Frasi su aquila

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema aquila, essere, due-giorni, alto.

Frasi su aquila

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“Più veloci di aquile, | i miei sogni attraversano il mare.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da La cura, n. 3
L'imboscata

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“Non prestare orecchio alle menzogne, non farti soffocare dai maligni, non ti nutrire di invidie e gelosie.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Le aquile non volano a stormi

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“In silenzio soffro i danni del tempo, | le aquile non volano a stormi, | vivo è il rimpianto della via smarrita, | nell'incerto cammino del ritorno.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Le Aquile Non Volano A Stormi, n. 2
Dieci stratagemmi

“Un lupo metterò a guardia della mia ingenuità.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Un'aquila nel cuore
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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: La letteratura inglese: Dai romantici al Novecento, p. 144-46

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“Bisogna, sì, ricompensare generosamente i benefattori, ma anche tenere prudentemente a bada i malvagi.”

Esopo (-620–-564 a.C.) scrittore e favolista greco

da L'aquila dalle ali tarpate e la volpe, 6
Favole

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“Eulero calcolava senza sforzo apparente, così come gli uomini respirano o le aquile si sostengono nel vento.”

François Arago (1786–1853) matematico, fisico e astronomo francese

attribuita; citato in Marcus du Sautoy, L'enigma dei numeri primi

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Emily Brontë (1818–1848) scrittrice e poetessa inglese

Mario Praz

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“Paul Levi vuole conquistarsi le simpatie della borghesia – e, conseguentemente, dei suoi agenti, la Seconda Internazionale e l'Internazionale due e mezzo – pubblicando proprio le opere di Rosa Luxemburg in cui ella aveva torto. A ciò noi rispondiamo citando poche righe di una vecchia favola russa: a volte un'aquila può volare più in basso di una gallina, ma una gallina non può mai salire tanto in alto quanto un'aquila. Rosa Luxemburg errò nella questione dell'indipendenza polacca; errò nel 1903 nel valutare il menscevismo; errò nella teoria dell'accumulazione del capitale; errò quando nel luglio 1914 si batté con Plechanov, Vandervelde, Kautsky e altri per l'unificazione dei bolscevichi con i menscevichi; errò nei suoi scritti dal carcere nel 1918 (anche se in gran parte ella stessa corresse i propri errori dopo essere uscita dal carcere, alla fine del 1918 e al principio del 1919). Ma nonostante tutti questi errori era e rimane un'aquila: e non solo la sua memoria rimarrà sempre cara ai comunisti del mondo intero, ma anche la sua biografia e l'edizione integrale delle sue opere […] costituiranno una lezione molto utile nell'educazione di molte generazioni di comunisti del mondo intero.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Da Appunti di un giornalista scritto nel febbraio 1922 e pubblicato per la prima volta su Pravda, 16 aprile 1924; citato in Peter J. Nettl, Rosa Luxemburg, Milano, Il Saggiatore, 1970, II, p. 370.

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“Quando vedi un'Aquila, vedi una particola di Genio: alza la testa!”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, Proverbi infernali

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“L'aquila non perse mai tanto tempo come quando
si sottomise alla scuola del corvo.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, Proverbi dell'inferno

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“La vita: tutto ciò che ci accade mentre siamo intenti a progettare il futuro.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

da Istruzioni di volo per aquile e polli

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“Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Origine: Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del Tricolore, Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia, Il Saggiatore, 2010, p. 90 https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90. ISBN 8842816469

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“Da dentro ai miei pensieri spiccan voli | or l'aquile superbe, or gli usignoli.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da Mi accade a volte di sognare, vv. 14-15, p. 16
C'è sempre un po' di buio

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“Ma come un'aquila può | diventare aquilone? | Che sia legata oppure no, | non sarà mai di cartone.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da L'aquila, lato A, n. 3
Il mio canto libero

