Frasi su dopo
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“Ella vorrà molto bene ad Emil Dürr per la sua distinzione e il suo amore, e sarà assai sconvolta per la sua morte precoce, ma il nucleo del suo matrimonio ella lo vede così: «…che si è creati per ciò che Dio vuole e non per ciò che io voglio. […]» (G 241). Il secondo matrimonio con Werner Kaegi si presentò, nonostante l'«intensissima riflessione» (G 296), nuovamente in una specie di sorpresa (G 298), nuovamente la parte principale fu quella della compassione: «Avevo in modo del tutto impersonale l'impressione che lui avesse bisogno di una donna. E vorrebbe il bene, ma è così insicuro nella vita. All'idea che ha bisogno di me come donna non sono mai arrivata» (G 297). E un po' dopo: «Egli aveva bisogno di una donna; e se già mi ama, perché non dovrebbe avere me? E poi ci sono i figli (dal primo matrimonio di Emil)…» (G 299). L'unione a dispetto di un vero affetto non sarà molto facile. Il matrimonio non viene consumato, così che più tardi A. potrà fare il voto di verginità. Ma senza l'amichevole ospitalità di Werner Kaegi non sarebbero mai stati possibili il mio lavoro con A. e poi la mia dimora in Münsterplatz.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Origine: "G" sta per Geheimnis der Jugend, la seconda autobiografia di Adrienne, qui citata da Balthasar con i numeri di pagina dell'edizione originale (vol. VII delle opere postume, 1966).
Origine: Il nostro compito, pp. 24-25

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“Con sofferenza ho visto. Già non ricordo il mare. | Vado per l'ultimo solco, dopo verrà il deserto. | Sotto chiarissimi cieli, ascolto come il vento | «Nessuno», mi dice nome, mio guadagnato nome.”

Salvador Espriu (1913–1985) poeta, scrittore e drammaturgo spagnolo

da Vorrei dirlo con le mie labbra di vecchio
Origine: In Josep Carner, Carles Riba, J. V. Foix e Salvador Espriu, Poesia catalana del novecento, a cura di Giuseppe E. Sansone, Newton Compton Editori, Roma, 1979, p. 163.

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“Dopo la pioggia la terra, come una ragazza un cappello di paglia azzurro, s'è messo il cielo sul capo.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Aprile, p. 41

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“Le storie sono un resto lasciato dal passaggio. Non sono aria ma sale, quello che resta dopo il sudore.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Origine: Storia di Irene, p. 12

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“I quotidiani si chiamano così perché durano un giorno e il giorno dopo servono a incartare le patate o a pulire i vetri.”

Luigi Pintor (1925–2003) giornalista, scrittore e politico italiano

prefazione
Politicamente scorretto

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“Dopo I Promessi sposi, il più grande romanzo che conti la letteratura italiana.”

Leonardo Sciascia
I Viceré, Citazioni sull'opera

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“Dopo il non voto della non Rete il non proprietario del non Movimento abolisce il non direttorio che non c'era.”

