Frasi su giardino

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema giardino, essere, vita, due-giorni.

Frasi su giardino

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“E mentre due ridestati felini scuotono | dal torpore il pasciuto giardino | tu innaffi le trentasette rose | che in agosto io coglierò per te.”

Lillo Gullo (1952) poeta, scrittore e giornalista italiano

da Trentasette rose, p. 32
Cerimonie della calura

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“Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi…”

Renato Zero (1950) cantautore e showman italiano

da Nei giardini che nessuno sa

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“Se presso alla biblioteca ci sarà un giardino, nulla ci mancherà.”

Marco Tullio Cicerone (-106–-43 a.C.) avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano

IX, 4, a Varrone

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“La Sicilia è davvero un giardino. È incredibile, è come il giardino dell'Eden.”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Origine: Citato in Francesco Renda, Storia della Sicilia dalle origini ai giorni nostri – Vol.II Da Federico III a Garibaldi, Sellerio Editore, Palermo, 2003, pp. 728-729. ISBN 8838919143

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“Mi sono sentito in imbarazzo per lui, e il mio primo pensiero è stato il rifiuto - «no, povero Montanelli» - quando all'ingresso dei giardini di via Palestro mi sono trovato davanti alla sua statua, al punto che ho pensato che ci sono vandali che distruggono e vandali che costruiscono, e che anzi, per certi aspetti, il vandalismo che crea è ben peggiore, perché tenta di disarmarti con le sue buone intenzioni. Dunque era di mattina, molto presto, e i giardini erano vuoti, al sole. Ebbene in questo vuoto, la statua mi è apparsa all'improvviso: una figurina in gabbia che non ha niente a che fare con Montanelli, se non perché lo offende anche fisicamente, lui che era così "verticale", e che ci invitava a buttare via «il grasso» e la retorica monumentale. Il giornalista che ogni volta si ri-definiva in una frase, in un concetto, in un aforisma, in una citazione, è stato per sempre imprigionato in una scatola di sardine. Perciò ho provato il disagio che sempre suscita il falso, la patacca, la similpelle che non è pelle, perché non solo questo non è Montanelli, come ci ha insegnato Magritte che dipinse una pipa e ci scrisse sotto "questa non è una pipa". Il punto è che questa non è neppure una statuta di Montanelli, ma di un montanelloide in bronzo color oro, che ha la presunzione ingenua e goffa di imprigionare il Montanelli entelechiale, il Montanelli che era invece l'asciuttezza, era il corpo più "instatuabile" del mondo, troppo alto, troppo energico, troppo nervoso, incontenibile nello spazio e nel tempo com'è l'uomo moderno, che è nomade e ha un'identità al futuro. Era il più grande nemico delle statue il Montanelli che sempre ci sorprendeva, fascista ma con la fronda, conservatore ma anarchico, con la sinistra ma di destra, un uomo di forte fascino maschile che tuttavia non amava raccogliere i trofei del fascino maschile, ingombrante ma discreto, il solo che nella storia d' Italia abbia rifiutato la nomina a senatore a vita perché, diceva, «i monumenti sono fatti per essere abbattuti», come quello di Saddam, o di Stalin o di Mussolini. Come si può fare una statua ingombrante e discreta? Come si può fare un monumento all'antimonumento?”

Francesco Merlo (1951) giornalista e scrittore italiano
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“A scuola la signora Forbes mi disse che quando mia madre era morta era volata in cielo. Mi aveva raccontato questa cosa perché la signora Forbes è molto vecchia e crede nell’aldilà. Porta sempre i pantaloni della tuta perché sostiene che sono molto più comodi dei pantaloni normali. E ha una gamba leggermente più corta dell’altra a causa di un incidente in moto.
Quando mia madre è morta, però, non è andata in cielo perché il cielo non esiste.

Il marito della signora Peters è un prete che tutti chiamano il Reverendo Peters, e ogni tanto viene a trovarci a scuola per parlare un po’ con noi; un giorni gli chiesi dove fosse il cielo. - Non è nella nostra galassia. È un luogo a sè, - rispose.

Qualche volta il Reverendo Peters emette uno strano verso mentre pensa, una specie di ticchettio con la lingua. E fuma e si sente l’odore delle sigarette mentre tespira e a me dà fastidio.

Dissi che non c’era niente fuori dall’universo e che non poteva esistere un luogo a sè. A meno che non si attraversi un buco nero, ma un buco nero è ciò che si definisce una Singolarità, che significa che è impossibile scoprire cosa c’è dall’altra parte perché la forza di gravità di un buco nero è talmente potente che persino le onde elettromagnetiche come la luce non riescono a sfuggirle, e le onde elettromagnetiche sono il mezzo attraverso il quale riceviamo le informazioni su tutto ciò che è lontano da noi. Se il cielo si trovasse dall’altro lato di un buco nero i morti dovrebbero essere scaraventati nello spazio su dei razzi per arrivare fin lassù e così non è, altrimenti la gente se ne accorgerebbe.

Penso che le persone credano nell’aldilà perché detestano l’idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura.

Il Reverendo Peters spiegò: - Be’, quando dico che il cielo è fuori dall’universo è solo un modo di dire. Immagino che ciò che significa veramente è che i defunti sono con Dio.

- Ma Dio dov’è?

Allora il Reverendo Peters tagliò corto dicendo che avremmo fatto meglio a discuterne in un altro momento, quando avessimo avuto più tempo a disposizione.

