Frasi su sublime

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema sublime, essere, vita, grande.

Frasi su sublime

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“La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima, ne trasforma l'essenza, […] la cala e la isola nello spazio reale e, isolandola, la idealizza […]: forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro impenetrabile, si pone come presenza altamente problematica dell'ideale nel reale, dell'assoluto nel relativo. […].”

Antonio Canova (1757–1822) scultore e pittore italiano

Origine: Da Conghiettura sopra l'aggruppamento de' Colossi di Monte Cavallo, 1802; citato in Piero Adorno, L'arte italiana, [Le sue radici medio-orientali e greco-romane, Il suo sviluppo nella cultura europea], volume III, tomo I, Dall'Illuminismo alle correnti artistiche europee dell'Ottocento, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1998, p. 191.

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“Adoro il pianoforte: perché sublima la mia imperfezione.”

Giovanni Allevi (1969) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

libro La musica in testa

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“Il sipario si alza; ascolto attenta questi bei versi concisi e fermi che comprendo più facilmente della lingua parlata: è scultura greca e romana. Nei drammi di Alfieri, che chiamerei volentieri stoici, a forza di sobrietà nell'azione e di laconicità nel linguaggio, la commozione vi coglie, per così dire, senza che ve ne rendiate conto, s'impone a grandi tratti attraverso alcune figure che personificano con semplicità sentimenti eterni. Nell'Oreste, è prima di tutto Elettra che s'impossessa della nostra anima. Il suo lutto filiale, la sua angoscia incessante per un fratello che ritrova, ma che il trionfante assassino del loro padre cerca bramosamente e minaccia, sostengono l'azione fino al quarto Atto. Allora l'azione prorompe spaventosa e sublime; essa vi associa a tutti i combattimenti e a tutte le lacerazioni delle passioni umane: è come una mischia sconvolgente di istinti e dolori contrari […] Questo quarto atto dellOreste di Alfieri è una delle cose più belle che abbia visto a teatro: ascoltandolo pensavo alle puerili dispute di scuola, alle ingiustizie e agli accecamenti reciproci dei due campi che rinchiudono il sublime in uno stampo arbitrariamente prescritto. Il sublime piomba su noi come un uccello divino; si abbatte dall'alto, ci rapisce sulle sue ali che fremono e planano; noi ci abbandoniamo alla sua imperiosa ascesa, incuranti della forma e del colore delle sue penne: così fece la folla quella sera.”

Louise Colet
Oreste, Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>Oreste

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“La natura nasconde i propri segreti perché è sublime, non perché imbroglia.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Aforisma scritto a mano in tedesco; citato in Philipp Frank, Einstein: His Life and Times, Knopf, New York, 1947, p. 190.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 126

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“Dal sublime al ridicolo vi è appena un passo.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

Du sublime au ridicule il n'y a qu'un pas.
[Citazione errata] La prima traccia di questa citazione risale al 1777 ed è una raccolta di pensieri filosofici intitolata Pensées Nouvelles et Philosophiques. In questa raccolta la frase viene attribuita a Bernard le Bovier de Fontenelle ma la fonte è abbastanza debole perché risale a venti anni dopo la morte dello scrittore. Presumibilmente la citazione è opera di un anonimo. La frase viene spesso attribuita a Napoleone che probabilmente invece la citò soltanto. Anche Mark Twain e James Joyce, successivamente, hanno citato questa frase e talvolta la citazione è attribuita erroneamente a uno di loro.
Attribuite
Origine: In Pensieri morali.
Origine: From the Sublime to the Ridiculous There Is But One Step http://quoteinvestigator.com/2015/06/24/sublime/, QuoteInvestigator.com, 24 giugno 2015.

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“In ogni tua azione ricordati che sei Rè affinché tu non possa mai concepire una idea indegna di sì sublime dignità.”

