Frasi su cosa
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“Se tornassi a nascere cosa farei? Una gran festa per la resurrezione, sicuramente.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

È già mercoledì e io no

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“E il meccanismo della sorpresa, inteso come improvviso manifestarsi di una realtà alternativa a quella presupposta, che in ogni tipo di narrativa è una semplice opzione nell'ambito della tecnica del racconto, nel romanzo apuleiano si rivela perciò – sia a livello della trama principale che dei racconti secondari – una vera e propria strategia compositiva e uno dei fili conduttori della storia, e di conseguenza un modello di percezione del mondo. Nel mondo delle Metamorfosi niente può considerarsi sicuro – e l'esempio perfetto di questo mondo delle apparenze, in cui ogni cosa appare precaria e ingannevole, è lo stesso protagonista imprigionato nella forma dell'asino e naturalmente ignorato per tutto il tempo dagli altri uomini. […] non ci sono certezze, tutto dev'essere verificato, toccato con mano. L'unica possibilità di sapere è l'esperienza, e la disposizione d'animo più giusta sembra appunto questa credulitas, quest'ansia di mirum che fin dall'inizio caratterizza il protagonista; non si tratta di ingenuità, ma di apertura mentale, un atteggiamento più volte lodato da Lucio stesso: mentre lo scetticismo dell'anonimo compagno di Aristomene – che è presumibilmente quello del lettore – si preclude molte possibilità, l'atteggiamento di chi «vuol sapere tutto, o almeno il più possibile» sembra il più consigliabile.”

Lara Nicolini, introduzione, 2005, p. 31
Le metamorfosi, Citazioni sull'opera

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“Non sono né internazionalista, né socialista. Non capisco anzi che cosa significhino le parole internazionalismo e socialismo. Il mio ideale è la Repubblica Universale.”

Giovanni Passannante (1849–1910) anarchico italiano

Origine: Citato in Giuseppe Galzerano, Giovanni Passannante, p. 48.

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“Ci stiamo accorgendo che non basta dare a un uomo vitto, vesti, alloggio, lavoro, ci stiamo accorgendo che la cosa importante è invece aiutare l'uomo ad aiutarsi.”

Robert Kennedy (1925–1968) politico statunitense

Origine: Citato in Enzo Biagi, Testimone del tempo, SEI, Torino, 1971, p. 91.

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“Konstantin Rokossovskij: Non posso entrare in dettagli, ma posso dirti questo: dopo varie settimane di duri combattimenti nella Bielorussia e nella Polonia orientale, avevamo raggiunto i sobborghi di Praga. Allora i tedeschi lanciarono 4 divisioni corazzate e fummo respinti.
Alexander Werth: Respinti di quanto?
Konstantin Rokossovskij: Non posso dirtelo esattamente. Diciamo di circa 100 chilometri.
Alexander Werth: Indietreggiate ancora?
Konstantin Rokossovskij: No, si ricomincia ad avanzare. Ma lentamente.
Alexander Werth: Ritieni che il 1° agosto avreste potuto prendere Varsavia in qualche giorno?
Konstantin Rokossovskij: Se i tedeschi non avessero lanciato nella battaglia quelle unità corazzate, avremmo preso Varsavia, ma non con un attacco frontale. In ogni modo avevamo soltanto 50 probabilità su 100. Non avevamo escluso un contrattacco tedesco a Praga. Tuttavia sappiamo che prima dell'arrivo delle divisioni corazzate, i tedeschi di Varsavia erano in preda al panico: facevano le valigie in fretta e furia.
Alexander Werth: In tali circostanze era giustificata l'inmsurrezione di Varsavia?
Konstantin Rokossovskij: No. È stato un terribile errore. Gli insorti hanno cominciato di loro iniziativa senza averci consultato.
Alexander Werth: Sì, ma c'era stata una notizia da radio Mosca che li incitava alla rivolta.
Konstantin Rokossovskij: Quella era una routine. La radio Swit li chiamava pure alla rivolta, senza dimenticare i servizi polacchi della BBC, almeno così è stato detto; non ho ascoltato quelle trasmissioni. Siamo seri: una insurrezione armata in un luogo come Varsavia sarebbe potuta riuscire soltanto se fosse stata accuratamente coordinata con l'azione dell'Armata Rossa. La questione della data aveva una importanza capitale. Gli insorti di Varsavia erano male armati, e la sollevazione avrebbe avuto senso solo se noi fossimo stati sul punto di entrare in Varsavia. Ma non c'era da parlarne in quella fase della battaglia. Riconosco però che certi corrispondenti sovietici si siano mostrati troppo ottimisti il 1° agosto. Venivamo respinti; nel migliore dei casi non avremmo potuto raggiungere Varsavia prima di metà agosto. Ora le circostanze ci sono state sfavorevoli. Sono cose che succedono in guerra: vedi Harkov nel marzo 1943 e Zitomir nell'Inverno scorso.
Alexander Werth: Pensate di poter ritornare a Praga nelle prossime settimane?
Konstantin Rokossovskij: Tutto quello che posso dire è che cercheremo di prendere Praga e Varsavia. Ma non sarà cosa da poco.
Alexander Werth: Avete però delle teste di ponte a sud di Varsavia.
Konstantin Rokossovskij: Certamente, ma i tedeschi fanno di tutto per eliminarle, e noi subiamo perdite enormi. Pensa che combattiamo senza interruzione da 2 mesi.”

