Frasi su popolo
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“A braccetto attraversano la strada | il ragazzo nero e il bianco, | il dorato splendore del giorno, | l'orgoglio tenebroso della notte. || Da persiane abbassate il popolo nero guarda, | e qui parlano le genti di pelle chiara, | indignati che quei due osino | camminare all'unisono. || Dimentichi di sguardi e di parole | essi passano, e non trovano prodigio | che un lampo lucente come spada | solchi luminoso il sentiero del tuono.”

Countee Cullen (1903–1946) poeta statunitense

Tableau
Origine: Per i due amici rientra nell'ordine naturale delle cose che il sentiero del tuono, cioè il cielo scuro, sia solcato dal lampo chiaro e quindi che si accompagnino. La nuova antologia Garzanti, vol. III, nota a p. 326.
Origine: Da Poesia americana, Guanda, traduzione di Carlo Izzo; in La nuova antologia Garzanti, volume III, Garzanti, 1981, p. 326.

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“Il popolo di Lampedusa ha saputo curare gli immigrati, li ha sfamati mostrando all'Europa intera, l'atteggiamento da avere a chi chiede asilo, invece di pensare che queste persone siano lì per rubare lavoro. È umanità povera quella dei Lampedusani. E merita di ricevere un riconoscimento attraverso un premio solenne. È un atteggiamento esemplare che deve essere mostrato al mondo.”

Mario Vargas Llosa (1936) scrittore, giornalista e politico peruviano

Origine: Citato in Da un Nobel all'altro, Vargas Llosa: "Lampedusa merita il Premio" http://www.siciliainformazioni.com/79326/da-un-nobel-allaltro-vargas-llosa-lampedusa-merita-il-premio, SiciliaInformazioni.com, 14 agosto 2013.

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“Chi può negare che Gesù di Nazareth, il Figlio del Dio Altissimo venuto nella carne, sia l'etero vanto del popolo giudaico?!”

Benjamin Disraeli (1804–1881) politico e scrittore britannico

citato in Nicola Martella, Offensiva intorno a Gesù, vol II, Punto a croce 2000

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“La democrazia è il potere di un popolo informato.”

La democrazia in America
Variante: La democrazia è il potere di un popolo informato.

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“[L'omosessualità] fu un fenomeno frequente, quasi un'istituzione munita di importanti funzioni, presso i popoli antichi all'apice della loro civiltà.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Da Tre saggi, p. 37.

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“La minoranza ha sempre ragione.”

Henrik Ibsen (1828–1906) scrittore, drammaturgo e poeta norvegese

da Un nemico del popolo, in Drammi moderni

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“Ah, popolo mobile che cede al minimo vento! Sventura a chi s'appoggia su questa canna.”

Friedrich Schiller (1759–1805) poeta, filosofo e drammaturgo tedesco

da Maria Stuarda

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“[La Burocratizzazione] Ha mutato le classi politiche in classi sociali, in modo che, come i cristiani sono eguali in cielo e ineguali in terra, così i singoli membri del popolo sono eguali nel cielo del loro mondo politico e ineguali nell'esistenza terrestre della società.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Origine: Citato in Massimo Corsale, L'autunno del Leviatano, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1998.

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“La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l'oppio dei popoli.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

da Critica della filosofìa hegeliana del diritto pubblico

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“[Alla Convenzione nazionale] Popolo, ricordati che se nella Repubblica la giustizia non regna con impero assoluto, la libertà non è che un vano nome!”

Maximilien Robespierre (1758–1794) politico, avvocato e rivoluzionario francese

Origine: 26 luglio 1794; citato in F. Del Giudice, Il latino in tribunale, Esselibri Simone, 2005, p. 1.

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“Sì, cittadini, la religione è incompatibile col sistema della libertà; l'avete sentito. L'uomo libero non s'inchinerà mai davanti agli dei del cristianesimo; mai i suoi dogmi, i suoi riti, i suoi misteri o la sua morale converranno ad un repubblicano. Ancora uno sforzo! Dal momento che vi date da fare per distruggere tutti i pregiudizi, non lasciatene in vita nessuno, perché anche uno solo è sufficiente a farli ritornare tutti. E state pure certi che ritorneranno, se lasciate vivere proprio quello che è la culla di tutti gli altri! Piantiamola di credere che la religione possa essere utile all'uomo; abbiamo buone leggi, sapremo fare a meno della religione. Ma c'è sempre chi dice che ne occorre una per il popolo, una che lo distragga e lo tenga a freno. Be', se proprio serve, dateci quella che si addice agli uomini liberi! restituiteci gli dei del paganesimo! Adoreremo volentieri Giove, Ercole o Pallade, ma non vogliamo più saperne di quel fantomatico artefice dell'universo che invece si muove da solo, non vogliamo più saperne di un dio senza estensione ma che pure riempie tutto della sua immensità, di un dio che è onnipotente ma non realizza mai quello che desidera, di un essere immensamente buono ma che scontenta tutti, di un essere amico dell'ordine ma nel cui governo tutto è disordine. No, non vogliamo più saperne di un dio che sconvolge la natura, è padre di confusione, è motore dell'uomo che si abbandona agli orrori; ma un dio simile ci fa fremere d'indignazione ed è giusto che lo releghiamo per sempre nell'oblio da cui quell'infame di Robespierre ha voluto trarlo!”

Donatien Alphonse François de Sade (1740–1814) scrittore, filosofo e poeta francese

p. 132, 1986

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“Quella brama collettiva di nazionalismo che perverte la nozione di Patria facendone un idolo: lo Stato del Popolo.”

