Frasi su mano
pagina 8

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“Federico scrisse lAntimachiavelli, ma non si trattava di ipocrisia, era semplicemente letteratura. Amava l'umanesimo, la ragione, la secca chiarezza — un amore problematico, derivato dagli elementi demoniaci e utilitari riuniti in lui. Così amava Voltaire, il figlio dello spirito, il padre dell'illuminismo e di ogni cultura antieroica. Baciava la mano magra che scriveva: «Odio tutti gli eroi», ed egli stesso faceva dell'ironia sulla guerra dei sette anni con le parole «debolezze eroiche». Metteva però anche nero su bianco: se avesse voluto punire una provincia, l'avrebbe fatta governare da letterati; il suo illuminismo era così superficiale, che se ne sentiva immune. Quando poi vuole chiarire il vero motivo che lo ha indotto a scambiare la dolce quiete di una vita dedita alla letteratura con i tremendi sforzi ed i sanguinosi orrori della guerra, parla in generale di un «segreto istinto». Ciò che egli definisce in questo modo era più forte della letteratura: diresse le sue azioni e decise della sua vita; ed è un concetto tipicamente tedesco che questo istinto segreto, questo elemento demoniaco fosse in lui sovrumano: era la forza del destino, lo spirito della Storia.
In fondo era una vittima. Egli pensava ad ogni modo di essersi sacrificato: nella giovinezza per il padre e nella maturità per lo Stato. Ma sbagliava se pensava che sarebbe stato libero di agire diversamente. Era una vittima. Doveva agire ingiustamente e vivere contrariamente al pensiero; non gli fu concesso di essere un filosofo, ma dovette fare il re, perché un grande popolo compisse la sua missione nel mondo.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Origine: Federico e la grande coalizione, pp. 77 sg.

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“Perugia, munita di grandi mezzi di difesa dalla natura e dalla mano dell'uomo, sorge improvvisamente su di un'altura.”

Impressioni italiane
Origine: Citato in Perugia, Guide Electa Umbria, 1993

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“Devo lamentare che le carte sono mischiate male fin quando non ho una buona mano.”

Jonathan Swift (1667–1745) scrittore e poeta irlandese

Pensieri su vari argomenti

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“Il neonato saluta se stesso dando la mano al proprio piede.”

Ramón Gómez De La Serna (1888–1963) scrittore e aforista spagnolo

Origine: Mille e una greguería, Greguería‎s‎, p. 81

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“La mano è il vero organo della civiltà, iniziatore dell'evoluzione umana.”

Ernst Fischer (1899–1972) politico austriaco

Origine: L'arte è necessaria?, p. 20

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“Prima che tu mi interrompa, Raven, voglio dirti che la ragione per cui ti odio, la ragione per cui ti odio nel profondo del mio cuore, è che non conoscevo niente di meglio quando ero un ragazzino. Quando mio padre tornava a casa odorando di birra. Ho pensato che avesse avuto una giornata di duro lavoro. Non avevo capito che era fuori in un bar. Non avevo capito che 'lavoro' significava 'ufficio di collocamento.' Non pensavo fosse strano che qualcuno tornasse a casa propria e prendesse un Old Style [ una marca di birra] sotto la doccia. Non pensavo fosse strano che qualcuno svenisse. Ho pensato che un Old Style, un pacchetto al giorno, era la norma. Raven, mio ​​padre è esattamente come te. Dal primo giorno di Ring of Honor, dove si suppone che lo spirito combattivo sia rispettato, le cose non dovrebbero essere così! Mi piacerebbe stringerti la mano come un uomo normale, ma il fatto è che io non ti rispetto! Ti odio! Ti odio per tutto quello che hai pisciato via! Tutto quello che ho demolito e dilaniato, per quello che non ho ancora guadagnato! Questo è stato consegnato a voi e scaricato nel gabinetto! Per che cosa? Per le pillole? Per le bevande alcoliche? Per l'alcol? Per le donne? Sono figlio della tua società avvelenata. Così, il diciassette del mese di luglio, io diventerò un mostro per combattere i mostri del mondo! Il tuo tempo in Ring of Honor sarà finito. Questa è una promessa. Questo è vero! Questo è reale! Questo è lo Straight Edge!”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Promo rivolto a Raven tenuto durante Ring of Honor: WrestleRave '03, del 28 giugno 2003, dopo un tag team match con Colt Cabana contro Raven e Christopher Daniels

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“[Rivolta a una giocatrice che si era rifiutata di darle la mano a fine partita] Avresti bisogno di un carrarmato per battere una come me.”

