Frasi su sera
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“E se fossi una stellina vorrei sempre essere a sera nell'ora in cui il giorno già declina per donarti un raggio di speranza.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

al signor Martin, 25 agosto 1885
Lettere

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“Se fossi veramente dentro l'anima mia, allora sì che udir potrei, nel mio silenzio il mare calmo della sera.”

Andrea Bocelli (1958) cantante lirico italiano

da Il mare calmo della sera
Mare calmo della sera

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“Voglio trovare | un senso a questa sera | anche se questa sera | un senso non ce l'ha!”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Un senso, n. 12
Buoni o cattivi
Origine: Testo di Vasco Rossi e Saverio Grandi.

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“Io le invettive non le lancio contro nessuno, non mi piace scagliare anatemi, gli anatemi sono espressioni di fanatismo e v'è troppo fanatismo nel mondo.”

Enrico Berlinguer (1922–1984) politico italiano

Origine: Ora in Oriana Fallaci, Intervista con il potere, BUR, 2010.

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“Io sono una inguaribile libertaria. Non trovo interessanti alcune cose come la formazione di una famiglia. Se i gay vogliono farlo, va bene. A me non interessa perpetuare altrove il ruolo della famiglia, origine già di molti problemi. Sono contraria al matrimonio. Trovo prioritarie altre lotte di libertà.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

Origine: Citato in Luzzatto Fegiz Mario, Gianna Nannini: «Sono bisessuale» https://web.archive.org/web/20130402062930/http://archiviostorico.corriere.it/2002/giugno/26/Gianna_Nannini_Sono_bisessuale__co_0_02062611507.shtml, Corriere della sera, 26 giugno 2002, p. 37.

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“Ricordati di me, questa sera che non hai da fare e tutta la città è allagata da questo temporale.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

da Ricordati di me, n. 1
In questo mondo di ladri

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“Sto a Montecitorio dal 1948, da più di trent'anni. Il Msi si è trasformato, da quel nucleo iniziale di reduci del fascismo. Ormai fa parte stabilmente della geografia politica dell'Italia repubblicana. È stato un processo lento e difficile. Bene: ma lei crede davvero che io possa pensare di chiudere la mia carriera, la mia vita politica, facendo il becchino di un partito che muore perché una generazione si spegne per motivi anagrafici e un'altra perché chiusa in galera? Crede davvero che sia così miserabile da avere questa ambizione da nostalgico rincoglionito? […] Le dirò di più: io non voglio morire da fascista. Tanto che sto lavorando per individuare e far crescere chi dovrà prendere le redini del Msi dopo di me. Giovane, nato dopo la fine della guerra. Non fascista. Non nostalgico. Che creda, come ormai credo anch'io, in queste istituzioni, in questa Costituzione. Perché solo così il Msi può avere un futuro. Altrimenti è costretto a sparire. Capisce perché sono così deciso nel negare qualsiasi legame con chiunque abbia messo la bomba di Bologna? È un nemico anche del Msi.”

Giorgio Almirante (1914–1988) politico italiano

a microfono spento, a seguito dell'intervista Daniele Protti, per Il Lavoro, settembre 1980; citato in Daniele Protti, Almirante: «Non voglio morire da fascista» http://www.corriere.it/europeo/politica/2009/03/protti-intervista-almirante_e08a8364-07ed-11de-805b-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera.it, 3 marzo 2009

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“Cosa è l'amore? È la stella del mattino e quella della sera.”

Sinclair Lewis (1885–1951) romanziere e drammaturgo statunitense

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“Sono Bob Dylan soltanto quando devo esserlo», il resto del tempo sono me stesso.”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

citato in Corriere della sera, 15 luglio 2006

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“[A proposito della caduta del Muro di Berlino] Ad essere onesti devo dire che mi dispiaceva che l'Urss stesse perdendo le sue posizioni in Europa. […] Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare.”

Vladimir Putin (1952) politico russo

Origine: Citato in Putin e il crollo del Muro http://www.corriere.it/esteri/09_novembre_08/putin-crollo-muro_49978fe0-cc20-11de-b450-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 8 novembre 2009.

