Frasi su lontananza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema lontananza, vita, grande, amore.

Frasi su lontananza

Lillo Gullo photo
Alberto Moravia photo
Carmelo Bene photo
Eugenio Montale photo

“Io sono abituato a cibarmi
di nuvole e lontananza.”

Eugenio Montale (1896–1981) poeta, giornalista e critico musicale italiano
Li Po photo
Ernst Jünger photo
Alexis De Tocqueville photo

“Eccola, dunque, finalmente, ci dicevamo, questa Sicilia, la mèta del nostro viaggio, l'argomento delle nostre discussioni da tanti mesi, eccola tutta intera sotto i nostri piedi. Girando su noi stessi possiamo percorrerla in un istante; ne tocchiamo con gli occhi tutti i punti; quasi nulla ce ne sfugge ed essa è ben lungi dall'occupare l'orizzonte. Noi venivamo dall'Italia: avevamo calpestato la cenere dei più grandi uomini che furono mai esistiti e respirato la polvere dei loro monumenti, eravamo pieni delle grandezze della storia. Ma qualcos'altro ancora parlava, qui, all'immaginazione: tutti gli oggetti che scorgevamo, tutte le idee che venivano ad offrirsi, numerosissime, alla nostra mente, ci riportavano ai tempi primitivi. Toccavamo le prime età del mondo, quelle età di semplicità e di innocenza in cui gli uomini non erano ancora rattristati dal ricordo del passato, né spaventati dall'incertezza dell'avvenire, in cui, contenti della felicità presente e fiduciosi nella sua durata, raccoglievano quel che la terra dava loro senza coltivarla, e, vicini agli déi per la purezza del cuore, ne incontravano ancora ad ogni passo la traccia e vivevano, in un certo senso, in mezzo a loro; è qui che la leggenda ci mostra i primi uomini. È questa la patria delle divinità della mitologia greca. Vicino a questi luoghi, Plutone rapì Proserpina alla madre; in questo bosco che abbiamo appena attraversato, Cerere sospese la sua rapida corsa e, stanca delle sue vane ricerche, si sedette su una roccia e, benché dea, pianse, dicono i Greci, perché era madre. Apollo ha custodito le mandrie in queste valli; questi boschetti che si estendono fin sulla riva del mare hanno risuonato del flauto di Pan; le ninfe si sono smarrite sotto le loro ombre e hanno respirato il loro profumo. Qui Galatea fuggiva Polifemo, e Akis, sul punto di soccombere sotto i colpi del suo rivale, incantava ancora queste rive e vi lasciava il suo nome… In lontananza si scorge il lago d'Ercole e le rocce dei Ciclopi. Terra degli déi e degli eroi!”

Alexis De Tocqueville (1805–1859) filosofo, politico e storico francese

cap. 1, Scritti giovanili, Frammenti del viaggio in Sicilia, p. 134
La rivoluzione democratica in Francia

Italo Calvino photo
Domenico Modugno photo

“La lontananza sai, è come il vento | spegne i fuochi piccoli, ma | accende quelli grandi… quelli grandi.”

Domenico Modugno (1928–1994) cantautore, chitarrista e attore italiano

da La lontananza, 1970
Origine: Roger de Bussy-Rabutin: «La lontananza fa all'amore quello che il vento fa al fuoco: spegne il piccolo, scatena il grande».
Origine: Testo di Enrica Bonaccorti.

Domenico Modugno photo

“La lontananza sai è come il vento | che fa dimenticare chi non s'ama.”

Domenico Modugno (1928–1994) cantautore, chitarrista e attore italiano

da La lontananza, 1970

Hermann Hesse photo

“Perciò mi sembra che si debba coltivare l'arte del regalare anche alle cose belle che ci sono vicine e abituali, l'amore e la venerazione che riserviamo a quelle lontane e remote.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Da Il vagabondo, in L'azzurra lontananza, a cura di L. Guidi Buffarini, traduzione di Luisa Coeta, SugarCo Edizioni 1985.

Charles Bukowski photo
Hermann Hesse photo
Karl Rahner photo
Gesualdo Bufalino photo
Raymond Chandler photo
Ernst Jünger photo

“Spesso la lontananza è la prova del fuoco per il vero amore.”

Nino Salvaneschi (1886–1968) scrittore, giornalista e poeta italiano

Saper amare

Cormac McCarthy photo
Umberto II di Savoia photo
Licia Troisi photo
Léopold Sédar Senghor photo
Eugenio Montale photo
Khalil Gibran photo
Simone Weil photo
José Saramago photo
Thomas Carlyle photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Domenico Modugno photo
Karel Čapek photo
David Herbert Lawrence photo
Stephenie Meyer photo
Giorgio La Pira photo
John Fante photo
Sándor Petöfi photo
Roger de Bussy-Rabutin photo

“La lontananza fa all'amore quello che il vento fa al fuoco: spegne il piccolo, scatena il grande.”

Roger de Bussy-Rabutin (1618–1693) scrittore francese

Origine: Da Storia amorosa delle Gallie. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013, § 124. ISBN 978-88-58-65464-4

Cees Nooteboom photo
Enrico Brizzi photo
Matilde Serao photo

“Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.”

Incipit di alcune opere, Leggende napoletane

“I cieli, comunque, non sono un luogo, sono il luogo della vicinanza, non certo della lontananza.”