Martina Navrátilová (1956) tennista cecoslovacca

Origine: Citata in Ubaldo Scanagatta, Navratilova ha un cancro http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/04/07/315139-navratilova.shtml, Ubitennis.com, 7 aprile 2010.

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“L'infanzia non ha tempo. Man mano che gli anni passano bisogna conservarla e conquistarla, nonostante l'età.”

Emmanuel Mounier (1905–1950) filosofo francese

da Révolution personnaliste et communautaire – Éditions du Seuil, Parigi

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“L'umanità respinge il cieco caso e il potere del destino. Essa ha in mano il proprio destino.”

Johann Gottlieb Fichte (1762–1814) filosofo tedesco

citato in Roger Garaudy, Karl Marx

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“Si possono conoscere i filosofi solo attraverso le loro opere, e in nessun modo con esposizioni di seconda mano.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

L'arte di insultare

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“[Durante una lezione, in risposta ad uno studente che aveva alzato la mano e avevo detto «non ho capito questo passaggio»] Questa è una constatazione, non una domanda… Qualcuno ha domande?”

Paul Dirac (1902–1984) fisico e matematico britannico

citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.
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“Il corpo può essere in mano ai malvagi, lo spirito spazia ovunque: anche dal fondo di un carcere può innalzarsi al cielo.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Appendice

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“In un ministro le idee devono andar più rapide che la sua mano.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“[Imitazione di Cristo] Questo libro, il più bello che sia uscito dalla mano dell'uomo, dappoiché l'Evangelo non ha origine umana.”

Bernard le Bovier de Fontenelle (1657–1757) scrittore e aforista francese

Ce livre, le plus beau qui soit parti de la main d'un homme, puisque l'Évangile n'en vient pas.
Origine: Da Vie de Corneille, in ab. d'Olivet, Histoire de l'Académie, to. II, Parigi 1729, p. 177; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli Editore, 1980, p. 6 http://books.google.com/books?id=HW4b2ZIC3xkC&pg=PA6.

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“Se io tenessi chiuse nella mia mano tutte le verità, mi guarderei bene dall'aprirla per rivelarle agli uomini.”

Bernard le Bovier de Fontenelle (1657–1757) scrittore e aforista francese

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 528

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“Io penso di fatto con la penna, perché la mia testa spesso non sa nulla di ciò che scrive la mia mano.”

Ludwig Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco

1931
Pensieri diversi

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“In questo 10 giugno, la mano che teneva il pugnale l'ha affondato nella schiena del suo vicino.”

Franklin Delano Roosevelt (1882–1945) 32º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Commentando la dichiarazione di guerra dell'Italia contro Gran Bretagna e Francia, Washington 10 giugno 1940; citato in storiaxxisecolo.it http://www.storiaxxisecolo.it/secondaguerra/sgmcampagnafrancia.htm

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“Darya si sentiva adesso molto più sicura di sé. E gli diede un'occhiata ardita.
«Non ho nessuna attrazione per te? Molti uomini mi hanno desiderata. E tu devi aver avuto dozzine di donne in Iscozia assai meno ben fatte di me.»
E guardava, così dicendo, la sua formosa, sensuale persona, in placido orgoglio.
«Io non ho mai posseduto una donna» disse Neil con gravità.
«Cosa?»
Essa scattò in piedi per lo stupore. Egli alzò le spalle. Non aveva modo di farle capire il disgusto che provava per quel genere di cose, e il disprezzo in cui teneva i fortuiti amori dei suoi compagni di Edimburgo. Trovava una mistica gioia nella sua castità. L'amore era sacro, per lui. L'atto sessuale lo riempiva d'orrore. Solo la necessità della procreazione e il sacramento del matrimonio lo giustificavano ai suoi occhi.
Gli gettò le braccia al collo e lo teneva. E gli copriva il viso di baci. Egli si dibatteva. Volgeva la faccia. E con la mano cercava di proteggersi la bocca. D'improvviso essa gli affondò i denti nella carne. Il dolore fu così vivo che, senza volerlo, egli le diede un pugno.
«Demonio» le gridò in faccia.
Il colpo violento aveva obbligato Darya a lasciare la preda. Egli si esaminò la mano. Vide che il morso era profondo e che sanguinava. Gli occhi di lei, intanto, mandavano fiamme. Era in tutta la sua vitalità, la donna, come una belva.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

da La tentazione di Adamo

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“Ogni popolo andava con una fiaccola in mano per le strade d'Europa. E ora c'è l'incendio.”