Ciò che di fatto avviene quando una persona muore è che il cervello smette di funzionare e il corpo si decompone, come quando morí Coniglio e noi lo seppellimmo in fondo al giardino. E tutte le sue molecole si frantumarono in altre molecole e si sparsero nella terra e vennero mangiate dai vermi e defluirono nelle piante, e se tra 10 anni andremo a scavare nello stesso punto non troveremo altro che il suo scheletro. E tra 1000 anni anche il suo scheletro sarà scomparso. Ma va bene ugualmente perché adesso lui è parte dei fiori e del melo e del cespuglio di biancospino.

Quando una persona muore qualche volta viene messa in una bara, che significa che il suo corpo non si unirà alla terra per moltissimo tempo, finché anche il legno della bara non marcirà.

Mia madre però fu cremata. Questo vuol dire che è stata messa in una bara e bruciata e polverizzata per poi trasformarsi in cenere e fumo. Non so cosa capiti alla cenere e non potei fare domande al cimitero perché non andai al funerale. Però so che il fumo esce da lcamino e si disperde nell’aria e allora qualche volta guardo il cielo e penso che ci siano delle molecole di mia madre lassù, o nelle nuvole sopra l’Africa o l’Antartico, oppure che scendano sotto forma di pioggia nelle foreste pluviali del Brasile, o si trasformino in neve da qualche parte, nel mondo.”

The Curious Incident of the Dog in the Night-Time

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“[Joan Miró] Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni.”

Jacques Prevért (1900–1977) poeta e sceneggiatore francese

citato in George E. Kent, I poetici ghirigori di Joan Miró, Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1971

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“Non credete soltanto a ciò che vedete. | È più profondo lo sguardo dei poeti. | Per loro la Natura è un giardino di casa.”

Konstantinos Kavafis (1863–1933) poeta e giornalista greco

da Corrispondenze secondo Baudelaire, in Poesie, p. 304

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“Amica tua, una canna piena di… maria. Quel carretto passava e quell'uomo gridava… drogati/bastardi/pelato.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

da Una canna piena di..., n. 22, parodia di Sampei dei Rocking Horse e di I giardini di Marzo di Lucio Battisti
Io c'ero

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“Er bacio è er più ber fiore che nasce ner giardino de l'amore.”

Trilussa (1871–1950) poeta italiano

Origine: Da La sincerità e altre fiabe nove e antiche, Mondadori.

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“Parlare molto senza vera necessità è come lasciar spuntare migliaia di erbe inutili in un giardino.”

Dalai Lama (1935) 14º Dalai Lama e Premio Nobel per la Pace 1989

I consigli del cuore

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“Tremenda è e rimane in ogni tempo una sola grandezza – l'uomo, per il quale le armi altro non sono che membra aggiuntive e pensieri in forma plastica.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Giardini e strade. Diario 1930-1940. In marcia verso Parigi, p. 24

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“Guarda la bellezza della luna nuova che spunta | e squarcia con il suo lume le tenebre || Sembra una falce tutta d'oro che miete il narciso | tra i fiori dei giardini.”

Ibn Hamdis (1056–1133) poeta arabo-siciliano, massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l'XI e il XII secolo

La falce lunare
Antologia poetica

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“[«Quando hai iniziato a sciare e perché?»] Per il mio primo compleanno mia zia mi ha regalato un paio di piccoli sci in plastica. […] Ho poi passato la mia estate in giro per il giardino con gli sci ai piedi e, arrivato l'inverno, era naturale che iniziassi ad usarli pure sulla neve.”

Lara Gut (1991) sciatrice alpina svizzera

Origine: Citato in Luigi Bottecchia, Intervista a Lara Gut: «La mia vita, il mio sci» http://contropiede.ilgiornale.it/esclusiva-intervista-a-lara-gut-la-mia-vita-il-mio-sci/, Contropiede.ilgiornale.it, 18 gennaio 2015.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Questo momento è stato straordinario. Ero lì, immobile e gelato, immerso in un'estasi orribile. Ma nel seno stesso di quest'estasi era nato qualcosa di nuovo: comprendevo la Nausea, ora, la possedevo. A dire il vero, non mi formulavo la mia scoperta. Ma credo che ora mi sarebbe facile metterla in parole. L'essenziale è la contingenza. Voglio dire che, per definizione, l'esistenza non è la necessità. Esistere è esser lì, semplicemente; gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare, ma non li si può mai dedurre. C'è qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di sé. Orbene, non c'è alcun essere necessario che può spiegare l'esistenza: la contingenza non è una falsa sembianza, un'apparenza che si può dissipare; è l'assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare, come l'altra sera al «Ritrovo dei ferrovieri»: ecco la Nausea; ecco quello che i Porcaccioni — quelli di Poggio Verde e gli altri — tentano di nascondersi con il loro concetto di diritto. Ma che meschina menzogna: nessuno ha diritto; essi sono completamente gratuiti, come gli altri uomini, non arrivano a non sentirsi di troppo. E nel loro intimo, segretamente, sono di troppo, cioè amorfi e vacui; tristi.”

2003, p. 164
La nausea

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“Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere, una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi, trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi, vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

citato in Cesare Giardini, I processi di Luigi XVI e Maria Antonietta (1793)

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“Mostrami il tuo giardino e ti dirò cosa sei.”

Alfred Austin (1835–1913)

da The garden that I love – Macmillan, New York, 1894

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“Non sono misogino. La fidanzata, avessi il giardino, la terrei.”

Walter Fontana (1957) umorista, sceneggiatore e scrittore italiano

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“La cortesia è la medicina delle donne, la cortesia è il massimo ornamento; bellezza senza cortesia è come un giardino senza fiori.”

Aśvaghoṣa (80–150) monaco buddhista, poeta e filosofo indiano

Udāyin: dal Canto IV, § 70
Le gesta del Buddha