Frasi su arrivo
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“Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Variante: Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto
Origine: Aforisma del 1945 o 1946, Archivio Einstein 36-570.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 34

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“La via che arriva al prossimo è, per me, lunghissima.”

da IV quaderno; 1988
Quaderni in ottavo

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“Dire quella parola e poi morire: cosa v'è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell'uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Colui che ha vinto la battaglia di Waterloo non è Napoleone messo in rotta, non è Wellington, che alle quattro ripiega e alle cinque è disperato, non è Blücher che non ha affatto combattuto; colui che ha vinto la battaglia di Waterloo è Cambronne. Poiché fulminare con una parola simile il nemico che v'uccide, significa vincere.
Dar questa risposta alla catastrofe, dire siffatta cosa al destino, dare codesta base al futuro leone, gettar codesta ultima battuta in faccia alla pioggia della notte, al muro traditore d'Hougomont, alla strada incassata d'Ohain, al ritardo di Grouchy e all'arrivo di Blücher; esser l'ironia nel sepolcro, fare in modo di restar ritto dopo che si sarà caduti, annegare in due sillabe la coalizione europea, offrire ai re le già note latrine dei cesari, fare dell'ultima delle parole la prima, mescolandovi lo splendore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo col martedì grasso, completare Leonida con Rabelais, riassumer questa vittoria in una parola impossibile a pronunciare, perder terreno e conquistare la storia, aver dalla sua, dopo quel macello, la maggioranza, è una cosa che raggiunge la grandezza eschilea.
La parola di Cambronne fa l'effetto d'una frattura: la frattura d'un petto per lo sdegno, il soverchio dell'agonia che esplode.”

II, I, XV; 1981
I miserabili

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“L'arte, come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente […] aristocratica.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Origine: Confessioni e battaglie, Serie seconda, p. 53

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“Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Si arriva all'assassinio per amore o per odio, alla propaganda dell'assassinio solo per malvagità.”

Isaac Bashevis Singer (1902–1991) scrittore polacco

Origine: Da Satana a Goray. Frase identica a quella presente in Italo Svevo (vedi), La coscienza di Zeno.

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“Il poeta è un fingitore. | Finge così completamente | Che arriva a fingere che è dolore | Il dolore che davvero sente.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Una sola moltitudine, a cura di Antonio Tabucchi con la collaborazione di M.J. de Lancastre, Adelphi, Milano 1987, vol. I, p. 165
Il poeta è un fingitore
Variante: Il poeta è un fingitore. | Finge così completamente | Che arriva a fingere che è dolore | Il dolore che davvero sente.

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“Mentre scendevamo mi disse: "Oh, deve stare attento, l'entrata è un po' scomoda". "Lo so, grazie," risposi. Questa storia cominciava ad annoiarmi. […] Diedi un colpo alla porta di pesante tela e mi lanciai attraverso con decisione. Naturalmente inciampai sul gradino, volai per aria e, prima di rendermi conto di cosa fosse successo, mi ritrovai con i denti ben conficcati tra una lampadina rossa e una blu in mezzo alle luci della ribalta. Stavo recitando in un teatro molto capiente, il che significa che qualunque sia la reazione degli spettatori arriva con la forza di un tuono a chi sta davanti a loro sul palcoscenico. Il volume di quella reazione specifica mi rintronò per un secondo o due. Mi rimisi in piedi in qualche modo, spolverandomi un po' i vestiti e stetti fermo per un attimo a scrutare il pubblico; poi mi girai e gettai uno sguardo a Ruby Miller che era sufficientemente professionista da non muovere un capello. Tornai a guardare il pubblico con aria supplichevole, ma non sembrava intenzionato a rinunciare così facilmente alla più grande risata del secolo. Nei molti anni trascorsi da allora a oggi ho recitato con gioia in numerose commedie […] Mi sono illuso di poter generalmente conquistare il livello di risate che io o la situazione comica meritavamo, ma ho sospirato invano; mai, proprio mai, nella mia vita ho sentito un suono così esplosivo e alto come il gioioso clamore sollevato da quel pubblico. Tutte le volte che ho pensato di avere motivo per essere soddisfatto di me stesso, il ricordo della mia prima entrata su un palcoscenico professionale ha immediatamente ristabilito il mio senso di equilibrio. Avanzai con aria miserevole sul palcoscenico verso Ruby e sedetti al suo fianco sul divano, lasciando che lei, con il suo fantastico senso della sincronizzazione, da grande esperta, facesse smettere quelle risate. […] Finalmente la mia parte sulla scena si concluse, mi alzai, mi chinai a baciare la mano a Ruby e uscii, questa volta evitando il gradino, piacevolmente accompagnato da un breve, allegro scoppiettio di applausi da parte di quel generosissimo pubblico. Al che mi montai la testa, in un allarmante risorgere di presunzione.”

