Frasi sull'et
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“Metà di ciò che dico è insensato: ma lo dico perché l'altra metà possa raggiungervi.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma

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“Il "buon tempo andato"… il tempo è sempre buono quand'è andato.”

George Gordon Byron (1788–1824) poeta e politico inglese

Origine: Da L'età del bronzo

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“Il cinema è come una vecchia puttana, come il circo e il varietà, e sa come dare molte forme di piacere.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Portala al cinema, p. 170.

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“La crisi del ruolo della donna nella società è il crocevia di molti altri problemi sociali, umani e religiosi del nostro tempo.”

Carlo Maria Martini (1927–2012) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

La donna nel suo popolo

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“Il Padre celeste ha pietà di chi soffre "il mal di terra."”

Alessandro Pronzato (1932–2018) sacerdote cattolico italiano, giornalista, scrittore e professore

Prega per noi!

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“Io non sono vecchio! Non vogliono dir nulla settantaquattro anni! Cinquant'anni non sono nulla, non mi separano affatto dalla giovinezza. Se mi volto, dietro le mie spalle c'è la giovinezza chiara, nitida, e dietro c'è la fanciullezza, ancora più chiara e nitida di quando avevo vent'anni. I pensieri sono con me, li devo ancora sviluppare, e così i sentimenti, i desideri: li devo ancora appagare! Io non sono affatto sazio di vita, comincio appena ora ad assaporarla! Perché mi mettete addosso questi dolori artritici, queste rughe che mi fanno ghignare mentre non ghigno affatto, queste borse di pelle? Perché m'impastoiate come un mulo e mi accecate? Perché mi otturate le orecchie? E perché mi guardate con quegli occhi che trovano maturale che io muoia? C'è un errore, ve lo giuro! Arrivate alla mia età e ve ne accorgerete! Ma allora avrete anche voi un bel gridare, e quelli che avranno i venti, i trenta, i quaranta, i cinquant'anni che adesso avete voi non vi crederanno, e vi conforteranno col tono bonario che si usa con i pazzi quando dicono d'essere sani!". Paolo uscì; tremava leggermente. Come poteva un uomo ridursi così? Era chiaro: niente mai meditazione, niente mai volontà, niente mai autocritica, e quindi niente coraggio, niente dignità, niente luce intellettuale, niente superiorità sulla morte. Lo spirito, relegato nella stiva del corpo, costretto a servirlo per renderne infiniti i godimenti, ora si limitava a sbattere le sue catene per annunziare che il padrone colava a picco.”

Vitaliano Brancati (1907–1954) scrittore, sceneggiatore
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“La buona tavola è il primo vincolo della buona società.”

Luc de Clapiers de Vauvenargues (1715–1747) scrittore e saggista francese

1923
Riflessioni e massime

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“E mi svolse (fors'anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav'uomo s'interrompeva per domandarmi: – Dorme, signor Meis? E io ero tentato di rispondergli: – Sì, grazie, dormo, signor Anselmo. Ma poiché l'intenzione in fondo era buona, di tenermi cioè compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo e lo pregavo anzi di seguitare. E il signor Anselmo, seguitando, mi dimostrava che, per nostra disgrazia, noi non siamo come l'albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l'aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch'esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la terra, e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che projetta tutt'intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? – Dorme, signor Meis? – Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino. – Ah, bene… Ma poiché lei ha l'occhio offeso, non ci addentriamo troppo nella filosofia, eh? e cerchiamo piuttosto d'inseguire per ispasso le lucciole sperdute, che sarebbero i nostri lanternini, nel bujo della sorte umana. Io direi innanzi tutto che son di tanti colori; che ne dice lei? secondo il vetro che ci fornisce l'illusione, gran mercantessa, gran mercantessa di vetri colorati. A me sembra però, signor Meis, che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, si potrebbe determinare il predominio d'un dato colore, eh? In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io… E non le pare che fosse rosso, ad esempio, il lanternone della Virtù pagana? Di color violetto, color deprimente, quello della Virtù cristiana. Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell'idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione. Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso bujo, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d'accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che non trovino più la bocca del formicajo, otturata per ispasso da un bambino crudele. Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. A chi dobbiamo rivolgerci? Indietro, forse? Alle lucernette superstiti, a quelle che i grandi morti lasciarono accese su le loro tombe?”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Cap XIII

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“Il valore è figlio della prudenza, non della temerarietà.”