Jean Jaurès (1859–1914) politico francese

Origine: In riferimento ai nazionalismi che avrebbero portato allo scoppio della Prima guerra mondiale. Citato nel documentario di Leandro Castellani Jean Jaures, apostolo del pacifismo (1968), trasmesso da Rai Storia il 23 febbraio 2011.

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“Mentre scendevamo mi disse: "Oh, deve stare attento, l'entrata è un po' scomoda". "Lo so, grazie," risposi. Questa storia cominciava ad annoiarmi. […] Diedi un colpo alla porta di pesante tela e mi lanciai attraverso con decisione. Naturalmente inciampai sul gradino, volai per aria e, prima di rendermi conto di cosa fosse successo, mi ritrovai con i denti ben conficcati tra una lampadina rossa e una blu in mezzo alle luci della ribalta. Stavo recitando in un teatro molto capiente, il che significa che qualunque sia la reazione degli spettatori arriva con la forza di un tuono a chi sta davanti a loro sul palcoscenico. Il volume di quella reazione specifica mi rintronò per un secondo o due. Mi rimisi in piedi in qualche modo, spolverandomi un po' i vestiti e stetti fermo per un attimo a scrutare il pubblico; poi mi girai e gettai uno sguardo a Ruby Miller che era sufficientemente professionista da non muovere un capello. Tornai a guardare il pubblico con aria supplichevole, ma non sembrava intenzionato a rinunciare così facilmente alla più grande risata del secolo. Nei molti anni trascorsi da allora a oggi ho recitato con gioia in numerose commedie […] Mi sono illuso di poter generalmente conquistare il livello di risate che io o la situazione comica meritavamo, ma ho sospirato invano; mai, proprio mai, nella mia vita ho sentito un suono così esplosivo e alto come il gioioso clamore sollevato da quel pubblico. Tutte le volte che ho pensato di avere motivo per essere soddisfatto di me stesso, il ricordo della mia prima entrata su un palcoscenico professionale ha immediatamente ristabilito il mio senso di equilibrio. Avanzai con aria miserevole sul palcoscenico verso Ruby e sedetti al suo fianco sul divano, lasciando che lei, con il suo fantastico senso della sincronizzazione, da grande esperta, facesse smettere quelle risate. […] Finalmente la mia parte sulla scena si concluse, mi alzai, mi chinai a baciare la mano a Ruby e uscii, questa volta evitando il gradino, piacevolmente accompagnato da un breve, allegro scoppiettio di applausi da parte di quel generosissimo pubblico. Al che mi montai la testa, in un allarmante risorgere di presunzione.”

Laurence Olivier (1907–1989) attore e regista britannico

Origine: Confessioni di un peccatore, pp. 36-37

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“Meglio perire per mano degli stupidi che averne gli elogi.”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

dai Quaderni

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“Non sono mai stato innamorato di donne. […] Di uomini mi sono innamorato molto spesso […]. Per me, il segno principale dell'amore è la paura di offendere o di non piacere all'oggetto amato, semplicemente la paura. Io mi sono innamorato di uomini prima di aver conoscenza della possibilità della pederastia; ma anche conoscendola, non mi è mai venuto in mente il pensiero della possibilità di una relazione. L'esempio più strano di una simpatia in qualche modo insolita è Gotier. Con lui non c'è stato assolutamente alcun rapporto, oltre che per l'acquisto di libri. Sentivo una vampa di calore quando lui entrava nella stanza. L'amore per Islavin mi ha guastato tutti gli otto mesi di vita a Pietroburgo. Sebbene inconsciamente, io di null'altro mi preoccupavo che di piacergli. Tutti gli uomini che ho amato lo hanno sentito, e ho notato che facevano uno sforzo per non guardarmi. […] La bellezza ha sempre avuto molta influenza nella scelta; si veda l'esempio di Djakov; non dimenticherò mai le notti quando io e lui uscivamo da Pirogovo e avevo voglia di abbracciarlo e di piangere. In tale sentimento c'era sensualità, ma è impossibile dire in che misura; perché, come ho già detto, l'immaginazione non mi ha mai disegnato quadri lubrici, e ne ho al contrario un terribile disgusto.
Noto in me una tendenza distruttiva, che si esprime nell'atto di rovinare tutto quel che mi capita sotto mano […].”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

