Frasi sull'invidia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema invidia, essere, vita, dio.

Migliori frasi sull'invidia

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“L'invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.”

1967, p. 117
L'uomo che ride

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“Oh, invidia, radice di mali infiniti e tarlo delle virtù!”

2007
Don Chisciotte della Mancia

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“[…] sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

IV giornata, introduzione
Decameron
Variante: Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.

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“Forse l'invidia? Forse l'odio? O forse…boh?”

Virginia Raffaele (1980) attrice, comica e imitatrice italiana

da Quelli che il calcio e..., Rai2 [data?]
Imitazioni, Roberta Bruzzone
Origine: Visibile al minuto 01:05 di bruzzone donne mortali - shampiste di satana https://www.youtube.com/watch?v=vkxkoNyx-TY, YouTube.com, 20 marzo 2011.

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“«L'invidia qui è nell'aria» disse Magascià.”

cap. VI
Vino e pane

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“Absit invidia verbo.”

Tito Lívio (-59–17 a.C.) storico romano

IX, 19 e XXXVI, 7

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“Bellezza, dono di un giorno che il cielo ci invidia.”

A Elvira, da Meditazioni poetiche

Frasi sull'invidia

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“L'orgoglio frega la vita di un uomo, cresce l'invidia sul prato del vuoto solcato dall'odio.”

Noyz Narcos (1979) rapper, beatmaker e writer italiano

da Nessun riscontro, in Sangue, 2003
Altre canzoni

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“Impossibile essere vincenti senza essere antipatici, almeno in Italia. Le gelosie e le invidie sono inevitabili, soprattutto ad alti livelli. Non succederà mai, difficile vedere un vincente simpatico.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte: "L'Inter resta favorita". Buffon convocato: gioca http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/28-10-2011/conte-l-inter-resta-favorita-803478497633.shtml, Gazzetta.it, 28 ottobre 2011.

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“Si devono amare gli animali per essere più vicini a Dio perché ti danno tutto, senza chiedere niente. Perché contro il potere dell'uomo con le armi sono indifesi. Perché sono eterni bambini. Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola. Perché non conoscono invidia né rancore. Perché il perdono è ancora naturale in loro. Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l'amore, semplicemente lo aspettano. Perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi. Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano, saremo molto vicini a Dio.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Attribuite
Origine: Brano citato da Silvio Berlusconi in un discorso agli iscritti del suo partito e postato sulla propria pagina Facebook il 29 marzo 2014; citato in Berlusconi a caccia di nuovi consensi. «Ogni cane, un voto» http://www.iltempo.it/politica/2014/03/30/news/berlusconi-a-caccia-di-nuovi-consensi-ogni-cane-un-voto-934081/, IlTempo.it, 30 marzo 2014. Il brano è rintracciabile su internet già prima di tale data, in varie pagine web di argomento animalista, con un inizio leggermente diverso ("Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto, senza chiedere niente", in inglese "Why Should We Love Animals? Because they give everything asking for nothing back").

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“Non prestare orecchio alle menzogne, non farti soffocare dai maligni, non ti nutrire di invidie e gelosie.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Le aquile non volano a stormi

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“Con tutta la gente fallita che c'è | l'invidia sale e non la puoi fermare, | dovresti essere felice per me | invece di pensare sempre male.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Felice per me, n. 9
Casus belli

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“Come succede, o Mecenate, che nessuno viva contento di quella condizione ch'egli stesso si scelse o che il caso gli dette, e invidii invece coloro che le altre abbracciarono?”

I, 1-3
Qui fit, Maecenas, ut nemo, quam sibi sortem | Seu ratio dederit, seu fors objecerit, illa | Contentus vivat, laudet diversa sequentes?
Satire

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“Invidio i professori universitari: sono pagati per fare domande a gente che non sa niente e che fa di tutto pur di dire qualcosa, mentre io interrogo persone che sanno tutto e fanno il possibile per non dire neanche una parola.”

Piercamillo Davigo (1950) magistrato italiano

Origine: Da una dichiarazione durante un incontro presso il "Centro Balducci" di Zugliano (UD), 20 maggio 2011. Video http://www.youtube.com/watch?v=GHa68PiARbI&feature=relmfu disponibile su Youtube.com.

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“Il sentimento italiano principale non è l'amore, è l'invidia.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

Origine: Dall'intervista al programma televisivo L'era glaciale, Rai Due, 29 maggio 2009.

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“Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole… Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!… L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée….”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco
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“Quanto più si accumulano le ricchezze, tanto più negli uomini cresce e si esaspera l'invidia.”

Maksim Gor'kij (1868–1936) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Aneddoto, p. 129

