Frasi su sera
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“[A George Gershwin] Che non ci pensa proprio a dargli lezioni di composizione perché non vuole fargli perdere la sua spontaneità melodica.”

Maurice Ravel (1875–1937) compositore francese

citato in Corriere della sera, 29 marzo 2007

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“Per me, è molto importante essere un non credente, vivere in un mondo in cui non ci sia Dio. Stare nel caos, evitando la consolazione.”

David Grossman (1954) scrittore e saggista israeliano

citato da Francesco Battistini, Corriere della sera, 28 novembre 2008, pag. 57

“Il rock intelligente tocca momenti di alta poesia e spiritualità.”

Ernesto Vecchi (1936) vescovo cattolico italiano

citato in Messori: "Ma la Chiesa non è una discoteca" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/03/Messori_Chiesa_non_una_discoteca_co_0_97090311606.shtml, Corriere della sera, 3 settembre 1997

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“Su Cuba la nostra posizione è diversa da quella degli alleati. Io difendo l'esperienza cubana che viene attaccata non perché c'è privazione della libertà, ma perché è un Paese che da oltre 40 anni resiste all'America. Se dovessimo discutere di tutti i dittatori che sostiene Bush, da dove dovremmo cominciare? Dalla sua stretta di mano al pakistano Pervez Musharraf?”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

dall'intervista di Francesco Battistini, «Via da Nassiriya in agosto. O siamo come Berlusconi» http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/060526/ayit1.tif, Corriere della sera, 26 maggio 2006, p. 13

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“Lenta e rosata sale su dal mare | la sera di Liguria, perdizione | di cuori amanti e di cose lontane.”

Vincenzo Cardarelli (1887–1959) poeta e scrittore italiano

da Sera di Liguria nelle Poesie

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“L'evoluzione interiore non ha partito. Chi mi vuole da una parte o dall'altra non apprezza la mia musica, e se crede di farlo è per equivoco. Nel 1982 in concerto a Verona intonai "Centro di gravita' permanente" e mi ritrovai quattromila braccia tese: fu allucinante. Comunque, nel mondo la sinistra ha compiuto crimini orribili quanto la destra.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

Origine: Da Gloria Pozzi, Battiato: " si' scrivo un film con Ghezzi. cerchiamo un bancario aspirante compositore " https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/23/Battiato_scrivo_film_con_Ghezzi_co_0_94062313002.shtml, Corriere della Sera, 23 giugno 1994, p. 29.

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“La sera insegna ad attendere il giorno, | che arriva come sempre a chiudere i passaggi della notte.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Conforto alla vita, n. 7
Dieci stratagemmi

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“[L'Unione Sovietica] Un regime politico che non garantisce il pieno esercizio delle libertà.”

Enrico Berlinguer (1922–1984) politico italiano

Origine: Dall'intervista a Oriana Fallaci, Berlinguer: non rompiamo con i sovietici, ma..., Corriere della Sera, 26 luglio 1980.

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“Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Origine: Da La mia Italia che non si arrende http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/04_Aprile/22/biagi_ritorno_in_tv.shtml, Corriere della.it, 22 aprile 2007.

“Possiamo accomodarci. Ecco, mi sembra il luogo più adatto, pur tuttavia posso cercare di aiutarvi. Senz'altro la timidezza a volte può, diciamo, rappresentare anche un problema, ma ci sono dei percorsi terapeutici… ci sono anche delle tecniche per fare uscire gli aspetti più istintuali che sono in noi. Ecco, e questa sera posso proporvi anche a voi dei semplici esercizi che si possono anche ripetere, che anche il pubblico può fare. Sono esercizi legati a una certa concentrazione…[…]. Benissimo, allora possiamo cominciare a respirare, rilassarci chiudendo gli occhi. Respiriamo, anche il pubblico lo può fare, e possiamo veramente cercare questa parte più istintuale, questa BESTIA che è dentro di nooi. Ecco, ora respiriamo e… LOCALIZZIAMO dove si trova la BESTIA che è dentro di nooii. Ecco, può trovarsi nella testa, nella pancia, nel cuore può essere un istinto, una rabbia… può essere… qualche motore, qualche emozione, che ci SPPINNGE in avanti. Ecco, allora respiriamo, facciamolo. Tranquillamente. Abbiamo localizzato la bestia che è in noi.. benisssimo… ed ora…….. mettiamo UNA MAANO sulla bestia. Ecco, ed ora, diciamo, possiamo sentirla, possiamo coccolarla, vezzegiarla, possiamo… FARLA CRESCEERE. Ecco, facciamo ancora questo esercizio… facciamo crescere la bessstia… facciamola crescere… faccia pure!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, La sessuologa Merope Generosa