Georges Bernanos (1888–1948) scrittore francese

da La grande peur des bien-pensants, 1931; citato in Lukacs 2006, p. 67

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“Basil Grant ed io stavamo discorrendo un giorno in quello che forse è il più bel posto del mondo per discorrere: la piattaforma superiore di un tram discretamente deserto. Conversare sulla sommità di un colle è una cosa superba, ma conversare su di una collina volante è una cosa da fiaba. La vasta e scialba estensione della parte nord di Londra spariva; la buona anatura ci dava il senso della sua immensità e della sua bassezza. Era, se fosse possibile esprimersi così, una ignobile infinità, una squallida eternità, e noi sentivamo il reale orrore dei quartieri poveri di Londra, l'orrore che è interamente svisato e frainteso dai romanzi sensazionali che li dipingono come un ammasso di vie strette, di case sporche, una tana di delinquenti e di pazzi, una bolgia del vizio. In un vicolo stretto, in un covo di vizi voi non dovete cercare la civiltà, non dovete cercare l'ordine. Ma la cosa orribile di quei quartieri era il fatto che la civiltà c'era, che l'ordine c'era, ma la civiltà vi appariva solo nel suo lato morboso, e l'ordine solo nella sua monotonia. Nessuno direbbe passando per un quartiere di delinquenti: "Non vedo monumenti, non rilevo traccia di cattedrali". Ma là c'erano degli edifici pubblici, solo che si trattava per lo più di manicomi; c'erano anche delle statue, ma si trattava generalmente di monumento di ingegneri ferroviari e di filantropi, due brtte genìe d'uomini unite dal loro comune disprezzo per il popolo. C'erano delle chiese, ma erano le chiese di sette oscure ed errabonde, come gli Agapemoniti o gli Irvingiti. C'erano, oltre a ciò, grandi strade, e vasti incroci, e linee tranviarie, e tutti i segni reali della civiltà!”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Il Club dei Mestieri Stravaganti, p. 51

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“Le lotte fra le fazioni furono sempre e saranno per i popoli di maggior danno, che non le guerre esterne, che non la fame, le epidemie.”

IV, 9; 2006
Certamine factionum fuerunt eruntque pluribus populis magis exitio, quam bella externa, quam fames morbive.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Il silenzio dei popoli è un monito per i re.”

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 463-464

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“E 'a Luna guarda e dice: | "Si fosse ancora overo. | Chisto è 'o popolo 'e na vota, | gente semplice e felice. | Chist'è Napule sincero, | ca pur'isso se ne va."”

Ernesto Murolo (1876–1939) poeta, drammaturgo e giornalista italiano

Napule ca se ne va
Origine: Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.

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“Bocciate, bocciate un po' di figli del popolo. Che rimanga qualche idraulico.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 6

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“[…] si procuri di restituire il canto gregoriano nell'uso del popolo, affinché i fedeli prendano di nuovo parte più attiva all'officiatura ecclesiastica, come anticamente solevasi.”

Papa Pio X (1835–1914) 257° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Motu Proprio - Tra le Sollecitudini http://www.vatican.va/holy_father/pius_x/motu_proprio/documents/hf_p-x_motu-proprio_19031122_sollecitudini_it.html, 22 novembre 1903

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“Le Bastiglie le abbattono i popoli: i governi le costruiscono e le conservano.”

Carlo Cafiero (1846–1892) anarchico italiano

da Rivoluzione: anarchia e comunismo

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“Non esiste alcuna istituzione che possa permettere di far concorrere ogni persona all'esercizio del potere, dal momento che il potere è il comando, e non è possibile che tutti comandino. La sovranità del popolo non è altro che una finzione, e una finzione che, alla lunga, può essere soltanto distruttiva delle libertà individuali. Il medioevo non ha affatto conosciuto questo genere di difficoltà; per esso la legge era fissa, la legge era data. Solo dal momento che la legge divina verrà respinta come superstizione e la consuetudine come routine, sarà indispensabile fare la legge. Occorre allora una potenza legislativa. Autrice della regola suprema, essa sarà una potenza necessariamente suprema [quindi lesiva della libertà individuale].
Siamo abituati a considerare l'assolutismo monarchico con la sua organizzazione oppressiva, come l'opposto dello Stato moderno. Il sovrano è finalmente riuscito a sbarazzarsi di quanto di sacro e inviolabile gli stava sopra e ne arginava l'azione. Ma in origine valeva per esempio l'imprecazione dell'antica legge norvegese: "Se il re viola la dimora di un uomo libero, tutti andranno verso di lui per ucciderlo". Ci si chieda pure chi e quanti erano allora gli uomini liberi; resta il fatto che il concetto di libertà nacque associato alla fede nell'esistenza di diritti individuali intangibili, superiori a qualunque autorità. E gli uomini liberi facevano valere con energia questi loro diritti: la Rivoluzione d'Inghilterra incomincia, in nome del diritto di proprietà offeso, come resistenza a un'imposta territoriale lieve, la shipmoney.
Ci si aggrappa a quel grido di "libertà!" che risuona all'inizio di qualsiasi rivoluzione, e non ci si accorge che non è mai esistita rivoluzione che non sia sfociata in un pesante accrescimento del potere. Prima c'era l'autorità di Carlo I, di Luigi XVI, di Nicola II. Poi vi sarà quella di Cromwell, di Napoleone, di Stalin. Questi sono i padroni verso i quali si troveranno assoggettati i popoli che si erano sollevati contro la "tirannide" dello Stuart, del Borbone o del Romanov.”

Bertrand de Jouvenel (1903–1987) filosofo (futurista), economista

da Del potere: storia naturale della sua crescita