Frasi su scritta
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“Solo dall'armonia costituita dai tre principi, capitale, tecnica, lavoro, vengono le sorgenti della fortuna.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

da Scritti e discorsi, vol. V, p. 350

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“[Su Luigi Pirandello] E voglio finire con un aneddoto che riguarda il Pirandello siciliano e che, nella dilagante stupidità di oggi, che tende a relegare la Sicilia in una particolare etnia (si ha il pudore di non usare la parola "razza": ma soltanto di non usarla), assume un grande significato. Nel 1932 Emilio Cecchi, che dirigeva la Cines, comunica a Pirandello l'intenzione di trarre un film dalla novella Lontano. Ma ha uno scrupolo: "nella novella come sta scritta, il marinaio norvegese si sente irresistibilmente attratto da una vita più vasta, e dai ricordi della patria, per il fatto di trovarsi legato, con il matrimonio, ad un ambiente meno che meschino; in fondo è in lui l'insofferenza dell'uomo appartenente a civiltà più energiche e libere, naufragato in un'isola abitata da gente ristretta, fra la quale egli sente mancarsi il fiato". Cecchi, scrittore che tuttora amo, era affetto da una invincibile idiosincrasia nei riguardi della Sicilia, dei siciliani: e la si può più immediatamente riscontrare nei suoi Taccuini, oltre che in questa sua lettura della novella Lontano. La novella non sta scritta come lui la leggeva; e Pirandello infatti così risponde: "Caro Cecchi, il contrasto non è tra due civiltà; ma tra due vite naturalmente diverse, quella di un uomo del Nord e quella di una donna del Sud; e il dramma che ne nasce, il dramma di restar "lontano" tra i vicini più vicini: la propria donna, il proprio figlio. Non c'è dunque da farsi scrupoli sulla natura di quelli a cui Lei mi accenna. Tutt'altro! Non era, né poteva essere nelle mie intenzioni di rappresentar barbara o di civiltà inferiore la Sicilia…"”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Naturalmente, il film non si fece. Ma queste parole di Pirandello restano, ci restano.

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“Nella nuova organizzazione io voglio sparire, perché voi dovete guarire del mio male e camminare da voi.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Teatro Augusteo, Roma, 7 novembre 1921; da Scritti e discorsi, vol. II, p. 206
Citazioni tratte dai discorsi

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“Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo.”

Eugenio Montale (1896–1981) poeta, giornalista e critico musicale italiano

da È ancora possibile la poesia?, discorso tenuto all'Accademia di Svezia, ricevendo il premio Nobel, 12 dicembre 1975, in Sulla poesia, a cura di Giorgio Zampa, Mondadori, 1997

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“Noi tireremo diritto.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Palazzo Venezia, Roma, 8 settembre 1935; da Scritti e discorsi, vol. IX, 215
Citazioni tratte dai discorsi

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“Se la libertà dev'essere l'attributo dell'uomo reale, e non di quell'astratto fantoccio a cui pensava il liberalismo individualistico, il Fascismo è per la libertà. È per la sola libertà che possa essere una cosa seria, la libertà dello Stato e dell'individuo nello Stato.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

dalla voce "Fascismo" redatta per l'Enciclopedia Treccani, 1932; da Scritti e discorsi, vol. VIII, p. 71
Origine: Tale voce fu presumibilmente scritta con la collaborazione di Giovanni Gentile

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“Un'idea è al tramonto, quando non trova più nessuno capace di difenderla anche a prezzo della vita.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

da Scritti e discorsi, vol. I, p. 257

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“L'Italia fascista può, se sarà necessario, portare oltre il suo tricolore. Abbassarlo mai!”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Parlamento, 5 febbraio 1926; da Scritti e discorsi, vol. V, p. 269
Citazioni tratte dai discorsi

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“Dodici anni della mia vita di partito [socialista] sono o dovrebbero essere una sufficiente garanzia della mia fede socialista. Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue. Quello che mi divide ora da voi non è una piccola questione, è una grande questione che divide il socialismo tutto.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Teatro del popolo, Milano, 24 novembre 1914; da II Popolo d'Italia, n. 11, 25 novembre 1914 – anche in Scritti e discorsi
Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Pronunciato al teatro del popolo di Milano, la sera del 24 novembre 1914, durante l'assemblea della sezione socialista milanese che decreta l'espulsione di Benito Mussolini dal partito socialista ufficiale.

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“Non è che tu debba essere sempre ispirata, puoi anche affidarti tranquilla alla stanchezza.”

