Frasi su parola
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“Il governo deve rispondere, siamo noi che paghiamo le tasse e che lavoriamo. La presidenza del Consiglio dica una parola invece di fare slogan del cazzo! Devono chiedere scusa, perché paghiamo le tasse anche per loro. Devono sapere che questo Paese esiste grazie alla gente che lavora.”

Maurizio Landini (1961) sindacalista italiano

Origine: Citato in Ast, Maurizio Landini: "Basta slogan del cazzo di questo governo, chiedano scusa. Basta Leopolde" http://www.huffingtonpost.it/2014/10/29/ast-landini-slogan-cazzo_n_6068046.html, HuffingtonPost.it, 29 ottobre 2014.

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“Attorno al fenomeno migratorio si sono appuntate tante angosce e paure che crescono in un periodo di recessione in realtà si tratta di una grande questione nazionale e simbolica, ma anche di un grande fantasma. In un periodo di crisi in cui sono assenti i significati, gli "incendi" nascono dalle parole, non è secondario il modo in cui lanciamo i messaggi.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in Il Ministro Andrea Riccardi alla presentazione del rapporto dell'Istat "I migranti visti dai cittadini", cita Carta di Roma http://www.cartadiroma.org/news/il-ministro-andrea-riccardi-alla-presentazione-del-rapporto-dellistat-i-migranti-visti-dai-cittadini-cita-carta-di-roma/, Cartadiroma.org, 12 luglio 2012.

“La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole.”

Sebastiano Vassalli (1941–2015) scrittore italiano

da Amore lontano, Einaudi

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“La "speranza" è la pennuta creatura – | che si posa nell'anima – | e canta melodie senza parole – | e non smette mai – proprio mai – || e dolcissima – nella Brezza – è udita – | e violenta dev'essere la tempesta – | che possa confondere l'Uccellino | che così tanti riscaldò – || l'ho udita nella landa più gelida – | e sul Mare più remoto – | eppure, mai, alla Fine, | ha chiesto un briciolo – di me.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J254 – F314, vv. 1-12
Lettere
Origine: Poesia citata in maniera ironica da Woody Allen: «Come si sbagliava Emily Dickinson! La speranza non è "la cosa con le piume." La cosa con le piume è mio nipote. Devo portarlo da uno specialista a Zurigo.»
Origine: Citato in Criminal Minds, stagione 5, episodio 16: «Emily Dickinson ha scritto: "La speranza è un essere piumato che si posa sull'anima e canta melodie senza parole e non si ferma mai".»
Origine: In Tutte le poesie. J251 – 300 http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

“Perché la fai tanto lunga su un tema così poco importante? Le parole devono essere proporzionate all'argomento che si affronta.”

Labota re di Sparta

citato in Plutarco, Apophthegmata Laconica, 224 C; traduzione di Giuseppe Zanetto, Adelphi, 1996, ISBN 978-88-459-1208-5

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“La diversa interpretazione delle medesime parole da parte di esseri di mentalità dissimile è stata una causa frequente di lotte storiche.”

Gustave Le Bon (1841–1931) antropologo, psicologo e sociologo francese

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“[Sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016] Mi dispiace dover essere ambasciatore di cattive notizie, ma sono stato chiaro l'estate scorsa quando vi ho detto che Donald Trump sarebbe stato il candidato repubblicano alla presidenza. Ed ora vi porto notizie ancora più terribili e sconfortanti: Donald J. Trump vincerà a Novembre. Questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio part-time, e sociopatico a tempo pieno, sarà il nostro prossimo presidente. Presidente Trump. Forza, pronunciate queste parole perché le ripeterete per i prossimi quattro anni: "Presidente Trump."”

Michael Moore (1954) regista statunitense

I am sorry to be the bearer of bad news, but I gave it to you straight last summer when I told you that Donald Trump would be the Republican nominee for president. And now I have even more awful, depressing news for you: Donald J. Trump is going to win in November. This wretched, ignorant, dangerous part-time clown and full time sociopath is going to be our next president. President Trump. Go ahead and say the words, 'cause you'll be saying them for the next four years: "President Trump".
Origine: Tradotto da Milena Sanfilippo in 5 motivi per cui Donald Trump vincerà http://www.huffingtonpost.it/michael-moore/5-motivi-per-cui-donald-trump-vincera_b_11166616.html, 'HuffingtonPost.it, 24 luglio 2016.
Origine: Da 5 Reasons Why Trump Will Win http://www.huffingtonpost.com/michael-moore/5-reasons-why-trump-will-_b_11156794.html, HuffingtonPost.com, 23 luglio 2016.