Vittorio Zucconi (1944–2019) giornalista e scrittore italiano

11 novembre 2016 https://twitter.com/vittoriozucconi/status/797176982832369665
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“[Parlando in consiglio comune dell'alluvione] Sulle prime, si è diffuso in tutti noi un senso di impotenza, sia per l'isolamento in cui ci siamo trovati nei momenti drammatici dell'inondazione sia per le proporzioni assunte dal disastro. […] Il criterio cui ci siamo ispirati è stato quello di richiedere natanti in grado di portare i primi soccorsi (ma in comune sono affluiti mezzi inadeguati alla necessità). Poi abbiamo cercato di portare cibo e acqua nelle zone rimaste sommerse. Ci siamo trovati davanti alla gente che rifiutava la cioccolata pur di avere pane e acqua. Questo esempio, meglio di qualunque altro, ci ha dato l'esatta misura di ciò che occorre a Firenze. Perciò abbiamo inviato richieste di cibo al governo e in tutte le parti d'Italia; le colonne hanno cominciato ad affluire poche ore dopo il ritiro delle acque e, attraverso i centri di smistamento realizzati dal nostro personale, abbiamo dato il via ai rifornimenti. […] Bisogna però fare tanto di più e abbiamo bisogno di tante cose. Ecco perché occorre sviluppare un'azione coordinata che impegni la giunta e i rappresentanti del consiglio nei piccoli come nei grandi eventi. […] Il Capo dello Stato ha potuto rendersi conto dell'immensità del disastro poiché ho personalmente insistito per la modifica dell'itinerario che era stato predisposto. Siamo stati nelle zone centrali e nel rione Santa Croce e avrei voluto accompagnarlo in Oltrarno verso Villamagna e il Bandino. Era già predisposto un barcone, ma le autorità non hanno voluto che il presidente andasse dall'altra parte del fiume e lo stesso onorevole Saragat, a questo punto, ha detto di aver visto abbastanza e di essersi reso conto delle proporzioni della sciagura. "Non credevo – è stato il suo commento – che il disastro fosse di questa misura". Ecco perché oggi Firenze è in condizione di chiedere tutti quegli aiuti che gli che sono necessari a farla risorgere.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 45-46

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“Grillo prova a rimandare Giggi DiMail in campo dopo i noti infortuni. Accertarsi che abbia capito bene di non presentarsi dimercoledì.”

Vittorio Zucconi (1944–2019) giornalista e scrittore italiano

11 ottobre 2016 https://twitter.com/vittoriozucconi/status/785860441616609280
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“[Su Checco Zalone] Premesso che mi fa molto ridere, e che di fronte al successo bisogna inchinarsi e domandarsi perché, mi fa altrettanto ridere la sinistra che dopo anni di snobismo sale sul carro del vincitore, eleggendo Zalone a sociologo d'Italia, quando è solo un grande comico che è riuscito a prendere il pubblico dei cinepanettoni e quelli che non li andavano a vedere, che era la sinistra.”

Sergio Castellitto (1953) attore italiano

Origine: Citato in Rosicata da record del super-big del cinema, insulti a Zalone: la (gravissima) accusa a Checco http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11868858/castellitto-contro-zalone-quo-vado-bene-del-cinema.html, LiberoQuotidiano.it, 18 gennaio 2016.

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“Fellini con La dolce vita che doveva intitolarsi La grande confusione, guardò Roma dolcemente appoggiato a una balaustra e vide un'Italia che viveva sulla spinta del rilancio dopo la guerra.”

Toni Servillo (1959) attore italiano

Origine: Citato in Sorrentino: «non è la Dolce Vita, il mio film è un romanzo vivente» http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2013/cannes/notizie/21-maggio-sorrentino-bellezza_0888f924-c246-11e2-a4cd-35489c3421dc.shtml, Corriere.it, 21 maggio 2013.

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“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana è stato possibile costruire questa modernissima centrale dove tutto è controllato e sicuro.”

Claudio Scajola (1948) politico italiano

dal discorso all'inaugurazione della centrale elettrica a carbone di Civitavecchia, 30 luglio 2008; citato ne il manifesto, 1° agosto 2008

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“Per tutta la mia vita adulta mi sono state mostrate delle fotografie scattate in Polonia nella meravigliosa estate del 1939: bimbi che giocano al sole, donne eleganti che passeggiano per Cracovia. Ho persino visto la foto di un matrimonio avvenuto nel giugno del 1939, nel giardino di una casetta di campagna di cui adesso sono proprietaria. Tutte queste foto sono avvolte da un certo alone tragico: sappiamo cos'è accaduto dopo. Il settembre del 1939 si portò dietro due invasioni, una da est e una da ovest, e occupazioni, caos, distruzione, genocidio. La maggior parte delle persone che partecipò a quel matrimonio morì di lì a breve oppure scappò all'estero. Nessuno di loro tornò mai più alle proprie case. Col senno di poi, tutti loro ci sembrano incredibilmente ingenui. Al posto di celebrare matrimoni non potevano semplicemente mollare tutto e prepararsi per la guerra quando ancora era possibile farlo? E adesso, nell'estate del 2014, mi tocca chiedermi: non dovrebbero fare altrettanto gli ucraini? E le popolazioni dell'Europa centrale?”