Isocrate (-436–-338 a.C.) oratore e filosofo ateniese

De' doveri del sovrano

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“Colledara è un villaggetto di poche case, posto sopra una delle più verdi e più ridenti colline che allietano la Valle di Monte Corno, o Gran Sasso d'Italia, dal lato che guarda l'Adriatico. Da quella parte, il Gran Sasso si mostra più maginificamente elevato e superbo. La sua altezza non è grande (2914 m), se lo si paragona, per esempio, a quella della più ardue cime delle Alpi; ma io non ho mai visto un monte che più faccia pompa della sua statura, e che avegli nell'animo più intensamente il senso della maestà e del sublime. L'altezza di altri monti famosi che io ho veduti, è ordinariamente preparata da molte colline e da potenti contrafforti, per modo che spesso le più ardite cime sembrano a primo sguardo poco elevate e al tutto indegne della loro fama. Ai piedi del Gran Sasso… dalla parte di Teramo e di Colledara, non si ha un'altezza maggiore di otto o novecento metri. Perciò si possono vedere, al di sopra della breve zona boscosa, circa duemila metri di nudo sasso, di color ferrigno, elevarsi impetuosi verso il cielo. La forma del monte è quasi quella di una mitra episcopale; ma a me non piace di paragonarlo a un oggetto senza vita: egli è vivo, e vede e sente; si leva gigante a capo della Valle, come il signore di essa, e, con l'ardua punta, scopre, dicono, fin la remota riva della Dalmazia. E par che si alzi sui piedi, e aderga la testa e le spalle per vegliare da lungi sull'antico e glorioso mare d'Italia, o meglio, per scoprire altri suoi fratelli lontani, soli degni dei suoi sguardi e del suo amore. Sembra a volte di vedergli gonfiare l'immenso petto roccioso dalla soddisfazione intima piena peer il proprio sublime aspetto, per l'aria purissima che gli è dato di godere, e per le mirabili cose che può perennemente scoprire e ammirare. Molti vedono nel suo dentato superbo profilo l'immagine di Napoleone, di quest'anima sublime, che, lasciate le misere forme umane, dov'era imprigionata, erra di vetta in vetta per trovare, nell'eternità delle rocce e dei dirupi, una forma che sia degna d'incarnare tutta la sua innata grandezza.”

Fedele Romani (1855–1910) scrittore, poeta e linguista italiano

da Colledara

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“Abolire in scultura come in qualsiasi altra arte il sublime tradizionale dei soggetti.”

Umberto Boccioni (1882–1916) pittore e scultore italiano

n.° 2
Manifesto tecnico della scultura futurista

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“L'oscenità è sublime.”

Moana Pozzi (1961–1994) pornostar, attrice e showgirl italiana

citata nel New Yorker del 31 ottobre 1994, p. 38

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“Ora non più, ma forse dentro il vento | è rimasto qualcosa del tuo amore, | come una foglia o un grigio mutamento | dentro l'umore di un dannato Iddio.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Ora il corpo è sublime
Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove

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“Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.”

Torquato Tasso (1544–1595) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

da Il monte Oliveto, 76; in Tutte le Opere, 1997

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“Una Religione rivelata deve essere particolarmente poetica e così è infatti. Mentre le sue proposizioni presentano una originalità capace di avvincere l'intelletto, esprimono anche una bellezza capace di soddisfare la natura morale. Essa ci offre quelle forme ideali di eccellenza di cui si diletta la natura poetica e con le quali si associano ogni grazia e ogni armonia. Ci conduce in un mondo nuovo, un mondo di straordinario interesse, dotato delle più sublimi visioni, dei più teneri e puri sentimenti. La peculiare grazia mentale degli scrittori del Nuovo Testamento impressiona non meno del tangibile effetto che essi producono sui cuori di coloro che ne hanno assorbito lo spirito. Ora non vogliamo occuparci della natura pratica, bensì del lato poetico della verità rivelata. Per i cristiani, una visione poetica delle cose è un dovere: siamo tenuti a colorire tutte le cose con le tinte della fede, a riconoscere in ogni evento un divino significato e una tendenza soprannaturale. Anche gli amici che ci circondano sono investiti di uno splendore ultraterreno: non sono più semplici uomini imperfetti, ma esseri che godono del favore divino, sui quali è impresso il sigillo di Dio, e che si addestrano per la felicità futura. Si può aggiungere che le virtù particolarmente cristiane sono anche particolarmente poetiche – mansuetudine e gentilezza, compassione, gioia e modestia, per non parlare delle virtù devote – mentre i sentimenti più rozzi e ordinari sono gli strumenti della retorica, più che della poesia, come la collera e l'indignazione, l'emulazione, lo spirito combattivo e l'amore dell'indipendenza.”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Origine: Citato in J.H.Newman, La mente e il cuore di un grande, Edizioni Paoline; pagine scelte dalle opere di John Henry Newman con saggio introduttivo di Malachy Gerard Carroll, versione dall'inglese di Frida Ballini.