Konstantin Konstantinovič Rokossovskij (1896–1968) generale sovietico

da un discorso del 26 agosto 1944; citato in Alexander Werth, La Russia in guerra, 1941-1945, traduzione di Mario Rivoire, Mondadori, Milano, 1966
verificare la fedeltà della trascrizione

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“Se io potessi avere una bacchetta magica, chissà cosa ti farei!”

Franchino (1953) disc jockey e cantante italiano

da [//www.youtube.com/watch? v=vj253QSAzAw Magia]

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“La cosa più onorevole, così come la cosa più sicura, è quella di affidarsi interamente al valore.”

Marco Porcio Catone (-234–-149 a.C.) politico, generale e scrittore romano

citato in Tito Livio, XXXIV, 14; 1997

“[Claude Lelouch] mi ha sempre detto: «Signora, lei sarà la mia vedova!» L'avevo sposato credendo che aveva per forza imparato qualche cosa della vita. Un errore totale: si sposa e fa bambini come beve un bicchiere d'acqua! […] Claude è un uomo con l'ego sproporzionato. Come lui vuole restare padrone delle situazioni, si comporta da dittatore e tutti si mettono su l'attenti a dargli ragione. Io, al contrario, ho sempre detto la verità.
[Claude Lelouch] m'a toujours dit : «Madame, vous serez ma veuve!»”

Alessandra Martines (1963) attrice italiana

Je l'ai épousé en croyant qu'il avait forcément appris quelque chose de la vie. Erreur totale: il se marie et fait des enfants comme on boit un verre d'eau! [...] Claude est un homme à l'ego surdimensionné. Comme il veut toujours rester maître des situations, il se comporte comme un dictateur et tout le monde se met au garde à vous et lui donne raison. Moi, au contraire, je lui ai toujours dit la vérité.
Origine: Dall'intervista L'ex-femme de Claude Lelouch se livre dans Gala http://www.gala.fr/l_actu/on_ne_parle_que_de_ca/alessandra_martines_pourquoi_j_ai_divorce_186183, Gala.fr, agosto 2009.

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“[Alla domanda «cosa pensi dei Megadeth?»] Non dico niente riguardo ai Megadeth; dico solo che ci hanno copiato un po' il genere… Dave… Dave… vatti a ricoverare… e non solo per la droga e la birra…”

James Hetfield (1963) cantante e chitarrista statunitense

citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie: intervista quando e dove?.
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“È dolce cosa rammentar nel porto le tempeste passate.”

Vincenzo Cuoco (1770–1823) scrittore, giurista e politico italiano

Origine: Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, p. 7

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“A me piace correre. E correre nel deserto è la cosa più immediata che ci possa essere. Il deserto era lì prima del tartan e delle strade di New York, quindi una corsa nel deserto è più naturale della New York City Marathon.”

Marco Olmo (1948) atleta italiano

Origine: Citato in Stefano Severoni, Marco Olmo, il "nobile faticatore del deserto" http://www.vegansport.org/ita/art_marco.html, vegansport.org.

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“Io capisco sempre cosa sta succedendo in campo in quel momento. Vedo cosa succede ed agisco di conseguenza.”