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“Le opere d'arte che richiedono una quantità esagerata di spiegazioni non capiteranno più tra le mani dei cittadini tedeschi.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

citato in Corriere della sera, 17 ottobre 2004

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“Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con "felliniano" posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro. Ecco, fregnacciaro è il termine giusto.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Dall'intervista di Claudio Castellacci, L'America voleva colorare La dolce vita, Corriere della Sera, 30 marzo 1993, p. 33; citato Eugenio Spagnuolo, Federico Fellini: 8 curiosità e 1/2 sul grande regista http://www.panorama.it/cinema/fellini-curiosita/, Panorama.it, 31 ottobre 2013.

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“Sulla strada polverosa, a tarda sera me ne vado, | ombre di muri cadono oblique, | e tra i sarmenti vedo la luce | della luna su sentiero e ruscello.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

da Vagando nella sera
Vagabondaggio

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“Fresche le mie parole ne la sera | ti sien come il fruscìo che fan le foglie | del gelso ne la man di chi le coglie.”

Gabriele d'Annunzio (1863–1938) scrittore, poeta e drammaturgo italiano

vv. 1-3

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“Rio. Fin dall'alba avevo vagabondato in questa residenza del dio solare, il cui portale di roccia accoglie il forestiero apparendogli come le nuove colonne d'Ercole, varcate le quali egli dimentica il Vecchio Mondo. […]Solo nel tardo pomeriggio mi destai come da un sogno nel quale avevo dimenticato di mangiare e di bere, e sentivo che lo spirito cominciava ad affaticarsi sotto la profusione delle immagini. Eppure non riuscivo a separarmene, e mi comportavo da spilorcio col mio tempo. Senza concedermi sosta svoltai in strade e piazze sempre nuove.
Ma presto mi parve che i miei passi divenissero più leggeri e che la città mutasse aspetto, stranamente. Nello stesso tempo, mutò il mio modo di vedere: mentre fino a quel momento avevo dissipato gli sguardi nella visione del nuovo e dell'ignoto, ora le immagini penetrarono in me senza sforzo. Ora poi mi erano note; mi sembrarono ricordi, composizioni di me stesso. Strumentai il mio umore a piacere, come uno che vada a passeggio con la sua bacchetta direttoriale e, gesticolando con essa in questa o in quella direzione, faccia musica col mondo. […] La sera, in un caffé presso Copacabana, meditavo su queste relazioni. Pensai che esiste un'eco non soltanto per l'orecchio, ma anche per l'occhio: anche le immagini che osserviamo richiamano una rima, e come per ogni eco esistono relazioni sonore particolarmente favorevoli, così qui è la bellezza che risuona con maggior forza.
Ma in formula più semplice e precisa, le cose si presentano in questo modo: con lo sguardo profondo e gioioso che rivolgiamo alle immagini, noi offriamo un sacrificio, e ogni volta siamo esauditi secondo il valore della nostra offerta.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da L'eco delle immagini, pp. 174-175
Il cuore avventuroso. Figurazioni e capricci

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“Certe cose sulla vita partigiana nessuno le ha mai dette, nessuno ha mai scritto un racconto che sia anche la storia del sangue nelle vene, delle sostanze nell'organismo.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

Origine: Da un colloquio con Ferdinando Camon, citato in Corriere della sera, 29 agosto 2007.

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“[Parlando di Sanremo] La vera droga è questo basso livello di cultura e spettacolo, il panem et circenses che ottunde gli animi delle persone.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Origine: Citato in Morgan: io ho chiesto scusa e voi sfruttate il mio nome https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/17/Morgan_chiesto_scusa_voi_sfruttate_co_8_100217041.shtml, Corriere della sera, 17 febbraio 2010.

