Frasi su altro
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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: La letteratura inglese: Dai romantici al Novecento, p. 144-46

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“Io desidero il mio desiderio, e l'essere amato non è altro che il suo accessorio.”

da Frammenti di un discorso amoroso, 1977
Frammenti di un discorso amoroso

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“Che grandioso e terribile spettacolo," disse. "Certo, vedendo tutto ciò anche a un laico quale sono io viene da pensare alla regia di una mente giusta e superiore."
In quel momento, proprio nel nuvolone sovrastante Memorino, due sottonuvole rissose, spintonandosi, crearono quella situazione di malessere elettrico che spesso prelude a improvvisi fenomeni quali saette o fulmini ramificati.
Contemporaneamente in una modesta casa della periferia di Banessa, la signora Ovolina, donna di generosità e mitezza senza eguali, era riuscita dopo anni di vani tentativi a prendere la linea per partecipare al gioco televisivo Indovina il sorriso che consisteva nell'indovinare a quale personaggio famoso appartenesse l'impronta dentaria telemostrata. L'Ovolina sapeva la risposta e stava per vincere il primo premio della sua vita, nella fattispecie una cucina da otto milioni con forno autopulente e spiedo a cinque marce.
"Allora, signora Ovolina, sa dirci a chi appartiene questo sorriso?" disse il presentatore Mazzapone.
"Sì, il sorriso è quello di Mussola…"
In quell'istante un fulmine, nato nelle condizioni dinanzi scritte, segnò il grigio del cielo con un graffio rosso corallo e dopo aver un istante esitato sul'obiettivo da colpire, scelse una casina rosa con gerani alle finestre e una piccola antenna televisiva, scivolò giù per l'antenna, traforò la televisione e incenerì la signora Ovolina, lasciando sul tappeto solo tre etti di scorie.
"Mi dispiace, ma lei doveva dirci il nome completo," disse Mazzapone, e passò a un altro concorrente, un pluriomicida agli arresti domiciliari che vinse la cucina.
Questa manifestazione di una mente giusta e superiore non venne però avvertita dai nostri eroi, che dall'altro della montagna accompagnarono il fulmine con un "oooh" di stupore e ammirazione.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Veramente non me la sento di essere definito il padre del metal, più che altro il fratello maggiore..”

Ozzy Osbourne (1948) cantante, compositore e attore britannico

Origine: http://www.nyrock.com/interviews/2002/ozzy_int.asp

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“Non puoi tradire la tua gente, | non cercare l'uomo nell'uomo, | il suono dentro un altro suono.”

Neffa (1967) cantautore e rapper italiano

da Non tradire mai, n. 3
107 Elementi

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“Ha un tatuaggio sulla spalla: dice 'il rock non mi molla' mentre l'altro sopra il cuore dice 'Elvis.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Un figlio di nome Elvis, n. 12
Buon compleanno Elvis

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“Altro tiro, altro giro, altro regalo!”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

quando un giocatore mette a segno molti punti
Citazioni tratte da telecronache, Formule classiche

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“[Su Romanzo criminale] Contribuisce in modo notevole ad aiutare la gente a non pensare, a rivolgere l'attenzione ad altro ed è per questo che il prodotto letterario e poi cinematografico è vincente.”

Paolo Crepet (1951) medico, psichiatra e scrittore italiano

Origine: Citato in Denise Faticante, Banda da fiction http://www.lettera43.it/cultura/2477/banda-da-fiction.htm, Lettera 43, 11 novembre 2010.

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“Un altro essere come voi non ci sarà mai più sulla terra. Non buttate via la vostra vita: fareste un buco nella storia.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – novembre/dicembre 2008

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“Oggi è importante per me essere lucido, provare a capire chi sono senza supporti religiosi o qualche altro subdolo espediente.”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dall'intervista a L'Actualité del febbraio 2002
2002

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“Dopo un raccolto ne viene un altro, andiamo avanti!”