Etty Hillesum (1914–1943) scrittrice olandese

libro Il bene quotidiano. Breviario degli scritti 1941-1942

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“Quando qualcuno ha imparato a “immergersi in se stesso”

Etty Hillesum (1914–1943) scrittrice olandese

libro Il bene quotidiano. Breviario degli scritti 1941-1942

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“I momenti “artistici”

Etty Hillesum (1914–1943) scrittrice olandese

libro Il bene quotidiano. Breviario degli scritti 1941-1942

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“SMS CHE PASSIONE
Vorrei donarti un letto di rose, per dolce riposo, svegliarti con bacio e sfiorarti con delicate carezze.
Stai serena, la fortuna arriverà e un fuoco riscalderà gli animi e le stelle ci conforteranno illuminando le incertezze creando un viale, con un’unica ombra per intraprendere un cammino insieme.
La tua lacrima non si scioglie mai e asciuga le altre per rallegrare il tuo cuore.
Il vento mi porta il tuo profumo e mi accendi di passione vedo riflesso il tuo viso allo specchio mi ha rubato il cuore non riesco a stare senza sentire il tuo respiro sul mio, mi hai stregato e mi dai gioia col tuo animo dolce coraggioso e allegro che mi contagia.
Vedi quella farfallina variopinta volare dinnanzi al tuo sguardo? Guarda, sono io che mi poso sulle tue labbra e ti custodisco il sonno.
Avete acceso il mattino e colorate le vetrine di gioie. Allietato la giornata con canti leggiadri e soavi.
Io compro idee; spendendo tempo.
La collera perde il sapore attraverso leggeri baci dolci e delicati, una luce intensa colora il mio sorriso, sei una piccola gioia mangiamo le tensioni, immersi da sogni al di la delle nuvole in una forte intesa ed armonia. Quel bacio lo tengo stretto in bocca, respirando le tue emozioni.
Nel mare travolti da lievi onde, con lo spettacolo del cielo azzurro che ci copre e un sole tiepido e dorato ci accarezza, ma ci voltiamo ed è già tutto finito, sparisce… e vola al termine, fino a non riconoscere piu la giovinezza passata e consumata dal tempo che corre sfuggendo, non riusciamo a rincorrerla o fermare gli attimi più belli e intensi, bloccando i movimenti per rivedere il film della vita che avremo voluto creare.
E’ meraviglioso tutto ciò che ci gira attorno, in allegria, quante giornata spensierate, ti dò luce, ci restano i ricordi sbiaditi e il nostro amore scritto sopra una nuvola.
Buon risveglio, un fiocco di neve ti porta a me e si scioglie nella mia lingua arrivando al cuore infreddolito.
Ti arredo la casa con calore e appaghi ogni desiderio, mi cucino per te e mi insaporisco con tuo aroma. Ti accenderei l’entusiasmo con luci colorate, brillanti per rischiarire ogni parte, rubando il tuo sorriso, fermando il tempo per ammirarti e sorridere sempre insieme.
Accendi questo piccolo animo colorando il suo ingenuo sorriso e riempi il cuore di calore dando forma al suo cammino. Queste luci festose dipingono i suoi lineamenti che crescono e danno spazio alla fantasia. Campanelli gioiosi svegliano i dolci sogni e spengono il pianto per dar spazio ai sorrisi.
Svegliati che il freddo copre il mattino con manto bianco, ti trasmetto calore con vento delicato e tra poco il rosso vestirà le feste tanto attese, un cuore impacchettato per annunciarti una splendida festa con inni di gioia come te.
Luci e colori accendono la notte per riscaldare i cuori infreddoliti inni di gioia accompagnano i risvegli e la pace in ognuno di noi volge al cielo.”

Dani67

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“Da qualche parte ci deve essere una legge non scritta che dice: "Non lasciare che i tuoi figli diventino ciò che sono. Spezzagli lo spirito prima che diventino adulti". Vogliono spezzarci lo spirito e farci entrare dentro il loro fottuto Dio.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Variante: Da qualche parte ci deve essere una legge non scritta che dice: «Non lasciare che i tuoi figli diventino ciò che sono. Spezzagli lo spirito, prima che diventino adulti». Vogliono spezzarci lo spirito, e farci entrare dentro il loro fottuto Dio.

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“Il mondo non è uno Spettacolo, è una arena di battaglia.”

Giuseppe Mazzini (1805–1872) patriota, politico e filosofo italiano

da Scritti editi ed inediti, P. Galeati, 1941, vol. 93
Variante: Il mondo non è uno spettacolo ma un campo di battaglia.