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“Vi racconto una piccola atroce storia per capire quale possa essere talvolta la posizione del potere politico dentro una vicenda mafiosa, una storia vecchia di alcuni anni fa e che oggi non avrebbe senso e che tuttavia in un certo modo interpreta tutt'oggi il senso politico della mafia. Nel paese di Camporeale, provincia di Palermo, nel cuore della Sicilia, assediato da tutta la mafia della provincia palermitana, c'era un sindaco democristiano, un democristiano onesto, di nome Pasquale Almerico, il quale essendo anche segretario comunale della DC, rifiutò la tessera di iscrizione al partito ad un patriarca mafioso, chiamato Vanni Sacco ed a tutti i suoi amici, clienti, alleati e complici. Quattrocento persone. Quattrocento tessere. Sarebbe stato un trionfo politico del partito, in una zona fino allora feudo di liberali e monarchici, ma il sindaco Almerico sapeva che quei quattrocento nuovi tesserati si sarebbero impadroniti della maggioranza ed avrebbero saccheggiato il Comune. Con un gesto di temeraria dignità, rifiutò le tessere.
Respinti dal sindaco, i mafiosi ripresentarono allora la domanda alla segreteria provinciale della DC, retta in quel tempo dall'ancora giovane Giovanni Gioia, il quale impose al sindaco Almerico di accogliere quelle quattrocento richieste di iscrizione, ma il sindaco Almerico, che era medico di paese, un galantuomo che credeva nella DC come ideale di governo politico, ed era infine anche un uomo con i coglioni, rispose ancora di no. Allora i postulanti gli fecero semplicemente sapere che, se non avesse ceduto, lo avrebbero ucciso, e il sindaco Almerico, medico galantuomo, sempre convinto che la Dc fosse soprattutto un ideale, rifiutò ancora. La segreteria provinciale s'incazzò, sospese dal partito il sindaco Almerico e concesse quelle quattrocento tessere. Il sindaco Pasquale Almerico cominciò a vivere in attesa della morte. Scrisse un memoriale indirizzato alla segreteria provinciale e nazionale del partito denunciando quello che accadeva e indicando persino i nomi dei suoi probabili assassini. E continuò a vivere nell'attesa della morte. Solo, abbandonato da tutti. Nessuno gli dette retta, lo ritennero un pazzo visionario che voleva continuare a comandare da solo la città emarginando forze politiche nuove e moderne.
Talvolta lo accompagnavano per strada alcuni amici armati per proteggerlo. Poi anche gli amici scomparvero. Una sera di ottobre mentre Pasquale Almerico usciva dal municipio, si spensero tutte le luci di Camporeale e da tre punti opposti della piazza si cominciò a sparare contro quella povera ombra solitaria. Cinquantadue proiettili di mitra, due scariche di lupara. Il sindaco Pasquale Almerico venne divelto, sfigurato, ucciso e i mafiosi divennero i padroni di Camporeale. Pasquale Almerico, per anni, anche negli ambienti ufficiali del partito venne considerato un pazzo alla memoria.”

Giuseppe Fava (1925–1984) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da I Siciliani, gennaio 1983

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“La fanciulla del mattino fu un sogno, quella del mezzogiorno un delirio. A sera ho desiderato di morire: a notte?”

