Frasi su sospiro

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema sospiro, amore, vita, ancora.

Frasi su sospiro

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“Adesso esiste solo il Rock, con la erre maiuscola senza il roll. Il roll è finito. Rock omosessuale, Rock della classe operaia, Rock del finanziere, adesso è diventata tutta un'impresa di grande evidenza, una faccenda che riguarda l'establishment. Sai che con la Coca Cola le cose ti girano per il meglio perché te l'ha detto Aretha Franklin, e anche che il Maxwell House Coffee dev'essere ok dato che compare nelle canzoni di Ray Charles. Tutti cantano del ketchup oppure degli analgesici… All'inizio non era così, non aveva niente a che fare con i collant, né con il profumo, né tantomeno con la maionese. Eri passibile di ostracismo, se facevi una cosa del genere. Sarebbe come se Lyndon Johnson cantasse l'Internazionale di fronte alla platea del mondo intero – semplicemente ridicolo… C'è un vecchio detto: "Se vuoi battere il nemico, cantagli la sua canzone" e mi pare che sia ancora vero. Ai vecchi tempi, e qui vale un altro proverbio, "per suonare dovevi pagare un prezzo". Potevi venire scacciato da una città, oppure gettato giù da una torre – anche se ovviamente c'era sempre qualcuno sotto pronto con una rete. Non sto cercando di tracciare un solo lato della questione; ma allora era difficile farsi ascoltare, era qualcosa di radicale. Sentivi di far parte di un qualche spettacolino circense da marciapiede. Adesso si tratta del gran galà. Il materiale migliore è stato realizzato a riflettori spenti, prima che scattasse l'attenzione generale e perché no… anche prima che potesse essere definito in qualche maniera. Penso che abbiano ucciso un elemento importante del rock'n'roll. Il mondo delle grandi industrie, quando ha capito come si poteva utilizzarlo, ha tirato un grosso sospiro di sollievo e poi l'ha assassinato. Cosa gliene importava? Tutto quello che si trovano sul cammino loro lo spianano come se fossero dei bulldozer, una volta che lo hanno capito, lo assassinano, lo rendono una cosa del passato, gli erigono un bel monumento – e oggi è proprio quello che state ascoltando, la pietra tombale, un affare da un miliardo di dollari. Non sto dicendo una menzogna, ma ancora una volta, chi è che vuole ascoltare? Non si fa altro che tentare di avere del successo sulla base del nulla”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

1985)

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“Il pensiero della morte è come uno specchio, in cui la vita è apparenza, breve come un sospiro. Fidarsene è errore.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

Pericle; atto I, scena II
Pericle, il principe di Tiro

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“Più la contemplo, più vaneggio in quella | mirabil tela: e il cor, che | ne sospira, | sì nell'obbietto del suo arnor delira, | che gli amplessi n'aspetta e la favella.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Per un dipinto del celebre sig. Filippo Agricola rappresentante la Figlia dell'Autore, p. 21
Poesie varie

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“Garibaldi s'è rifugiato, s'è riposato qui; ma ha vissuto altrove, là dove ha agito, là dove c'erano uomini contro lui o dietro a lui, da villa Pamphily a Bezzecca, dove:
s'udivano | passi in cadenza ed i sospiri | de' petti eroici nella notte.”

Ugo Ojetti (1871–1946) scrittore, critico d'arte e giornalista italiano

Cose viste, Garibaldi piange
Origine: Giosuè Carducci, A Giuseppe Garibaldi, in Odi barbare, vv. 5-7.

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“Ma cos'è il sospiro? È una sorta di ripensamento, che fa partire un secondo movimento di inspirazione prima che sia finito quello in atto; un doppio passo del processo respiratorio, un sincopato nel balletto della vita, un estenuato anelito di vita, proprio laddove l'anima si trova a questionare con il corpo.”

Edoardo Boncinelli (1941) genetista italiano

Origine: Dall'articolo, Il sospiro, estenuato anelito di vita, Corriere della Sera, 27 marzo 2016; riportato in Il dibattito delle idee http://www.corriere.it/la-lettura/il-dibattito-delle-idee/16_marzo_27/boncinelli-sospiro-meccanismi-f2398ab0-f3fe-11e5-b407-9f5ad35fe288.shtml, corriere.it.