29 novembre 1851, pp. 52-54

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“Il pensiero, o se si preferisce, l'atteggiamento mentale di Galileo sensibilmente diverso da quello di Descartes. Quello di Galileo non è puramente matematico: è fisico-matematico. Galileo non formula delle ipotesi sui modi possibili del moto accelerato: ciò che egli cerca, è il modo reale, il modo di cui si serve la natura. Galileo non parte, come Descartes, da un meccanismo causale, per tradurlo in seguito in un rapporto puramente geometrico, o anche, per sostituirvi un tale rapporto. Egli muove dall'idea – indubbiamente precostituita, ma che fornisce la base alla sua filosofia della natura – che le leggi della natura sono delle leggi matematiche. Il reale incarna il matematico. In tal modo non è presente, in Galileo, uno scarto tra l'esperienza e la teoria; la teoria, la formula, non si applica ai fenomeni dall'esterno, non «salva» questi fenomeni, ma ne esprime l'essenza. La natura non risponde che alle domande poste in linguaggio matematico, giacché la natura è il regno della misura e dell'ordine. E se l'esperienza guida così «come per la mano» il ragionamento, ciò avviene perché, nell'esperienza ben diretta, vale a dire a una domanda ben posta, la natura rivela la sua essenza profonda che solo l'intelletto, d'altronde, è capace di comprendere.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

cap. II, Conclusione, pp. 156 sg.
Studi galileiani

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“Riguardo al conte Tolstoj si sentono dire continuamente due cose: che è un narratore di straordinaria qualità e un pensatore mediocre. Questo è diventato quasi un assioma che non ha bisogno di dimostrazione.”

Nikolaj Konstantinovič Michajlovskij (1842–1904) critico letterario e sociologo russo

da La mano destra e la mano sinistra di Lev Tolstoj, 1875
Origine: Citato in Sergio Bertolissi, Tolstoj e l'autocrazia, in Lev Tolstoj, Lettere agli zar (1862-1905), Laterza, Bari, 1995, p. VII. ISBN 88-420-4654-X.

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“Quella sera l'usuraio infamato Yankel D portò a casa la bambina. Eccoci qui, le disse, saliamo il gradino. Siamo arrivati. Questa è la tua porta. Ed ecco, questo che sto girando è il pomolo della tua porta. Ed ecco, qui è dove mettiamo le scarpe quando entriamo. E qui è dove appendiamo le giacche. Parlava come se lei potesse capirlo, mai in toni striduli o a monosillabi infantili, e assolutamente mai con parole senza senso. Questo è il latte che ti do da mangiare. Arriva dal lattaio Mordechai, di cui un giorno farai la conoscenza. Lui tira il latte da una mucca, cosa che se ci pensi è molto strana e inquietante, quindi non ci pensare… Questa è la mia mano che ti accarezza la faccia. Certe persone sono mancine, e altre sono destrorse. Noi non sappiamo ancora cosa sei tu, perché te ne stai semplicemente lì seduta e lasci che sia io a usare la mano… Questo è un bacio. È quello che succede quando si arricciano le labbra e si premono contro qualcosa, a volte altre labbra, a volte una guancia, a volte ancora qualcos'altro. Dipende… Questo è il mio cuore. Lo stai toccando con la mano sinistra non perché sei mancina, anche se potresti esserlo, ma perché sono io che la tengo contro il mio cuore. Quello che senti è il battito del mio cuore. È quello che mi tiene vivo.
Fece un lettino con giornali accartocciati in una pentola fonda per cuocere il pane e lo infilò delicatamente nel forno in modo che la bambina non fosse disturbata dal rumore delle cascatelle. Lasciò aperto lo sportello del forno e restò seduto a guardarla per ore come si potrebbe guardare una pagnotta che lievita.”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

p. 55

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