Frasi su novello

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema novello, due-giorni, essere, parola.

Frasi su novello

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“È […] meglio fare e pentere, che starsi e pentersi.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

III giornata, novella V
Decameron

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“Amor può troppo più che né voi né io possiamo.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

IV giornata, novella I
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“L'uomo è di fuoco, la donna di stoppa, il diavolo arriva e soffia.”

Miguel de Cervantes (1547–1616) scrittore, romanziere, poeta, drammaturgo e militare spagnolo

Origine: Da Novelle esemplari

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“Trenta monaci e il loro abate non possono far ragliare un asino contro la sua volontà.”

Miguel de Cervantes (1547–1616) scrittore, romanziere, poeta, drammaturgo e militare spagnolo

da Novelle esemplari

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“[Su Luigi Pirandello] E voglio finire con un aneddoto che riguarda il Pirandello siciliano e che, nella dilagante stupidità di oggi, che tende a relegare la Sicilia in una particolare etnia (si ha il pudore di non usare la parola "razza": ma soltanto di non usarla), assume un grande significato. Nel 1932 Emilio Cecchi, che dirigeva la Cines, comunica a Pirandello l'intenzione di trarre un film dalla novella Lontano. Ma ha uno scrupolo: "nella novella come sta scritta, il marinaio norvegese si sente irresistibilmente attratto da una vita più vasta, e dai ricordi della patria, per il fatto di trovarsi legato, con il matrimonio, ad un ambiente meno che meschino; in fondo è in lui l'insofferenza dell'uomo appartenente a civiltà più energiche e libere, naufragato in un'isola abitata da gente ristretta, fra la quale egli sente mancarsi il fiato". Cecchi, scrittore che tuttora amo, era affetto da una invincibile idiosincrasia nei riguardi della Sicilia, dei siciliani: e la si può più immediatamente riscontrare nei suoi Taccuini, oltre che in questa sua lettura della novella Lontano. La novella non sta scritta come lui la leggeva; e Pirandello infatti così risponde: "Caro Cecchi, il contrasto non è tra due civiltà; ma tra due vite naturalmente diverse, quella di un uomo del Nord e quella di una donna del Sud; e il dramma che ne nasce, il dramma di restar "lontano" tra i vicini più vicini: la propria donna, il proprio figlio. Non c'è dunque da farsi scrupoli sulla natura di quelli a cui Lei mi accenna. Tutt'altro! Non era, né poteva essere nelle mie intenzioni di rappresentar barbara o di civiltà inferiore la Sicilia…"”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Naturalmente, il film non si fece. Ma queste parole di Pirandello restano, ci restano.

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“E essa che con otto uomini forse diecemilia volte giaciuta era, allato a lui si coricò per pulcella, e fecegliele credere che così fosse; e reina con lui lietamente poi più tempo visse. E perciò si disse: «Bocca basciata non perde ventura, anzi rinnuova, come fa la luna.»”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

II giornata, novella VII
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Origine: Questo distico fu ripreso da Arrigo Boito nel libretto dell'opera lirica Falstaff (atto II, quadro II) scritto per Giuseppe Verdi.
Origine: Citato nei film Divorzio all'italiana (1961) e Decameron Pie (2007).

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“E così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

III giornata, novella X
Decameron

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“E così, a modo del villan matto, dopo danno fe' patto.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

VII giornata, novella IV
Decameron

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“Dove sono le feste che ci avevano promesso? Dov'è il vino novello (morente sulla vite)?”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

An American Prayer
Tempesta Elettrica

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“Questo disir, ch'a tutti sta nel core, | de' fatti altrui sempre cercar novella…”

canto II, ottava XXXVI, versi 1-2
Orlando furioso

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“Nulla è più complicato della sincerità.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

da Novelle per un anno, Mondadori
Citazioni di Jacopo marino

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“E abbi questo per certo, che colei sola è casta, la quale o non fu mai da alcuno pregata, o se pregò, non fu esaudita.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

II giornata, novella IX
Decameron

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“Temete, litiganti sventurati, | Più delle liti stesse gli Avvocati.”

Lorenzo Pignotti (1739–1812) poeta, storico e medico italiano

da La pecora e lo spino, in Favole e novelle

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“Gesù di Nazareth […] secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Origine: Dal discorso sulla canzone Buona novella in un concerto del 1998. Video http://www.youtube.com/watch?v=fpmO1JuNwW4 disponibile su Youtube.com (01:25).

“Quando morì Papa Pacelli, nel fatale 9 ottobre del 1958, lo stesso mese e anno in cui la legge Merlin chiuse i bordelli, l'archiatra pontificio Riccardo Galeazzi Lisi, novello Griso, tradì il suo padrone fotografandolo in punto di morte e consegnando l'odioso bottino ai giornali. Fu la prima pubblica dissacrazione della più sessuale intimità: l'agonia e morte di un semidio. Ebbe così inizio l'inesorabile decadenza dell'eros in occidente. I figli dei fiori e il libero amore, le comunità promiscue e fumate, il culto della perversione, la tivù scollacciata e la moda burina, hanno propiziato la catastrofe. Che per eccitarsi, con risultati deprimenti, si faccia ricorso alle cassette porno, alla pedofilia e a tutto il resto, la dice lunga ma anche brevissima, dice frigidità. Sesso in pillole, pillole del giorno dopo che dovrebbero cancellare ogni conseguenza dell'amore e invece cancellano solo l'amore e il bambino generando odio e mostri; droghe che sforzandosi di potenziare l'eros in realtà lo anestetizzano, sicché l'urlo interiore: "chi sta scopando al mio posto!?". La parola d'ordine è "non pensare!", ma senza pensiero la sessualità langue. È il pensiero di compiere qualcosa di peccaminoso, di audace, d'irreparabile, di unico ed eterno, che conferisce all'atto sessuale una gloria incancellabile nonostante tutti gli accorgimenti. Il peccato provoca, interroga, costringe a pensare, fa sudare, stringe in una morsa dolorosa; scrollarsi di dosso il peccato, per molti l'unico appiglio al simbolico, comporta svaporare nell'immaginario più sfrangiato.”