Ambrogio Bazzero (1851–1882) scrittore e poeta italiano

Storia di un'anima, Schizzi dal mare

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“[Sulla battaglia di Maida] […] il primo giugno, una squadra inglese venne a gettare l'ancora nel golfo di Eufemia per sbarcare sulla spiaggia, fra la foce del Lamato e quella dell'Angitola, un contingente di seimila soldati britannici comandati da sir John Stuart, nonché alcuni personaggi atti a capeggiare una insurrezione popolare nel paese. Era allora di stanza a Nicastro una compagnia di polacchi al comando del capitano Laskowsky. Essa si portò sulla riva insieme a un corpo di volontari a cavallo formato dai giovani della nobiltà cittadina, che, come già nel 1799, aveva abbracciato la causa dei francesi. Ma dopo un breve combattimento la piccola formazione dovette ripiegare su Maida, dove il generale Reynier stava raccogliendo in tutta fretta le forze francesi più vicine. Subito la plebe di Nicastro prese le armi e risollevò la bandiera dei Borboni, mise a sacco le case dei nobili sostenitori del re Giuseppe e sgozzò i soldati francesi malati che gremivano l'ospedale civile. «Nella città di Nicastro» scriveva qualche giorno dopo Giuseppe a Napoleone, «il comandante delle guardie d'onore è stato accecato e poi crocifisso; era un principe che mi aveva accolto in casa sua». La sera del 3 il generale Reynier, scorgendo Nicastro illuminata dal balcone della casa da lui occupata a Maida, disse agli ufficiali del suo stato maggiore: «Domani batteremo gli inglesi e dopodomani bruceremo Nicastro». […] Reynier disponeva solo di 4.000 uomini. Tutto gli imponeva di attendere gli inglesi nella posizione eccezionalmente forte di Maida, da dove difficilmente lo avrebbero potuto scacciare. Ma egli credette che anche dei britannici, come già dei napoletani, sarebbe venuto a capo con facilità. Commise perciò l'errore, enorme, di scendere in pianura per attaccare in campo loro le forze di sir John Stuart, superiori di numero, e per giunta appoggiate dall'artiglieria della flotta. Lo scontro ebbe luogo il 4 luglio; esso fu breve e terminò con la disfatta delle nostre truppe. In questa occasione, come in quasi tutte le battaglie che ebbero luogo in quello stesso periodo tra le due nazioni, il sangue freddo e la precisione di tiro degli inglesi fermarono nettamente l'impeto dei francesi e inflissero loro perdite enormi rispetto al numero degli arruolati. Era la prima volta, da lunghissimo tempo, che i francesi subivano una sconfitta per terra. Sir John Stuart ne fu tanto orgoglioso che arrivò ad insultare i vinti. «Mai» disse nel suo rapporto, «la vanità del nostro presuntuoso nemico è stata più duramente mortificata, mai la superiorità delle truppe britanniche più gloriosamente provata come negli avvenimenti di questa giornata memorabile». Sebbene da entrambe le parti pochissime fossero le truppe schierate, la battaglia ebbe conseguenze rilevanti. I francesi perdettero per qualche tempo tutta la Calabria. Il generale Reynier fu costretto a ritirarsi in disordine per la vallata del Lamato su Catanzaro, che raggiunse con molta fatica l'indomani.
Fortunatamente, per lui, gli inglesi non pensarono ad inseguirlo. Di lì a qualche giorno, pago del suo successo, sir John Stuart fece nuovamente imbarcare i suoi uomini, dopo aver calato a terra il materiale necessario ad armare una insurrezione calabrese, a capo della fu designato il maggiore Gualtieri, soprannominato Pane di Grano.”

François Lenormant (1837–1883) assiriologo e numismatico francese

citato in Viaggiatori stranieri nel Sud, a cura di Atanasio Mozzillo, Saggi di cultura contemporanea, 1982, Edizioni di Comunità, Milano, p. 288