Alcide Cervi sette fratelli, partigiani italiani, fucilati nel 1943

I miei sette figli

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“La volta che a San Siro scoppiò un grande applauso perché finalmente, dopo anni, aveva sbagliato un passaggio. O quell'altra che da fuori area colpì la traversa così forte, ma così forte, che il pallone rimbalzò oltre la metà campo e il Milan rischiò di prender gol in contropiede. Quante razioni di buonumore, caro vecchio Nils, e quante lezioni di calcio, in campo e fuori. Con quella maschera alla Buster Keaton e quell'italiano sussurrato che nemmeno dopo cinquant'anni e passa di residenza contemplava i verbi ausiliari e certe consonanti: loro abastansa bene; noi jocato melio. Un signore prima che un campione. Un educatore prima che un allenatore. Non c'era il gusto, o forse il vizio, delle statistiche ai tempi in cui giocava: ma non risulta che sia mai stato ammonito. Così come non c'è traccia di atteggiamenti men che composti nella sua lunga carriera di allenatore, altro che area tecnica tratteggiata col gesso come usa oggi dinanzi alla panchina: il massimo del compiacimento, piuttosto che del disappunto, erano le gambe che si scavallavano per riaccavallarsi dall'altra parte. Questo ovviamente non significava distacco, come ai tempi nostri della recita elevata a sistema si potrebbe pensare: semplice, quanto ferreo, autocontrollo nervoso. Quel matto di Altafini pensò di ripetere al barone lo scherzo riuscito l'anno prima con Rocco: rannicchiarsi tutto nudo nell'armadio dell'allenatore e saltar fuori urlando quando quello lo apriva. La differenza è che il Paròn era saltato per aria dallo spavento: Liedholm alzò un sopracciglio e ricordò al centravanti che il suo ripostiglio era un altro. Due scudetti da allenatore, Milan e Roma. Il primo nel '79, con un gioco offensivo imperniato su di un unico attaccante, Chiodi, la cui caratteristica principale era quella di non segnare mai. Il secondo nell'83, con il povero Di Bartolomei finto libero supportato dalla velocità di Vierchowod. Fu allora che Boniperti provò a chiamarlo alla Juventus: per sentirsi rispondere, grazie presidente, ma sarebbe tropo fascile. Quattro titoli da giocatore dopo l'oro olimpico a Londra '48 con la Svezia. Un maratoneta illuminato, lo stantuffo inesauribile al servizio del talento di Gren e della potenza di Nordhal. Chi ha visto giocare il trio svedese del Gre-No-Li, con tutto il rispetto per quello olandese a cavallo degli anni '90, ne conserva un ricordo insuperato. Chi ha ascoltato lo storico trio radiofonico di Tutto il calcio minuto per minuto, non avrà dimenticato che a dosare la verve dei due più celebri solisti, Enrico Ameri e Sandro Ciotti, c'era dallo studio centrale la voce di Roberto Bortoluzzi. Se n'è andato anche lui, nel pomeriggio di ieri, ultimo testimone di una grande stagione radiofonica che ha dispensato a generazioni di tifosi emozioni, gioie, sofferenze: con il timbro di una classe senza eguali.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

6 novembre 2007

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“Sto per morire e mi sto divertendo. E continuerò a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perché non c'è un altro modo per farlo.”

Randy Pausch (1960–2008) informatico statunitense

da Randy Pausch Last Lecture: Achieving Your Childhood Dreams
Citazioni tratte da The Last Lecture (2007)