Pedro Calderón De La Barca (1600–1681) drammaturgo e religioso spagnolo

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“Non era veloce quanto lui a causa dei crampi alle gambe e al paio di fitte di avvertimento al ginocchio sinistro e inoltre, ogni volta che si avvicinava, appariva qualche pedone che intralciava o sbucava fuori un carro da una via laterale.°
°”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Questo accade sempre durante ogni inseguimento di polizia di ogni luogo. Davanti all'inseguitore sbucherà sempre da un vincolo un carro dal carico pesante. Se non sono coinvolti veicoli, allora si tratterà di un uomo con una rastrelliera di vestiti. Oppure due uomini con una enorme lastra di vestro. <br>Probabilmente dietro tutto ciò si nasconde una specie di società segreta.
Origine: Serie del Mondo Disco, 17. Piedi d'argilla (1996), p. 132

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“All'età di 15 anni aveva già imparato il silenzio.”

dalla «Storia di Muad'Dib per bambini», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 227
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“La società spesso perdona il criminale; ma non perdona il sognatore.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Il critico come artista

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“Allungai una mano, aprii il libro verso la metà e cominciai a leggere Guerra e Pace di Tolstoj. Niente di nuovo. Era ancora un brutto libro.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

da Gabbia di matti appena fuori di Hollywood
Compagno di sbronze

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“Il giovane è guidato dall'opinione della società come se fosse venuto da te e da me, e avesse detto, cosa dovrei leggere? Che vestito dovrei mettermi? Cosa dovrei dire?”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Citato in Ralph Waldo Emerson: Il pensiero e la solitudine

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“La solitudine è impraticabile e la società fatale. Dobbiamo tenere la testa nell'una e le mani nell'altra.”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Citato in Ralph Waldo Emerson: Il pensiero e la solitudine

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“L'uomo si trova novizio a ogni età della vita.”

Nicolas Chamfort (1741–1794) scrittore e aforista francese

da Caratteri e aneddoti, 1993
Caratteri e aneddoti

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“In un'orgia furiosa l'uomo vero si ricompensa della sua continenza. I suoi istinti troppo a lungo repressi dalla società e dalle sue leggi ridiventano l'essenziale, la cosa santa e la ragione suprema. (da Der Kampf als inneres Erlebnis, p. 30”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

Origine: Citato in Roger Caillois, La vertigine della guerra, traduzione di Mauro Pennasilico, Edizioni Lavoro, Roma 1990

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“Anche se è generalmente noto, penso che sia ora di annunciare che sono nato ad un'età molto precoce.”

Groucho Marx (1890–1977) comico

Origine: Dall'autobiografia Groucho ed io, 1959.

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“[La Burocratizzazione] Ha mutato le classi politiche in classi sociali, in modo che, come i cristiani sono eguali in cielo e ineguali in terra, così i singoli membri del popolo sono eguali nel cielo del loro mondo politico e ineguali nell'esistenza terrestre della società.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Origine: Citato in Massimo Corsale, L'autunno del Leviatano, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1998.

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“La società borghese manca di eroismo.”

Karl Marx (1818–1883) filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco

Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte

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“La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società.”

Libro I, settima sezione, cap. 24, p. 540
Il Capitale

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“La proprietà è furto.”

Pierre Joseph Proudhon (1809–1865) filosofo, sociologo, economista e anarchico francese

da Che cos'è la proprietà, 1840

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“La società rispettabile credeva in Dio per evitare di doverne parlare.”

Jean Paul Sartre (1905–1980) filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

Le parole

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“L'uomo ha la missione di vivere in società; se viene isolato, non è un uomo intero e completo, anzi contraddice se stesso.”

Johann Gottlieb Fichte (1762–1814) filosofo tedesco

dalle Lezioni sulla missione del dotto, 1794

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“La pietà è uno condimento a tutte le virtù che può avere uno omo.”

Bernardino da Siena (1380–1444) religioso, teologo e santo italiano

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“Da un dibattito alla camera dei comuni del 2 luglio 2003, colonna 407 e dal dibattito alla camera dei comuni del 15 giugno 2004, colonna 697. Come risulta da una lettera per il Daily Telegraph inviata da Alistair Cooke il 2 novembre 2006, questa citazione risulta invece di Loelia Ponsonby, una delle mogli di Hugh Grosvenor, secondo duca di Westminster che disse: "Chi viene visto in un autobus dopo i 30 anni di età è un fallito.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

EN) Anybody seen in a bus over the age of 30 has been a failure in life. In una lettera pubblicata il giorno seguente sempre nel Daily Telegraph, Hugo Vickers afferma che Loelia Ponsonby ammette essere una frase che lei stessa ha "preso in prestito" dal poeta Brian Howard.

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