Anne Applebaum (1964) giornalista e saggista statunitense

Origine: Da War in Europe is not a hysterical idea http://www.washingtonpost.com/opinions/anne-applebaum-war-in-europe-is-not-a-hysterical-idea/2014/08/29/815f29d4-2f93-11e4-bb9b-997ae96fad33_story.html, washingtonpost.com, 29 agosto 2014; tradotto in Bisogna prepararsi a una guerra in Europa? http://www.ilpost.it/2014/08/31/guerra-putin-europa/, Il Post.it, 31 agosto 2014.

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“Credi forse che questa Terra sia la unica dimora dell'Uomo? I vostri corpi, anche se circoscritti nel Tempo e nello Spazio, sono tratti da tutto ciò che si trova nel Tempo e nello Spazio. Quanto di voi proviene dal Sole, vive nel Sole. Quanto di voi procede dalla Terra, vive nella Terra. E così con tutte le altre sfere ed infiniti spazi intermedi. Solo gli sciocchi amano credere che la Terra sia l'unica dimora dell'Uomo, e che le miriadi di corpi fluttuanti nello Spazio non siano altro che ornamenti per la sua residenza e distrazioni per i suoi occhi. La Stella del Mattino, la Via Lattea, le Pleiadi, non sono le dimore dell'Uomo meno di quanto lo sia questa Terra. Ogni volta che esse inviano un raggio al suo occhio, innalzano lui a se stesse. Tutte le volte che egli passa sotto di esse, le attira verso di sé. Tutte le cose sono incorporate nell'uomo ed egli, a sua volta, è incorporato in esse. L'universo è solo un singolo corpo. Entrate in comunione con la sua più minuta particella, e sarete in comunione con tutto. E come voi, da vivi, morite continuamente, così, da morti, vivete incessantemente; se non in questo corpo, in un altro di diversa forma. Ma voi continuerete a vivere in un corpo finché non vi dissolverete in Dio; il che è come dire, fino a quando non prevarrete su ogni mutamento. […] Il Tempo ha, come legge, la ripetizione. Una volta accaduta nel Tempo, una cosa è destinata a continue ripetizioni; gl'intervalli, nel caso dell'uomo, possono essere lunghi o brevi a seconda dell'intensità dei desideri di questi e della sua volontà per la ripetizione. Se voi, passando dal ciclo noto come vita a quello conosciuto come morte, vi porterete dietro brame inestinte per la Terra ed appetiti insoddisfatti per le sue passioni, allora la calamita della Terra vi attirerà nuovamente al proprio seno. E la Terra vi allatterà, ed il Tempo vi svezzerà, vita dopo vita e morte dopo morte, finché, consenzienti e d'accordo, non vi svezzerete da soli una volta per tutte.”

Mikha'il Nu'ayma (1889–1988) scrittore e poeta libanese

Origine: Il libro di Mirdad, pp. 133-134

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“L'estate del 1976 può essere vista come uno spartiacque per l'immagine della chimica presso gli italiani. Se prima per almeno vent'anni era stata idolatrata come anima del progresso, dopo Seveso la chimica cadde giù dal piedistallo.”

Gianni Fochi (1950) divulgatore scientifico e giornalista italiano

Origine: Citato in una recensione su Avvenire, 7 novembre 2012, p. 24.
Origine: La chimica fa bene, p. 130

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“I paesi democratici e quelli dittatoriali presentano naturalmente delle differenze ideologiche, ma ciò non dovrebbe precludere loro la possibilità di mantenere buoni rapporti. Dopo tutto, dobbiamo convivere nello stesso mondo, che ci piaccia o no.”

