Frasi su donna
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“Dovessimo restare zitte e non parlare, il nostro abbigliamento e la condizione dei nostri corpi saprebbero tradire la vita che abbiamo condotta dopo il tuo esilio. Pensa un poco teco quanto più sfortunate di ogni donna vivente siamo noi qua venute, poiché la tua vista che dovrebbe far fluire di gioia i nostri occhi, far danzare i nostri cuori di consolazione, costringe quelli a piangere e questi a tremare di paura e di dolore, ponendo la madre, la sposa e il figlio a vedere il figlio, il marito e il padre che dilacera via le viscere della sua patria. E a noi poverine la tua inimicizia è quanto mai fatale: c’interdici le preghiere ai nostri Dei, ed è questo un conforto che tutti godono eccettuate noi; infatti, come possiamo noi, ahimè, come possiamo noi pregare per la nostra patria, a cui siamo vincolate. Insieme con la vittoria tua, a cui siamo ligie? Povere noi! O noi dobbiamo perdere la patria, nostra cara nutrice, o altrimenti perdere la tua persona, conforto nostro in patria. Subire noi dobbiamo una calamità evidente, anche se fosse soddisfatto il nostro augurio che da una parte abbia da vincere; perché o tu dovrai, come straniero rinnegato, essere condotto ammanettato per le nostre vie, oppure dovrai marciare trionfalmente sulle rovine della tua patria e meritar la palma per aver prodemente versato il sangue di tua moglie e dei tuoi figli. In quanto a me, o figlio, non intendo farmi ancella alla fortuna sinché non siano finite queste guerre: se non mi sia dato persuaderti di mostrare nobile amistà alle due parti anziché volere la morte di una, tu non marcerai ad assalire la tua patria senza prima calpestare – sta sicuro che non lo farai – il ventre di tua madre che ti ha messo a questo mondo. (Atto V, scena III)”

Coriolanus

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“orrore all’idea di aggiungere i miei lamenti ai piagnistei dell’umanità, per lungo tempo non avrei saputo dire cosa mi avesse resa capace di sopportare tutto ciò. Se la Storia è l’inferno, la vita è il paradiso. La felicità non ci è data: è una cosa che si fa, si inventa. L’ho imparato da poco, leggendo dietro consiglio della signora Mandonato i filosofi della gioia, che hanno scritto nero su bianco tutto quanto ho sempre pensato, senza averlo mai saputo esprimere. Epicuro, capace di parlare così bene del piacere della contemplazione e morto per un blocco renale dopo aver sopportato i dolori di terribili calcoli. Spinoza, cantore della felicità, proscritto e maledetto dalla comunità a cui apparteneva. Infine Nietzsche, che ha celebrato la vita e sosteneva di provare un’indicibile allegria mentre soffriva martiri in tutto il corpo, divorato com’era da un mostruoso herpes genitale e da una sifilide all’ultimo stadio, oltre che da una cecità crescente e un’ipersensibilità uditiva. Per non parlare degli attacchi di vomito ed emicrania. «Nietzsche chiamava il dolore la sua cagna» ha precisato Jacky, che è una persona colta. «Lo considerava fedele come un cagnolone su cui sfogare il suo cattivo umore.» Dopo cena, ormai sbronza, mi sono alzata e ho sproloquiato un po’: «Un discorso è come un vestito da donna. Dev’essere abbastanza lungo da coprire e abbastanza corto da suscitare interesse. Il mio si comporrà di un’unica frase: ognuno ha solo la vita che si merita».”

