Frasi su strano
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“Karin Ebnet: Raccontaci del tuo passato, quando a Londra dividevi l'appartamento con il tuo amico Tom Sturridge [co-protagonista in La fiera delle vanità].
Robert Pattinson: Era un periodo molto difficile. Non era facile trovare lavoro e i soldi scarseggiavano. Un po' per scaldarci, un po' per tirarci su, per un anno abbiamo passato ogni sera ad ubriacarci. A salvarmi è stato Harry Potter…
Karin Ebnet: La stampa britannica ti ha definito il nuovo Jude Law: ti ci ritrovi in questa definizione?
Robert Pattinson: A dire il vero non vedo una gran somiglianza anche se da ragazzino ho fatto anch'io il fotomodello. Almeno finché ho smesso di sembrare una bambina…
Karin Ebnet: Qual è stata la scena di Twilight più impegnativa da girare?
Robert Pattinson: Sembrerà strano ma è quella in cui mi mostro per la prima volta a Bella alla luce del sole. È stato difficilissimo rendere il modo in cui la pelle reagisce alla luce. Abbiamo provato ad utilizzare su di me dei sali minerali che riflettono la luce, poi abbiamo testato una tinta bluastra sulla faccia di un assistente di produzione ma non ha funzionato molto bene…
Karin Ebnet: Imparare a volare è stato quindi più semplice…
Robert Pattinson: Non proprio. Sembra facile: tu stai lì tranquillo e aspetti di essere sollevato coi cavi. Ma è molto difficile mantenere il baricentro e l'equilibrio e, al contempo restare abbastanza "sciolti" per farsi trasportare qua e là.
Karin Ebnet: Come definiresti Edward?
Robert Pattinson: È un vampiro ma non vorrebbe esserlo, è pieno di conflitti interiori. È un poeta, una persona molto profonda e straordinariamente inquieta.
Karin Ebnet: Come ti sei preparato al ruolo?
Robert Pattinson: Nel libro la storia è raccontata dalla prospettiva di Bella, così ho letto alcuni capitoli del romanzo scritto dal punto di vista di Edward (Midnight Sun, ancora inedito). Inoltre, ho cercato di sviluppare i pettorali ma è stata un'impresa impossibile!”

Robert Pattinson (1986) attore britannico
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“Nella voce di un cantante si rispecchia il sole, ogni amata ogni amante.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Strani giorni

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“Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio.”

Erri De Luca (1950) scrittore, traduttore e poeta italiano

Tre cavalli
Tre Cavalli
Variante: Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio

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“È strano tornare a casa… è tutto uguale… gli stessi odori… le stesse sensazioni… le stesse cose… ti rendi conto che l'unico a essere cambiato sei tu.”

