Frasi su crudeltà

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema crudeltà, essere, animale, vita.

Frasi su crudeltà

Carl Sagan photo

“Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto."”

Carl Sagan (1934–1996) astronomo e scrittore statunitense

da Pale Blue Dot

Sigmund Freud photo

“È una grande ingiustizia perseguitare l'omosessualità come un crimine e anche una crudeltà.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi
Giuseppe Garibaldi photo

“Proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se estenuati da fatica o malattia, questa è la più bella virtù del forte verso il debole.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Origine: Citato in Franco Libero Manco, Biocentrismo: l'alba della nuova civiltà, Nuova Impronta Edizioni, Roma, 1999, pp. 202-203.

Sri Aurobindo photo
William Shakespeare photo
Ernest Hemingway photo
Peter Singer photo
Publio Ovidio Nasone photo

“La crudeltà nei confronti degli animali induce alla crudeltà anche verso gli uomini.”

Publio Ovidio Nasone (-43–17 a.C.) poeta romano

Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines.
Origine: Citato in Stefano Rodotà (a cura di), Trattato di biodiritto: ambito e fonti del biodiritto, Giuffrè, Milano, 2010, p. 20 http://books.google.it/books?id=IWCG6FPQK7gC&pg=PA20. ISBN 88-14-15909-2

Albert Schweitzer photo
Sigmund Freud photo
Rosa Luxemburg photo
Gabriele d'Annunzio photo

“E l'avvenire mi apparve spaventoso, senza speranza. L'immagine indeterminata del nascituro crebbe, si dilatò, come quelle orribili cose informi che vediamo talvolta negli incubi ed occupò tutto il campo. Non si trattava d'un rimpianto, d'un rimorso, d'un ricordo indistruttibile, ma di un essere vivente. Il mio avvenire era legato a un essere vivente d'una vita tenace e malefica; era legato a un estraneo, a un intruso, a una creatura abominevole contro cui non soltanto la mia anima ma la mia carne, tutto il mio sangue e le mie fibre provavano un'avversione bruta, feroce, implacabile fino alla morte, oltre la morte. Pensavo: "chi avrebbe mai potuto immaginare un supplizio peggiore per torturarmi insieme l'anima e la carne? Il più ingegnosamente efferato dei tiranni non saprebbe concepire certe crudeltà ironiche… Non erano ancora manifesti nella persona di Giuliana i segni esterni: l'allargamento dei fianchi, l'aumento del volume del ventre. Ella si trovava dunque ancora ai primi mesi: forse al terzo, forse al principio del quarto. Le aderenze che univano il feto alla matrice dovevano esser deboli. L'aborto doveva essere facilissimo. Come mai le violente commozioni della giornata di Villalilla e di quella notte, gli sforzi, gli spasmi, le contratture, non l'avevano provocato? Tutto m'era avverso, tutti i casi congiuravano contro di me. E la mia ostilità diveniva più acre. Impedire che il figlio nascesse divenne il mio segreto proposito. Tutto l'orrore della nostra condizione veniva dall'antiveggenza di quella natività, dalla minaccia dell'intruso. Come mai Giuliana, al primo sospetto, non aveva tentato ogni mezzo per distruggere il concepimento infame? Era stata ella trattenuta dal pregiudizio, dalla paura, dalla ripugnanza istintiva di madre? Aveva ella un senso materno anche per il feto adulterino?”

