Frasi su centro-sinistra
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“Fino a pochi anni fa, il bar era luogo di sedentari, la cui unica attività fisica era il sollevamento di bicchieri, boccette o mazzi di carte. Ma soprattutto negli ultimi anni, è diventato il centro di smistamento di tutta una serie di attività sportive contrassegnate dall'abbigliamento specializzato e da un'assoluta dedizione. Ecco alcuni dei più comuni atleti da bar.

I maratoneti

Gruppo di signori con pantaloncini di raso e canottiere traforate da cui erompono savane di peli. Sotto pance da gestanti nascondono marsupi pieni di misteriose pasticche rinvigorenti e bibite energomiche. Si involano in branchi verso i tornanti collinari e tornano sudatissimi, dicendo di aver percorso decine di chilometri. Alcuni si controllano il battito cardiaco, altri segnano i tempi sulla tabella di allenamento. Proprio quando credono di aver convinto tutti delle loro imprese sportive entra un amico con un borsello e dice: ""Ehi ragazzi, chi di voi ha dimenticato questo al ristorante, un'ora fa?"".

Il maratoneta solitario

Uomo magrissimo, di età indefinibile, sempre bagnato anche in estate, che corre con un'espressione di grande sofferenza sul volto, si tocca la gamba, si massaggia il fegato, tossisce e sputa ma continua a correre, nello smog cittadino e tra i clacson delle auto, alle due del pomeriggio in agosto e sotto la neve in gennaio, sempre con quel look da Calvario e un paio di occhiali gialli che forse nascondono lacrime. La domanda è: quale peccato deve scontare il maratoneta solitario?”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Ero il re del vicolo, mamma, potevo parlare davvero sboccato, ero il principe dei mendicanti incoronato in centro ad un festino di accattoni.”

Bruce Springsteen (1949) musicista e cantautore statunitense

Greetings from Asbury Park, N.J.

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“So che non sono io al centro della vita | e tanto meno tento di apparire sicuro in questa salita.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Più che puoi, n. 14
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“A Isfahan visitai una volta una bottega dove dinanzi a un grande telaio verticale una donna, con alla destra e alla sinistra tre giovinette, annodava un tappeto. Udire le parole di Cristina al Collegio di Musica o sull'Aventino non è che replica di quell'immagine, sorprenderla in bottega mentre con un gran foglio davanti annoda le frasi. Il nodo è un segreto di noi orientali, che così procediamo nel compiere la tela. Per questo, Lilla Cristina, la Sua opera ci appartiene. Ha rubato il nostro tempo, cioè il nostro computo del tempo − e così ci onora.”

Alessandro Spina (1927–2013) scrittore siriano naturalizzato italiano

Origine: Sorta di titolo onorifico con cui nelle piccole corti barbaresche dell'Africa del Nord si usava rivolgersi alle principesse reali. Cfr. G. Campo – A. Spina, Carteggio, nota a p. 220 e A. Spina Conversazione in Piazza Sant'Anselmo e altri scritti, p. 78.
Origine: Da Lettera di A. Spina a C. Campo del 1 novembre '71, in Cristina Campo − Alessandro Spina, Carteggio, Editrice Morcelliana, Brescia, 2007, ISBN 9788837221850, p. 219.

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“Che palle 'sta sinistra, sempre coi "poveri Rom e poveri migranti"”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Da un post su Facebook https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10152961169478155 del 14 maggio 2015.

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“Il potere si legittima davvero e solo per il continuo contatto con la sua radice umana e si pone con un limite invalicabile: le forze sociali che contano per se stesse, il crescere dei centri di decisione, il pluralismo che esprime la molteplicità irriducibile delle libere forme della vita comunitaria.”

Aldo Moro (1916–1978) politico e accademico italiano

durante il XI Congresso della Democrazia Cristiana, Roma, 29 giugno 1969
Origine: Citato in Giovanni di Capua, Aldo Moro : il potere della parola (1943-1978), Roma, Ebe, 1988.

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“Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch'io. […] Se dobbiamo difendere il crocifisso come "arredo", tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una "tradizione" (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta "civiltà ebraico-cristiana" (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno "scandalo" sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo – l'ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. […] Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Ma io difendo quella croce, 5 novembre 2009
Il Fatto Quotidiano

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“La storia ci insegna che la sinistra è sempre "contro qualcuno": contro i padri, contro la borghesia, contro la nazione, contro la bandiera.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2005
Origine: Da una lettera al convegno di Liberal; citato in Berlusconi attacca la sinistra: "Lo dico chiaro, io sono il bene" http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/politica/dibacdldue/sinbandd/sinbandd.html, Repubblica.it, 21 gennaio 2005.

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“[…] col tempo ho capito che, in quanto intellettuale, è meglio non andare alle manifestazioni. Uno dei difetti enormi degli intellettuali della sinistra italiana è stato quello di farsi portabandiera delle idee. Mentre invece se fossero gli osservatori dei portabandiera delle idee, capirebbero un po' di più.”

Francesco Piccolo (1964) scrittore e sceneggiatore italiano

Origine: Dall'intervista di Nicola Mirenzi, Francesco Piccolo su Maurizio Landini: "Le sue idee sono il male della sinistra" http://www.huffingtonpost.it/2015/03/28/piccolo-intervista-landini_n_6960544.html?utm_hp_ref=italy, Huffington Post.it, 28 marzo 2015.

