Frasi su accordo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema accordo, essere, stesso, vita.

Frasi su accordo

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“Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

riferendosi agli accordi di Monaco di Baviera del 29-30 settembre 1938
citato in G. Sabbatucci e V. Vidotto, Il mondo contemporaneo, Laterza, 2006, p. 373

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“Oltre al conformismo inteso come mezzo per superare l'isolamento, un altro fattore nella vita contemporanea deve essere preso in considerazione: la routine del lavoro e del piacere. L'uomo diventa un 'dalle nove alle cinque', è parte della forza del lavoro, della forza burocratica degli impiegati e dei dirigenti. Ha scarsa iniziativa, i suoi compiti essendo prescritti dall'organizzazione; vi è ben poca differenza tra chi è in cima alla scala, e chi è in basso. Tutti seguono schemi prestabiliti, con una velocità prestabilita, in modo predisposto. Perfino le reazioni sono prescritte: allegria, tolleranza, amabilità, ambizione e capacità di andare d'accordo con tutti senza attrito. Il divertimento è organizzato nello stesso modo, sebbene non con lo stesso sistema; i libri sono selezioni da biblioteche, i film dagli impresari, e gli slogans pubblicitari coniati da loro; il resto è pure uniforme; la gita domenicale in automobile, i programmi televisivi, le riunioni e i ricevimenti ufficiali. Dalla nascita alla morte, dal lunedì alla domenica, da mattina a sera, tutte le attività sono organizzate e prestabilite. Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla?”

Origine: L'arte di amare, pp. 28-29

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“Non faccio niente, d'accordo. Ma vedo passare le ore – e questo è meglio che cercare di riempirle.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati

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“L'Ebreo deve levar le tende dall'Europa. Altrimenti nessun accordo sarà possibile fra Europei. È l'Ebreo che ostacola tutto.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

25 gennaio 1942
Conversazioni a tavola

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“Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi, l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Cap IX
Variante: Ogni oggetto in noi suol trasformarsi secondo le immagini ch’esso evoca e aggruppa, per così dire, attorno a sé. Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per sé medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.

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“[…] non sono d'accordo con le adozioni per le coppie omosessuali. Lo dico anche se i gay, appena dici qualcosa contro di loro, ti mangiano vivo. Ma non mi sembra una cosa naturale”

Eros Ramazzotti (1963) cantautore italiano

Origine: Da un'intervista a Vanity Fair, maggio 2009; citato in Eros Ramazzotti e quella frase sulle adozioni gay nel 2009 http://www.blitzquotidiano.it/musica-showblitz/eros-ramazzotti-e-quella-frase-sulle-adozioni-gay-nel-2009-2385422/, BlitzQuotidiano.it, 12 febbraio 2016.

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“Lo scopo della vita è di vivere in accordo con la natura.”

Zenone di Cizio (-334–-263 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in Giuliana Baulino, Accanto a loro con sguardo amico: Aforismi, epigrammi, poesie, proverbi sui malati e il loro mondo, Effatà Editrice, Cantalupa, 2000, p. 55 http://books.google.it/books?id=scyAdaoZ9w0C&pg=PA55#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-86617-51-8

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“E così il primo accordo che raggiunsero i primissimi dei fu di riconoscere la differenza e di accettare l'esistenza dell'altro.”

Subcomandante Marcos (1957) rivoluzionario messicano

Racconti per una solitudine insonne

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Non sono mai stato d'accordo con me stesso totalmente. La verità della questione sembra giacere tra me e me.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma

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“La democrazia è unas forma di governo – non è un biglietto per qualche terra fantastica dove tutto il male è sterminato e tutti sono d'accordo con noi.”

Madeleine Albright (1937–2022) politica statunitense

da Promoting Democracy: 14 Points for the 21st Century., discorso del 2006 alla Princeton University

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“Non sono d'accordo con chi pensa che si impari molto di più dalle sconfitte che dalle vittorie.”