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“Daria Galateria: A uno specialista della nostra civiltà chiediamo cosa pensa del mondo attuale.
Jean Starobinski: Le civiltà non europee hanno acquisito gli stessi bagagli tecnici dell'Occidente e questo crea un orizzonte nuovo. A inizio secolo era particolarmente conscio della fragilità dell'Occidente il poeta Paul Valéry. […]
Daria Galateria: Veniamo alla sua conferenza. Quando parla del "Campidoglio Baudelaire", in che termini?
Jean Starobinski: Il Campidoglio rappresenta nella poesia romantica francese il simbolo della potenza romana. Quando il poeta Lamartine cerca nell'ode Les Révolutions l'emblema dell'Italia sceglie «l'aquila sanguinante del Campidoglio», evoca cioè la Roma conquistatrice. Quando Baudelaire riprende il tema è per sfigurarlo o per intrattenervi un'ironia funebre. Il Campidoglio compare nella La mort des artistes, che è il sonetto che concludeva la prima edizione delle Fleures du Mal. […] Il protagonista della Morte degli artisti è un'artista che fallisce nella sua opera che pone l'unica speranza nella morte. Ora, per definire la morte Baudelaire usa la parola Capitole – il Campidoglio in cui si incoronavano i poeti. […] È facile capire conoscendo le passioni di Baudelaire che questa morte assomiglia al «sole nuovo» di Edgar Allan Poe.
Daria Galateria: In una nuova edizione italiana dei Fiori del male, nella traduzione di Giorgio Caproni, il curatore Luca Pietromarchi evoca anche l'inizio del poema in prosa Il confiteor dell'artista: «Lo studio del bello è come un duello in cui l'artista lancia un grido di paura prima di cadere sconfitto».
Jean Starobinski: Così Baudelaire si pone in assoluta contraddizione con un altro Campidoglio, quello di Madame de Staël e della sua eroina del 1807 Corinne. Nel romanzo la poetessa appare trionfante al Campidoglio, a ricevere lo stesso omaggio di Petrarca nel 1341. Ci si accorge che Baudelaire ha voltato le spalle alla figura eloquente di Corinne col suo richiamo alla vita superiore del paese. Opponendosi a Napoleone, Madame de Staël diventava la sacerdotessa ispirata di una libertà capace di superare le servitù del momento presente, anche in Italia.”

Jean Starobinski (1920–2019) critico letterario svizzero
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“[Intervistato all'Aquila due giorni dopo il terremoto abruzzese] Non manca niente, c'è la cura medica, ci sono i medicinali, ci sono i pasti caldi, c'è la copertura per la notte, che tuttavia dev'essere assolutamente provvisoria, ecco… bisogna prenderla come un camping da fine settimana, poi bisogna arrivare a soluzioni che ci sono, sono pronte, e sono gli alberghi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Dall'intervista al canale tedesco N-tv (video disponibile su YouTube.com http://www.youtube.com/watch?v=YSRsr4UaYkI); citato in Elysa Fazzino, Berlusconi e quella frase sul week-end in campeggio http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/04/visti-da-lontano-berlusconi-campeggio.shtml, ilSole24Ore.com, 9 aprile 2009.

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“Abbiamo preso un impegno assoluto per consegnare le prime case il 15 di settembre e quindi credo che sia opportuno una mia presenza perché l'occhio del padrone, si dice normalmente, sappiamo cosa produce.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

conferenza per la conclusione del G8 2009 a L'Aquila, parlando delle case per gli Aquilani, 10 luglio 2009; video su You Tube

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“[A proposito di Germania ed Austria] L'Aquila grifagna | Che per più divorar due becchi porta.”

Luigi Alamanni (1495–1556) poeta, politico e agronomo italiano

in Versi e prose di Luigi Alamanni, per cura di Pietro Raffaelli, vol. I, Firenze, 1859, pag. XXVIII
Origine: Ma nell'egloga Admeto Secondo la frase è: L'uccel di Giove | Che per più divorar due bocche porta. Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 330.