La cuoca di Himmler

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“Io attaccai discorso con una splendida ragazza di campagna che portava una camicetta di cotone molto scollata e rivelava la sommità abbronzata del suo bel seno. Era ottusa. Parlò di serate in campagna passate a fare il popcorn sotto il portico. Un tempo ciò mi avrebbe rallegrato il cuore ma poiché il cuore di lei non se ne rallegrava mentre lo diceva, capii che in esso non c'era altro che l'idea di ciò che si dovrebbe fare. «E in quale altro modo si diverte?» Cercai di tirar nel discorso le amicizie maschili e il sesso. I suoi grandi occhi scuri mi scrutarono vacui e con una specie di dolore nel sangue che risaliva a generazioni addietro per non aver fatto ciò che urgeva venisse fatto… qualsiasi cosa fosse, e tutti sanno cosa sia. «Cos'è che esige dalla vita?» Volevo prenderla e spremere da lei la risposta. Non aveva la minima idea di quel che volesse. Farfugliò di impieghi, di film, di andare da sua nonna durante l'estate, del desiderio di recarsi a New York a vedere il Roxy, di che specie di completo avrebbe indossato: qualcosa di simile a quello che portava la Pasqua scorsa, cappellino bianco, rose, scarpine pure rosa, e un soprabito di gabardine color lavanda. «Cosa fa la domenica pomeriggio?» domandai. Stava seduta sotto il portico. I suoi amici passavano in bicicletta e si fermavano a chiacchierare. Leggeva giornaletti umoristici, si sdraiava nell'amaca. «Cosa fa in una calda notte d'estate?» Sedeva sotto il portico guardava le macchine sulla strada. Lei e sua madre facevano il popcorn. «Cosa fa suo padre in una notte d'estate?» Lavora, fa il turno di notte in una fabbrica di caldaie, ha passato la sua vita intera a mantenere una donna e i suoi rampolli e senza credito né adorazione. «Cosa fa suo fratello in una notte d'estate?» Va in giro in bicicletta e passeggia davanti al chiosco delle bibite. «Cos'è che egli muore dalla voglia di fare? Cos'è che tutti noi moriamo dalla voglia di fare? Cosa vogliamo?» Non lo sapeva. Sbadigliò. Aveva sonno. Era troppo. Nessuno poteva dirlo. Nessuno avrebbe potuto dirlo mai. Tutto era finito. Aveva diciott'anni ed era estremamente adorabile, e mancata.”

On the Road

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“Più profondamente, si è se stessi, un po' come diceva Friedich Schiller (1759-1805), l'uomo è veramente uomo quando gioca (e la donna anche).”

Maurizio Ferraris (1956) filosofo e accademico italiano

Il tunnel delle multe: ontologia degli oggetti quotidiani

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“Di colpo era come se Katherine fosse nella stanza accanto e l'avesse lasciata solo qualche istante prima. Sentì un pizzicore alle dita, come se la stesse toccando. Il senso di quella perdita, che aveva rinchiuso così a lungo dentro di sé, straripò sommergendolo mentre lui si lasciava portare alla deriva, oltre il controllo della sua volontà, perché ormai non voleva più salvarsi. Poi sorrise di gioia, come sull'onda di un ricordo: pensò che aveva quasi sessant'anni e avrebbe dovuto essersi lasciato alle spalle la forza di una tale passione, di un tale amore. Ma sapeva di non averlo fatto. Sapeva che non l'avrebbe fatto mai. Oltre il torpore, l'indifferenza, la rimozione, quell'amore era ancora lì, solido e intenso. Non se n'era mai andato. In gioventù l'aveva dato liberamente, senza pensarci; l'aveva dato a quella conoscenza che gli era stata rivelata - quanti anni prima? - da Archer Sloane. L'aveva dato a Edith, nei primi, ciechi, folli anni del corteggiamento e del matrimonio. E l'aveva dato a Katherine, come se fosse stata la prima volta. Stranamente, l'aveva dato a ogni momento della sua vita, e forse l'aveva dato più pienamente proprio quando non si rendeva conto di farlo. Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell'amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!”

John Williams (1932) direttore d'orchestra e compositore statunitense

Stoner

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“Una donna non è mai pericolosa per quello che ha ormai di donna, ma per quello che ha ancora di bambina.”

Francisco Umbral (1932–2007) scrittore e giornalista spagnolo

Citato in Eduardo Guerrero del Río, Diccionario de citas literarias III

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“Sono stata un sex symbol, molti uomini sulle mie foto ci hanno fatto dei pensierini, e forse anche qualcosa d'altro. Non me ne importava un gran che di essere considerata sexy, e francamente non riuscivo a capire neppure perché mi considerassero un symbol. Mi sono sempre sentita libera di esibire il mio corpo e la mia nudità, e [spogliandomi] davanti all'obiettivo […] mi divertivo a interpretare vari tipi di donna. Il mio corpo era il tramite fra me e il mondo, era il mio mezzo di comunicazione e, quando sei giovane e ti senti immortale, può capitare.”