Larry Bird (1956) cestista, allenatore di pallacanestro e dirigente sportivo statunitense

Citazioni in lingua originale

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“Tutte le altre [cose] hanno parte a tutto, mentre l'Intelletto è infinito e signore assoluto e a nessuna cosa è mescolato, ma solo lui sta in se stesso. Se non stesse in se stesso, ma fosse mescolato a qualcos'altro, sarebbe partecipe di tutte le cose, se fosse mescolato a una qualsiasi. Poiché in ogni [cosa] c'è una particella di ogni [cosa], come ho detto in precedenza: le [cose] mischiate ad esso lo limiterebbero cosicché non avrebbe potere su nessuna cosa come l'ha quando sta solo in se stesso. Perché è la più leggera e la più pura di tutte le cose: ha conoscenza totale su tutto e la più grande potenza su tutto e di quante (cose) sono viventi, le maggiori e le minori, su tutte ha dominio l'Intelletto. e sull'intero rivolgimento l'Intelletto ebbe potere tanto da darne l'inizio. E in principio ha dato inizio a tale rivolgimento dal piccolo, poi la rivoluzione diventa più grande e diventerà più grande. E le [cose] che si mischiano insieme e si separano e si disgiungono, tutte l'Intelletto ha conosciuto. E qualunque [cosa] doveva essere e qualunque fu che ora non è, e quante sono al presente e qualunque altra sarà in avvenire, tutte le ha ordinate l'intelletto, anche questa rotazione in cui si rivolgono ora gli astri, il sole, la luna, l'aria, l'etere che si vengono separando. Proprio questo rivolgimento li ha fatti disgiungere e per disgiunzione dal raro si forma il denso, dal freddo il caldo, dall'oscuro il luminoso, dall'umido il secco. In realtà molte [cose] hanno parte a molte [cose], ma nessuna si separa o si disgiunge del tutto, l'una dall'altra, eccetto l'Intelletto. L'Intelletto è tutto quanto eguale, e il più grande e il più piccolo. Nessun'altra [cosa] è simile ad altra, ma ognuna è ed era le [cose] più appariscenti che in essa sono in misura massima.”

Anassagora (-500–-428 a.C.) filosofo greco antico

frammento 12
Frammenti di Sulla natura (titolo convenzionale)

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“Preoccupiamoci di fare le cose che noi conosciamo, di farle nel migliore dei modi, con l'intensità giusta, con la cattiveria giusta, con l'umiltà giusta e con la voglia di fare fatica, questa è la cosa più importante.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte integrale: "Piedi per terra: i tifosi sono stati illusi troppo in questi anni. Col Bologna sarà facile? Facile un cavolo! Vidal? Non possiamo giocare in 12. Perché non parlate di Pazienza e Marrone?" http://m.tuttomercatoweb.com/juventus/?action=read&idnet=dHV0dG9qdXZlLmNvbS02MzYxMg, Tuttomercatoweb.com, 20 settembre 2011.

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“Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

Frodo

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“Diverrò povero? Sarò con la maggioranza degli uomini. Andrò in esilio? Penserò di essere nato là, dove mi manderanno. Sarò messo in catene? E allora? Sono forse ora veramente libero? La natura mi ha già legato a questo grave peso del corpo. Morirò? Porrò cosi fine – dirai tu – alla possibilità di ammalarmi, di esser messo in catene, di morire. […] Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita prima, così l'ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo diretti. […] «Non viene una sola volta la morte; quella che ci rapisce è solo l'ultima morte». […] questa morte che tanto temiamo è l'ultima, non la sola. […] la follia umana, è così grande, che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della morte. […] Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa penosa, ma inutile.”

lettera 24; 1975
Epistulae morales ad Lucilium

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“Chiese la grazia, Maria, perché la grazia è la sola cosa di cui noi abbiamo bisogno.”

Jean Daniélou (1905–1974) teologo e cardinale francese

Il mistero dell'Avvento

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“[…] il nome è un'invenzione per rendere possibile pensare una cosa e parlarne prima che si sappia che cosa essa è.”