Tom Cruise (1962) attore e produttore cinematografico statunitense

Senza fonte

“[Famosa gaffe] Sono completamente d'accordo a metà con il mister.”

Luigi Garzya (1969) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 41, ISBN 88-8598-826-2.

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“Un lavoratore fornisce abbondantemente agli altri ciò di cui necessitano ed essi gli procurano ampiamente ciò di cui necessita, e una generale abbondanza si diffonde attraverso tutti gli strati della società. Osserva la sistemazione del più comune artigiano o lavoratore giornaliero in un paese civile e fiorente, e ti accorgerai che del numero di persone della sua industria una parte, sebbene una piccola parte, che è stata impiegata per procurargli questa sistemazione, eccede ogni calcolo. Il cappotto di lana, per esempio, che copre i lavoratori giornalieri, grossolano e grezzo come può apparire, è il lavoro congiunto di una gran moltitudine di lavoratori. Il pastore, lo sceglitore, il pettinatore di lana o il cardatore, il tintore, il filatore, il tessitore, il lavatore, il sarto, con molti altri, devono tutti unire i loro differenti mestieri al fine di completare anche questo prodotto casalingo. Quanti mercanti e trasportatori, inoltre, devono essere impiegati nel trasportare i materiali da alcuni di questi lavoratori ad altri che spesso vivono in parti molto distanti del paese. Quanto commercio e quanta navigazione in particolare, quanti costruttori di navi, marinai, fabbricanti di vele e di funi devono essere stati impiegati al fine di mettere insieme le diverse sostanze usate dal tintore che spesso vengono dagli angoli più remoti del mondo! Che varietà di lavoro è anche necessario per produrre gli utensili del più umile di quei lavoratori! Per non parlare di quelle macchine complicate come la nave del marinaio, la fabbrica del follatore, o perfino il telaio del tessitore, consideriamo solo quale varietà di lavoro è richiesta per costruire quella semplicissima macchina, le cesoie con le quali il pastore tosa la lana. Il minatore, il costruttore delle fornaci per la fusione del minerale, il tagliaboschi, il bruciatore di carbone per far funzionare le fornaci, il produttore di mattoni, il dispositore di mattoni, i lavoratori che supervisionano la fornace, il riparatore di mulini, l'operaio della fucina, il fabbro devono tutti mettere insieme i loro differenti mestieri al fine di produrre questi. Dobbiamo esaminare allo stesso modo tutte le diverse parti del suo abito la mobilia di casa, la ruvida canottiera che indossa sulla pelle, le scarpe che coprono i suoi piedi, il letto in cui dorme, e tutte le diverse parti che lo compongono, la grata di cucina su cui prepara i suoi viveri, il carbone di cui fa uso per questo scopo, scavato dalle viscere della terra e portatogli forse attraverso un lungo trasporto per mare e per terra, tutti gli altri utensili della sua cucina, tutta la apparecchiatura del suo tavolo, i coltelli, le forchette, i piatti di coccio o di peltro sopra i quali egli serve e divide i suoi cibi, le differenti mani impiegate nel preparare il suo pane e la sua birra, le finestre di vetro che lasciano penetrare il caldo e al luce, e isolano dal vento e dalla pioggia con tutte le conoscenze e i requisiti del mestiere per preparare quella bellissima e felice invenzione senza cui queste parti nordiche del mondo avrebbero potuto scarsamente procurare un habitat confortevole, insieme con gli utensili di tutti i diversi lavoratori impiegati nel produrre queste diverse comodità; se noi esaminiamo, io dico, tutte queste cose, e consideriamo quale varietà di lavoro è utilizzato per ciascuna di esse, saremo coscienti che senza l'assistenza e la cooperazione di molte migliaia la persona più misera in un paese civilizzato non potrebbe provvedere perfino in accordo a quello che noi potremmo falsamente immaginare, la facile e semplice maniera in cui egli è comunemente sistemato.”

cap. 1 http://www.wsu.edu/~dee/ENLIGHT/WEALTH1.HTM
La ricchezza delle nazioni

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“La Vergine santa e san Giuseppe sono in perfetto accordo, e in cielo non esiste la gelosia.”