Stefania Casini (1948) attrice italiana

Variante: Sono stata un sex symbol, molti uomini sulle mie foto ci hanno fatto dei pensierini, e forse anche qualcosa d'altro. Non me ne importava un gran che di essere considerata sexy, e francamente non riuscivo a capire neppure perché mi considerassero un symbol. Mi sono sempre sentita libera di esibire il mio corpo e la mia nudità, e [spogliandomi] davanti all'obiettivo [... ] mi divertivo a interpretare vari tipi di donna. Il mio corpo era il tramite fra me e il mondo, era il mio mezzo di comunicazione e, quando sei giovane e ti senti immortale, può capitare.
Origine: Citato in Anche a Stefania benvenuta nel club delle tumorate http://chemioavventurediwondy.vanityfair.it/2014/07/18/anche-a-stefania-benvenuta-nel-club-delle-tumorate/, Vanityfair.it, 18 luglio 2014.

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“Donna d'un solo uomo, lettore d'un solo libro.”

Camillo Sbarbaro (1888–1967) poeta, scrittore e aforista italiano

Fuochi fatui

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“[Su Patty Pravo] E' il sogno che si confonde con la realtà. E' la storia di una donna diventata un mito senza tempo.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Variante: E’ il sogno che si confonde con la realtà. E’ la storia di una donna diventata un mito senza tempo.
Origine: Da Patty Pravo, una donna da sognare https://spettacolomusicasport.com/2017/08/05/patty-pravo-una-donna-da-sognare/, SpettacoloMusicaSport.com, 5 agosto 2017.

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“L'uomo è come il sole, la donna come la luna.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 120

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“Nessuna opera è immortale se non ci sono gli occhi di una donna dietro all'opera.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano
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“La donna, la vostra sorella, ha ottenuto la vittoria. Prima o poi, condividerà con voi le responsabilità dell'amministrazione. Nello stesso modo, il contadino ha ottenuto la vittoria, e anche il datore di lavoro. In passato, il datore di lavoro temeva per la sua vita e per la sua proprietà. Ora, il datore di lavoro e l'operaio sono fratelli che lavorano insieme, nella prosperità come nell'avversità, per difendere le conquiste della Repubblica irachena. Lavorano costantemente non per un qualsiasi effimero interesse egoistico, ma nell'interesse del popolo.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

The woman, your sister, has achieved victory. She will share with you, sooner or later, the responsibilities of administration. The peasant, likewise, has achieved victory, and so has the employer. Formerly, the employer used to fear for his life and for his property. Now, the employer and the worker are brothers working together in both prosperity and adversity to protect the gains of the Iraqi Republic. They work constantly not for any transient selfish interest but for the interest of the people.
Principles of 14th July revolution

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“Cerco una donna che sappia addolcirmi la vita. Cerco un amore eterno, che sia come il cioccolato, un buon cioccolato dal gusto di spezie, dal sapore elegante, che persiste sulla lingua, dall'aroma intenso, che abbia un equilibrio indistruttibile. Un cioccolato pregiato.”

Alda Teodorani (1968) scrittrice italiana

Variante: Cerco una donna che sappia addolcirmi la vita. Cerco un amore eterno, che sia come il cioccolato, un buon cioccolato dal gusto di spezie, dal sapore elegante, che persiste sulla lingua, dall'aroma intenso, che abbia un equilibrio indistruttibile. Un cioccolato pregiato. (da Amore mio dolce, in La Collezionista di organi, Profondo Rosso, 2016)
Origine: Da Amore mio dolce, in La Collezionista di organi, Profondo Rosso, 2016.

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“E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo | tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo. (da Hotel Supramonte, n. 5)”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

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“A un uomo di spirito serve solo una donna assennata: sono troppe due persone di spirito in una casa.”

Louis de Bonald (1754–1840) politico e scrittore francese

Citato in Joseph François Gabriel Hennequin, Dictionnaire de maximes

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“Ogni volta che faccio ridere una donna sento che ho fatto un passo dentro di lei.”

Francisco Umbral (1932–2007) scrittore e giornalista spagnolo

Citato in Eduardo Guerrero del Río, Diccionario de citas literarias III

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“Prima che sulla coppia, Eyes wide shut è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo Barry Lyndon e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul potere, […] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. […] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente sociale. E il clou ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. […] È poco? È tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. […] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile… affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso.”

Goffredo Fofi (1937) saggista, attivista e giornalista italiano
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