telefonano e, se non rispondi, non pensano che stai facendo sesso, ma che sei morto.”

Giancarlo Magalli (1947) autore televisivo e conduttore televisivo italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10207345105696310 sul profilo ufficiale Facebook.com, 30 agosto 2015.

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“A un certo punto, quando avevo 40 anni e tutto andava bene, di colpo ho realizzato che sarei morto stupido: non sapevo niente della teoria della relatività. Mi sono avvicinato agli astrofisici, mi sono messo a studiare, ho imparato e ho scritto dei libri.”

Jean-Claude Carrière (1931) sceneggiatore cinematografico e televisivo francese

Citazioni di Jean-Claude Carrère
Origine: Da un'intervista rilasciata a Stefano Montefiori, Sono già morto una volta. Adesso scrivo, La Lettura, supplemento del Corriere della Sera, 26 febbraio 2017.

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“La verità è il porto morto dello spirito.”

Ardengo Soffici (1879–1964) scrittore italiano

9 dicembre, p. 256
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“Loquace è il taciturno e vivo il morto | e mi permetto l'intimo conforto, | di trasformare, | praticare la falsa disciplina, | estrarre dal veleno medicina.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

da Da A ad A, n. 2
Da A ad A

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“Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai. Mi appoggiai, stanco morto a un recinto. Sul fiordo nero azzurro e sulla città, c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo, infinito, pervadeva la Natura.”

Edvard Munch (1863–1944) pittore norvegese

Origine: Dal Diario personale in Frammenti sull'arte, Abscondita, 2007, p. 48; citato in Francesco Eugenio Negro, L'uomo come opera d'arte: etica ed estetica in medicina, FrancoAngeli, 2012, p. 67 https://books.google.it/books?id=1FOUeUQoW8kC&pg=PA67. ISBN 8856844850

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“Il passato va abbandonato non perché è male ma perché è morto.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Un minuto di saggezza nelle grandi religioni