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“Lo ammetto, la mattina quando mi guardo allo specchio ho un'alta considerazione di me.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

dal Corriere della sera, 28 ottobre 1995

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“[Sulla manifestazione per la difesa del tempo pieno] Vergogna! La sinistra ha messo in mano a bambini di 5 o 6 anni cartelli non scritti da loro e con affermazioni false.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Berlusconi è tornato: «La sinistra? Dice bugie», Il Corriere della sera, 23 gennaio 2004

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“L'aforisma è, come dire?, lo champagne della melanconia; ogni breve enunciato racchiude in sé anni di disillusione distillati in un istante di ebbrezza.”

Tim Parks (1954) scrittore e giornalista inglese

da Paradossi per imparare a non essere malinconici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/26/Paradossi_per_imparare_non_essere_co_9_060326079.shtml, Corriere della sera, 26 marzo 2006

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“L'aforisma si nutre di paradossi e niente è più paradossale dell'atteggiamento dello scrittore di aforismi verso il suo mezzo, il linguaggio.”

Tim Parks (1954) scrittore e giornalista inglese

da Paradossi per imparare a non essere malinconici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/26/Paradossi_per_imparare_non_essere_co_9_060326079.shtml, Corriere della sera, 26 marzo 2006

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“Forse perché della fatal quïete | tu sei l'immago a me sì cara vieni | o Sera!”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

da Alla sera

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“Una sera Vlad schiaffeggia un albanese, questioni di fanculo, ucciso dopo un mese, Bologna culo.”

Joe Cassano (1973–1999) rapper italiano

da Metropoli di sangue
Altre canzoni

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“Mentre aspettiamo che si faccia sera, perché di sera si è più veri, si è migliori | Perché di sera si ritorna sempre.”

Renato Zero (1950) cantautore e showman italiano

da Il sole che non vedi, n. 16
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“È brutto vedere il corpo decadere senza che tu gli abbia dato il permesso.”

Monica Bellucci (1964) attrice italiana

citata in Corriere della Sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/06/Monica_Bellucci_sono_felice_aver_co_0_9603069724.shtml, 6 marzo 1996

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“Il sipario si alza; ascolto attenta questi bei versi concisi e fermi che comprendo più facilmente della lingua parlata: è scultura greca e romana. Nei drammi di Alfieri, che chiamerei volentieri stoici, a forza di sobrietà nell'azione e di laconicità nel linguaggio, la commozione vi coglie, per così dire, senza che ve ne rendiate conto, s'impone a grandi tratti attraverso alcune figure che personificano con semplicità sentimenti eterni. Nell'Oreste, è prima di tutto Elettra che s'impossessa della nostra anima. Il suo lutto filiale, la sua angoscia incessante per un fratello che ritrova, ma che il trionfante assassino del loro padre cerca bramosamente e minaccia, sostengono l'azione fino al quarto Atto. Allora l'azione prorompe spaventosa e sublime; essa vi associa a tutti i combattimenti e a tutte le lacerazioni delle passioni umane: è come una mischia sconvolgente di istinti e dolori contrari […] Questo quarto atto dellOreste di Alfieri è una delle cose più belle che abbia visto a teatro: ascoltandolo pensavo alle puerili dispute di scuola, alle ingiustizie e agli accecamenti reciproci dei due campi che rinchiudono il sublime in uno stampo arbitrariamente prescritto. Il sublime piomba su noi come un uccello divino; si abbatte dall'alto, ci rapisce sulle sue ali che fremono e planano; noi ci abbandoniamo alla sua imperiosa ascesa, incuranti della forma e del colore delle sue penne: così fece la folla quella sera.”

Louise Colet
Oreste, Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>Oreste

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“[Su Pier Paolo Pasolini] Sull'atroce morte di Pasolini s'è scritto tutto; ma sulle ragioni per cui egli non ha potuto non andarle incontro, penso quasi nulla. Cosa lo spingeva, la sera o la notte, a volere e a cercare quegli incontri? La risposta è complessa, ma può agglomerarsi, credo, in un solo nodo e in un solo nome: la coscienza e l'angoscia dell'essere diviso, dell'essere soltanto una parte di un'unità che, dal momento del concepimento, non è più esistita; insomma, la coscienza e l'angoscia dell'essere nati e della solitudine che fatalmente ne deriva. La solitudine, questa cagna orrenda e famelica che ci portiamo addosso da quando diventiamo cellula individua e vivente e che pare privilegiare coloro che, con un aggettivo turpe e razzista, si ha l'abitudine di chiamare "diversi". Allora, quando il lavoro è finito (e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciarci più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello); quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più; quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari, s'è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d'odio e d'amore) e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo, comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro; di trovare un "qualcuno"; quel "qualcuno" che ci illuda, fosse pure per un solo momento, di poter distruggere e annientare quella solitudine; di poter ricomporre quell'unità lacerata e perduta.”

Giovanni Testori (1923–1993) scrittore, drammaturgo e storico dell'arte italiano

da A rischio della vita, L'Espresso, 9 novembre 1975

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“Tra tutte le malattie volontarie, nessuna lo infastidisce quanto la nostalgia. Da bambino gli piaceva staccarsi dagli oggetti che gli avevano tenuto compagnia nelle tasche dei pantaloni, nei cassetti disordinati della scrivania, negli angoli segreti della sua camera-tana. Qualsiasi cosa, anche un vecchio tozzo di pane, aveva una storia e serbava un momento del passato. Deve aver cambiato atteggiamento ad un certo punto della vita, e ricorda se stesso incuriosito davanti a un album di foto di famiglia ereditato dai genitori, in particolare dalla madre: quel pozzo di sapienze emozionali e di memorie che risalivano a tre generazioni prima e a un povero albero genealogico dai rami poderosi. Morti i genitori, Carvalho aveva dedicato una sera a interrogare i volti presenti nell'album di foto. Ma tu chi sei? Che cosa ci fai qui? Per quale motivo dovresti far parte dei miei ricordi? In un certo senso, sua madre gli aveva affidato il pesante fardello di conservare la memoria familiare, ma a Carvalho la responsabilità parve eccessiva e bruciò l'album nel caminetto di casa, lo bruciò insieme alla tristezza ed al rimorso, altrimenti per tutta la vita l'anima gli avrebbe lacrimato davanti ad ogni foto sconosciuta, ad ogni tentativo di domandare alla madre morta: Chi è questo qui? Che cosa ci fa tra questa gente? Che cosa lo lega a noi altri? E quando passeggiava nella sua autentica patria, il Distrito V, si rifiutava di compiacere le viscere della nostalgia soffermando gli occhi su persone o luoghi che sembravano chiamarlo.”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

da Storie di padri e figli – Da tetti e terrazzi
Senza informazioni bibliografiche complete

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“Tutti i bambini nascono facendo uè uè, ma tu sei nata gridando no!”

Adele Faccio (1920–2007) politica italiana

da un suo libro; citato in Maria Laura Rodotà, L'addio a Adele Faccio http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/10/rodota.shtml, Corriere della sera, 10 febbraio 2007

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“Odore buono del cielo | sull'erbe, | pioggia di prima sera.”

Preghiera alla pioggia
Ed è subito sera, Òboe sommerso

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“[Riferendosi a Un uomo finito] Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia.”

Tropico del Cancro
Origine: Citato in Raoul Bruni, Papini. In margine a una ristampa http://www.academia.edu/3398174/Papini_in_margine_a_una_ristampa, Paragone, anno LXII, terza serie, numero 96-97-98 (738-740-742), agosto-dicembre 2011.

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“Sabato, sabato, è sempre sabato. | Anche di lunedì sera è sempre sabato sera. | Quando non si lavora | è sempre sabato. | Vorrei che ritornasse presto un altro lunedì.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Sabato, disco 1, n. 2
Lorenzo 2015 CC.

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“Sotto l'immenso volto stellato | ch'io sia sepolto, ch'io sia lasciato. || Lì si riposi chi, ormai quieto, | viveva lieto, lieto morì. || Tu solo questo scrivi per me: | quivi lui dorme ove volle, ov'è. || Così si torna dai flutti foschi, | così, la sera, a casa dai boschi.”

Epitaffio
Origine: Traduzione di Giorgio Bassani. Citato in Domenico Scarpa, L'arcipelago, prefazione a Robert Louis Stevenson, L'isola del tesoro, traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, p. 25

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“Il fatto è che a me piacciono le riunioni dove ognuno esprime la propria opinione e la porta fino in fondo, non quelle che si risolvono in una selezione fatta per gruppi o fazioni.”

Giovanni Raboni (1932–2004) poeta, scrittore e giornalista italiano

citato in Corriere della sera, 30 agosto 1997

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“Metà della mia vita è intrisa di colore | guardando questi bagliori rossi | versati sulla porta laterale | che accoglie il giorno | ed i portali di bamboo | che chiudono fuori il giorno, | ma non riesco a capire | se terra e cielo | si separano la sera | e s’incontrano al mattino | o si separano al mattino | e s’incontrano la sera!”