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“Rosie, domani torno a Boston, ma prima di partire volevo scriverti questa lettera. Tutti i pensieri e i sentimenti che mi ribollivano dentro traboccano finalmente dalla penna; ti lascio queste poche righe perché tu non abbia la sensazione che io ti voglia in qualche modo fare pressione. Mi rendo conto che avrai bisogno di tempo per valutare quello che sto per dirti. So bene che cosa ti sta succedendo, Rosie. Tu sei la mia cara amica e io vedo chiaramente la tristezza nei tuoi occhi. So che Greg non è via per lavoro, questo fine settimana. Tu non sei mai riuscita a mentirmi. Sei negata. I tuoi occhi ti tradiscono sempre. Non fingere che tutto vada benissimo, perché io vedo che non è così. Vedo che Greg è un egosita che non ha la minima idea della fortuna che ha, e questo mi fa stare male. È l'uomo più fortunato al mondo ad avere te, Rosie, ma non ti merita e tu meriti molto di più. Ti meriti qualcuno che ti ami con tutto il cuore, qualcuno che pensi a te costantemente, qualcuno che passi ogni minuto di ogni giorno a domandarsi che cosa stai facendo, dove sei, con chi sei, se stai bene. Hai bisogno di qualcuno che ti possa aiutare a realizzare i tuoi sogni e che sia in grado di proteggerti dalle tue paure. Hai bisogno di qualcuno che ti tratti con rispetto, che ami tutto di te, soprattutto i tuoi difetti. Dovresti avere accanto qualcuno che ti possa rendere felice, davvero felice, spensieratamente felice. Qualcuno che avrebbe dovuto cogliere l'occasione di stare con te tanti anni fa invece di lasciarsi prendere dal panico e sentirsi troppo spaventato per tentare. Io non ho più paura, Rosie. Non ho paura di tentare. Ora sono certo di sapere che cosa ho provato al tuo matrimonio: gelosia. Mi sono sentito il cuore andare a pezzi nel vedere la donna che amo voltarmi le spalle e avviarsi lungo la navata al fianco di un altro uomo, un uomo con il quale lei contava di trascorrere il resto della vita. Per me è stata come una sentenza di condanna a vita: gli anni mi si stendevano davanti e io ero riuscito a dirti i miei sentimenti o a stringerti tra le braccia come avrei desiderato. Per ben due volte siamo stati l'uno accanto all'altra sull'altare, Rosie. Per ben due volte. E per ben due volte abbiamo sbagliato. Avevo bisogno che tu fossi presente il giorno del mio matrimonio, ma ero troppo stupido per capire che avevo bisogno che tu fossi la ragione del mio matrimonio. Non avrei mai dovuto permettere che le tue labbra si staccassero dalle mie, tanti anni fa a Boston. Non avrei mai dovuto allontanarmi. Non avrei dovuto lasciarmi prendere dal panico. Non avrei dovuto sprecare tutti questi anni senza di te. Dammi la possibilità di recuperare il tempo perduto. Ti amo, Rosie, e voglio stare con te, con Katie e con Josh. Per sempre. Ti prego, pensaci. Non perdere tempo con Greg. Ora tocca a noi. Smettiamola di avere paura e cogliano questa occasione. Ti prometto che ti renderò felice.
Con tutto il mio amore, Alex”

Scrivimi ancora

“[Baia (Bacoli)] Silla, Cesare, Pompeo, Ortensio, ogni illustre romano vi tenne ville; i bagni solforosi abbondanti in quel suolo ve li chiamavano in folla, essi che bisognavano di solfo a purgagione delle acredini d'un sangue guasto dalle libidini. Là erano teatri calcati da celebri mimi; là anfiteatri popolati di famosi gladiatori; danze, corse, banchetti quivi non rifinivano: il clima, e la naturale piacevolezza del sito, l'alitar degli zefiri, la fragranza dei fiori, l'allontanamento delle cure, ogni cosa sbandiva di là i pensamenti austeri, ed inclinava i sensi a voluttà. Il mare trasferiva entro gondole dorate dall'uno all'altro lido, dall'una all'altra villa gli effemminati patrizii, le scioperate matrone; il tuffarsi dei remi era ritmo a' canti di amore modulati al suono delle lire, e de' liuti. Mai arrivava a quella spiaggia lo squillo della tromba guerriera romoreggiante ai confini, freno dello Scita, del Parto, terrore del Datavo, del Britanno: i trionfatori si riposavano a Bajà; e mentre i Cesari vi si tuffavano in ebbrezze senza nome, il mondo schiacciato respirava. Properzio non ebbe appena visitata Baja che sospettò Cinzia d'infedeltà: Marziale scrisse di Levina che vi andò Penelope, e ne partì Elena. Fu rimproverata a Marco Tullio la villa che possedea su quel lido; e Seneca affermò essere malsano respirare un giorno solo quell'aria corrompitrice.”

Tullio Dandolo (1801–1870) scrittore, storico e filosofo italiano

da Lettere su Roma e Napoli, p. 35-36
Ricordi

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“Quante ne vorrei fare, ma poi rimango fermo | Guardo la vita in foto e già è arrivato un altro inverno.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da La Fine, n. 12

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“Lasciare qualcuno richiede forza. Uno costruisce sull'altro e lasciarlo significa anche lasciarsi.”