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“Come fa uno a farisi capace che il tempo passa, e lo cangia, se tutti i jorni e tutte le notti non fa altro che ripetiri squasi meccanicamenti gli stissi gesti e diri le stisse paroli?”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

da Un giro in giostra, in Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta, Sellerio editore, Palermo, 2011, p. 235

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“Non mi fa paura la parola matrimonio tra persone dello stesso sesso. Tanti a sinistra invece ce l'hanno. Se due persone si amano si sposano, non vedo dove sia il problema.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Da un'intervista a Repubblica TV; citato in Luisa De Montis, Marino: "Sì a matrimoni gay e adozioni". La diocesi di Roma: "Si deraglia dalla Costituzione" http://www.ilgiornale.it/news/interni/marino-s-matrimoni-gay-e-adozioni-diocesi-roma-si-deraglia-967602.html, il Giornale.it, 15 novembre 2013.

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“Quando con delle sentenze basate sul ribaltamento della realtà si vuole ribaltare la decisione popolare e si vuole sostituire chi è stato eletto dal popolo, questa si chiama con una parola sola: volontà eversiva ed eversione.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Berlusconi: "Giudici eversivi". L'Anm: "Basta insulti e invettive" http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/berlusconi-varie/berlusconi-29mag/berlusconi-29mag.html, Repubblica.it, 29 maggio 2009.

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“Fabio Grossi un protagonista formidabile, intelligente di arguzie e di impulsi scattanti, grido ribelle senza parola.”

Alberto Testa (danzatore) (1922–2019) danzatore e coreografo italiano

Origine: Da Cittàmese, febbraio-marzo 2007; citato in Estratti stampa http://www.fabiogrossi.it/popup/stampa-print.html, fabiogrossi.it.

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“Il mio primo scudetto all'Inter non lo abbiamo vinto in campo bensì al centro sportivo di Appiano Gentile. Era un sabato e il nostro inseguitore era il Milan, che nell'anticipo di quella sera era stato battuto rendendoci così campioni. Era la terz'ultima di campionato e noi dovevamo giocare il giorno dopo col Siena. Al centro esplose subito la baldoria, con tutta la squadra a chiedermi di andare a festeggiare in Piazza Duomo assieme ai tifosi. Io ho pensato: se ci andiamo non andremo a letto prima delle tre-quattro del mattino e poi scendiamo in campo stanchi e addormentati e la striscia di partite di fila sempre vinte finisce lì. No, non possiamo farlo: "Tutti a letto" ho tuonato. Quando già ero in camera mia pronto a coricarmi bussa alla porta Júlio Cesar. Il suo era un grido di dolore, piangeva a dirotto: "Mister, dobbiamo andarci in Piazza Duomo, ci aspettano in migliaia. Se non ci andremo tu in vita tua non vincerai più niente". Parole che sembravano una maledizione. Ho pensato: "Sono fregato". Non sono superstizioso, ma quelle parole mi hanno lasciato traballante. Bene. Andiamoci tutti: e così è avvenuto. I tifosi quando ci hanno scoperto sono diventati pazzi. Siamo tornati ad Appiano verso le tre di domenica e nel pomeriggio i giocatori sono stati fantastici, dando tutto per non perdere l'imbattibilità e per non consentire agli avversari di dire che avevano battuto i neocampioni d'Italia. Questi ricordi, lo ripeto, mi procurano tanta nostalgia. Gioisco per i successi dell'Inter e soffro quando l'Inter viene battuta o fermata, com'è successo in queste ultime settimane… Fra l'altro, l'unica volta in vita mia in cui ho vinto ai rigori è stata la Supercoppa Italiana conquistata contro la Roma, il primo dei miei trofei nerazzurri. È che quando si va ai rigori per decidere il vincitore mi assale il panico. Così perdo sempre, comprese due finali di Champions League. Soltanto l'Inter mi ha regalato anche questa gioia.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)

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“Se le sue parole sono buone e le sue azioni belle.”