Bernadetta Soubirous (1844–1879) religiosa e mistica francese

Le parole di Bernadette

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“Ho una mia teoria sulle persone che provengono dalle famiglie numerose: sono persone migliori degli altri, perché hanno dovuto imparare come andare d'accordo con gli altri.”

Randy Pausch (1960–2008) informatico statunitense

da Randy Pausch Last Lecture: Achieving Your Childhood Dreams
Citazioni tratte da The Last Lecture (2007)

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“[A Fabio Fazio] Noi due andiamo d'accordo come Maroni ed un tunisino.”

Luciana Littizzetto (1964) attrice, cabarettista e doppiatrice italiana

10 aprile 2011
Che tempo che fa

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“Veramente morale non è che colui che soccorre ogni vita alla quale egli può portare aiuto e si astiene di far torto ad ogni creatura che ha vita. La vita in se stessa è sacrosanta. Io mi rendo ben conto che il costume di mangiar carne non è in accordo con i sentimenti più elevati.”

Albert Schweitzer (1875–1965) medico, teologo, musicista e missionario luterano tedesco, di origine francese alsaziana

Origine: Citato in Edmondo Marcucci, Che cos'è il vegetarismo, AVI, 1966, pp. 22-23.

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“Leggere più libri e meno tra le righe, mettere d'accordo gli anni con le rughe.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Zazà n. 12
Da casa a casa

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“Mettemo er caso che 'no scienziato domani, un futuro, se 'nventa un sistema pe' fa diventà tutti immortali, che pe' voi laici sarebbe er massimo de' 'a realizzazione der valore d'a vita: ma che pensi che noi semo d'accordo? Ma nun semo d'accordo manco pe' niente! Perché c'è scritto che devi morì e devi morì, sennò ar Regno dei Cieli quanno ce vai? E che l'avemo fatto a fà il Regno dei Cieli?”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Parla con me, 2 marzo 2008
Personaggi originali, Don Pizzarro
Variante: "Mettemo er caso che 'no scienziato domani, un futuro, se 'nventa un sistema pe' fa diventà tutti immortali, che pe' voi laici sarebbe er massimo de' 'a realizzazione der valore d'a vita: ma che pensi che noi semo d'accordo? Ma nun semo d'accordo manco pe' niente! Perché c'è scritto che devi morì e devi morì, sennò ar Regno dei Cieli quanno ce vai? E che l'avemo fatto a fà il Regno dei Cieli?"

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“La farsa, se ci pensi bene, è sempre una tragedia. Recitare una farsa è un gesto profondamente tragico. Non sei d'accordo?”

Ivo Prandin (1935) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il progetto, p. 132

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“Il tuo gatto [paradosso del gatto di Schrödinger] dimostra che siamo in completo accordo sulla tua valutazione del carattere della teoria attuale. Una funzione psi che contiene tanto il gatto vivo quanto il gatto morto non può certo essere considerata una descrizione di uno stato di cose reale.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: L'articolo di Schrödinger non era stato ancora pubblicato (29 novembre 1935), ma il fisico austriaco aveva esposto la sua argomentazione in una lettera ad Einstein del 19 agosto 1935. Walter Isaacson, Einstein: la sua vita, il suo universo, nota a p. 603.
Origine: Da una lettera a Erwin Schrödinger, 4 settembre 1935, Archivio Einstein 22-53.
Origine: Citato in Walter Isaacson, Einstein: [la sua vita, il suo universo], p. 442

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“Adesso non sono più in vetta della mia carriera, non guadagno neanche un decimo rispetto a prima, ho un cartone animato, spettacoli teatrali, non avrei mai potuto realizzare tutto questo quando combattevo. Non sarei mai andato d'accordo con il produttore, sarei stato arrogante. Invecchiando si impara l'umiltà. Si impara che se non si nasce umili è la vita che ti forza ad esserlo.”