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“La grande riputazione acquistatasi da Alaimo non potea non destar sospetti nell' animo dell' infante don Giacomo, precoce mirabilmente nella cattiveria, ed al quale bene appropriava il Muntaner il proverbio catalano: «Spina non punge se non nasce acuta (2)». Certamente contribuiva a renderlo sgradito all' infante e alla corte la superbia della moglie Macalda, la quale pare che molto potesse sull' oramai vecchio marito. Ella niegava di dare a Costanza il nome di regina; chiamavala «la madre di don Giacomo». In corte non andava quasi mai, o se qualche volta mostravasi era per fare sfoggio de' suoi vestiti di porpora e de' suoi ricchi adornamenti (3). Essendo incinta, come maggiore ad ogni legge, volle far soggiorno nel convento de Frati minori, che piacevale per l'amenità del luogo, e quivi partorì. Costanza andò a visitarla e fa sgarbatamenie ricevuta: si profferì col figlio a tenere al fonte battesimale il fanciullo: rispose la madre che temea il freddo dell' acqua gli nuocesse così piccino; e tre dì dopo lo fece battezzare dandolo a tenere ad uomini del popolo. Un' altra volta fu notato, che essendosi la regina, perché inferma, fatta portare su di una barella da Palermo al santuario di Morreale, l'indomani Macalda, ne inferma ne per cagione di divozione, si fece portare per le vie di Palermo in barella coperta di scarlatto, e di poi viaggiò in quella guisa da quella città fino a Nicosia, il che parve strana e superba cosa in quei tempi. Spiacque anco molto in corte, che viaggiando per l'isola 1 infante don Giacomo con iscorta di trenta cavalli, ella, che volle accompagnarlo, ne menasse seco trecento, e si arrogasse l'autorità di maestro giustiziere, ufficio stato conceduto al marito. Ne le parole raffrenava, e sappiamo che un dì disse al Loria, uomo alla corte devotissimo, e dell'autorità e fama di Alaimo invido e nemico: «Bel compenso ci rende il vostro re don Pietro! Noi lo chiamammo compagno e non re, ed egli, assumendo il dominio del regno, noi che siamo compagni tratta come servi (d)». Aggiungono gli storici a questi fatti palesi e certi altri oscuri e forse finti, cioè che Macalda facesse giurare il marito non darebbe consigli contro i Francesi, procurerebbe il loro ritorno in Sicilia (2). Queste femminili vanità ed intemperanze, se non cagionarono, sollecitarono la rovina di Alaimo, il quale avendo molto contribuito ad assicurare la corona di Sicilia a' reali di Aragona, dovea da costoro essere odiato, perché somiglianti beneficj si pagan sempre colla ingratitudine. Giacomo raduna segretamente in Trapani tutti i suoi fedeli e tutti i Catalani eh' erano ne' dintorni. Quivi egli chiama a sé Alaimo, gli espone i pericoli del regno se il padre non mandi solleciti aiuti : egli solo potrebbe ottener tutto: vada in Catalogna; le galere sono nel porto apparecchiate: salvi alla patria la libertà e al re la corona. Allora tutti i cortigiani circondano Alaimo, e lo priegano con grave istanza e lo sollecitano a partirsi. È li fissa in viso, comprende il suo stato, non vede scampo, risponde che andrà, e nel medesimo dì monta in nave e naviga verso Barcellona, ove Pietro lo accoglie onorevolmente, loda, promette e lo ritiene seco con segni di affetto non sì bene simulati che Alaimo dell' infingimento non s'accorgesse (4).”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. LV Della rovina di Alaimo di Lentini e di sua moglie Macalda, pp. 303-304
Storia d'Italia narrata al popolo italiano

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“L'invidia di ieri non è già finita: | stasera vi invidio la vita.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Tito: da Il testamento di Tito, n.° 9

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“Se a ciascun l'interno affanno | Si leggesse in fronte scritto | Quanti mai, che invidia fanno | Ci farebbero pietà!”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da Giuseppe Riconosciuto
Variante: Se a ciascun l'interno affanno
Si leggesse in fronte scritto,
Quanti mai, che invidia fanno,
Ci farebbero pietà!

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“Villaggio. Certi quartieri sono infetti di odio, di orgoglio, di invidia, di cattiveria. Solamente la morte può risanarli.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

8 maggio 1909; Vergani, p. 270
Diario 1887-1910

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“L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla e non c'è verso di ricacciarla nel fondo.”

Alberto Moravia (1907–1990) scrittore italiano

da Quant'è caro
Racconti, Nuovi racconti romani

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“L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

prefazione, p. 9
Quando siamo a tavola

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“Tu si che sei speciale | ti invidio sempre un po' | sai sempre cosa fare e… | e che cosa è giusto o no…”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Ridere di te, n. 3
C'è chi dice no

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“L'esaltare ad un alto grado l'oggetto e i suoi doni costituisce un tentativo rivolto a diminuire l'invidia.”

Melanie Klein (1882–1960) psicoanalista austriaca

Origine: Invidia e gratitudine, p. 84

“L'invidia è cieca, né altro sa fare che sminuire il valore altrui, corrompendo gli onori ed i meriti che uno si merita.”

Gneo Manlio Vulsone politico romano

citato in Tito Livio, XXXVIII, 49; 2006
Caeca invidia est nec quicquam aliud scit quam detractare virtutes, corrumpere honores ac praemia earum.
Attribuite

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“L'invidia apriva loro gli occhi: è un demone che non si lascia sfuggire nulla, e che trae conclusioni da ogni cosa, proprio come la gelosia.”

Jean De La Fontaine (1621–1695) scrittore e poeta francese

Origine: Gli amori di Psiche e Cupido, p. 135

“Ora senza amore non v'è amicizia, e senza stima non può esservi amore… La virtù non conosce invidia”

Alessandro Checcucci sacerdote, erudito e storico italiano

Gli uffizi l'amicizia e la vecchiezza di M. Tullio Cicerone

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“Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia.”

Federico II del Sacro Romano Impero (1194–1250) re di Sicilia

Citazioni di Federico II
Origine: Citato in Terra Madre, la Sicilia all'Expo di Milano https://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/sapori/2015/05/05/terra-madre-la-sicilia-allexpo-di-milano_2f1643de-38c2-4a31-bfd8-9411fc26da1b.html, ansa.it, 5 maggio 2015.

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“L'eguaglianza è l'utopia dell'invidia. Sì, ma la sopprimeremo sopprimendo le ragioni del nostro orgoglio.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

7 agosto 1906; Vergani, p. 239
Diario 1887-1910

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“Lei. Lo sai che cos'è l'invidia del pene?
Lui. Se lo so? Io sono uno dei pochi maschi che ne soffre.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense