Frasi su impulso

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema impulso, essere, vita, proprio.

Frasi su impulso

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“Come la terra e il sole e la luna
e l'etere che tutto abbraccia e la celeste via lattea e l'olimpo
estremo e la calda forza degli astri ebbero impulso
a nascere.”

Parmenide (-501–-470 a.C.) filosofo greco antico

frammento 11
Frammenti di alcune opere, Poema sulla natura

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“L'uomo non vive soltanto la sua vita personale come individuo, ma – cosciente o incosciente – anche quella della sua epoca e dei suoi contemporanei, e qualora dovesse considerare dati in modo assoluto e ovvio i fondamenti generali e obiettivi della sua esistenza ed essere altrettanto lontano dall'idea di volerli criticare quanto lo era in realtà il buon Castorp, è pur sempre possibile che senta vagamente compromesso dai loro difetti il proprio benessere morale. Il singolo può avere di mira parecchi fini, mete, speranze, previsioni, donde attinge l'impulso ad elevate fatiche e attività; se il suo ambiente impersonale, se l'epoca stessa, nonostante l'operosità interiore, è in fondo priva di speranze e prospettive, se furtivamente gli si rivela disperata, vana, disorientata e al quesito formulato, coscientemente o no, ma pur sempre formulato, di un ultimo significato, ultrapersonale, assoluto, di ogni fatica e attività, oppone un vacuo silenzio, ecco che proprio nel caso di uomini dabbene sarà quasi inevitabile un'azione paralizzante di questo stato di cose, la quale, passando attraverso il senso morale psichico, finisce con l'estendersi addirittura alla parte fisica e organica dell'individuo. Per aver voglia di svolgere un'attività notevole che sorpassi la misura di ciò che è soltanto imposto, senza che l'epoca sappia dare una risposta sufficiente alla domanda "a qual fine?", occorre o una solitudine e intimità morale che si trova di rado ed è di natura eroica o una ben robusta vitalità.”

La montagna incantata

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“Il Cristo venne per spiritualizzare l’amore, per scioglierlo dei legali del sangue e per infondere la forza, per dare impulso all’amore spirituale.”

Rudolf Steiner (1861–1925) filosofo, esoterista e pedagogista austriaco

Origine: Il Vangelo di Giovanni, p. 86

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: La letteratura inglese: Dai romantici al Novecento, p. 144-46

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“Una favola orientale racconta di un uomo cui strisciò in bocca, mentre dormiva, un serpente. Il serpente gli scivolò nello stomaco e vi si stabilì e di là impose all'uomo la sua volontà, così da privarlo della libertà. L'uomo era alla mercé del serpente: non apparteneva più a se stesso. Finché un mattino l'uomo sentì che il serpente se n'era andato e lui era di nuovo libero. Ma allora si accorse di non saper cosa fare della sua libertà: "nel lungo periodo del dominio assoluto del serpente egli si era talmente abituato a sottomettere la sua propria volontà alla volontà di questo, i suoi propri desideri ai desideri di questo, i suoi propri impulsi agli impulsi di questo che aveva perso la capacità di desiderare, di tendere a qualcosa, di agire autonomamente. In luogo della libertà aveva trovato il vuoto, perché la sua nuova essenza acquistata nella cattività se ne era andata insieme col serpente, e a lui non restava che riconquistare a poco a poco il precedente contenuto umano della sua vita". L'analogia di questa favola con la condizione istituzionale del malato mentale è addirittura sorprendente, dato che sembra la parabola fantastica dell'incorporazione da parte del malato di un nemico che lo distrugge, con gli stessi atti di prevaricazione e di forza con cui l'uomo della favola è stato dominato e distrutto dal serpente. Il malato, che già soffre di una perdita di libertà quale può essere interpretata la malattia, si trova costretto ad aderire ad un nuovo corpo che è quello dell'istituzione, negando ogni desiderio, ogni azione, ogni aspirazione autonoma che lo farebbero sentire ancora vivo e ancora se stesso. Egli diventa un corpo vissuto nell'istituzione, per l'istituzione, tanto da essere considerato come parte integrante delle sue stesse strutture fisiche.”

Franco Basaglia (1924–1980) psichiatra e neurologo italiano

da Corpo e istituzione, 1967

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Emily Brontë (1818–1848) scrittrice e poetessa inglese

Mario Praz

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“Sapete che cosa trovo ironico? Che le persone che sono contrarie alle cose che provocano impulsi sessuali sono generalmente fondamentalisti cristiani, che credono anche tu debba essere fecondo e riprodurti. Non è strano? Non pensate che dovrebbero essere favorevoli alle cose che provocano impulsi sessuali? Sapete cosa intendo; magari con una pagina centrale nella Bibbia? Miss Deuteronomio: "Cose che odio: diluvi, cavallette e fumatori. Cose che mi eccitano: mirra…"”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Non so cosa sia la mirra, alle ragazze piace!
You know what that I find ironic? That people who are against things that cause sexual thoughts are generally fundamentalist Christians, who also believe you should be fruitful and multiply. Isn't that weird? Don't you think they'd be for things that cause sexual thought, you know what I mean? Maybe even a centrefold in the bible, Miss Deuteronomy. "Turn offs: floods, locusts and smokers. Turn ons: myrrh...". I don't know what myrrh is, chicks dig it!
Relentless

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“Sono in ribellione totale contro la mia stessa mente, quando vivo, vivo per impulso, per emozione, per incandescenza.”

Anaïs Nin (1903–1977) scrittrice statunitense

libro Henry & June

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“Assodato che gli impulsi coscienti sono sempre collegati al piacere o al dispiacere, possiamo allora ammettere che piacere e dispiacere sono a loro volta collegati psicofisiologicamente a condizioni di stabilità e di instabilità.”

Gustav Fechner (1801–1887) psicologo e statistico tedesco

da Einige Ideen zur Schöpfungs und Entwicklungsgeschichte der Organismen, 1873
Origine: Citato in Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, traduzione di Aldo Durante, Newton Compton Editori, 1988.

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“Il merito grande del Provenzale, quello per cui tutta l'arte di un'epoca dovrà considerarsi derivata dalla sua iniziativa e dal suo travaglio, è di essere ritornato nel solco profondo ed eterno della pittura, scartando tutti gli apriorismi di ricerche tecniche (luminismo, divisionismo, complementarismo) cui aveva indotto l'epoca positivistica: di aver ripreso a dipingere la natura riflessa nel magico specchio dell'anima, vedendola non più sotto specie sensoria o sensibile (aggettivi che dominano tutta l'estetica impressionistica), ma attraverso un'intimità profonda, religiosa, eroica, che la storia ci permette di considerare essenzialmente italiana. […] Cézanne dipinge senza preoccupazioni di programmi più o meno rivoluzionari, ma sotto l'impulso di un'ansia mistica, che lo investe, lo tiranneggia, lo macera; e fa cantare, piangere, urlare la sua drammatica tavolozza. Nulla di edonistico, di descrittivo, di fenomenico nella sua arte. La pittura come la intendono Manet e Monet è di gran lunga superata nelle sue tele. Non si tratta più del "vero attraverso un temperamento" di zoliana memoria. C'è un elemento etico, religioso, trascendente nell'arte di Cézanne che la definizione zoliana non sospetta neppur lontanamente e che è proprio quello per cui l'opera cézanniana si riconnette all'arte dei sommi italiani: Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tintoretto, Caravaggio. […] Cotesto il lato spirituale dell'italianismo di Cézanne, il suo sentimento, non italianeggiante, si badi, al modo del Poussin, ma italiano di polpa, intrinsecamente. E v'è poi il modo di esprimersi plasticamente di cotesto sentimento, modo strettamente inerente e coerente e quindi anch'esso italianissimo. Il modo stilistico di Cézanne è tornato ad essere il volume, inteso come rapporto di chiari e di scuri. Le molteplici possibilità di variazione (nell'intensità, nella posizione, nel dinamismo, o nella statica) di tale rapporto costituiscono la sintassi cézanniana. Cotesta sintassi è simultaneamente plastica e coloristica in quanto, appunto, è chiaroscurale. Per tali aspetti Cézanne si manifesta come un erede de' veneziani, non solo, ma di tutta la tradizione volumetrica italiana, fino alla sua sorgente eccelsa, a Giotto, cioè, titanico estrattore di moli poliedriche, a Masaccio che scolpisce le sue figure a colpi possenti d'ascia per entro massicci blocchi chiaroscurali.”

Mario Tinti (1885–1938) critico d'arte e giornalista italiano

Origine: Da Italianismo di Cézanne, in Pinacotheca, marzo-giugno 1929; citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli - Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“[Simone Weil] Era davvero una strana mescolanza di freddezza e passione: da un lato un che di ragionato, di rigoroso, di calmo, di lento, dall'altro impulsi vivaci, a volte goffi, a volte invece ingenui e affascinanti, un fuoco di entusiasmo e sdegni violenti.”

Simone Pétrement (1907–1992) saggista francese

Origine: Citato in Thomas R. Nevin, Simone Weil. Ritratto di un'ebrea che si volle esiliare, Bollati Boringhieri, Torino, 1997, p. 22. ISBN 88-339-1056-3

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“Da quando ho avuto la storia con Ronaldinho mi succede che svengo, che mi sento strana, ho delle vertigini e poi questo impulso insopprimibile al sesso…”

Sara Tommasi (1981) showgirl, attrice e modella italiana

da Il blob del 2011. Le migliori frasi http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/30-dicembre-2011/blob-2011-migliori-frasi-804163295835.shtml, Gazzetta.it, 31 dicembre 2011

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“Il libero movimento dell'impulso morale volto a stabilire giustizia per gli animali, e la pretesa di rispetto dei loro diritti da parte dell'umanità, sono celati in una naturale sensibilità medianica degli strati più profondi della Torah.”

Abraham Isaac Kook (1865–1935) rabbino e filosofo ebraico

Origine: Citato in Andrew Linzey, Teologia animale, traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 141. ISBN 978-88-87947-01-4

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“La morale corrente viene oscurata da due impulsi: l'impulso all'esperimento e l'impulso alla bellezza, l'impulso a comprendere e l'impulso a dimenticare.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

da Gabriele D'Annunzio, I, p. 78
L'ignoto che appare

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“Israele ci attaccò, e distrusse il reattore nucleare pacifico Tammuz mentre noi eravamo impegnati a combattere l'Iran, distruggendo così una maglia della ricerca scientifica, sebbene l'Iraq abbia sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare delle armi nucleari, ed è stato molto attivo per lungo tempo nel far sì che in Medio Oriente non ci siano armi nucleari. Ecco cosa fece Israele, e l'Iran ha commesso un atto simile qualche settimana fa, quando fece esplodere il Ministero della Pianificazione. Questi due atti hanno origine dallo stesso impulso, che prende di mira la nuova edificazione culturale e scientifica in Iraq, la giusta via verso lo sviluppo.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

Israel attacked us and destroyed the peaceful Tammuz nuclear reactor while we were busy fighting Iran, destroying thereby a scientific link of research, although Iraq is a signatory of the nuclear arms non-proliferation treaty, and has been very wildly active, for a long time, to keep the Middle East free from nuclear arms. This is what Israel did, and Iran did a similar act, a few weeks ago, when it blew up the Ministry of Planning. The two acts stem from the same incentive, which aims at the new cultural and scientific construction in Iraq, at the proper path of development.
Variante: L'Israele ci attaccò, e distrusse il reattore nuclear pacifico Tammuz mentre noi eravamo occupati nel combattere l'Iran, così distruggendo una ricerca scientifica, sebbene l'Iraq faccia parte del Trattato di non proliferazione nucleare, ed è stato molto attivo da tempo nel fare sì che le armi nucleari non ci siano nel Medio Oriente. Ecco cosa fece Israele, e l'Iran ha comesso un' atto simile qualche settimana fa, quando fece esplodere il Ministero della pianificazione. Questi due atti hanno origine dallo stesso scopo, che mette in mira la nuova costruzione culturale e scientifico dell'Iraq che mette il paese sulla giusta via dello sviluppo.

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“Pertanto la nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l'umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Eppure io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti dell'uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni.
Per adoperare il linguaggio moderno, non dobbiamo forse attenderci un "collasso nervoso" generale? […] Per chi suda il pane quotidiano il tempo libero è un piacere agognato: fino al momento in cui l'ottiene. Ricordiamo l'epitaffio che scrisse per la sua tomba quella vecchia donna di servizio: "Non portate il lutto, amici, non piangete per me che finalmente non farò niente, niente per l'eternità." Questo era il suo paradiso. Come altri che aspirano al tempo libero, la donna di servizio immaginava solo quanto sarebbe stato bello passare il tempo a fare da spettatore. C'erano, infatti, altri due versi nell'epitaffio: "Il paradiso risuonerà di salmi e di dolci musiche ma io non farò la fatica di cantare." Eppure la vita sarà tollerabile solo per quelli che partecipano al canto: e quanto pochi di noi sanno cantare!
Per la prima volta dalla sua creazione, l'uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l'interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza. […] Per ancora molte generazioni l'istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d'oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo "pane" affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