Mike Tyson (1966) pugile statunitense

Origine: Da un'intervista di Isabele Kumar Dal ring al palcoscenico, l'"Incontestabile Verità" di Mike Tyson http://it.euronews.com/2014/10/14/dal-ring-al-palcoscenico-l-incontestabile-verita-di-mike-tyson/, Euronews.it, 14 ottobre 2014.

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“[Riferendosi a Un uomo finito] Occorreva qualcosa per rimettermi in accordo con me stesso. Ieri sera l'ho scoperta: Papini. A me non importa se è sciovinista, o un meschino bigotto o un pedante di vista corta. Come fallito è una meraviglia.”

Tropico del Cancro
Origine: Citato in Raoul Bruni, Papini. In margine a una ristampa http://www.academia.edu/3398174/Papini_in_margine_a_una_ristampa, Paragone, anno LXII, terza serie, numero 96-97-98 (738-740-742), agosto-dicembre 2011.

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“L’unico modo di andare d’accordo con la vita è essere in disaccordo con noi stessi.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

libro Il libro dell'inquietudine

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“E mi svolse (fors'anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav'uomo s'interrompeva per domandarmi: – Dorme, signor Meis? E io ero tentato di rispondergli: – Sì, grazie, dormo, signor Anselmo. Ma poiché l'intenzione in fondo era buona, di tenermi cioè compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo e lo pregavo anzi di seguitare. E il signor Anselmo, seguitando, mi dimostrava che, per nostra disgrazia, noi non siamo come l'albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l'aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch'esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la terra, e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che projetta tutt'intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? – Dorme, signor Meis? – Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino. – Ah, bene… Ma poiché lei ha l'occhio offeso, non ci addentriamo troppo nella filosofia, eh? e cerchiamo piuttosto d'inseguire per ispasso le lucciole sperdute, che sarebbero i nostri lanternini, nel bujo della sorte umana. Io direi innanzi tutto che son di tanti colori; che ne dice lei? secondo il vetro che ci fornisce l'illusione, gran mercantessa, gran mercantessa di vetri colorati. A me sembra però, signor Meis, che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, si potrebbe determinare il predominio d'un dato colore, eh? In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io… E non le pare che fosse rosso, ad esempio, il lanternone della Virtù pagana? Di color violetto, color deprimente, quello della Virtù cristiana. Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell'idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione. Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso bujo, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d'accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che non trovino più la bocca del formicajo, otturata per ispasso da un bambino crudele. Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. A chi dobbiamo rivolgerci? Indietro, forse? Alle lucernette superstiti, a quelle che i grandi morti lasciarono accese su le loro tombe?”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Cap XIII

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“Oggi ti vorrei raccontare un poco di Cézanne. Per quanto riguarda il lavoro, così afferma, ha vissuto da bohémien fino a quarant'anni. Solo più tardi, con la conoscenza di Pissarro, ha preso gusto al lavoro. Ma, allora, fino al punto di passare gli ultimi trent'anni della sua vita non facendo altro che lavorare. Senza gioia invero, come sembra, con una rabbia incessante, in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse gli sembrava raggiungere ciò che egli riteneva essere la cosa più indispensabile. La chiamava la réalisation, e la trovava nei "veneziani" che aveva visto e rivisto al Louvre e apprezzava incodizionalmente. Il convincente, il farsi cosa. La realtà sublimata fino a divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell'oggetto, era questo che gli pareva l'intento più intimo del suo lavoro; vecchio, malandato, ogni sera consunto fino allo spasimo dal regolare lavoro giornaliero (tanto che spesso andava a dormire alle sei, all'imbrunire, dopo una cena mandata giù distrattamente), arrabbiato, diffidente, deriso ogni qual volta si recava al suo atelier, schernito, maltrattato… sperava un giorno, di raggiungere quel compimento che egli sentiva come l'unico essenziale. In tal modo […] egli aveva esacerbato le difficoltà del suo lavoro nella maniera più ostinata… si muoveva avanti e indietro nel suo studio, che aveva la luce sbagliata, in quanto il capomastro non aveva ritenuto necessario dare ascolto a quel vecchio bizzarro che ad Aix erano tutti d'accordo nel non prendere sul serio […].”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Lettera a Clara, 9 ottobre 1907
Lettere su Cézanne

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“Il monopolio frequentemente […] trae origine dal supporto governativo o da accordi collusivi fra individui.”