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“Piangere è una piccola cosa -
cosa tanto breve un sospiro.
Ma cose di tale grandezza
uccidono uomini e donne.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

The Complete Poems of Emily Dickinson

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“[Col rosario] lAve Maria diventa una sorta di respiro della Terra e di sospiro dell'umanità verso il Cielo.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Origine: Citato in Vittorio Messori, Ipotesi su Maria: fatti, indizi, enigmi, Edizioni Ares, Milano, 2005, p. 349. ISBN 88-8155-338-4

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“Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra, che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a' mortali una verità. Poiché assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi io credo d'essere una volta profittato delle sue lezioni, l'ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto meno arbitrariamente ho saputo, per voi.
Ma e voi, lettori, avvertite che l'autore era d'animo libero, e spirito bizzarro, ed argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità dei potenti, l'ipocrisia degli ecclesiastici e la servilità magistrale degli uomini letterati; pendeva anche all'amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole seguace sincero dell'Evangelo, ch'egli interpretava a' fedeli. Quindi ci deride acremente, e insieme sorride con indulgente servilità; e gli occhi suoi scintillano di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accendendo più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l'apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato.”

Laurence Sterne (1713–1768) scrittore britannico

Ugo Foscolo

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“Una volta stavamo tornando da Mosca, e lungo la via ci dettero un passaggio dei carrettieri, che venivano da Serpuchòv ed erano diretti a un bosco, da un mercante, per caricare del legname. Era il giovedì santo. Io m'ero seduto sulla telega davanti, accanto al carrettiere, un mužìk forte, rosso, grossolano, che ad ogni evidenza era anche un gran bevitore. Passando per un villaggio, vedemmo che dall'ultima casa stavano trascinando fuori un maiale, ben ingrassato, nudo, roseo, per ucciderlo. Urlava con una voce disperata, simile a un grido umano. E proprio mentre stavamo passando noi, si misero a sgozzarlo. Uno degli uomini gli fece un lungo taglio sulla gola, con un coltello. Il maiale mandò un urlo ancora più forte e penetrante, si divincolò e corse via, inondandosi di sangue. Io sono miope e non vidi tutto nei dettagli, vidi soltanto il corpo del maiale, un corpo roseo come un corpo umano, e udii quello strillo disperato; ma il carrettiere vide tutti i dettagli, e continuava a guardare senza mai distogliere gli occhi. Acchiapparono il maiale, lo rovesciarono a terra e si misero a finirlo. Quando il suo strillo tacque, il carrettiere fece un sospiro profondo: «Possibile che un giorno non dovranno rispondere di questo?» borbottò.
A tal punto è forte negli uomini la ripugnanza per ogni uccisione, ma con l'esempio, con lo stimolo dell'umana avidità, con il ripetere che Dio ha permesso queste cose, e soprattutto con l'abitudine, si spinge la gente fino al punto di perdere del tutto questo loro naturale sentimento.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
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“Ardon dolci e tranquille | Le cerulee pupille. | Oh pupille beate! | Stolto è ben chi vi mira, | E d'amor non sospira.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il cespuglio delle quattro rose, Canzonetta, p. 276

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“Quante pupille brune | Passano disprezzate | Senza palme e fortune, | Perché mute, insensate | Non san piegarsi in giro, | Né destare un sospiro?.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il cespuglio delle quattro rose, Canzonetta, p. 277

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“L'ali apersi a un sospiro, e l'infinito | Amor nel libro, dove tutto è scritto, | II mio peccato cancellò col dito.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Canto terzo, p. 22
In morte di Ugo Bass-Ville

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“Dolce dell'alme universal sospiro, | Libertà, santa dea.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da Il fanatismo, 1-2

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“Quanti segreti ha il cor; quanti ha recessi | Natura! è sempre a noi dolce il mistero; | Presentimento d'un gran ben, che ascoso, | L'anima ne sospira!”

Augusto Conti (1822–1905) filosofo e pedagogista italiano

Il cuore e la natura, p. 16
I discorsi del tempo in un viaggio in Italia

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“Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:
— Voi pregate?
— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:
— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).
— Ho trascorso male la mia esistenza… Lo sapete?…
— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.
— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo […].
«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.
«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.
«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza… Lo sapevo, ma come pregava!
«Quella sera non ho voluto disturbarla.
«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso […].”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 98-99

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“Il sonno è un'anomalia del pensiero: è una breve assenza di sette ore e mille sospiri. Non uno di più.”

