Frasi su ultimo
pagina 10

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“Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.”

Carlo Dossi (1849–1910) scrittore, politico e diplomatico italiano

n. 501

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“Avendo poca memoria, è sempre d'accordo con l'ultimo con cui parla.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

La volpe e l'uva

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“Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.
Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.
La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode.”

II, I, XV; 1981
I miserabili

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“[Ultime parole] Oh vita, vita, poter uscire.”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Origine: Citato in Umberto Veronesi, L'ombra e la luce: La mia lotta contro il male, Einaudi, Torino, 2008, p. 83. ISBN 978-88-06-19501-0

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“L'ambizione è l'ultimo rifugio del fallimento.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Frasi e filosofie a uso dei giovani

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“Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Alla città di Ferrara, vv. 93-96
Rime e ritmi

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“Quando Caino uccise Abele, e quest'ultimo non reagì, si ebbe il primo precedente. "La vittima morta non presenta appello."”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Trovai l'ultimo bicchiere di vino mescolato a cenere di sigaro e tristezza.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Taccuino di un vecchio sporcaccione

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“A diciott'anni pensavo sempre che ogni mia poesia fosse l'ultima.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

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“Senti la campanella? In ginocchio! Portano gli ultimi sacramenti a Dio che muore!”

Heinrich Heine (1797–1856) poeta tedesco

Origine: Citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p. 22, Edizioni APE Mursia, 1979.

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“Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio!". E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto?" disse uno. "Si è perduto come un bambino?" fece un altro. "Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?" – gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n'è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l'intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? – Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli – chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatòri, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un'azione piú grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!". A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto" proseguí "non è ancora il mio tempo. Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle stelle vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste e ascoltate. Quest'azione è ancor sempre piú lontana dagli uomini delle stelle piú lontane – eppure son loro che l'hanno compiuta!". – Si racconta ancora che l'uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?".”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

125; 2007

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“L'ultima scepsi. Che cosa sono, in fondo, le verità degli uomini? Sono gli errori inconfutabili dell'umanità.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

265; 1993

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“Tutte le valutazioni sono affrettate, e debbono esserlo.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

Delle prime e ultime cose, 32

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“I libri pensano per me.”

Charles Lamb (1775–1834) scrittore, poeta e drammaturgo inglese

da Ultimi saggi di Elia

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“È l'ultima volta che spreco per te degli insulti!…”

Louis-ferdinand Céline (1894–1961) scrittore, saggista e medico francese

pag. 6

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“L'omicidio, come tutti possono osservare leggendo le storie recenti e i giornali di ogni mattina, è sempre più fiorente tra i popoli di razza bianca. Qualunque motivo o pretesto è buono per sopprimere i nostri simili: la gelosia o la politica, la vendetta o il lucro, la punizione dei delinquenti o l'amore non corrisposto, la speranza di un premio o l'accecamento del furore, l'assillo del guadagno sognato o il sadismo sessuale, senza contare le carneficine di massa delle insurrezioni, delle fucilazioni e delle invasioni e neppure quegli omicidi gratuiti e perfetti venuti di moda attraverso la letteratura europea negli ultimi decenni.
Si vedono ogni giorno innamorati che uccidono le amanti, mogli che uccidono i mariti, mariti che uccidono le mogli, padre che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, fratelli che ammazzano i fratelli, ladri che ammazzano i derubati, criminali che sopprimono i polizziotti, polizziotti che sopprimono i criminali e perfino fanciulli e adolescenti che per gioco o per gola di pochi soldi strangolano e sgozzano i loro coetanei. Gli stati non sono meno risolutamente omicidi dei cittadini che li compomgono: le guerre di sterminio sono ancora frequenti e in quasi tutti i paesi cristiani i codici ammettono solennemante il diritto di contravvenire a uno dei più antichi e perentori comandamenti di Dio. Anche ai tempi nostri come in quelli delle «Soirées de St. Petersbourg» di Giuseppe de Maistre c'è sulla terra un perenne «ruissellement de sang.»”

pagg. 92-93
La spia del mondo, I figli del quinto giorno

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“[Carlo Michelstaedter] Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee — s'è ucciso per ragioni metafisiche.”

Giovanni Papini (1881–1956) scrittore, poeta e aforista italiano

Origine: Da Un suicidio metafisico, Il Resto del Carlino, 5 novembre 1910; anche in 24 cervelli: saggi non critici, Facchi, 1919.

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“Il modo migliore per recitare una parte è quello di viverla.”

Arthur Conan Doyle (1859–1930) poeta, scrittore, medico

Origine: Da L'avventura del detective morente, ne L'ultimo saluto.

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“Non si tratta di voler stupidamente sfuggire all'utile, ancor meno di negare la fatalità che dà sempre a esso l'ultima parola [ma si tratta di fare spazio alla] possibiliità di vedere apparire quel che seduce, ciò che sfugge nell'istante dell'apparire alla necessità di rispondere all'utile.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: Da La réligion préhistorique, in Œuvres complètes, vol. XII, p. 513. Citato in F. C. Papparo, Per desiderio d'infinito, introduzione a Georges Bataille, L'aldilà del serio e altri saggi, Guida, 2000.

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“Spesso, in me, la soddisfazione di un desiderio si oppone all'interesse. Ma le cedo, perché essa è bruscamente diventata il mio fine ultimo!”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Le lacrime di Eros

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“L'uomo è nulla. Il lavoro è tutto.”

Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese

Origine: Citato in Arthur Conan Doyle, Le avventure di Sherlock Holmes-La lega dei capelli rossi, ultima battuta

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“Cristoforo Colombo, come ognuno sa, è venerato dai posteri perché fu l'ultimo a scoprire l'America.”

James Joyce (1882–1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese

Origine: Da Il miraggio del pescatore di Aran: La valvola dell'Inghilterra in caso di guerra, in Scritti italiani, a cura di Gianfranco Corsini, Giorgio Melchiori e Louis Berrone, A. Mondadori, 1979.

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“Il primo sonaglio e l'ultimo aspersorio si somigliano troppo.”

Ramón Gómez De La Serna (1888–1963) scrittore e aforista spagnolo

Origine: Mille e una greguería, Greguería‎s‎, p. 31