Agesilao II di Sparta (-444–-360 a.C.) re di Sparta

213 C
Citazioni di Agesilao

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“Io non ho mai detto a Gentiloni che è una merda. Mai. Ci siamo scambiati alcuni sms dopo aver letto i giornali. E lui, con lealtà, ha ammesso di non avermi mai sentito pronunciare una simile parola. Ripeto: io non ho mai detto che Gentiloni è una merda… mentre non ho problemi a confermare che molti miei colleghi [del Partito Democratico] sono degli sciacalli.”

Matteo Orfini (1974) politico italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata al Corriere della Sera; citato in Orfini: «Non ho mai detto che Gentiloni è una merda» http://www.ilpost.it/2013/07/12/orfini-gentiloni-merda-sciacalli/, Il Post.it, 12 luglio 2013.

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“Interrogato quale fosse la cosa più bella tra gli uomini, disse: «La libertà di parola».”

Diogene Laerzio (180–240) storico greco antico

VI, 69; 2009, p. 228
Vite dei filosofi

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“Lo spirito dell'ira è peccato, non le parole; e lo spirito dell'ira è l'imprecazione. Cominciamo a bestemmiare prima di poter parlare.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Imprecazioni d'autore

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“L'è mort? l'è propri mort? Cossa voeur dì | Sta gran parola che fa tant spavent?”

Tommaso Grossi (1790–1853) scrittore e poeta italiano

da In morte di Carlo Porta, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921

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“Vedrai che un giorno di Berlusconi rimarrà soprattutto il ricordo dell'uomo che tolse la parola a Enzo Biagi.”

Giovanni Ferrara (1928–2007) scrittore, storico e politico italiano

citato in Sandra Bonsanti, Il garante della stanza accanto http://www.libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.php?id=1583&id_titoli_primo_piano=6, in Libertà e Giustizia, 6 novembre 2007

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“La migliore vendetta su un bugiardo è quella di convincerlo di aver creduto alle sue parole.”

Nassim Nicholas Taleb (1960) filosofo, saggista e matematico libanese

Il letto di Procuste

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“L'uomo buono deve mostrare nelle sue parole come pensa e nelle sue opere come agisce.”

Iperide (-390–-322 a.C.) politico e oratore ateniese

fr. 208 Jensen, conservato da Giovanni Stobeo in Florilegio, IV, 23, 34 ed. Wachsmuth-Hense; traduzione in Oratori attici minori, p. 313
Orazioni, Frammenti, Di orazioni non identificate

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“Conosci me, la mia lealtà, | tu sai che oggi morirei per onestà. | Conosci me, il nome mio, | tu sola sai se è vero o no che credo in Dio.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da Pensieri e parole, lato B, n. 1
Lucio Battisti vol. 4

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“Unu che mi pigghia a malue parole io nun lo zaluto mango cu a mano!”

Maria Fortuna Incostante (1952) politica e insegnante italiana

Rivolto a Beppe Grillo al termine della sua audizione alla Commissione senato
da tg24.sky.it http://tg24.sky.it/tg24/politica/2009/06/10/beppe_grillo_diretta_senato.html, 10 giugno 2009

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“I fatti storici sono lo stile della parola di Dio e questa parola non può essere condizionale.”

Léon Bloy (1846–1917) scrittore, saggista e poeta francese

da Introduzione, cap. XI, p. 54
L'anima di Napoleone

“E chissà se Vasco Rossi, con le parole semplici delle canzoni, non finirà per essere più convincente dei tanti intellettuali che, derisi e vilipesi, da decenni denunciano e annunciano il crepuscolo della Modernità.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da «Il crepuscolo della modernità. È ora di fare un passo indietro.» http://www.massimofini.it/2008/il-crepuscolo-della-modernita-e-ora-di-fare-un-passo-indietro, 2008.

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“Le parole sono lame d'erba che attraversando gli ostacoli, germogliano sulla pagina; lo spirito delle parole che si muove nel corpo è concreto e palpabile come la carne; la fame di creare è altrettanto materiale quanto le dita e la mano. Guardo le mie dita, vedo crescervi piume. Dalle dita, mie piume, inchiostro nero e rosso cola sulla pagina.”