Antonio Rezza (1965) attore, regista e scrittore italiano

pag. 13
Citazioni tratte dalle opere letterarie, Son[n]o

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“Perciò noi, ora, finché giovinezza | Colora di rugiada la tua pelle, | Finché a ogni poro l'anima sospira | D'improvvise vampate le sue voglie, | Ora, finché possiamo, divertiamoci.”

Andrew Marvell (1621–1678) poeta e politico inglese

da Alla sua timida amante
Now therefore, while the youthful hue | Sits' on thy skin like morning dew, | And while thy willing soul transpires | At every pore with instant fires, | Now let us sport us while we may.

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“Chi vive amante sai che delira; | Spesso si lagna, sempre sospira, | Né d'altro parla che di morir.”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

Alessandro, a. I, sc. 4

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“Non plausi ma lacrime e sospiri.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

Non plausus sed lacrymas et suspiria
Origine: Citato in Guglielmo Audisio, Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino, 1870.

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“Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra, che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a' mortali una verità. Poiché assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo, insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi io credo d'essere una volta profittato delle sue lezioni, l'ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto meno arbitrariamente ho saputo, per voi.
Ma e voi, lettori, avvertite che l'autore era d'animo libero, e spirito bizzarro, ed argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità dei potenti, l'ipocrisia degli ecclesiastici e la servilità magistrale degli uomini letterati; pendeva anche all'amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole seguace sincero dell'Evangelo, ch'egli interpretava a' fedeli. Quindi ci deride acremente, e insieme sorride con indulgente servilità; e gli occhi suoi scintillano di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accendendo più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l'apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato.”

Ugo Foscolo (1778–1827) poeta italiano

Origine: Dalla prefazione di Didimo Chierico a Laurence Sterne, Viaggio sentimentale.

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“Passò molto tempo. Gallardo non sapeva con certezza se avesse dormito o no. Tutto a un tratto risuonò la voce di doña Sol a scuoterlo da quella pesante somnnolenza. Aveva lasciato da parte la sigaretta dalle azzurre spirali e, con voce sommessa dava risalto alle parole, imprimendovi appassionati tremori, cantava accompagnandosi al piano.
Il torero tese gli orecchi per capire qualcosa... Neanche una parola. Erano canzoni straniere. «Accidenti! Perché non un tango o una soleà…? E poi si vorrebbe che un cristiano non si addormentasse!»
Doña Sol posava le dita sui tasti, mentre i suoi occhi vagavano in alto, gettando indietro il capo, mentre il petto solido le tremava con i sospiri musicali.
Era la preghiera di Elsa, il lamento della bionda vergine che pensava all'uomo forte, il bel guerriero invincibile per gli uomini, dolce e timido con le donne.
Pareva sognare mentre cantava, imprimendo alle parole fremiti passionali e gli occhi le si riempivano di lacrime di commozione. L'uomo semplice e forte, il guerriero, forse era lì, dietro di lei… Perché no?
Non aveva l'aspetto leggendario dell'altro, era rude e goffo, ma lei vedeva ancora, con la lucidità di un saldo ricordo, la gagliardia con cui pochi giorni prima era corso in suo aiuto, la sorridente fiducia con cui aveva lottato contro un animale feroce, così come gli eroi wagneriani lottavano contro draghi terrificanti. Sì, era lui il suo guerriero.
E, scossa dai talloni fino alla radice dei capelli da un timore voluttuoso, dandosi anticipatamente per vinta, credeva di intuire il dolce pericolo che si avvicinava alle sue spalle. Vedeva l'eroe, il paladino levarsi lentamente dal divano con quei suoi occhi arabi fissi su di lei; ne sentiva i cauti passi, percepiva le mani di lui posarsi sulle sue spalle; poi un bacio infuocato sulla nuca, marchio di passione che la segnava per sempre, facendola sua schiava… Ma la romanza terminò senza che accadesse niente, senza sentire sulla schiena altra pressione che non fosse quella dei suoi fremiti di timoroso desiderio.”

Vicente Blasco Ibáñez (1867–1928) scrittore, sceneggiatore e regista spagnolo

Origine: Sangue e arena, pp. 115-116

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