Gabriele d'Annunzio (1863–1938) scrittore, poeta e drammaturgo italiano

da L'innocente, 1891

Karl Marx photo

“Parecchie migliaia di questi poveri bambini abbandonati, dai 7 ai 13 o 14 anni, furono in tal maniera inviati al nord. Era usanza che il padrone (alias il ladro di bambini) desse da vestire e da mangiare ai suoi apprendisti e li alloggiasse in una abitazione posta accanto alla fabbrica. Alcuni guardiani avevano il compito di vigilare il loro lavoro. Tali aguzzini avevano interesse a spremere questi bambini fino all'inverosimile, dato che la loro paga era proporzionata alla quantità di prodotto che riuscivano ad estorcere dai fanciulli. Come conseguenza ne derivò la crudeltà. In molti distretti industriali, soprattutto nel Lancashire, questi poveri innocenti e derelitti, in balìa del padrone di fabbrica, andavano incontro ai tormenti più atroci. Venivano prostrati a morte dal lavoro eccessivo, venivano flagellati, messi in catene e torturati coi metodi di crudeltà più squisitamente raffinati; si davano parecchi casi in cui per mancanza di cibo si riducevano a pelle e ossa, e intanto la frusta li legava al lavoro. Qualche volta arrivavano persino a suicidarsi! Le belle e romantiche vallate del Derbyshire, del Nottinghamshire e del Lancashire, ignote al pubblico, divennero orribili deserti di tortura — e spesso di assassinio! I guadagni dei fabbricanti erano immensi. Malgrado ciò la loro insaziabilità da lupi mannari era sempre più forte, ed allora inaugurarono la prassi del lavoro notturno, ossia dopo aver paralizzato durante il giorno un gruppo di braccia, ne apprestavano un altro per il lavoro di notte; il gruppo diurno si metteva nei letti appena abbandonati dal gruppo notturno, e 'vice versa'. Nel Lancashire è divenuta tradizione popolare che «i letti non si raffreddino mai.»”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 545
Il Capitale

Fëdor Dostoevskij photo
Jeremy Rifkin photo
Eve Ensler photo
Piero Calamandrei photo

“Quel miracoloso soprassalto dello spirito che si è prodotto, quando ogni speranza pareva perduta, in tutti i popoli europei agonizzanti sotto il giogo della tirannia interna ed esterna, ha ormai ed avrà nella storia del mondo un nome: «resistenza». Sotto la morsa del dolore o sotto lo scudiscio della vergogna, gli immemori, gli indifferenti, i rassegnati hanno ritrovata dentro di sé, insospettata, una lucida chiaroveggenza: si sono accorti della coscienza, si sono ricordati della libertà. Prima che schifo della fazione interna, prima che insurrezione armata contro lo straniero, questo improvviso sussulto morale è stato la ribellione di ciascuno contro la propria cieca e dissennata assenza: sete di verità e di presenza, ritorno alla ragione, all'intelligenza, al senso di responsabilità. La resistenza è stata, nei migliori, riacquisto della fede nell'uomo e in quei valori razionali e morali coi quali l'uomo si è reso capace, nei millenni, di dominare la stolta crudeltà della belva che sta in agguato dentro di lui.
Si è scoperto così che il fascismo non era un flagello piombato dal cielo sulla moltitudine innocente, ma una tabe spirituale lungamente maturata nell'interno di tutta una società, diventata incapace, come un organismo esausto che non riesce più a reagire contro la virulenza dell'infezione, di indignarsi e di insorgere contro la bestiale follia dei pochi. Questo generale abbassamento dei valori spirituali da cui son nate in quest'ultimo ventennio tutte le sciagure d'Europa, merita di avere anch'esso il suo nome clinico, che lo isoli e lo collochi nella storia, come il necessario opposto dialettico della resistenza: "Desistenza."”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Di questa malattia profonda di cui tutti siamo stati infetti, il fascismo non è stato che un sintomo acuto: e la Resistenza è stata la crisi benefica che ci ha guariti, col ferro e col fuoco, da questo universale deperimento dello spirito.
Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Ottobre 1946

Bertrand Russell photo
Franco Ferrarotti photo
Leonardo Da Vinci photo
Paul Henri Thiry d'Holbach photo
Andrea Riccardi photo
Virginia Woolf photo

“Ci chiediamo soltanto perché quell'educazione facesse sì che chi la riceveva fosse consciamente e inconsciamente in favore della guerra. Consciamente, perché, è ovvio, era obbligata a usare tutta la sua influenza per tenere in piedi il sistema che le forniva servitù, carrozze, bei vestiti, ricevimenti: che erano i mezzi per arrivare al matrimonio. Consciamente, doveva usare tutta la sua bellezza e le sue attrattive per adulare e blandire l'uomo d'affari, l'uomo d'armi, l'uomo di legge, l'ambasciatore, il ministro che volevano ricrearsi dopo le fatiche della giornata. Consciamente doveva accettare i loro punti di vista e assecondare i loro dettami perché solo così poteva indurli a concederle i mezzi per sposarsi o a sposarla. Insomma, ogni suo sforzo cosciente non poteva che essere in favore di quello che Lady Lovelace ebbe a definire "il nostro glorioso Impero"…"il cui prezzo", aggiunge, "viene pagato principalmente dalle donne". E chi può smentirla, o dubitare che fosse un prezzo molto alto? Ma ancora più decisamente in favore della guerra era forse la sua influenza inconscia. Come possiamo spiegare altrimenti l'assurda agitazione dell'agosto del 1914, quando si videro le figlie degli uomini colti che avevano ricevuto questo tipo di educazione precipitarsi negli ospedali, alcune accompagnate dalla cameriera, guidare autocarri, lavorare nei campi e nelle fabbriche di munizioni, e usare le loro inesauribili riserve di fascino e di simpatia per convincere i giovani che combattere era eroico, e che i feriti sul campo di battaglia erano degni di tutte le loro cure e di tutto il loro encomio? La spiegazione va cercata, ancora una volta, in quel tipo di educazione. Così profondo era il disgusto della figlia dell'uomo colto per la casa paterna, con la sua crudeltà, la sua grettezza, la sua ipocrisia, la sua immoralità, la sua vacuità, che era disposta a intraprendere qualunque lavoro, per servile che fosse, a esercitare qualunque fascino, per fatale che fosse, pur di sfuggirvi. Perciò consciamente voleva "il nostro glorioso Impero"; perciò inconsciamente voleva la nostra gloriosa guerra.”