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“Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperoché l'arco negli edifizi è composto di 2 parti di circulo, i quali quarti circuli, ciascuno debolissimo per sé, desidera cadere, e opponendosi alla ruina l'uno dell'altro, le due debolezze si convertano in unica fortezza.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Origine: Da Frammenti sull'architettura, in Scritti rinascimentali di architettura, a cura di A. Bruschi, Il Polifilo, Milano, 1978.

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“La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico.”

Pablo Picasso (1881–1973) pittore, scultore e litografo spagnolo

Origine: Da Scritti di Picasso.

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“Vorrei una pietra tombale senza iscrizioni di sorta. Nessun epitaffio, neppure il nome. Anzi no, mi piacerebbe che fosse scritto sopra "finzione."”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Nel teatro la parola è doppiamente glorificata: è scritta, come nelle pagine di Omero, ma è anche pronunciata, come avviene fra due persone al lavoro: non c'è niente di più bello.”

Pier Paolo Pasolini (1922–1975) poeta, giornalista, regista, sceneggiatore, attore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Da Affabulazione, Einaudi, Torino, 1992.

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“Marx ed Engels hanno scritto nella Sacra famiglia: "Se l'uomo è formato dalle circostanze, allora bisogna formare le circostanze umanamente". Niente di più chiaro, niente di più eloquente, niente di più ricco di senso. Non avevo ancora trent'anni quando, per la prima volta, lessi quelle parole. Furono, per così dire, la mia via di Damasco. Capii che mi sarebbe stato impossibile tracciare una rotta per la mia vita al di fuori di quel principio e che solo un socialismo integralmente inteso (dunque, il comunismo) avrebbe potuto soddisfare i miei aneliti di giustizia sociale. Molti anni più tardi, in una intervista con Bernard Pivot, che voleva sapere perché continuassi a essere comunista dopo gli errori, i disastri e i crimini del sistema sovietico, risposi che, essendo un comunista "ormonale", mi era impossibile avere delle idee diverse: gli ormoni avevano deciso. La spiegazione è più seria di quanto sembri: e forse si capisce meglio se dico che, in qualche modo, ha un equivalente nel "non possumus" biblico. Recentemente, suscitando lo scandalo di certi compagni dediti alla più canonica ortodossia, ho osato scrivere che il socialismo – e a maggior ragione il comunismo – è uno stato dello spirito. Continuo a pensarlo. E la realtà si incarica giorno dopo giorno di darmi ragione.”

José Saramago (1922–2010) scrittore, critico letterario e poeta portoghese

da Comunista a chi?, numero speciale de Il Manifesto, 17 dicembre 2009

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“Oggi la parola scritta non risponde più al bisogno dell'informazione: è stata inghiottita dall'immagine.”

Marshall McLuhan (1911–1980) sociologo canadese

Aforismi e profezie

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“Signor presidente, mi hai invitato a parlare sul tema della Gran Bretagna in Europa. Forse dovrei congratularmi per il suo coraggio. Se conosce alcune delle cose dette e scritte e i miei punti di vista sull'Europa, deve sembrare un po' come invitare Gengis Khan a parlare sulle virtù della coesistenza pacifica! […] La Comunità europea è una [delle tante] manifestazione dell'identità europea, ma non solo. Non dobbiamo mai dimenticare che ad est della cortina di ferro, ai popoli che un tempo godevano di una piena condivisione della cultura europea, la libertà e l'identità sono state tagliate fuori dalle loro radici. Staremo sempre a guardare Varsavia, Praga e Budapest come grandi città d'Europa. […] Cercare di sopprimere una nazione e concentrare il potere al centro di un conglomerato europeo sarebbe altamente dannoso e metterebbe a repentaglio gli obiettivi che cerchiamo di raggiungere. L'Europa sarà più forte proprio perché la Francia è Francia, perché la Spagna è Spagna, la Gran Bretagna è la Gran Bretagna, ognuna con le proprie usanze, tradizioni e identità. Sarebbe una follia cercare di inserirli in una sorta di identikit della personalità europee […], è ironico che proprio nel momento in cui in quei paesi come l'Unione Sovietica, che hanno cercato di eseguire tutto dal centro, stanno imparando che il successo dipende dalla dispersione del potere e delle decisioni decentralizzate, ci sono alcuni nella Comunità che sembrano voler muoversi in direzione opposta. In Gran Bretagna non abbiamo implementato con successo le frontiere di Stato, solo per vederle nuovamente infrante a livello europeo con un super-stato europeo che esercita un nuovo dominio da Bruxelles.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

dal Discorso di Bruges rivolto al presidente dell'Unione Europea Andreas Papandreou, 20 settembre 1988

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“[Riferito agli scritti di Simone Weil sulla scienza] Si legge, trovo, con una sorta di avido piacere, quasi saltando allegramente di frase in frase – come un uomo che salti da una lastra all'altra sopra un fiume ghiacciato che scorre lentamente.”