Joseph P. Kennedy (1888–1969) aviatore statunitense

Origine: Da un discorso tenuto come ambasciatore americano in Inghilterra davanti agli alti gradi della Marina britannica durante il Trafalgar Day, poco dopo il rientro di Neville Chamberlain da Monaco, ove era stato sottoscritto il Trattato del 29/30 settembre 1938; citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 129.

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“È una macchina diabolica, l'esercito, e il militarismo un ingranaggio mortale. Lo sai qual è la ricetta per fotter le reclute fin dal momento in cui arrivano alla caserma, Bernard? Prima si schierano sul piazzale coi loro abiti borghesi affinché ricordino d'appartenere a una società priva di uguaglianza, vale a dire un consorzio nel quale c'è chi veste bene e chi veste male. Poi gli si infila l'uniforme affinché si illudano d'accedere a un sodalizio di uguali, vale a dire un consorzio nel quale tutti vestono i medesimi panni. Subito dopo si rimbecilliscono con le esercitazioni e le marce che stroncano. E-marciando-cantate-così-tenete il passo. (Però il passo non c'entra, Bernard. C'entra che a cantare non pensano, e a non pensare non s'accorgono di venir fottuti.) Infine si cancella la loro personalità, la loro individualità. Perché il soldato non deve essere un individuo, una persona: deve esser parte d un nucleo perfetto che agisce all'unisono. E lo sai qual è l'ingrediente per ottenere un nucleo perfetto o quasi perfetto? L'odio. L'odio collettivo cioè diretto verso lo stesso bersaglio, e non il bersaglio rappresentato dal nemico che la guerra ti procura o ti procurerà: il bersaglio rappresentato da un paria coi gradi di sergente. Il sergente becero, ignorante, di cui subisci la tirannia che gli è stata delegata dal tenente al quale è stata delegata dal capitano al quale è stata delegata dal maggiore al quale è stata delegata dal colonnello al quale è stata delegata dal generale al quale è stata delegata dalla Macchina, a cui hanno insegnato a berciare come a un cantante si insegna a gorgheggiare do-re-mi-fa-sol-la. Sì, gli hanno insegnato a usare la voce per comandarti e sfotterti e umiliarti, Bernard. E lui la usa nel modo prescritto. «Sei laureato, tu? Bene, allora va' a pulire i cessi.» Al contadino e all'operaio, invece: «Razza di piercolo, da che fogna vieni? Non sai nemmeno contare, somaro?» Poi dispetti, addestramenti forzati, canagliate, fino a quando laureati e contadini e operai lo odiano in uguale misura, e il nucleo quasi perfetto è ottenuto. "Quasi" perché manca il tocco finale, l'ingrediente decisivo, e indovina qual è il tocco finale. L'ingrediente decisivo. È l'amore. L'amore concentrato sullo stesso bersaglio che stavolta è il tenente o meglio ancora il capitano. Insomma l'ufficiale buono, comprensivo, paterno, che ascolta e consola e magari si rivolge a te con il Lei. «È laureato, lei? Bravo, me ne rallegro. È contadino, lei? Bravo, me ne compiaccio. È operaio, lei? Bravo, me ne complimento.» Oppure: «Sì, la rampogna del sergente è stata eccessiva: lo rimprovererò a mia volta. Voglio essere un amico, per voi, in caso di bisogno rivolgetevi a me.» Bisogno? Che bisogno? Ormai l'unico bisogno di cui hanno bisogno è ricevere amore, darlo, e dall'odio per il sergente passano all'amore per il tenente o il capitano. Il-mio-capitano. Per il loro capitano accettano qualsiasi sacrificio, qualsiasi martirio, sono pronti a crepare. Con lui salteranno fuori dalla trincea, con lui si lanceranno contro la mitragliatrice che falcia, con lui uccideranno il nemico cioè il disgraziato che dall'altra parte della barricata ha subìto l'identico trattamento, con lui creperanno come bovi al macello. E questo, inutile dirlo, senza che sospettino d'esser le vittime d'un lurido imbroglio, le ruote di un ingranaggio ben oliato e ben collaudato. Perenne.”

I, IV, I; pp. 110–112
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