Le tre ghinee

Charlie Chaplin photo
Alexander Von Humboldt photo

“La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è una dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile.”

Alexander Von Humboldt (1769–1859) naturalista, esploratore e botanico tedesco

Origine: Citato in AA.VV., Animal Agenda 2012, Terra Nuova edizioni, Firenze, 2011, 25 aprile. ISBN 88-88819-82-2

Albert Einstein photo

“Il mio pacifismo è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: A Paul Hutchinson, direttore del Christian Century, luglio 1929; citato in Einstein on Peace, a cura di Otto Nathan e Heinz Norden, Simon and Schuster, New York, 1960, p. 98.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 99

Luigi Pirandello photo
William Somerset Maugham photo
Peter Singer photo
Gianfranco Funari photo
Eve Ensler photo
Zygmunt Bauman photo
Leiji Matsumoto photo

“Raflesia: Quanto tempo: anno dopo anno, giorno dopo giorno, pietra dopo pietra, ho percorso tutto questo lungo cammino abbandonando il mio pianeta, un pianeta condannato alla dissoluzione, alla ricerca di una nuova patria. Una patria per me e per la mia gente. Ci dirigevamo verso la Terra, verso il nostro futuro, non per distruggere ma per costruire, per portare una nuova civiltà a un popolo imbelle e dissoluto e creare il grande regno di Mazone. Ma il viaggio interminabile e le lunghe lotte hanno fiaccato il mio popolo, scompaginato il mio esercito e distrutto i miei sogni. Non avrei mai creduto che un piccolo pirata avrebbe umiliato Raflesia! Io ti odio con tutta l'anima, Harlock! Hai distrutto il mio regno, la mia vita, l'avvenire della mia gente, tutto!
Capitan Harlock: Hai ragione, forse sono soltanto un piccolo pirata. Ma sai perché lo sono diventato? Perché ho abbandonato la mia gente, la mia casa? Perché il mondo nel quale ero cresciuto era sporcato dai vizi degli uomini, ferito dalla loro crudeltà!
Raflesia: Allora perché ti ostini tanto a proteggere quella Terra dalla quale sei fuggito disgustato e avvilito?
Capitan Harlock: Perché? Perché laggiù sbocciano i fiori. Perché la Terra è profumata. Perché la sua natura è la cosa più bella di tutto l'universo e perché gli uomini un giorno capiranno finalmente che il vero paradiso è quello. Ma soprattutto perché là vive la creatura che io amo di più.
Raflesia: Parli di quella creatura che io avevo rapito, Mayu?.
Capitan Harlock: Per quella creatura soprattutto e non permetterò mai che un invasore crudele e spietato distrugga le sue illusioni!”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 41, Raflesia e Harlock: incontro ravvicinato

Jean Baudrillard photo
Kurt Vonnegut photo
Robert Byrd photo
Enzo Jannacci photo
Plutarco photo
Rabindranath Tagore photo
Edmondo De Amicis photo
Michel De Montaigne photo
William Shakespeare photo

“Addio, bella crudeltà.”

Viola, atto I, scena V
La dodicesima notte

Louis Aragon photo

“Gli occhi azzurri della Rivoluzione brillano di crudeltà necessaria.”