Umberto Silva (1943) psicoanalista e scrittore italiano
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“XVIII ALLA SUA DONNA                Cara beltà che amore             Lunge m’inspiri o nascondendo il viso,             Fuor se nel sonno il core             Ombra diva mi scuoti,         5  O ne’ campi ove splenda             Più vago il giorno e di natura il riso;             Forse tu l’innocente             Secol beasti che dall’oro ha nome,             Or leve intra la gente       10  Anima voli? o te la sorte avara             Ch’a noi t’asconde, agli avvenir prepara?                Viva mirarti omai             Nulla spene m’avanza;             S’allor non fosse, allor che ignudo e solo       15  Per novo calle a peregrina stanza             Verrà lo spirto mio. Già sul novello             Aprir di mia giornata incerta e bruna,             Te viatrice in questo arido suolo             Io mi pensai. Ma non è cosa in terra       20  Che ti somigli; e s’anco pari alcuna             Ti fosse al volto, agli atti, alla favella,             Saria, così conforme, assai men bella.                Fra cotanto dolore             Quanto all’umana età propose il fato,       25  Se vera e quale il mio pensier ti pinge,             Alcun t’amasse in terra, a lui pur fora             Questo viver beato:             E ben chiaro vegg’io siccome ancora             Seguir loda e virtù qual ne’ prim’anni       30  L’amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse             Il ciel nullo conforto ai nostri affanni;             E teco la mortal vita saria             Simile a quella che nel cielo india.                Per le valli, ove suona       35  Del faticoso agricoltore il canto,             Ed io seggo e mi lagno             Del giovanile error che m’abbandona;             E per li poggi, ov’io rimembro e piagno             I perduti desiri, e la perduta       40  Speme de’ giorni miei; di te pensando,             A palpitar mi sveglio. E potess’io,             Nel secol tetro e in questo aer nefando,             L’alta specie serbar; che dell’imago,             Poi che del ver m’è tolto, assai m’appago.       45     Se dell’eterne idee             L’una sei tu, cui di sensibil forma             Sdegni l’eterno senno esser vestita,             E fra caduche spoglie             Provar gli affanni di funerea vita;       50  O s’altra terra ne’ superni giri             Fra’ mondi innumerabili t’accoglie,             E più vaga del Sol prossima stella             T’irraggia, e più benigno etere spiri;             Di qua dove son gli anni infausti e brevi,       55  Questo d’ignoto amante inno ricevi.”

Canti: Poems / A Bilingual Edition

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“La consapevolezza della finalità sociale della storia frena la tendenza a ridurre la storia a mito, novella o pura letteratura.”

John Dewey (1859–1952) filosofo e pedagogista statunitense

Origine: Scuola e società, p. 110

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“Sempre muore e mai non finisce di morire colui che ad amore si fa soggetto.”

Matteo Bandello (1484–1561) vescovo cattolico e scrittore italiano

da [citation needed], in Novelle, seconda parte

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“Ho già afflitto tanto i miei lettori con centinaja di novelle; perché dovrei affliggerli ancora con la narrazione dei tristi casi di questi sei disgraziati?”

Luigi Pirandello, dalla prefazione a Sei personaggi in cerca d'autore, Oscar Mondadori, 1976
Sei personaggi in cerca d'autore, Citazioni sull'opera

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“Riponi in uno stipetto un desiderio: aprilo: vi troverai un disinganno.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

da La vita nuda, Novella
Citazioni di Jacopo marino

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“Italia | assunta novella tra le genti.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Cadore, vv. 163-164
Rime e ritmi

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“Quando, novello Procida, | e più vero e migliore', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula; […].”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Alla figlia di Francesco Crispi, vv. 17-19
Rime e ritmi
Origine: Per il refuso su più vero e maggiore, Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 732.

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“I sovrani abbisognano talora di appoggiarsi ad una vittoria per tentare una novella impresa.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

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“[…] le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

VI giornata, novella VII
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“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

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“Berlusconi si paragona a Napoleone e Churchill. Mi ricorda la barzelletta dei due matti: uno dice "Io sono Mosè e Iddio mi ha dato le tavole della legge" e l'altro, offeso "Ma guarda che io non ti ho dato niente!". Ecco, lui potrebbe essere il secondo matto, mentre per il novello Mosè bisogna scegliere tra Bondi e Fede.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

da Corriere della Sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/febbraio/12/Capezzone_Radicali_lui_Napoleone_ricorda_co_9_060212041.shtml, 12 febbraio 2006, pagina 8

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