L Colore Dell'Orizzonte
Origine: [Pokhrel, Suman, L Colore Dell'Orizzonte, Color of Horizon, Italian, Rita Stanzione, Poetic Prism 2016 [International Multilingual Poetry Anthology], September 2016, 171, The Cultural Center of Vijayawada and Amarawati, Padmaja Iyengar, Andra Pradesh, India]

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“L'Italia non è un Paese povero, è un povero Paese!”

Charles de Gaulle (1890–1970) generale e politico francese

Origine: Citato in Indro Montanelli, De Gaulle, l'ultimo campione della grandeur https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/dicembre/05/Gaulle_ultimo_campione_della_grandeur_co_0_0012056676.shtml, Corriere della Sera, 5 dicembre 2000, p. 41.

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“Oggi ti vorrei raccontare un poco di Cézanne. Per quanto riguarda il lavoro, così afferma, ha vissuto da bohémien fino a quarant'anni. Solo più tardi, con la conoscenza di Pissarro, ha preso gusto al lavoro. Ma, allora, fino al punto di passare gli ultimi trent'anni della sua vita non facendo altro che lavorare. Senza gioia invero, come sembra, con una rabbia incessante, in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse gli sembrava raggiungere ciò che egli riteneva essere la cosa più indispensabile. La chiamava la réalisation, e la trovava nei "veneziani" che aveva visto e rivisto al Louvre e apprezzava incodizionalmente. Il convincente, il farsi cosa. La realtà sublimata fino a divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell'oggetto, era questo che gli pareva l'intento più intimo del suo lavoro; vecchio, malandato, ogni sera consunto fino allo spasimo dal regolare lavoro giornaliero (tanto che spesso andava a dormire alle sei, all'imbrunire, dopo una cena mandata giù distrattamente), arrabbiato, diffidente, deriso ogni qual volta si recava al suo atelier, schernito, maltrattato… sperava un giorno, di raggiungere quel compimento che egli sentiva come l'unico essenziale. In tal modo […] egli aveva esacerbato le difficoltà del suo lavoro nella maniera più ostinata… si muoveva avanti e indietro nel suo studio, che aveva la luce sbagliata, in quanto il capomastro non aveva ritenuto necessario dare ascolto a quel vecchio bizzarro che ad Aix erano tutti d'accordo nel non prendere sul serio […].”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Lettera a Clara, 9 ottobre 1907
Lettere su Cézanne

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“La storia si è fermata nel 1936. Dopo, è solo propaganda.”

George Orwell (1903–1950) scrittore britannico

da 1984; citato in Corriere della sera, 15 agosto 2003

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“Quando ero bambino credevo che mai saremmo andati sulla Luna. Smisi di pensarlo con la missione Apollo 8 nel 1968. Ciò che mi affascina in John Glenn e in tanti astronauti che ho conosciuto, è che per tutti l'impossibile e il possibile vanno a braccetto.”

Tom Hanks (1956) attore, regista, sceneggiatore, e produttore cinematografico statunitense

da Tom Hanks: vorrei esserci anch'io, Corriere della sera, 30 ottobre 1998

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“Nulla turba la sua fine; è la sera di un bel giorno.”

Jean De La Fontaine (1621–1695) scrittore e poeta francese

da Philémon et Baucis, 14

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“La pace non è la virtù degli imbelli.”

Emmanuel Mounier (1905–1950) filosofo francese

da Il Corriere della Sera, a cura di Giancarlo Cesana, 25 marzo 2003

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“Questo momento è stato straordinario. Ero lì, immobile e gelato, immerso in un'estasi orribile. Ma nel seno stesso di quest'estasi era nato qualcosa di nuovo: comprendevo la Nausea, ora, la possedevo. A dire il vero, non mi formulavo la mia scoperta. Ma credo che ora mi sarebbe facile metterla in parole. L'essenziale è la contingenza. Voglio dire che, per definizione, l'esistenza non è la necessità. Esistere è esser lì, semplicemente; gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare, ma non li si può mai dedurre. C'è qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di sé. Orbene, non c'è alcun essere necessario che può spiegare l'esistenza: la contingenza non è una falsa sembianza, un'apparenza che si può dissipare; è l'assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare, come l'altra sera al «Ritrovo dei ferrovieri»: ecco la Nausea; ecco quello che i Porcaccioni — quelli di Poggio Verde e gli altri — tentano di nascondersi con il loro concetto di diritto. Ma che meschina menzogna: nessuno ha diritto; essi sono completamente gratuiti, come gli altri uomini, non arrivano a non sentirsi di troppo. E nel loro intimo, segretamente, sono di troppo, cioè amorfi e vacui; tristi.”