Gloria Anzaldúa (1942–2004)

da Terre di confine. La frontera, a cura di Paola Zaccaria, Palomar, Bari, 2000, p. 113.
Origine: Citato in Pierre Lepori, Wolf in translation; in Louis Wolfson, Cronache da un pianeta infernale, a cura di Pietro Barbetta ed Enrico Valtellina. Con un saggio del premio Nobel J.M.G. Le Clézio, Manifestolibri, 2014, pp. 92-93. ISBN 978-88-7285-757-1

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“Non è vero che ci sono parole per esprimere ogni cosa. E non è neanche vero che i pensieri sono fatti sempre di parole.(…) Le regioni interiori non coincidono con il linguaggio, esse si trascinano là dove le parole non riescono a soffermarsi. Spesso sono le cose essenziali quelle su cui non si può dire più niente, e l'impulso di parlarne scorre bene perché va oltre senza fermarcisi. Solo in occidente si pensa di risolvere questo disordine parlandone. Il parlare non rimette ordine né nella vita del campo di mais né in quella sull'asfalto. E solo in occidente si pensa anche che non ha senso ciò che non si riesce a sopportare. Che cosa può fare il parlare? Quando gran parte della mia vita non quadra più, anche le parole vanno a fondo. Ho visto precipitare le parole che avevo. Ed ero certa che insieme ad esse, se le avessi avute, sarebbero precipitate anche quelle che non avevo. Le parole non esistenti sarebbero diventate come quelle esistenti che precipitavano. Non ho mai saputo di quante parole ci sarebbe stato bisogno per coprire completamente lo smarrimento della fronte. Uno smarrimento che subito si allontana di nuovo dalle parole trovate per definirlo. Ma di quali parole si tratta e come dovrebbero essere subito pronte a scambiarsi con altre per recuperare i pensieri. E che cosa significa recuperare. Il pensiero però parla con se stesso in modo del tutto diverso da come le parole parlano con esso. Il desiderio tuttavia di poterlo dire. Se non avessi avuto sempre questo desiderio, non si sarebbe arrivati a sperimentare nomi per il cardo da latte, per chiamarlo con il suo vero nome. Senza questo desiderio non avrei prodotto intorno a me quel senso di vergogna come conseguenza di una vicinanza malriuscita.”

Herta Müller (1953) scrittrice tedesca

Il re s'inchina e uccide

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“E il babbo diceva è perché sei vergine: non vedi? Le donne non sono mai vergini. La purezza è uno stato negativo e perciò contronatura. È la natura che ti fa soffrire non Caddy e io dicevo Queste sono soltanto parole e lui diceva Anche la verginità è una parola e io dicevo tu non sai. Non puoi sapere e lui diceva Sì. Nell'attimo, in cui si arriva a rendersene conto si scopre che non è più una tragedia.
Dove cadeva l'ombra del ponte potevo spingere lo sguardo molto in basso, ma non fino al fondo. Quando lasci una foglia nell'acqua per molto tempo dopo un po' il tessuto se ne va e restano le fibre delicate a ondeggiare con la stessa lentezza dei movimenti che si fanno nel sonno. Non si toccano, anche se prima formavano un groviglio… E forse quando Lui dirà Sorgete anche gli occhi verranno a galla, dal silenzio e dal sonno dell'abisso, per contemplare la sua gloria.
Non vedevo il fondo ma potevo spingere lo sguardo molto in basso nel moto dell'acqua, prima che l'occhio si desse per vinto, e allora vidi un'ombra sospesa come una grossa freccia che andava contro corrente. Le effimere entravano e uscivano dall'ombra del ponte sfiorando la superficie. Se di là ci fosse almeno un inferno: la pura fiamma noi due più che morti. Allora tu avrai soltanto me allora solo me allora noi due tra l'esecrazione e l'orrore oltre la pura fiamma… Il vorticce che svaniva fu portato via fu portato via dalla corrente e allora rividi la freccia, ferma a un palmo dalla superficie, tremare appena al moto dell'acqua sopra la quale le effimere volteggiando si posavano.
Tu e io soltanto allora tra l'esecrazione e l'orrore in un cerchio di pura fiamma”