Prospettive economiche per i nostri nipoti
Variante: La nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Eppure io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti dell’uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni.
Per adoperare il linguaggio moderno, non dobbiamo forse attenderci un ‘collasso nervoso’ generale’?... Per chi suda il pane quotidiano il tempo libero è un piacere agognato: fino al momento in cui l’ottiene. Ricordiamo l’epitaffio che scrisse per la sua tomba quella vecchia donna di servizio: "Non portate il lutto, amici, non piangete per me che finalmente non farò niente, niente per l’eternità." Questo era il suo paradiso. Come altri che aspirano al tempo libero, la donna di servizio immaginava solo quanto sarebbe stato bello passare il tempo a fare da spettatore. C’erano, infatti, altri due versi nell’epitaffio: "Il paradiso risuonerà di salmi e di dolci musiche ma io non farò la fatica di cantare." Eppure la vita sarà tollerabile solo per quelli che partecipano al canto: e quanto pochi di noi sanno cantare!
Per la prima volta dalla sua creazione, l’uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l’interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza.... Per ancora molte generazioni l’istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d’oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.

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“Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni.”

Massimo Scaligero (1906–1980) filosofo e esoterista italiano

Variante: Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni. (p. 70)
Origine: Reincarnazione e karma, p. 70

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“Se l'energia e gli impulsi naturali vengono repressi per troppo tempo, diventano violenza. È naturale che ciò che è tenuto sotto pressione sfoci nella violenza per reazione. Una persona che è stata repressa troppo duramente prova un piacere immenso in quegli sfoghi violenti. Sono esplosioni rare e brevissime. E alla lunga ti rendono infatuato della violenza.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Versi poetici e dichiarazioni di guerra
Variante: Se l'energia e gli impulsi naturali vengono repressi per troppo tempo, diventano violenza. È naturale che ciò che è tenuto sotto pressione sfoci nella violenza per reazione. Una persona che è stata repressa troppo duramente prova un piacere immenso in quegli sfoghi violenti. Sono esplosioni rare e brevissime. E alla lunga ti rendono infatuato della violenza.

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“L'uomo è un animale che ragiona piuttosto che ragionevole, per la maggior parte governato dall'impulso della passione.”

Alexander Hamilton (1757–1804) politico e economista statunitense

da una lettera, 16 aprile 1802

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“[L'istinto è] impulso di natura senziente […].”

Tommaso Campanella (1568–1639) poeta, filosofo, teologo

lib. I, cap. 7; p. 42
Del senso delle cose e della Magia

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“I rimorsi sono gli impulsi sadici del cristianesimo.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

Detti e contraddetti

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“Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Origine: Citato in Adriano Tilgher, Studi sul teatro contemporaneo, BiblioLife, LLC.

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“Una pressione infinitamente più pesante si esercita senza dubbio sui dittatori moderni, ridotti a trovare la loro forza nella identificazione con tutti quegli impulsi che Nietzsche disprezzava nelle masse, in particolare con «quella mendace autoammirazione e libidine razziale». C'è una derisione corrosiva nel fatto d'immaginare un possibile accordo tra l'esigenza nietzscheana e una organizzazione politica che impoverisce l'esistenza al vertice, che imprigiona esilia o uccide tutto ciò che potrebbe costituire un'aristocrazia di «spiriti liberi». Come se non fosse lampante che Nietzsche, quando richiede un amore a misura del sacrificio della vita, è per la «fede» che comunica, per i valori che la sua esistenza rende reali, evidentemente non per una patria… «Nota per gli asini», scriveva già Nietzsche stesso, temendo una confusione simile, altrettanto miserabile.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: [Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione] [F. Nietzsche] Gai savoir, § 377 [trad. it. La gaia scienza, in Id., Opere, vol. 5, 2, Adelphi, Milano 1965]
Origine: [Ibid. nota precedente] Nietzsche parla di aristocrazia, parla anche di schiavitù, ma quando si esprime al riguardo dei «nuovi padroni», parla della «loro nuova santità», della «loro capacità di rinuncia». «Essi danno all'inferiore il diritto alla felicità, e loro stessi se ne privano».
Origine: [Ibid. nota precedente] [Nietzsche] Volonté de puissance, § 942 [trad. it. cit.]
Origine: La congiura sacra, p. 18-19

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