Frasi su polvere
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“La vita sedentaria aveva un che di fisso, di monotono, di definitivo, che mi metteva addosso la disperazione. Era come un po' di morte che sopravveniva già a nutrirsi della vita. Non si sarebbero più vissute quelle lunghe giornate in cui, spossati e con la testa vuota, si andava, con passi da automa, fino al limite di sé. Al limite delle nostre sofferenze sorgeva l'oasi con le sue promesse; le palme maestose che mettevano i cuori in festa; le dune la cui sabbia mordorè era una fortuna per i corpi paralizzati dalla stanchezza; e, talvolta, addirittura, un magro filo d'acqua nel quale i bambini si gettavano con allegria. La felicità! Un bel mattino, si piegavano le tende e si ripartiva. Come se la vita valesse solo il peso dei suoi passi. Come se bisognasse assolutamente annientare il corpo per ingrandire i miraggi dell'arrivo e offrirli a mo' di ebrezza allo spirito che vacillava. Come se i nostri passi fossero necessari per districare le maglie scintillanti della luce, legate insieme dal filo nero delle notti… Una luce così intensa che era come una quintessenza di sguardi. Gli sguardi di tutte quelle generazioni di nomadi che, da secoli, passano e vanno nel deserto senza mai lasciare traccia. Solo i loro sguardi, come una memoria, abitano nella luce. Per questo la luce è così ardente. Per questo quanti ancora camminano hanno la strana sensazione della presenza di un'anima che veglia e sorveglia, di uno sguardo. La luce di quegli sguardi allontana la solitudine e, quando il corpo vacilla per la fatica, tende un po' più forte l'arco della volontà. Allora ci si rialza, e il piede che prima zoppicava ora si affretta, con la speranza di accedere alla nobiltà di una morte che non è soltanto polvere, ma anche raggio del firmamento.”

Malika Mokeddem (1949) scrittrice algerina

da Gente in cammino, traduzione di Carla Maria Tresso, Giunti, Firenze, 1994, pp. 29-30. ISBN 8809014138

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“I porci si lavano nel fango, i polli nella polvere e nella cenere.”

Eraclito (-535) filosofo greco antico

frammento 37

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“Ve ne sono molti che scrivono i beneficii nella polvere, e l'ingiurie nel marmo.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 436
Origine: Dialoghi Piacevoli, Del Prencipe di Valacchia, p. 79

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“Tutti ardenti patrioti, tutti prodi a chiacchiere! Ma tutti (o molti, almeno) cercano l'ufficio, il boschetto qualunque, la licenza! Sentendo rumor di polvere, cessa il chiacchiericcio guerrafondaio ed emerge… la fifa.”

Giuseppe Tellera (1882–1941) generale italiano

Origine: Dalla lettera alla moglie Zete inviata da Tripoli (Libia), 27 maggio 1940.
Origine: Citato in Angelo Del Boca La tragica fine della X armata e del suo comandante http://www.fondazione-bondonipastorio.eu/DelBoca_TragicaFine_L.pdf, "I sentieri della ricerca. Rivista di storia contemporanea" 3, 2006, pp. 73-90.

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“Freccia tremante: dove colpire? | Guardo dovunque, | cerco qualcosa, | sono disintegrato dagli occhi | e l'istante mi reintegra. | Terribile tanta inquietudine: | io sono diecimila frecce affamate. | Potessi conficcarmi nella carne del mondo | e giacessi oramai | nella polvere, spezzato.”

Lőrinc Szabó (1900–1957) poeta e traduttore ungherese

da Inquietudine
Origine: Citato in Lirica ungherese del '900, a cura di Paolo Santarcangeli, Guanda, Parma, 1962; riportato in Le cronache di Civitas https://books.google.it/books?id=He8eAQAAMAAJ, Volume 14, Civitas, 1963, p. 173.

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“Il mondo intero era ridotto a polvere e cenere; e la mia anima era nelle stesse condizioni.”

Gustav Meyrink (1868–1932) scrittore, traduttore e banchiere austriaco

Il Golem e altri racconti

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“Quello che sai dimenticalo ancora. | La strada è più difficile, la notte fa paura. | Tu vedi i grandi numeri, ma io vedo la polvere.”

Filippo Gatti (1970) cantautore, musicista e produttore discografico italiano

da Requiem per i grandi numeri, n.5
Tutto sta per cambiare

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“C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.”

The Martian Chronicles
Cronache Marziane
Variante: C'era come un odore di Tempo, Nell'aria della notte. Tomàs sorrise all'idea, continuando a rimuginarla. Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? Odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? Faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui d'una grotta, di voci querule, di terra che risuonava con un tonfo cavo sui coperchi delle casse, e battere di pioggia. E, per arrivare alle estreme conseguenze: che aspetto aveva il Tempo? Era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un'antica sala cinematografica, cento miliardi di facce cadenti come palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte – Tomàs immerse una mano nel vento fuori della vettura – quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.
(Cronache Marziane, trad. Giorgio Monicelli)

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“Tutto è determinato […] da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l'insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dal Saturday Evening post, 26 ottobre 1929; citato in Ronald W. Clark, Einstein: The Life and Times, Cromwell, New York, 1971, pp. 346-347.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 110

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“La polvere è piena di vecchi e dimenticati sternuti.”

Ramón Gómez De La Serna (1888–1963) scrittore e aforista spagnolo

Origine: Mille e una greguería, Greguería‎s‎, p. 23

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“[Dalla poesia Il campo di Kulikovo] Lotta senza fine! La pace è solo un sogno | attraverso il sangue e la polvere…”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 111

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“Quando la sabbia coprirà il nostro tempo, la sua polvere ci saprà riplasmare.”
Cum tempus arena constraverit, eius pulvis ut rursus effingamur efficient.

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

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“Rispetto e amicizia per Cuffaro che si è costituito a Rebibbia, i democristiani rispettano le istituzioni, anche quando vengono gettati nella polvere. Che sia di lezione per le vergogne di chi rifiuta giudizi e sentenze.”

Mario Adinolfi (1971) giornalista, politico e giocatore di poker italiano

Origine: Da un post http://www.facebook.com/Mario.Adinolfi.giornalista/posts/176835465685697 su Facebook.com, 22 gennaio 2011.

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“Quella montagna di polvere che chiamiamo storia.”

Augustine Birrell (1850–1933) politico e critico letterario inglese

da Carlyle, in Obiter Dicta, 1884

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“Se l'incanto della quiete e il dormire in pace sino al mattino
ti piacciono, e se la polvere, lo strepito dei carri
e l'osteria ti infastidiscono, ti consiglio di andare a Ferentino.”

I, 17, 7-8
Si te grata quies et primam somnus in horam | delectat, si te puluis strepitusque rotarum, | si laedit caupona, Ferentinum ire iubebo.
Epistole

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“Dicono che quei cieli siano adatti ai cavalli | e che le strade siano polvere di palcoscenico.”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

da Novecento, n. 1
900

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“In un vortice di polvere | gli altri vedevan siccità, | a me ricordava | la gonna di Jenny | in un ballo di tanti anni fa.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Il suonatore Jones, n.° 9

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