Efraim Medina Reyes (1967) scrittore colombiano

Origine: La sessualità della Pantera Rosa, p. 105

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“La vita è sacra? E chi l'ha detto? Dio? Ehi, se leggi la storia, ti rendi conto che Dio è una delle principali cause di morte. È successo per migliaia di anni! Hindu, musulmani, ebrei, cristiani; tutti a uccidersi l'un l'altro perché Dio ha detto loro che era una bella pensata. La spada di dio, il sangue dell'agnello, la vendetta è mia; milioni di figli di puttana morti. Milioni di figli di puttana tutti morti perché hanno dato la risposta sbagliata alla domanda di Dio: "Credi in Dio?" "No." BAM! Stecchito. "Credi in Dio?" "Sì." "Credi nel mio Dio?" "No." BAM! Stecchito. "Il mio Dio ha un cazzo più grande del tuo Dio!"”

George Carlin (1937–2008) comico, attore e sceneggiatore statunitense

Life is sacred? Who said so? God? Hey, if you read history, you realize that God is one of the leading causes of death. Has been for thousands of years. Hindus, Muslims, Jews, Christians all taking turns killing each other 'cuz God told them it was a good idea. The sword of God, the blood of the land, vengeance is mine. Millions of dead motherfuckers. Millions of dead motherfuckers all because they gave the wrong answer to the God question. "You believe in God?" "No." *Pdoom*. Dead. "You believe in God?" "Yes." "You believe in my God?" "No." *Poom*. Dead. "My God has a bigger dick than your God!"
Back in Town
Origine: Trascritto in George Carlin On the Sanctity of Life http://windupwire.com/tag/george-carlin/, windupwire.com.

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“Il loro Heysel, un tempo onorevolissimo, è ormai insopportabilmente obsoleto. Ha le due curve in terra battuta con gradini sorretti da pietre malferme: in queste curve gli spettatori sono costretti a stare in piedi. Ammassare oggi folte moltitudini sugli spalti di curve senza posti a sedere significa esporsi a rischiose calamità pubbliche. Per loro disgrazia, i belgi hanno ottenuto dalla Uefa l'incarico di organizzare la Coppa Campioni. Sapevano di aver a che fare con orde di inglesi avvinazzati e feroci. Non hanno riflettuto però che gli spiantati liverpooliani non potevano competere con i ricchi juventini di tutta Italia, e che metà della curva destinata agli ospiti albionici sarebbe stata accaparrata – magari a borsa nera – dagli italiani. Così non hanno ritenuto i belgi di dividere più efficacemente i rappresentanti di due popoli l'uno all'altro inviso per troppo differenti destini passati e presenti. Alla tradizionale spocchia degli inglesi, il visibile benessere degli italiani doveva suonare come un'offesa patente, uno sberleffo tragico della sorte: dunque, ai più scalmanati non è parso vero di farla subito fuori. I pochi sparuti poliziotti belgi sono stati travolti. Gli italiani, prima sorpresi, poi atterriti, si sono ristretti fino a soffocarsi. I vecchi spalti interrati dello Heysel sono divenuti orrendo cimitero. Mortificati e stravolti, i belgi hanno taciuto lì per lì la tragedia, hanno chiamato allo Heysel tutta la polizia a disposizione nel regno: non è bastato. La partita, che pareva giocata per tacitare i manigoldi, si è risolta a favore della Juventus, il cui tripudio ha un po' stupìto dopo tanti decessi. Gli inglesi di Liverpool sono tornati alle loro tane, alla loro quotidiana mortificazione di paria. Gli italiani, fino a ieri sottovalutati e derisi, hanno meritato la sincera comprensione di tutti.”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Con tanta nostalgia di uno sport nobile http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/31/con-tanta-nostalgia-di-uno-sport-nobile.html, la Repubblica, 31 maggio 1985, p. 4.

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“Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell'altro, incertezza del domani.”

Se questo è un uomo
Variante: Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell'altro, incertezza del domani.

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“Non dire no! | Lo so che ami un altro | ma che ci posso fare? | Io sono un disperato | perché ti voglio amare.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da Il tempo di morire, lato A, n. 3
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