“[Riferendosi a se stesso] Dante, né il Petrarca, né il Boccaccio | Né Re Roberto, né Cicco non sone | Non so Francioso, e né so Toscanu | Ma veramente allo modo Aquilanu | Io rimarò con lingua materna.”

Niccolò Ciminello di Bazzano scrittore italiano

dal poema sulla Guerra Braccesca citato in Alfonso Dragonetti, Le vite degli illustri aquilani http://www.archive.org/details/levitedegliillu00draggoog, Francesco Perchiazzi editore, L'Aquila, 1847 p. 89-90

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“Mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione e questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le elite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita. […] La povera sinistra sarebbe nata con altri scopi e invece si fa condizionare da un'élite di merda. […] Stanno preparando un colpo di Stato a cui si risponde a viso aperto parlando con gli italiani, costruendo l'Aquila, con un grande piano per il Mezzogiorno. La vera unità d'Italia è risolvere la questione meridionale. […] Abbiamo una grande occasione, la nostra missione sarà una missione straordinaria contro la cattiva rendita, contro i parassiti dovunque essi siano: nella finta cultura, nella finta cinematografia ideologica parassitaria, nel finto sindacato, nelle cattive banche, nella cattiva finanza, nei cattivi giornali. […] Propongo una lotta di liberazione per i compagni della sinistra per bene: liberatevi da questo abbraccio mortale di questa cattiva finanza, di questo cattivo sindacato, di questi cattivi gruppi editoriali. […] Questa sedicente elite in questo anno di grande crisi ha pensato solo a come far cadere un governo che guarda caso cominciava a colpire proprio le case matte della rendita.”

Renato Brunetta (1950) economista e politico italiano

Origine: Citato in Repubblica http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-29/brunetta-sinistra/brunetta-sinistra.html, 19 settembre 2009.

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“Sono una fessura stuprata | Sto per estinguermi | Non resterà niente di me | Elefante | Aquila | Ragazza”

Eve Ensler (1953) drammaturga statunitense

Origine: Io sono Emozione, p. 95

“Ci vuole ben altro che il becco di un'aquila per intimorire Prometeo.”

Piero Bevilacqua (1944) storico e saggista italiano

Prometeo: p. 8
Prometeo e l'aquila

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“[Su Pio VII] Aquila rapax.”

Malachia di Armagh (1094–1148) abate e arcivescovo cattolico irlandese

Attribuite

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“Come possiamo volare come aquile se siamo contornati da tacchini”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

sottotitolo dell'album

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“Il Grande Respiro di Gaia ormai va fuggendo nelle lande più remote della Terra, insieme alle Anime della foresta.”

Piero Bevilacqua (1944) storico e saggista italiano

Aquila: p. 28
Prometeo e l'aquila

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“Gli Arabi sono in grado di comprendere i corvi, gli Etruschi le aquile.”

Porfírio (233–301) filosofo e teologo greco antico

III; 2015, p. 367
De abstinentia

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“C'è l'Italia finta dei sogni di Berlusconi e dei suoi ministri, fatta di plastica e di set televisivi. C'è anche un'altra Italia, quella vera e reale – l'abbiamo vista oggi per le vie di Roma con le proteste dei disabili e delle loro famiglie, e con le proteste dei terremotati de L'Aquila – abbindolata dal sogno berlusconiano, presa in giro dal governo un attimo dopo aver spento i riflettori dei teatrini di posa tv.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da "C'è l'Italia Berlusconiana fatta di plastica" http://www.sinistraeliberta.eu/comunicati-stampa/nichi-vendola-c%e2%80%99e-l%e2%80%99italia-berlusconiana-fatta-di-plastica-ma-ci-sono-gli-italiani-in-carne-e-ossa-presi-in-giro-che-non-si-meritano-le-manganellate-ma-esigono-fatti-e-il-poter-manif, SinistraeLibertà.eu, 7 luglio 2010.

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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