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“Quando si vuole rendere tutto chiaro, evidente, facile, si finisce per banalizzare anche le cose più sublimi.”

Alessandro Pronzato (1932–2018) sacerdote cattolico italiano, giornalista, scrittore e professore

Prega per noi!

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“Scoppiamo dal ridere al solo vedere fianco a fianco l'uomo e il mondo, separati dalla sublime pretesa della paroletta e.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“Il comico come il sublime, non dimora mai nell'oggetto, ma nel soggetto.”

Jean Paul (1763–1825) scrittore e pedagogista tedesco

Introduzione all'estetica

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“L'ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano Voltaire è il segno infallibile d'un animo corrotto. Che non ci s'illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le Œuvres de Ferney, Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell'autorità ecclesiastica che condanna i libri in odium auctoris; in verità niente è più giusto di ciò: rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell'eccesso ben più reprensibile dell'esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che uno spirito corrotto non fu mai sublime. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che spiritoso; faccio eccezione delle tragedie, dove la natura dell'opera lo costrinse ad esprimere dei nobili sentimenti estranei al suo carattere; ma anche sul palco, su cui trionfa, egli non riesce ad ingannare gli spettatori più sagaci. Nei suoi pezzi migliori, egli rassomiglia ai suoi due grandi rivali, come il più abile ipocrita rassomiglia ad un santo.”

Joseph De Maistre (1753–1821) filosofo, politico e diplomatico italiano

Les Soirées de Saint-Pétersbourg, in Œuvres complètes, Lyon, 1891<sup>3</sup>, tomo IV, pp. 206-210
Le serate di San Pietroburgo

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“La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

LXVIII

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“Persino il pensiero criminale di un furfante è più grande e più sublime delle meraviglie del cielo.”

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770–1831) filosofo tedesco

Origine: Citato in Donald Nicholl, Il pensiero contemporaneo.

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“Il bello si accorda col sublime in questo, che entrambi piacciono per se stessi. Inoltre, entrambi non presuppongono un giudizio dei sensi né un giudizio determinante dell'intelletto ma un giudizio di riflessione […].
Ma saltano agli occhi anche differenze considerevoli. Il bello della natura riguarda la forma dell'oggetto, la quale consiste nella limitazione; il sublime invece si può trovare anche in un oggetto privo di forma, in quanto implichi o provochi la rappresentazione dell'illimitatezza, pensata per di più nella sua totalità […] Tra i due tipi di piacere c'è inoltre una notevole differenza quanto alla specie: mentre il bello implica direttamente un sentimento di agevolazione e di intensificazione della vita, e perciò si può conciliare con le attrattive e con il gioco dell'immaginazione, il sentimento del sublime invece è un piacere che sorge solo indirettamente, e cioè viene prodotto dal senso di un momentaneo impedimento, seguito da una più forte effusione delle forze vitali, e perciò, in quanto emozione, non si presenta affatto come gioco, ma come qualcosa di serio nell'impiego dell'immaginazione. Quindi il sublime non si può unire ad attrattive; e poiché l'animo non è semplicemente attratto dall'oggetto, ma alternativamente attratto e respinto, il piacere dei sublime non è tanto una gioia positiva […] merita di essere chiamato un piacere negativo.”

Immanuel Kant (1724–1804) filosofo tedesco

1997, pp. 159-161
Critica del giudizio

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