The Sound and the Fury

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“So che stai leggendo tardi questa
poesia, prima di lasciare l' ufficio
con l'abbagliante lampada gialla e la finestra nel buio
nell'apatia di un fabbricato sbiadito nella quiete
dopo l'ora di traffico. So che stai leggendo questa poesia
in piedi nella libreria lontano dall'oceano
in un giorno grigio di primavera, fiocchi sparsi di neve
spinti attraverso enormi spazi di pianure intorno a te.
So che stai leggendo questa poesia
in una stanza dove tanto è accaduto che non puoi sopportare
dove i vestiti giacciono sul letto in cumuli stagnanti
e la valigia aperta parla di fughe
ma non puoi ancora partire. So che stai leggendo questa poesia
mentre il treno della metropolitana perde velocità e prima di salire
le scale
verso un nuovo tipo d'amore
che la vita non ti ha mai concesso.
So che stai leggendo questa poesia alla luce
del televisore dove immagini mute saltano e scivolano
mentre tu attendi le telenotizie sull'intifada.
So che stai leggendo questa poesia in una sala d'attesa
Di occhi che s'incontrano sì e no, d'identità con estranei.
So che stai leggendo questa poesia sotto la luce al neon
nel tedio e nella stanchezza dei giovani fuori gioco,
che si mettono fuori gioco quando sono ancora troppo giovani. So
che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti
ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però
continui a leggere perché anche l'alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa
scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro
nella mano
poiché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua
indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle
e voglio sapere quali siano queste parole.
So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa,
diviso fra rabbia e speranza
ricominciando a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non rimane
nient'altro da leggere
là dove sei atterrato, completamente nudo.”

Adrienne Rich (1929–2012) poetessa e saggista statunitense

An Atlas of the Difficult World

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“Ti scrivo mentre tu sei da qualche parte a comprare la Coca-Cola. È la prima volta in vita mia che scrivo una lettera a qualcuno seduto accanto a me su una panchina. Ma se non facessi così dubito che riuscirei a farti arrivare quello che ti voglio dire. Perché tu non ascolti niente di quello che dico, prova a dire che non è vero. “Se può interessarti, oggi tu hai fatto una cosa molto grave nei miei confronti. Non ti sei neanche accorto che ho cambiato pettinatura. Piano piano, con sacrificio, avevo aspettato che mi crescessero i capelli e lo scorso week-end finalmente mi sono fatta fare un taglio femminile. Ma tu non ci hai fatto neanche caso. Ero così sicura di essere carina nella mia nuova pettinatura che non vedevo l'ora di farti una sorpresa, tanto più che era la prima volta che ci vedevamo da tanto tempo. E tu non te ne sei nemmeno accorto! Ti rendi conto di che vuoi dire? Figuriamoci, se è per questo probabilmente non sapresti dire neanche com'ero vestita. Ma guarda che io sono una donna. Per quanti pensieri tu possa avere, potresti almeno degnarmi di uno sguardo. Sarebbe bastato poco. Se solo mi avessi detto, non dico tanto, qualcosa tipo “Carina, questa pettinatura‟, ti avrei lasciato fare come volevi, immergerti nei tuoi pensieri quanto volevi. “Perciò sto per dirti una bugia. Ti dirò che ho un appuntamento a Ginza con mia sorella. Non è vero. Pensando di restare stanotte a dormire da te mi ero portata perfino il pigiama. Sì, se lo vuoi sapere nella mia borsa ci sono pigiama e spazzolino da denti. Mi viene da ridere, se penso a quanto sono cretina. A te l'idea di invitarmi a casa tua non ti ha sfiorato nemmeno. Ma non importa. Visto che ci tieni tanto a startene da solo fregandotene altamente di me, rimani pure da solo e pensa a tutti i tuoi problemi quanto vuoi senza nessuna interferenza da parte mia. “Il guaio è che non riesco nemmeno ad avercela con te. Mi sento soprattutto sola. In fondo sei sempre stato gentile con me mentre io per te non ho fatto niente. Tu sei sempre chiuso nel tuo mondo e ogni volta che io provo a bussare e a chiamarti tu mi lanci al massimo un'occhiata e subito ti richiudi in te stesso. “Eccoti che torni con la Coca-Cola. Vieni verso di me tutto sprofondato nei tuoi pensieri. Quanto vorrei che inciampassi! Ma non inciampi, ti siedi accanto a me come prima e bevi la tua Coca. Avevo un residuo di speranza che tornando notassi qualcosa e dicessi: “Di' un po‟, ma hai cambiato pettinatura?‟ Invece niente. Se te ne fossi accorto anche in ritardo avrei strappato questa lettera e ti avrei detto: “Dai, andiamo a casa tua. Ti cucinerò una cena favolosa e poi andremo a letto felici e contenti‟. Ma tu sei ottuso come un pezzo di legno. Sayonara.
P. S. La prossima volta che ci vediamo a lezione evita di rivolgermi la parola.”

Norwegian Wood

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