Frasi su po'
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“Che pericolo c'è se qualche cattolico propende un po' più vivamente per la democrazia? Chissà che essa non sia il futuro dell'Europa?”

Jean-Baptiste Henri Lacordaire (1802–1861) religioso, giornalista e politico francese

dalla lettera a Charles de Montalembert del 7 novembre 1848.

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“Chiunque sia un po' specialista è, a rigor di termini, un idiota.”

Il manuale del rivoluzionario
Uomo e superuomo

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“[…] non provò neppure un po' di vergogna, quel sentimento che tante volte, ma mai abbastanza, è il nostro più efficace angelo custode.”

José Saramago (1922–2010) scrittore, critico letterario e poeta portoghese

Origine: Il vangelo secondo Gesù Cristo, p. 84

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“Nessun maschio americano che avesse un po' di rispetto di se stesso si sognerebbe mai di cominciare un nuovo giorno senza la spremuta di qualche seno.”

Noel Coward (1899–1973) commediografo, attore e regista britannico

Origine: Amore e etichetta, p. 144

“Con un po' di disprezzo ci risparmiamo di odiare molto.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

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“I gestori del Tamburo tendevano ad avere un approccio democratico all'aggressività: a loro piaceva che tutti ne avessero un po.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 15. All'anima della musica (1994)

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“Anche un po' di depressione è troppo.”

Percy Bysshe Shelley (1792–1822) poeta inglese

Origine: Da Lines of despair; citato in Serena Zoli, Giovanni B. Cassano, E liberaci dal male oscuro, TEA, Milano, 2009, p. 475. ISBN 978-88-502-0209-6

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“Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Alla città di Ferrara, vv. 93-96
Rime e ritmi

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“Avrei potuto star seduto lì per un po' e respirare il puzzo, forse farci qualcosa con dio, forse dargli una chance. tirai a me il battente.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Taccuino di un vecchio sporcaccione

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“L'occasione non fa il ladro, | il grande ladro è lei, | perché ha rubato quel po' d'amore | che ancora in cuore mi restava.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Nell'amore c'è sempre un po' di follia. Ma nella follia c'è sempre un po' di saggezza.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

I, Del leggere e scrivere; Quattrocchi

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“Il miglior rimedio. – Un po' di salute ogni tanto è il miglior rimedio per il malato.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“Un'idea forte comunica un po' della sua forza al contraddittore.”

Alla ricerca del tempo perduto, All'ombra delle fanciulle in fiore

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“Non so più dove cacciare gli occhi per trovare un me stesso che sia un po' meno misero.”

Cesare Pavese (1908–1950) scrittore, poeta, saggista e traduttore italiano

Origine: Vita attraverso le lettere, p. 39

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“Tutti hanno bisogno di qualche sconfitta. Un po' di mortificazione ogni tanto non nuoce.”

Arthur Hailey (1920–2004) scrittore britannico

Origine: Black out, p. 51

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“So soltanto che bisogna fare quello che occorre per non essere più un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, al suo posto, in una buona morte. Questo può dar sollievo agli uomini e, se non salvarli, almeno fargli il minor male possibile e persino, talvolta, un po' di bene. E per questo ho deciso di rifiutare tutto ciò che, da vicino o da lontano, per buone o cattive ragioni, faccia morire o giustifichi che si faccia morire. […] Di qui, so che io non valgo più nulla per questo mondo, e che dal momento in cui ho rinunciato ad uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia. So, inoltre, che non posso giudicare questi altri. […] Di conseguenza, ho detto che ci sono flagelli e vittime, e nient'altro. Se, dicendo questo, divento flagello io stesso, almeno non lo è col mio consenso. Cerco di essere un assassino innocente; lei vede che non è una grande ambizione. Bisognerebbe certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, è difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace. […]" Dopo un silenzio il dottore domandò se Tarrou avesse un'idea della strada da prendere per arrivare alla pace. "Sì, la simpatia.”

[...] "Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca".
La peste

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“Quanto agli eccessi, se n'era sempre astenuto, un po' per pusillanimità, un po' per delicatezza.”

Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese

La signora Bovary

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“Il mio desiderio più ardente e la più fervida preghiera che formulo per voi, e anche per me, nell'eventualità che la cosa non sia già fatta,——è, che i grandi doni e talenti tanto dello spirito quanto del giudizio, con tutto quanto è solito accompagnarli,———come memoria, fantasia, genio, eloquenza, prontezza d'ingegno, e così via, possano in questo prezioso momento esser versati senza limite o misura, ostacolo o impedimento, tanto caldi quanto ognuno di noi può sopportarlo,—schiuma e sedimenti e tutto; (poiché non vorrei perderne neppure una goccia) nei diversi ricettacoli, cellette, cellule, domicili, dormitori, refettori, e ripostigli del nostro cervello,—in tal guisa, che possano continuare a esservi iniettati e stivati; secondo l'autentica intenzione e significato del mio desiderio, fino a che ogni suo vasello, grande e piccolo, ne sia così colmo, saturato e riempito fino all'orlo, che neppure per salvare una vita umana vi possa entrare o uscire niente altro.
Che Dio ci benedica!—quale nobile lavoro non faremmo!—quanto lo completeremmo con successo!——e con quale entusiasmo scriverei per simili lettori!—e voi,—giusto Cielo!—con quale rapimento siedereste a leggere,—ma oh!—è troppo,——mi sento mancare,——svengo deliziosamente a pensarci!——è più di quanto la natura umana possa sopportare!——sostenetemi,—mi gira la testa,—mi si annebbia la vista,——muoio,——sono spacciato.——Aiuto! Aiuto! Aiuto!—Ma ferma,—principio a sentirmi un po' meglio, perché incomincio a prevedere, quando sarà tutto finito, che poiché continueremo tutti a essere begli spiriti,—non saremo mai d'accordo fra noi, per un giorno intero:——vi sarebbero tanta satira e sarcasmo,——beffe e motteggi, con prese in giro e risposte per le rime,——con affondi e parate in un angolo o nell'altro,——non ci sarebbe fra noi altro che malizia.—Caste stelle! che morsi e che graffi, e che schiamazzo e strepito faremmo, con tante teste rotte, e bacchettate sulle nocche, e colpi bassi,—non sarebbe più vita la nostra.
Mai poi, poiché saremmo tutti uomini di gran giudizio, rappattumeremmo le cose non appena andassero storte; e per quanto ci detestassimo, dieci volte più di altrettanti diavoli e diavolesse, saremmo non di meno, figlioli cari, tutti bontà e cortesia,——latte e miele,——sarebbe una seconda terra promessa,——un paradiso in terra, se una cosa del genere si potesse avere,—cosicché nell'insieme ce la saremmo cavata abbastanza bene.
L'unica cosa per cui mi agito e fumo, e che turba maggiormente la mia invenzione in questo momento, è come ottenere questo risultato; poiché come le vostre signorie ben sanno, di quelle celesti emanazioni di spirito e giudizio, che ho tanto generosamente invocato sulle vostre signorie quanto su di me,—non vi è che un certo quantum immagazzinato per tutti, a uso e consumo dell'intera razza umana; e ne vengono mandati in questo vasto mondo dosi così piccole, che circolano qua e là in un angolino o nell'altro,—e in rivoletti così stretti, e a intervalli così prodigiosi l'uno dall'altro, che ci si chiede come possa durare, o bastare a soddisfare i bisogni e le emergenze di tanti grandi stati, e imperi popolosi.”

vol. III, cap. XX; 1982, p. 189
Vita e opinioni di Tristram Shandy

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“Ogni generazione ha il suo "maestro", Roger è magico, un po' perché rende tutto così facile, perché regala sempre un tocco di genialità e perché sembra fare tutto senza sforzo.”

Martina Navrátilová (1956) tennista cecoslovacca

Origine: Citata in Vincenzo Martucci, Laver: «Un onore essere paragonato a lui» http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/luglio/04/Laver_onore_essere_paragonato_lui_ga_10_0507042787.shtml, Gazzetta dello Sport, 4 luglio 2005.

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“Ho quattro uomini addetti ai cavalli che dimorano nelle vicinanze. Il lavoro leggero, che necessita di parecchie braccia, è svolto da bande. I campi richiedono molto lavoro leggero, quale la sarchiatura, la zappatura, alcune operazioni per concimare, la raccolta delle pietre, etc. Che sono effettuate dalle "gangs" o bande organizzate che alloggiano nelle località aperte. La banda consta d'una numero di persone che varia da 10 a 50 persone, donne e bambini d'ambo i sessi, sebbene i ragazzi in genere giunti al tredicesimo anno di età, vadano via e in ultimo bambini di entrambi i sessi. Capo della banda è un capobanda che in ogni caso è un normale operaio agricolo, quasi sempre un cd. ceffo, individuo privo di senso morale, dagli umori instabili, ubriacone ma dotato d'un po' d'intraprendenza e di "savoir faire". Egli recluta la banda, che lavora sotto il suo comando e non sotto il comando del fittavolo. Con questo ultimo in genere stabilisce una paga a cottimo; i suoi introiti, che in media non vanno troppo oltre quelli d'un normale operaio agricolo, dipendono quasi totalmente dalla capacità che egli possiede di smungere dalla sua banda la maggiore quantità possibile di lavoro entro il tempo concordato. I fittavoli si sono accorti che le donne lavorano seriamente soltanto sotto la dittatura di un uomo che donne e bambini quando hanno preso il via effondono le proprie forze vitali in maniera realmente impetuosa, cosa di cui Fourier era già a conoscenza, mentre l'operaio maschio adulto è così perfido da risparmiarle quanto più è possibile. Il capobanda gira da un podere all'altro e in questa maniera è in grado di occupare la propria banda per 6-8 mesi all'anno.”

Libro I, settima sezione, cap. 21, p. 502
Il Capitale

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“Intendami chi po', ch'i' m'intend'io.”

Francesco Petrarca (1304–1374) poeta italiano autore del Canzoniere

num. IX secondo Marsand; canz. XI secondo Mestica; v. 17
Sonetto in vita di M. Laura
Variante: Intendami chi pò, ch'i' m'intend'io.

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