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“Karin Ebnet: Raccontaci del tuo passato, quando a Londra dividevi l'appartamento con il tuo amico Tom Sturridge [co-protagonista in La fiera delle vanità].
Robert Pattinson: Era un periodo molto difficile. Non era facile trovare lavoro e i soldi scarseggiavano. Un po' per scaldarci, un po' per tirarci su, per un anno abbiamo passato ogni sera ad ubriacarci. A salvarmi è stato Harry Potter…
Karin Ebnet: La stampa britannica ti ha definito il nuovo Jude Law: ti ci ritrovi in questa definizione?
Robert Pattinson: A dire il vero non vedo una gran somiglianza anche se da ragazzino ho fatto anch'io il fotomodello. Almeno finché ho smesso di sembrare una bambina…
Karin Ebnet: Qual è stata la scena di Twilight più impegnativa da girare?
Robert Pattinson: Sembrerà strano ma è quella in cui mi mostro per la prima volta a Bella alla luce del sole. È stato difficilissimo rendere il modo in cui la pelle reagisce alla luce. Abbiamo provato ad utilizzare su di me dei sali minerali che riflettono la luce, poi abbiamo testato una tinta bluastra sulla faccia di un assistente di produzione ma non ha funzionato molto bene…
Karin Ebnet: Imparare a volare è stato quindi più semplice…
Robert Pattinson: Non proprio. Sembra facile: tu stai lì tranquillo e aspetti di essere sollevato coi cavi. Ma è molto difficile mantenere il baricentro e l'equilibrio e, al contempo restare abbastanza "sciolti" per farsi trasportare qua e là.
Karin Ebnet: Come definiresti Edward?
Robert Pattinson: È un vampiro ma non vorrebbe esserlo, è pieno di conflitti interiori. È un poeta, una persona molto profonda e straordinariamente inquieta.
Karin Ebnet: Come ti sei preparato al ruolo?
Robert Pattinson: Nel libro la storia è raccontata dalla prospettiva di Bella, così ho letto alcuni capitoli del romanzo scritto dal punto di vista di Edward (Midnight Sun, ancora inedito). Inoltre, ho cercato di sviluppare i pettorali ma è stata un'impresa impossibile!”

Robert Pattinson (1986) attore britannico
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“Oggi che i maestri non ci sono più, io credo nel proverbio: "Chi sa fare sa, chi non sa fare insegna". In cattedra finiscono i raccomandati.”

Nino Manfredi (1921–2004) attore italiano

dall'intervista di Valerio Cappelli, Manfredi, aroma di commissario, Corriere della sera, 21 luglio 1992, p. 32

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“Ma quando vien la sera | e nostalgia mi prende, | io torno al borgo | e alla mia gente.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da Sottofondo, vv. 6-9, p. 28
Futuro antico

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“Dopo la tragica scomparsa di quest'uomo [Aldo Moro], la Dc è divenuta oscillante e preoccupata e, via via, si è dimostrata sempre più irresponsabilmente propensa ad allungare i tempi all'infinito e, intanto, a profittarne.”

Enrico Berlinguer (1922–1984) politico italiano

dall'intervista di Gianfranco Piazzesi, Berlinguer: possibile un nuovo colloquio con la Dc, Corriere della sera, maggio 1979

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“Ed è il pensiero | della morte che, in fine, aiuta a vivere.”

Sera di febbraio; p. 459
Canzoniere

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“Il sistema di pensiero elaborato da Emanuele Severino è la più importante «impresa» filosofica europea dopo Heidegger e versus Heidegger.”

Massimo Cacciari (1944) filosofo, accademico e politico italiano

citato in Corriere della sera, 16 gennaio 2009

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“La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica.”

Luigi Einaudi (1874–1961) 2º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Da Chi vuole la libertà?, Corriere della Sera, 13 aprile 1948.

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“È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo.”

Ignazio di Antiochia (35–108) vescovo cattolico e teologo romano

Lettera agli Efesini
Origine: Citato in Carlo Maria Martini, Lettere al Cardinale Carlo Maria Martini http://www.corriere.it/cultura/speciali/2009/martini01/notizie/martini310110b_eccaee32-0e4c-11df-b3ae-00144f02aabe.shtml, Corriere della Sera, 31 gennaio 2010.

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“Ogni opera d' arte si ritaglia un tempo e uno spazio diversi, suoi propri.”

Remo Bodei (1938–2019) filosofo italiano

citato in Corriere della sera, 2 giugno 2008

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“La salute non ha mai prodotto niente. L'infelicità è un dono. Io mangio solo per nutrire il dolore. La preparazione alla morte dura una vita intera.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Origine: Citato in Una vita vissuta tra follia e poesia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/ottobre/17/Una_vita_vissuta_tra_follia_co_0_951017690.shtml, Corriere della sera, 17 ottobre 1995, p. 47.

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“Di te amore m'attrista | mia terra, se oscuri profumi | perde la sera d'aranci | o d'oleandri, sereno | cammina con rose il torrente | che quasi ne tocca la foce.”