Wilfred Bion (1897–1979) Psicoanalista britannico

Origine: Gli elementi della psicoanalisi, p. 109

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“La grande riputazione acquistatasi da Alaimo non potea non destar sospetti nell' animo dell' infante don Giacomo, precoce mirabilmente nella cattiveria, ed al quale bene appropriava il Muntaner il proverbio catalano: «Spina non punge se non nasce acuta (2)». Certamente contribuiva a renderlo sgradito all' infante e alla corte la superbia della moglie Macalda, la quale pare che molto potesse sull' oramai vecchio marito. Ella niegava di dare a Costanza il nome di regina; chiamavala «la madre di don Giacomo». In corte non andava quasi mai, o se qualche volta mostravasi era per fare sfoggio de' suoi vestiti di porpora e de' suoi ricchi adornamenti (3). Essendo incinta, come maggiore ad ogni legge, volle far soggiorno nel convento de Frati minori, che piacevale per l'amenità del luogo, e quivi partorì. Costanza andò a visitarla e fa sgarbatamenie ricevuta: si profferì col figlio a tenere al fonte battesimale il fanciullo: rispose la madre che temea il freddo dell' acqua gli nuocesse così piccino; e tre dì dopo lo fece battezzare dandolo a tenere ad uomini del popolo. Un' altra volta fu notato, che essendosi la regina, perché inferma, fatta portare su di una barella da Palermo al santuario di Morreale, l'indomani Macalda, ne inferma ne per cagione di divozione, si fece portare per le vie di Palermo in barella coperta di scarlatto, e di poi viaggiò in quella guisa da quella città fino a Nicosia, il che parve strana e superba cosa in quei tempi. Spiacque anco molto in corte, che viaggiando per l'isola 1 infante don Giacomo con iscorta di trenta cavalli, ella, che volle accompagnarlo, ne menasse seco trecento, e si arrogasse l'autorità di maestro giustiziere, ufficio stato conceduto al marito. Ne le parole raffrenava, e sappiamo che un dì disse al Loria, uomo alla corte devotissimo, e dell'autorità e fama di Alaimo invido e nemico: «Bel compenso ci rende il vostro re don Pietro! Noi lo chiamammo compagno e non re, ed egli, assumendo il dominio del regno, noi che siamo compagni tratta come servi (d)». Aggiungono gli storici a questi fatti palesi e certi altri oscuri e forse finti, cioè che Macalda facesse giurare il marito non darebbe consigli contro i Francesi, procurerebbe il loro ritorno in Sicilia (2). Queste femminili vanità ed intemperanze, se non cagionarono, sollecitarono la rovina di Alaimo, il quale avendo molto contribuito ad assicurare la corona di Sicilia a' reali di Aragona, dovea da costoro essere odiato, perché somiglianti beneficj si pagan sempre colla ingratitudine. Giacomo raduna segretamente in Trapani tutti i suoi fedeli e tutti i Catalani eh' erano ne' dintorni. Quivi egli chiama a sé Alaimo, gli espone i pericoli del regno se il padre non mandi solleciti aiuti : egli solo potrebbe ottener tutto: vada in Catalogna; le galere sono nel porto apparecchiate: salvi alla patria la libertà e al re la corona. Allora tutti i cortigiani circondano Alaimo, e lo priegano con grave istanza e lo sollecitano a partirsi. È li fissa in viso, comprende il suo stato, non vede scampo, risponde che andrà, e nel medesimo dì monta in nave e naviga verso Barcellona, ove Pietro lo accoglie onorevolmente, loda, promette e lo ritiene seco con segni di affetto non sì bene simulati che Alaimo dell' infingimento non s'accorgesse (4).”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. LV Della rovina di Alaimo di Lentini e di sua moglie Macalda, pp. 303-304
Storia d'Italia narrata al popolo italiano

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“A tutti i fichetti del mondo e a quelli carini voglio dire una cosa: ci sono più brutti figli di puttana come noi che persone come voi!”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

dall'album Tinseltown Rebellion

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“L'invito è na cosa e l'interesse è n' ata.”

Salvatore Di Giacomo (1860–1934) poeta, drammaturgo e saggista italiano

Origine: O voto, p. 72

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“Vorrei davvero sapere che cosa ne pensi tu dei fantasmi (phantasmata): se esistono realmente, con forma ed essenza propria, o se non sono che vane apparenze generate dal nostro terrore.”

Gaio Plinio Cecilio Secondo (61–113) scrittore e senatore romano

Lettera a P. Licinio Sura sui fantasmi, lib. VII, XXVII
Lettere (Epistolae)
Origine: Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.

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“Ma il corpo giovane, una volta vecchio, ormai ha preso i capelli bianchi invece di scuri. […] Di questo io mi lamento, ma cosa fare?”

Saffo (-630–-570 a.C.) poetessa greca antica

[fr. 58, Numerazione LP. Vedi discussione voce.]
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“Perché per la mia squadra io non mi accontento del secondo posto. Non è nella mia natura. Io inseguo l'eccellenza in ogni cosa e questo comprende ogni singola partita che giochiamo.”

Brian Clough (1935–2004) calciatore e allenatore di calcio inglese

Origine: Citato in David Peace, Il maledetto United, p. 174

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