Alessandro Pronzato (1932–2018) sacerdote cattolico italiano, giornalista, scrittore e professore

Prega per noi!

Albert Einstein photo

“Tutto è determinato […] da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Lo è per l'insetto come per le stelle. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Dal Saturday Evening post, 26 ottobre 1929; citato in Ronald W. Clark, Einstein: The Life and Times, Cromwell, New York, 1971, pp. 346-347.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 110

Blaise Pascal photo
Rudyard Kipling photo
Giosue Carducci photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Elias Canetti photo

“Nella lista dei libri caduti figurava sotto il numero trentanove un grosso volume antico dal titolo: Armamento e tattica dei lanzichenecchi. Esso era appena rotolato con gran fracasso giù dalla scaletta, che i portinai tubicini s'erano già trasformati in lanzichenecchi. Un immenso entusiasmo s'impadroni di Kien: il portiere era un lanzichenecco, che altro poteva mai essere? La figura tarchiata, la voce tonante, la fedeltà comprata a peso d'oro, la temerarietà che non rretrava davanti a nulla, nemmeno davanti alle donne, la millanteria e il continuo inconcludente sbraitare: un perfetto lanzichenecco. Da quel momento il pugno non gli fece più paura. Gli sedeva davanti un ben noto personaggio storico, e lui sapeva che cosa esso avrebbe fatto e che cosa non avrebbe fatto. Beninteso, la sua stupidità era tale da far rizzare i capelli: si comportava appunto come si addice a un lanzichenecco. Quel poveraccio, nato in ritardo, era venuto al mondo come un lanzichenecco soltanto nel ventesimo secolo e se ne stava rintanato tutto il giorno in quel suo buco oscuro, senza un libro, solo come un cane, esiliato dal secolo che era il suo e sbalestrato in un altro per il quale sarebbe sempre rimasto un estraneo. Collocato nell'innocua lontananza del XVI secolo il portiere si riduceva a niente, facesse pure il gradasso quanto voleva. Per dominare un uomo basta inquadrarlo storicamente. […] Quando s'accomiatava Kien lo trovava ridicolo. Il costume gli stava a pennello, ma ormai i tempi erano cambiati. Gli rincresceva che non sempre fosse possibile applicare il suo metodo storico. A Therese non c'era verso di trovare un posto adatto in tutta la storia dei popoli civili e incivili da lui conosciuti.”

1981, pp. 124-125
Auto da fé

Alexandr Alexandrovič Blok photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo

“Non esiste vicinanza interiore ai Vostri pensieri più grande che la mia reale lontananza da Voi.”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 24

Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
Frédéric Ozanam photo
Aurelio De Laurentiis photo
Leonardo Sciascia photo
Leonardo Sciascia photo

“Che poi un Esercito fosse a vista, o in poca lontananza dall'altro, cioè quello di Annibale da quello de' Romani; osservandosi tutto il contesto di che dice Tito Livio, non può dirsi diversamente; riflettendosi tra l'altre cose, che avendo inviato Annibale un distaccamento da foraggiare ne' Campi Larinati, resto egli alla posta, guardando per dar soccorso, caso che i suoi soldati fussero assaliti da' nemici; e Minucio Maestro de' Cavalieri, che guidava una parte dell' Esercito de' Romani, alloggiando sul Monte, cominciò a calare in piano, facendo disegno d'incontrare quei, che si conducevano al foraggio, o di assaltare le munizioni; Annibale in osservarlo, si pose sopra un monticello in faccia al nemico, discosto due miglia da Gerione per meglio farsi scuoprire: Deinde Castra ipse propius hostem movit [parla di Annibale] duo ferme a Gerione millia in tumulum hosti conspectum : or se la Cirignola, o Dragonara, fusse il Gerione di Annibale, certamente che non può capirsi, come avrebbe egli potuto far tutto questo, e stare a vista del nemico, che si ritrovava ne' Campi Larinati, e due miglia lontano da Gerione : all'incontro ritenendo Annibale il sito del monticello, da dove scuopriva l'accampamento del nemico, che stava ne' Campi Larinati, ben si accorda la distanza di due miglia dal nostro vero Gerione, situato tra Larino, e Casacalenda, quattro da Larino, e due miglia lontano da Casacalenda, come sopra.”

Giovanni Andrea Tria (1676–1761) filosofo, teologo e vescovo cattolico italiano

da Memorie Storiche Civili, ed Ecclesiastiche della città e Diocesi di Larino, lib. I, cap. V, num. 7
Origine: Tito Livio. Ab Urbe Condit. op. cit. lib. XXII, num. 24. – «... dein castra ipsa propius hostem movit, duo ferme a Geronio milia, in tumulum hosti conspectum, ut intentum [se] sciret esse ad frumentatores, ...»

Battista Guarini photo

“La lontananza ogni gran piaga salda.”

Amarilli: Atto III, scena III
Il pastor fido

Sergio Quinzio photo
Angelo di Costanzo photo
Gaston Vuillier photo
Arturo Pérez-Reverte photo
Francesco II delle Due Sicilie photo
Carmelo Bene photo
Dino Campana photo
Dino Campana photo
Rita Levi-Montalcini photo
Umberto Eco photo
Paco Ignacio Taibo II photo
Walter Benjamin photo
Walt Whitman photo