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“Si dice che ci sono quattro tipi di cavalli: eccellenti, buoni, mediocri e cattivi. Il migliore correrà piano o forte, a destra o a sinistra, secondo la volontà del cavaliere, ancor prima di vedere l'ombra della frusta; il secondo miglior cavallo farà tutto bene come il primo, ma un attimo prima che la frusta lo raggiunga; il terzo correrà quando avvertirà dolore sul corpo; il quarto correrà solo dopo che il dolore gli sarà penetrato fin nel midollo delle ossa. Immaginate un po' quanto è difficile per il quarto cavallo imparare a correre! Ascoltando questa storia, quasi tutti vorremmo essere il cavallo migliore. Se non è possibile essere il migliore, vogliamo essere il secondo dopo di lui. È questo, credo, il modo consueto di intendere questa storia e lo Zen. Può darsi che pensiate che, sedendo in zazen, scoprirete se siete tra i migliori cavalli o tra i peggiori. Qui, tuttavia, ci troviamo di fronte a un fraintendimento dello Zen. Se pensate che scopo della pratica zen sia addestrarvi a diventare uno dei cavalli migliori, allora avrete veramente un grosso problema. Ma non è questo il retto intendimento. Se praticate lo Zen nel modo giusto non ha alcuna importanza che voi siate il cavallo migliore o peggiore. Se considerate la misericordia del Buddha, quale pensate sia l'atteggiamento del suo cuore nei confronti dei quattro tipi di cavalli? Egli avrà più simpatia per i peggiori che non per i migliori. Quando siete decisi a praticare lo zazen con la grande mente di Buddha, scoprirete che il cavallo peggiore è quello che vale di più. Proprio nelle vostre imperfezioni troverete la base per la vostra mente ferma, la mente che cerca la via.”

Shunryū Suzuki (1904–1971) monaco buddhista

Origine: Mente Zen, Mente di principiante, pp. 33-34

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“Guarda la luna che sorge, | su dall'est la rotonda luna argentea, | bella sui tetti, sinistra, fantomatica luna, | luna silente, immensa.”

Canto funebre per due veterani, p. 397
Foglie d'erba, Rulli di tamburo

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“Bisognerebbe saper attendere, raccogliere, per una vita intera e possibilmente lunga, senso e dolcezza, e poi, proprio alla fine, si potrebbero forse scrivere dieci righe valide. Perché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si acquistano precocemente), sono esperienze. Per scrivere un verso bisogna vedere molte città, uomini e cose, bisogna conoscere gli animali, bisogna capire il volo degli uccelli e comprendere il gesto con cui i piccoli fiori si aprono al mattino. Bisogna saper ripensare a itinerari in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e congedi previsti da tempo, a giorni dell'infanzia ancora indecifrati, ai genitori che eravamo costretti a ferire quando portavano una gioia e non la comprendevamo (era una gioia per qualcun altro), a malattie infantili che cominciavano in modo così strano con tante profonde e grevi trasformazioni, a giorni in stanze silenziose e raccolte e a mattine sul mare, al mare sopratutto, a mari, a notti di viaggio che passavano con un alto fruscio e volavano assieme alle stelle - e ancora non è sufficiente poter pensare a tutto questo. Bisogna avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti e di lievi, bianche puerpere addormentate che si rimarginano. Ma bisogna anche essere stati accanto ad agonizzanti, bisogna essere rimasti vicino ai morti nella stanza con la finestra aperta e i rumori intermittenti. E non basta ancora avere ricordi. Bisogna saperli dimenticare, quando sono troppi, e avere la grande pazienza di attendere che ritornino. Perché i ricordi in sé ancora non sono. Solo quando diventano sangue in noi, sguardo e gesto, anonimi e non più distinguibili da noi stessi, soltanto allora può accadere che in un momento eccezionale si levi dal loro centro e sgorghi la prima parola di un verso.”

The Notebooks of Malte Laurids Brigge

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“Se ho scelto Dublino per scena è perché quella città mi appariva come il centro della paralisi.”

James Joyce (1882–1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese

Origine: Da Letter to Grant Richards, 5 maggio 1906; citato in Ulisse: Guida alla lettura, Mondadori, 2000.

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“Se Dio è come il fuoco, che io ne sia bruciato. Se Dio è come l'acqua, che io anneghi in essa. Se Dio è come l'aria, che in essa voli. Se Dio è come la terra, che io scavi in essa la mia vita, finché non abbia raggiunto il centro.”

Variante: "Se Dio è come il fuoco, che io ne sia bruciato. Se Dio è come l'acqua, che io anneghi in essa. Se Dio è come l'aria, che in essa voli. Se Dio è come la terra, che io scavi in essa la mia vita, finché non abbia raggiunto il centro."
Origine: L'ultimo crociato, p. 252

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“Tu non smetterai di essere il centro di tutti i miei pensieri.”

Raf (1959) cantautore italiano

da In tutti i miei giorni
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“Si pensa che la sinistra debba portare avanti quelli che la vita ha fatto nascere indietro.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Dall'intervista delle Iene http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/35155/lucci-enzo-biagi.html (2002)

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