Milton Friedman (1912–2006) economista statunitense

citato in American Heritage Dictionary of the English Language, IV Edizione

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“Come principio politico, l'imposizione di tasse e la destinazione dei proventi sono una funzione dei governi. Abbiamo istituito complesse norme costituzionali, parlamentari e giudiziarie per controllare tali funzioni, per garantire che le tasse vengano imposte quanto più possibile in accordo con le preferenze e i desideri della popolazione: alla fin fine, "niente tassazione senza rappresentazione" era uno dei gridi di battaglia della Rivoluzione americana. Abbiamo un sistema di controlli e contrappesi tra poteri proprio per separare la funzione legislativa di imporre tasse e stabilire i capitoli di spesa dalla funzione dell'esecutivo di riscuotere le tasse e amministrare i programmi di spesa e dalla funzione giudiziaria di mediare le dispute e interpretare la legge.
Nel caso in questione l'uomo d'affari — per iniziativa propria o incaricato, direttamente o indirettamente, dagli azionisti — sarebbe simultaneamente legislatore, amministratore e giurista. A lui toccherebbe decidere chi tassare, per quale importo e a quale fine e sempre a lui spetterebbe scegliere la destinazione del gettito. In tale funzione egli sarebbe guidato esclusivamente da una generica esortazione proveniente dall'alto a limitare l'inflazione, a migliorare la qualità dell'ambiente, a combattere la povertà e così via. (da La responsabilità sociale delle imprese consiste nell'aumentare i profitti”

Milton Friedman (1912–2006) economista statunitense

The Social Responsibility of Business is to Increase its Profits http://www.colorado.edu/studentgroups/libertarians/issues/friedman-soc-resp-business.html), New York Times Magazine, 13 settembre 1970

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“L'intellettuale non ha scelta, salvo fra essere sé stesso o tradire sé stesso. Se pensa che la «felicità», come appare nelle definizioni fondamentali della teoria e della pratica dell'American way of life, sia preferibile, se non sospetta che la «felicità» in quasi tutte le sue forme sia il dispotismo dell'ordinario, del volgare, ha sbagliato mestiere. Queste cose sono organizzate meglio nel mondo del despota. Gli artisti, i pensatori, gli scrittori ricevono il tributo irremovibile dell'attenzione e della repressione politiche. Il KGB e lo scrittore serio sono pienamente d'accordo perché sano entrambi – anche perché agiscono entrambi in funzione di questa conoscenza – che una poesia (quando Pasternak citò il primo verso di un sonetto di Shakespeare alla presenza di uno Ždanov inviperito, per esempio), un romanzo, una scena di tragedia possono essere la centrale energetica degli affari umani, che niente è più carico di detonatori di sogni e di azioni che la parola, e soprattutto la parola che si conosce a memoria. […] Imprigionare un uomo perché cita Riccardo III durante le purghe del 1937, arrestarlo a Praga perché tiene un seminario su Kant, significa valutare esattamente l'importanza della grande letteratura e della grande filosofia. Significa onorare perversamente, ma cionondimeno onorare, l'ossessione della verità.
Quale testo, quale dipinto, quale sinfonia potrebbe scuotere l'edificio della politica americana? Quale atto di pensiero astratto ha qualche influenza? Chi se ne cura?”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

da Gli archivi dell'Eden: p. 218

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“I protestanti preferiscono essere in disaccordo col sole piuttosto che d'accordo col papa.”

Giovanni Keplero (1571–1630) astronomo, matematico e musicista tedesco

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