Malcolm Muggeridge (1903–1990) giornalista e scrittore britannico

Origine: Da Agonies and Ecstasies, The Observer, 22 settembre 1968, p. 31; citato in Thomas R. Nevin, Simone Weil: Ritratto di un'ebrea che si volle esiliare, traduzione di Giulia Boringhieri, Bollati Boringhieri, Torino, 1997, p. 465. ISBN 88-339-1056-3

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“Le canzoni appartengono a tutti, anche a chi le ha scritte.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

dall'intervista a l'Unità del 16 febbraio 2006

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“Comunque è vero, sono comunista. Non dimentico mai la Bibbia e il Vangelo. E non dimentico mai quello che ha scritto Marx.”

Andrea Gallo (1928–2013) presbitero italiano

Origine: Da Angelicamente Anarchico, Oscar Mondadori, Milano, 2005.

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“Se a ciascun l'interno affanno | Si leggesse in fronte scritto | Quanti mai, che invidia fanno | Ci farebbero pietà!”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da Giuseppe Riconosciuto
Variante: Se a ciascun l'interno affanno
Si leggesse in fronte scritto,
Quanti mai, che invidia fanno,
Ci farebbero pietà!

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“Tutto ciò che ho da darti è un amore che non muore mai, il sintomo dell'universo è scritto nei tuoi occhi.”

Ozzy Osbourne (1948) cantante, compositore e attore britannico

da Symptom of the Universe, 1975

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“Il tempo stringe anche per me ma si fa la parte che si sa, | la storia è scritta nella mente e nel DNA.”

Neffa (1967) cantautore e rapper italiano

da Elementi, n. 16
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“[Sulla manifestazione per la difesa del tempo pieno] Vergogna! La sinistra ha messo in mano a bambini di 5 o 6 anni cartelli non scritti da loro e con affermazioni false.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Berlusconi è tornato: «La sinistra? Dice bugie», Il Corriere della sera, 23 gennaio 2004

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“La filosofia, se così vuol chiamarsi, che s'incarna in Wuthering Heights che tutto il creato, animato o inanimato, fisico e psichico, è espressione di certi vivi principi spirituali: da un lato quel che può definirsi il principio della tempesta – l'aspro, lo spietato, il selvaggio, il dinamico – dall'altro il principio della calma – il dolce, il demente, il passivo, il mansueto. I due principi sono in contrasto, e insieme compongono un'armonia. Così osserva David Cecil (Early Victorian Novelists, Londra 1934). […] Ai personaggi della Brontë è applicabile l'ordinaria antitesi tra bene e male. Essi non cercano di por freno alle loro passioni devastatrici, non si pentono dei loro atti di distruzione; ma siccome quegli atti e quelle passioni non sgorgano da impulsi di natura distruttiva, bensì da impulsi che son distruttivi solo perché stornati dal loro corso naturale, essi non sono " cattivi ". […] Sicché il conflitto a cui assistiamo nel suo libro non è quello consueto dei romanzi vittoriani, tra bene e male; è piuttosto un contrasto tra simile e dissimile. [.. ] In verità il sesso ha poco a che fare coi personaggi della Brontë: l'amore di Catherine è esente da sensualità come la forza che attrae la marea alla luna, il ferro alla calamita, e non ha più tenerezza che fosse odio. […] Da un lato Wuthering Heights, la terra della tempesta, su nell'arida brughiera, nuda all'assalto degli elementi, naturale dimora della famiglia Earnshaw, indomiti figli della tempesta. Dall'altro, protetta dalla frondosa valle sottostante, Thrushcross Grange, l'appropriata dimora dei figli della calma, i gentili, passivi, timidi Linton. […] È la distruzione (a opera di Heathcliff) e la restaurazione di quest'armonia che, secondo l'analisi del Cecil forma il tema del racconto. Che è molto complesso: c'è infatti una seconda generazione in cui la netta distinzione tra i figli della tempesta e i figli della calma s'è smussata; essi partecipano d'entrambe le nature. […] Tale lo schema del romanzo, logico come il profilo d'una fuga musicale, per adoperare la felice similitudine del Cecil: schema da poema epico e da tragedia più che da romanzo. Forse Chesterton ha toccato la nota giusta quando ha detto (in The Victorian Age in Literature): «Wuthering Heights avrebbe potuto essere scritto da un'aquila». Sta sospeso così tra cielo e terra, più vicino al cielo che alla terra: romanzo meteorico.”