Isola
Ed è subito sera, Acque e terre
Variante: Di te amore m'attrista | mia terra, se oscuri profumi | perde la sera d'aranci | o d'oleandri, sereno | cammina con rose il torrente | che quasi ne tocca la foce.

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“Sono, le pompe effimere del mondo, | verdi salici che, se pure invecchino, | finiscono per fuoco, accetta o nembo; | incurva e attrista noi decrepitezza. | Porpora e rosa: egual destino; belle | fin che durino gocce dell'aurora; | ma che il Padre dei vivi le dardeggi | d'un solo raggio, e vedile avvizzire. | Breve è la vita ai fiori; orgoglio, fasto, | al mattino, e la sera già decade | loro impero e calamità li reca | a trista morte. Tutto ch'è su terra | ha una fine, non é gloriosa cosa | o bella che non abbia a un tratto mozzo | il respiro e non cada nella tomba. | Su tutta la sua faccia arrotondata | non è la terra che una tomba.”

Acolmiztli Nezahualcóyotl (1402–1472) poeta

da Sulla caducità della vita, p. 391
In Orfeo, il tesoro della lirica universale
Origine: Nel sedicesimo secolo le poesie di Nezahualcóyotl furono raccolte e tramandate da un suo discendente, Fernando de Ixtlilxochitl che si era convertito al cristianesimo e parlava spagnolo. È possibile quindi che i testi originari siano stati modificati con inserimenti più vicini al gusto europeo. Questo possibile rimaneggiamento non esclude tuttavia l'esistenza certa di un nucleo autentico. Orfeo, p. 1931.

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“Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.”

Pino Rauti (1926–2012) politico e giornalista italiano

ad Angela Fenda; citato nel Corriere della sera del 16 febbraio 2006

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“La pagina dell'Heysel è una delle pagine più buie del calcio e purtroppo della Juve, che ha visto morire 39 suoi tifosi quella folle sera a Bruxelles. Purtroppo da allora qualcosa è stato fatto, qualcuno ha pagato, ma in Italia succedono ancora episodi di violenza inaudita per una partita e spesso ci scappa ancora il morto. L'Heysel deve insegnare tanto, che quelle vittime non sono morte inutilmente, ma per dare un esempio a tutti che una cosa del genere non deve accadere più.”

Massimiliano Allegri (1967) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dalla conferenza stampa prima di Verona-Juventus; citato in Allegri: “Avevo 18 anni quando successe la tragedia dell'Heysel. A Verona per vincere” http://www.canalejuve.it/news/allegri-avevo-18-anni-quando-successe-la-tragedia-dellheysel-a-verona-per-vincere-152769, Canalejuve.it, 29 maggio 2015.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La musica tradizionale è basata su esagrammi. Proviene dalle bibbie, da epidemie e carestie, e gira intorno alla morte.”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

citato in Corriere della sera, 15 luglio 2006

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“Nell'arte della danza, i movimenti dei corpi non hanno nessun fine.”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

Origine: Citato in Corriere della Sera, 18 giugno 2003

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“[L'Etna] Tuona di orrende rovine | e vomita nel cielo una nube nera | fumante d'un turbine di pece e di ardenti faville.”

Publio Virgilio Marone (-70–-19 a.C.) poeta romano

citato in Corriere della sera, 25 ottobre 2008

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“In Germania il nazionalsocialismo ha minato le fondamenta stesse della cultura dell'educazione. I valori e le virtù che costituiscono il cuore della pedagogia patiscono ancora le conseguenze dell'uso improprio che ne fece il nazionalsocialismo: anche la variante tedesca della rivolta giovanile post-sessantotto non è stata altro che una conseguenza della catastrofe in cui il Paese era precipitato.”

Bernhard Bueb (1938)

da Elogio della disciplina; citato in «Ci ha rovinati Hitler. E il Sessantotto» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/25/rovinati_Hitler_Sessantotto__co_9_070625075.shtml, Corriere della sera, 25 giugno 2007