Laurence Olivier (1907–1989) attore e regista britannico

Origine: Confessioni di un peccatore, pp. 36-37

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“[Nel 2008 sulla striscia vincente al Roland Garros] È incredibile, non perde mai una partita. Che ne diresti di sperimentare qualche sconfitta? Niente! Non Nadal, lui arriva, vince e si tiene il titolo.”

Bud Collins (1929–2016) giornalista e conduttore televisivo statunitense

Origine: Dal DVD n.9, I grandi del tennis, Gazzetta dello Sport, min. 1.10:30.

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“La bontà vigilante, paziente e longanime, arriva ben più in là e più rapidamente che non il rigore e il frustino.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

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“La primavera non è primavera se non arriva troppo presto.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da A Miscellany of men.

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“Questo uomo anziano, questa donna anziana, sono inutili; scarichiamoli, cerchiamo di mandarli nelle case di cura, come si fa con l'impermeabile d'estate con tre naftaline in tasca, negli ospizi perché pensiamo che ora sono da scartare, perché sono inutili. Questo bambino che è in arrivo è un peso per la famiglia: «Oh no, a cosa serve? Non ho idea. Scartiamolo e rimandiamolo al mittente.»”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Questo è ciò che la cultura della morte ci predica.
Omelie, Omelia nella solennità di san Raimondo Nonnato http://www.tempi.it/curate-la-vita-dal-principio-alla-fine-il-cristiano-non-puo-permettersi-il-lusso-di-essere-un-idiota#.UUyayTd42So, Buenos Aires, 31 agosto 2005

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“Partita con la Lazio, Ledesma mi ha battezzato. Che entrata a forbice! Non me la dimentico più. Ma mi piace giocare così: si cresce. In Brasile prendi la palla e puoi stare 20 secondi con la testa alta a pensare che farne, qui dopo tre secondi, se non la passi, arriva Ledesma.”

Alexandre Pato (1989) calciatore brasiliano

Origine: Citato in Pato: dietro l’'angolo c'’è sempre un Ledesma http://www.ilgiornale.it/news/pato-dietro-l-angolo-c-sempre-ledesma.html, Il Giornale.it, 30 maggio 2008.

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“Si passa tutta la vita a rincorrere il successo e quando si è all'arrivo lui è appena partito.”

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

da Dio Sorride, Compatiamolo!
Tutto in Una Notte, Dio Sorride, Compatiamolo!

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“Quella sera l'usuraio infamato Yankel D portò a casa la bambina. Eccoci qui, le disse, saliamo il gradino. Siamo arrivati. Questa è la tua porta. Ed ecco, questo che sto girando è il pomolo della tua porta. Ed ecco, qui è dove mettiamo le scarpe quando entriamo. E qui è dove appendiamo le giacche. Parlava come se lei potesse capirlo, mai in toni striduli o a monosillabi infantili, e assolutamente mai con parole senza senso. Questo è il latte che ti do da mangiare. Arriva dal lattaio Mordechai, di cui un giorno farai la conoscenza. Lui tira il latte da una mucca, cosa che se ci pensi è molto strana e inquietante, quindi non ci pensare… Questa è la mia mano che ti accarezza la faccia. Certe persone sono mancine, e altre sono destrorse. Noi non sappiamo ancora cosa sei tu, perché te ne stai semplicemente lì seduta e lasci che sia io a usare la mano… Questo è un bacio. È quello che succede quando si arricciano le labbra e si premono contro qualcosa, a volte altre labbra, a volte una guancia, a volte ancora qualcos'altro. Dipende… Questo è il mio cuore. Lo stai toccando con la mano sinistra non perché sei mancina, anche se potresti esserlo, ma perché sono io che la tengo contro il mio cuore. Quello che senti è il battito del mio cuore. È quello che mi tiene vivo.
Fece un lettino con giornali accartocciati in una pentola fonda per cuocere il pane e lo infilò delicatamente nel forno in modo che la bambina non fosse disturbata dal rumore delle cascatelle. Lasciò aperto lo sportello del forno e restò seduto a guardarla per ore come si potrebbe guardare una pagnotta che lievita.”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