Emily Brontë (1818–1848) scrittrice e poetessa inglese

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“In Italia c'è una legge che sono sicuro che è sbagliata. La legge che ci obbliga a donare gli organi. […] Come fa lo stato a obbligarci a donare gli organi? Sulla legge è scritto che lo stato deve aspettare che l'encefalogramma è piatto. Così un bel giorno io mi posso svegliare in ospedale senza un braccio. "Avevi l'encefalogramma piatto", mi verrebbe comunicato. Adesso uno non può avere più neppure l'encefalogramma piatto.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

Origine: Dalla prima puntata del programma televisivo 125 milioni di caz..te, andata in onda il 26 aprile 2001 su Rai Uno; citato in Giulio Benedetti, «Sulla donazione di organi sbaglia, pensi a chi sta per morire» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/aprile/27/Sulla_donazione_organi_sbaglia_pensi_co_0_0104271737.shtml, Corriere della Sera, 27 aprile 2001.

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“Mettemo er caso che 'no scienziato domani, un futuro, se 'nventa un sistema pe' fa diventà tutti immortali, che pe' voi laici sarebbe er massimo de' 'a realizzazione der valore d'a vita: ma che pensi che noi semo d'accordo? Ma nun semo d'accordo manco pe' niente! Perché c'è scritto che devi morì e devi morì, sennò ar Regno dei Cieli quanno ce vai? E che l'avemo fatto a fà il Regno dei Cieli?”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Parla con me, 2 marzo 2008
Personaggi originali, Don Pizzarro
Variante: "Mettemo er caso che 'no scienziato domani, un futuro, se 'nventa un sistema pe' fa diventà tutti immortali, che pe' voi laici sarebbe er massimo de' 'a realizzazione der valore d'a vita: ma che pensi che noi semo d'accordo? Ma nun semo d'accordo manco pe' niente! Perché c'è scritto che devi morì e devi morì, sennò ar Regno dei Cieli quanno ce vai? E che l'avemo fatto a fà il Regno dei Cieli?"

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“Confesso d'aver letto ciascuno dei 30 volumi di Papini almeno tre volte (e lo confesso pur sapendo che certi idioti di spirito torneranno a gridare al mio "papinismo"). Continuo ad amare tutto quanto Papini, così com'è. Credo che non vi sia miglior elogio che si possa fare a uno scrittore che quello di confessare d'amarlo interamente anche se da lui ci separano le idee, il temperamento e i princìpi religiosi o morali. Dietro quei 30 volumi c'è un uomo maledettamente vivo e integro. Le migliaia di libri che ha letto non l'hanno cambiato. Le idee che ha promosso e abbandonato una dopo l'altra non l'hanno inaridito. La vastità della sua opera non è riuscita a bloccarlo, a paralizzarlo, a consegnarlo completamente alla storia morta. Nessuno nel nostro secolo, neppure André Gide, ha affrontato tante esperienze e lottato su tanti fronti. E mentre Gide non poteva mai astenersi da quel concetto di malintesa "gratuità", Papini si immedesimava tutto in quello che faceva al momento. Amava e odiava con passione, con ogni fibra del suo corpo, a riprova di una vitalità e di uno spessore spirituale rari. Oggi che un'intera classe di uomini pratica il compromesso per paura di esporsi, l'esempio di Papini può ridiventare attuale. È un uomo che non si vergogna dei suoi errori. Un vero segno del genio. Solo gli sterili e i mediocri si preoccupano della perfetta coerenza dei propri pensieri, e sono ossessionati dalla paura di sbagliare. Papini ha sbagliato, si è furiosamente contraddetto e compromesso. Eppure della sua opera è rimasto più di ogni "opera" perfettamente delineata, messa a punto e corretta dalla prima all'ultima pagina.”

Mircea Eliade (1907–1986) storico delle religioni e scrittore rumeno

da L'isola di Euthanasius, Scritti letterari

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“La legge scritta vale, ai miei occhi, solo se essa non è strumento di oppressione e di fame!”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Citato in LaPira.org http://www.lapira.org/index2.php?file=news&form_id_cat_notizia=72