2003, p. 164
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“[Alla domanda: «È Lei il famoso compositore Schönberg?»] Qualcuno doveva pur esserlo. È toccato a me.”

Arnold Schönberg (1874–1951) compositore

Origine: Citato in Corriere della Sera, 6 marzo 2006.

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“[Riferendosi alla pallanuoto] Affascinante, dura, leale, sommersa.”

Paolo De Crescenzo (1950–2017) allenatore di pallanuoto ed ex pallanuotista italiano

citato in Roberto Perrone, De Crescenzo il c.t. psicologo: «La pallanuoto: dura e leale» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/08/Crescenzo_psicologo_pallanuoto_dura_leale_co_0_030308434.shtml, Corriere della sera, 8 marzo 2003

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“La prostituzione in Italia non è reato quando chi la esercita è maggiorenne e lo fa per libera scelta… Chi ricorre al sesso a pagamento non è una persona squallida da punire ma un libero cittadino, spesso solo, anziano, vedovo o non particolarmente attraente.”

Vladimir Luxuria (1965) attrice, attivista e conduttrice televisiva italiana

citato in Don Benzi e Pollastrini con Amato: punire i clienti delle prostitute http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/10_Ottobre/09/dmart.shtml, Corriere.it, 10 ottobre 2006

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“Ho iniziato il romanzo [La ragazza con l'orecchino di perla] nel febbraio 1998, il giorno in cui ho scoperto di essere incinta. L'ho finito prima di partorire. Di solito un libro mi richiede più tempo, ma questo aveva una scadenza biologica.”

Tracy Chevalier (1962) scrittrice statunitense

da Chevalier: «Un quaderno arancione come il colore usato da Vermeer» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/25/Chevalier_quaderno_arancione_come_colore_co_0_01092511701.shtml, Corriere della sera, 25 settembre 2001

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“[Riguardo La dama e l'unicorno] Ci sono molte interpretazioni della leggenda dell'unicorno. C'è quella di natura sessuale, su cui Freud avrebbe avuto molto da dire. Ma ce n'è anche una religiosa, in cui la dama incarna la Vergine Maria e l'unicorno è Cristo che riposa il capo nel suo grembo. Per me invece l'unicorno rappresenta quel lato misterioso e folle di noi stessi che cerchiamo di nascondere.”

Tracy Chevalier (1962) scrittrice statunitense

da Chevalier, l'arazzo erotico che si trasformò in bestseller https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/novembre/25/Chevalier_arazzo_erotico_che_trasformo_co_0_031125073.shtml, Corriere della sera, 25 novembre 2003

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“La signorina Abbott aveva avuto anche lei una serata meravigliosa, né ricordava d'aver mai visto simili stelle e un tale cielo. La sua testa, anch'essa, era piena di musica, e quella notte, quando aprì la finestra, la sua camera si riempì di aria calda e dolce. Era immersa nella bellezza, di dentro e di fuori; non poteva andare a letto per la felicità. Era mai stata così felice? Sì, una volta; e proprio qui, una sera in marzo, la sera in cui Gino e Lilia le avevano parlato del loro amore… la sera i cui mali era venuta adesso a riparare.
Emise un improvviso grido di vergogna. «Quest'ora… lo stesso posto… la stessa cosa,» — e incominciò a mortificare la sua felicità, sapendo che era colpevole. Era qui per combattere contro questo luogo, per portare in salvo una piccola anima che era ancora innocente. Era qui per difendere la moralità e la purezza, la santità della vita di una famiglia inglese. Quella primavera, aveva peccato per ignoranza; adesso non era più ignorante. «Signore, aiutatemi!» gridò, e chiuse la finestra come se ci fosse della magia nell'aria che la circondava. Ma le melodie non le uscivano dalla testa, e per tutta la notte fu turbata da torrenti di musica, da applausi e da risate, e da giovanotti arrabbiati che urlavano il distico del Baedeker:
Poggibonizzi, fatti in là,
che Monteriano si fa città!

Poggibonsi le si rivelò mentre quelli cantavano — un luogo sperduto e senza gioia, pieno di gente insincera. Quando si destò riconobbe che quel luogo era Sawston.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

cap. VI, p. 153

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“Io che cerco me stesso da mattino a sera, figurarsi se voglio scovare un altr'uomo introvabile.”

Bruno Barilli (1880–1952) scrittore e critico musicale italiano

Capricci di vegliardo e taccuini inediti