p. 55

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“Il peggio arrivò verso la fine. Moltissime persone morirono proprio alla fine, e io non sapevo se avrei resistito un altro giorno. Un contadino, un russo, Dio lo benedica, vide in che stato ero, entrò in casa e ne uscì con un pezzo di carne per me.»
«Ti salvò la vita.»
«Non lo mangiai.»
«Non lo mangiasti?»
«Era maiale. Non ero disposta a mangiare maiale.»
«Perché?»
«Che vuol dire perché?»
«Come? Perché non era kosher?»
«Certo.»
«Ma neppure per salvarti la vita?»
«Se niente importa, non c'è niente da salvare.”

Variante: «Il peggio arrivò verso la fine. Moltissime persone morirono proprio alla fine, e io non sapevo se avrei resistito un altro giorno. Un contadino, un russo, Dio lo benedica, vide in che stato ero, entrò in casa e ne uscì con un pezzo di carne per me.»
«Ti salvò la vita.»
«Non lo mangiai.»
«Non lo mangiasti?»
«Era maiale. Non ero disposta a mangiare maiale.»
«Perché?»
«Che vuol dire perché?»
«Come? Perché non era kosher?»
«Certo.»
«Ma neppure per salvarti la vita?»
«Se niente importa, non c'è niente da salvare.»
Origine: Se niente importa, Raccontare storie, p. 25

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“[Ultime parole in punto di morte] Va bene, va bene, arrivo. Aspettate un momento.”

Papa Alessandro VI (1431–1503) 214° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Citato in l'Espresso, volume 43, edizioni 9-12, p. 28 ( Anteprima su Google Books http://books.google.it/books?id=rtvlAAAAMAAJ)

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“Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco e sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si fermano, mi sveglierei quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, mi butterei per terra al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l'arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.
Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni donna che è la mia prediletta e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con l'oblio.
Ho imparato così tanto da voi uomini…
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall'alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho imparato da voi, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, purtroppo starò per morire…”

Johnny Welch (1959) comico, attore e scrittore messicano

da Lo Que Le He Enseñado a la Vida

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“[Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] Le sentenze in linea di massima (cfr. il casino su Amanda Knox…) si rispettano, e se ne attendono le motivazioni: questo penso e questo farei se non vedessi un rischio preciso nella pesantissima, delicata e sorprendente sentenza di condanna del Tribunale di Napoli per Moggi e compagni. Non vorrei cioè che essa fosse un macigno a chiudere, invece che un argomento di riflessione. […] Machete adoperato a Napoli. Benissimo: la forza di gravità nei due sensi porta in basso e questo è il segnale che arriva dalla sentenza. Da un lato però mi basterebbe poter pensare che tutta questa vicenda fosse rimasta all'interno del recinto giudiziario, della verità processuale intendo, senza altre valutazioni politiche, o di opportunità ambientale, o di messaggio pubblico ecc. Con una sentenza opposta sarebbe crollato il potere istituzionale, non dimentichiamocelo (Figc, Alta corte del Coni ecc.). Dall'altro che se non sono state prese in considerazione altre prove finora, venga fatto nei successivi gradi di giudizio. Più verità, non un target prescelto. Senza cioè lasciare l'impressione che Moggi, bollato come l'Al Capone del calcio, sia servito perfettamente da tappo a una bottiglia di pessimo liquore per l'ubriacatura pubblica, finendo in un trappolone: sarebbe un rischio ancora peggiore.”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

citato in "A Napoli con il machete" http://ilfattoquotidiano.it/2011/11/10/a-napoli-con-il-machete/169668/, il Fatto Quotidiano.it, 10 novembre 2011

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“Il film parlato mi sembra l'antitesi dell'arte muta, […] quei personaggi che agiscono sullo schermo a bocca aperta mentre ci arriva la loro voce non si sa da dove mi sembrano tanti ventriloqui disorientati e agitati.”

Louis Jean Lumière (1864–1948) imprenditore e cineasta francesi

Origine: Citato in Virgilio Tosi, Breve storia tecnologica del cinema, p. 72, Bulzoni, 2001, ISBN 8883195388

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