Louis Aragon (1897–1982) scrittore francese

da Le Front rouge

John Maynard Keynes photo
Tertulliano photo
Edward Morgan Forster photo
Alessandro Baricco photo

“Il cinismo è la crudeltà dei delusi: non possono perdonare alla vita di aver ingannato le loro certezze.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Il cinismo di Papi sfrutta l'ignoranza http://www.corriere.it/spettacoli/10_maggio_04/cinismo-papi-ignoranza-grasso_f0dce4ce-5741-11df-8ce3-00144f02aabe.shtml, Corriere.it, 4 maggio 2010.

Benedetto Croce photo
Umberto Veronesi photo
Plutarco photo
Hans Ruesch photo

“Non vi è peggior schiavitù di quella che s'ignora.”

Hans Ruesch (1913–2007) pilota automobilistico, scrittore e sceneggiatore svizzero

Origine: Imperatrice nuda, p. 55

Bret Easton Ellis photo

“… c'è un'idea di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio "me". C'è soltanto qualcosa di illusorio, al mio posto, un'entità che è anche possibile toccare con mano, sennonché io non ci sono. Puoi pure sentire la mia carne a contatto con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano comparabili, ma io semplicemente non ci sono. Per me, è difficile avere un senso, a qualsiasi livello. Io sono un'invenzione, un'aberrazione. Sono un essere umano incoerente. La mia personalità è appena abbozzata, informe; solo la mia crudeltà è persistente e alligna nel profondo. La mia coscienza, la mia pietà, le mie speranze, sono scomparse molto tempo fa (probabilmente ad Harvard), se mai sono esistite. Non esistono più frontiere da varcare. Sono ormai al di là di ogni cosa. Sono assolutamente indifferente al male che ho fatto. Non me ne importa niente di ciò che ho in comune con i pazzi e gli energumeni, con i viziosi e i maligni. Tuttavia mi tengo ancora saldo a una singola, squallida verità: nessuno è al sicuro, nessuno si salva, non c'è redenzione per nessuno. Comunque, non mi si può biasimare. Si presume che qualsiasi modello di comportamento umano abbia una sua validità. Il male sta in quello che sei? O in quello che fai? La mia pena è costante, acuta, e io non spero in un mondo migliore, per alcuno. Anzi, voglio che la mia pena sia inflitta anche ad altri. Ma anche dopo aver ammesso questo (e io l'ho ammesso innumerevoli volte, pressoché in ogni atto che ho commesso), anche dopo essermi trovato a faccia a faccia con queste verità, non avviene la catarsi. Non acquisto una conoscenza più profonda di me stesso. Nessuna nuova comprensione si ricava da ciò che racconto. Non avevo, non ho nessun motivo per raccontarvi tutto questo. Questa mia confessione non significa assolutamente nulla…”

Bret Easton Ellis (1964) scrittore statunitense

Fine di un decennio; p. 412
American Psycho

Thomas Bernhard photo
Papa Francesco photo
Piero Calamandrei photo
Bernard de Mandeville photo
Albert Schweitzer photo

“Dobbiamo lottare contro lo spirito di incosciente crudeltà con cui trattiamo gli animali. Gli animali soffrono tanto quanto noi… È nostro dovere far sì che il mondo intero lo riconosca.”

Albert Schweitzer (1875–1965) medico, teologo, musicista e missionario luterano tedesco, di origine francese alsaziana

Origine: Citato in Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Sonda, Casale Monferrato, 2014, p. 203. ISBN 978-88-7106-742-1

Nathaniel Hawthorne photo
Philip Roth photo
Sri Jawaharlal Nehru photo

“Gengis Khan e i suoi mongoli erano crudeli e distruttivi, ma come gli altri della loro epoca. Tamerlano, però, era di gran lunga peggiore. Si distingue per sfrenata e diabolica crudeltà.”

Chengiz Khan and his Mongols were cruel and destructive, but they were like others of their time. But Timur was much worse. He stands apart for wanton and fiendish cruelty.
Origine: Glimpses of World History, p. 247

Sigmund Freud photo
Graham Greene photo
Hermann Hesse photo
William Shakespeare photo
William Shakespeare photo
Carlo Goldoni photo
Anthony Burgess photo
Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo

“Cristiano è un certo senso di crudeltà verso se e gli altri, l'odio contro coloro che pensavano diversamente; la volontà di perseguitare. Cristiana è la morale inimicizia contro i signori della terra, contro i "nobili”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

e al tempo stesso una nascosta, segreta rivalità (- si lascia loro il "corpo", si vuole soltanto l'anima...). Cristiano è l'odio contro lo spirito, contro l'orgoglio, il coraggio, la libertà, il libertinage dello spirito; cristiano è l'odio contro i sensi, contro le gioie dei sensi, contro la gioia in generale. (pag. 25; ed. Adelphi 2011)

Novalis photo

“Strano che la vera e propria origine della crudeltà sia la voluttà.”

Novalis (1772–1801) poeta e teologo tedesco

Frammenti
Origine: Citato in Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Ed. Sansoni.

Marcel Proust photo
Cesare Pavese photo
Georges Bataille photo
André Gide photo
Laurence Sterne photo

“Ho imposto questa penitenza alla signora, non per giuoco o crudeltà, ma per il migliore dei motivi; e non me ne scuserò pertanto con lei quando ritornerà:—L'ho fatto per rintuzzare un gusto pernicioso insinuatosi in altre migliaia di persone oltre a lei,—di leggere tutto di seguito, più in cerca dell'avventura, che della profonda erudizione e conoscenza che un libro di questo stampo, se letto come dovrebbe, non può mancare di impartire loro.——La mente dovrebbe abituarsi a fare sagge riflessioni e trarre interessanti conclusioni mentre procede nella lettura; un'abitudine che fece affermare a Plinio il Giovane, «Di non avere mai letto un libro tanto brutto, da non averne tratto alcun profitto». La storia della Grecia e di Roma, letta affrettatamente senza questa attitudine e applicazione,—è meno utile, dico io, della storia di Parismus e Parismenus, o dei Sette Campioni di Inghilterra, per sopra mercato. […]
È una terribile sfortuna per questo mio libro, ma ancor più per la Repubblica delle Lettere;—tanto che lamia viene inghiottita senza sforzo se si considera quella,--che questa stessa abbietta brama di nuove avventure in ogni cosa, si sia così profondamente insinuata nelle nostre abitudini e umori,—e che siamo così intenti a soddisfare l'impazienza della nostra concupiscenza per questa via,—che non mandiamo giù se non le parti più grossolane e carnali di una composizione:—Le sottili allusioni e le scaltrite informazioni della scienza fuggono, come spiriti, verso l'alto;——le pesanti digressioni morali verso il basso; e tanto le une che le altre sono perdute per il mondo non più di quanto lo sarebbero se fossero rimaste in fondo al calamaio.
Mi auguro che al lettore non ne siano sfuggite molte, interessanti e curiose come questa, nella quale è stata pizzicata la lettrice. Vorrei che ottenesse il suo effetto;—e che tutta la brava gente, maschi e femmine, potesse apprendere, dal suo esempio, non solo a leggere ma a pensare.”

vol. I, cap. XX; 1982, p. 57
Vita e opinioni di Tristram Shandy

Jonathan Swift photo

“M'accingevo a dare più minuti particolari, quando il padrone m'ingiunse di tacere. "Chiunque conosce" egli disse "l'indole degli yahoo può agevolmente capire che un animale così abietto diventi capace di commettere tutte le orribili azioni da voi menzionate, sol che forza ed accortezza eguaglino la tristizia. Poiché il vostro discorso ha fatto aumentare il mio aborrimento per l'intera razza yahoo, provo, a sentirvi parlare, un turbamento mentale affatto nuovo. Non è escluso che col tempo le mie orecchie si abituino alle parole detestabili che vi escono dalla bocca, e imparino poco per volta ad accoglierle con minore ripugnanza. Odio, sì, gli yahoo di questo paese, ma non li biasimo per i loro abominevoli difetti più di un gnnayh (uccello rapace) per la sua crudeltà, o d'una pietra acuminata per la sua qualità di ferirmi lo zoccolo. Ma quando un essere che si vanta ragionevole può essere capace di tutte le atrocità cui avete accennato, comincio allora a temere che la ragione male adoperata sia qualche cosa di peggio della stessa naturale bestialità. Voglio, dunque, credere che voi siate dotati, non già di ragione, ma d'una facoltà atta ad accrescere i vostri difetti naturali; quale un torbido ruscello che riflette l'immagine d'un corpo deforme, non soltanto ingrandita, ma più stravolta che mai."”

da Opere, traduzione di Masolino d'Amico, Mondadori, Milano, 1983
I viaggi di Gulliver

Isaac Bashevis Singer photo
Bertrand Russell photo
Bertrand Russell photo
Ernest Hemingway photo
Enzo Ferrari photo
Thomas Merton photo

“La crudeltà è l'amore senza meta. L'odio è l'amore frustrato.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. VIII