Brad Pitt (1963) attore e produttore cinematografico statunitense

Film Il curioso caso di Benjamin Button

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“La testardaggine delle vecchie istituzioni a perpetuarsi somiglia all'ostinazione di un profumo rancido che reclamasse la nostra capigliatura, alla pretesa del pesce marcio di essere mangiato, alla persecuzione di un vestito da fanciullo che volesse vestire l'uomo, alla tenerezza dei cadaveri che ritornassero ad abbracciare i vivi.
«Ingrati!», dice l'abito. «Vi ho protetto nei tempi cattivi. Perché ora non mi volete?» «Vengo dall'alto mare», dice il pesce. «Sono stato una rosa», dice il profumo. «Vi ho amato», dice il cadavere. «Vi ho civilizzati», dice il convento.
A ciò una sola risposta; un tempo. Sognare di prolungare all'infinito cose defunte e governare gli uomini per imbalsamazione, ristabilire i dogmi in cattivo stato, tornare a indorare le arche, rafforzare i chiostri, ribenedire le reliquie, mobilitare di nuovo le superstizioni, rialimentare i fanatismi, dare un nuovo manico agli aspersori e alle sciabole, ricostruire il monachesimo e il militarismo, credere alla salute della società moltiplicando i parassiti, imporre il passato al presente sembra strano. Eppure vi sono teorici anche per queste teorie. Questi teorici, gente di spirito del resto, procedono per semplicemente; applicano al passato un intonaco che chiamano ordine sociale, diritto divino, morale, famiglia, rispetto degli avi, autorità antica, tradizione santa, legittimità, religione; e vanno gridando:
«Vedere! Ecco! Prendete questo, brava gente!»
Tale logica era conosciuta agli antichi Gli aruspici la praticavano. Davano una mano di gesso a una giovenca nera, e dicevano:
«È bianca. Bos Cretatus».
Quanto a noi rispettiamo qualcosa e risparmiamo tutto il passato, purché accetti di essere morto. Se vuol essere vivo, l'attacchiamo e cerchiamo di ucciderlo.
Superstizioni, bigottismo, bacchettonismi, pregiudizi, queste larve, quantunque non siano che larve, si aggrappano alla vita; hanno denti e unghie nel loro fumo, bisogna spegnerle corpo a corpo, far loro guerra, e fargliela senza tregua, perché è una fatalità dell'uomo essere condannato all'eterno combattimento con i fantasmi.
È difficile prendere l'ombra per la gola e atterrarla.”

Les Misérables

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“Sono strano, ma col cazzo che mi sparo, Cobain.”

Marracash (1979) rapper italiano

da Poco di buono - Il fegato, n. 5
Persona

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“Questa è la vita più strana che abbia mai conosciuto.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Canzoni

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“Se la donna nacque da una costola di un addormentato, non è quindi strano che anch'ella dorma.”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto II, Scena Quinta
La ragazza sciocca

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“Cerco la felicità nei posti più strani.”

Mika (1983) cantautore libanese

The Boy Who Knew Too Much

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“La grande riputazione acquistatasi da Alaimo non potea non destar sospetti nell' animo dell' infante don Giacomo, precoce mirabilmente nella cattiveria, ed al quale bene appropriava il Muntaner il proverbio catalano: «Spina non punge se non nasce acuta (2)». Certamente contribuiva a renderlo sgradito all' infante e alla corte la superbia della moglie Macalda, la quale pare che molto potesse sull' oramai vecchio marito. Ella niegava di dare a Costanza il nome di regina; chiamavala «la madre di don Giacomo». In corte non andava quasi mai, o se qualche volta mostravasi era per fare sfoggio de' suoi vestiti di porpora e de' suoi ricchi adornamenti (3). Essendo incinta, come maggiore ad ogni legge, volle far soggiorno nel convento de Frati minori, che piacevale per l'amenità del luogo, e quivi partorì. Costanza andò a visitarla e fa sgarbatamenie ricevuta: si profferì col figlio a tenere al fonte battesimale il fanciullo: rispose la madre che temea il freddo dell' acqua gli nuocesse così piccino; e tre dì dopo lo fece battezzare dandolo a tenere ad uomini del popolo. Un' altra volta fu notato, che essendosi la regina, perché inferma, fatta portare su di una barella da Palermo al santuario di Morreale, l'indomani Macalda, ne inferma ne per cagione di divozione, si fece portare per le vie di Palermo in barella coperta di scarlatto, e di poi viaggiò in quella guisa da quella città fino a Nicosia, il che parve strana e superba cosa in quei tempi. Spiacque anco molto in corte, che viaggiando per l'isola 1 infante don Giacomo con iscorta di trenta cavalli, ella, che volle accompagnarlo, ne menasse seco trecento, e si arrogasse l'autorità di maestro giustiziere, ufficio stato conceduto al marito. Ne le parole raffrenava, e sappiamo che un dì disse al Loria, uomo alla corte devotissimo, e dell'autorità e fama di Alaimo invido e nemico: «Bel compenso ci rende il vostro re don Pietro! Noi lo chiamammo compagno e non re, ed egli, assumendo il dominio del regno, noi che siamo compagni tratta come servi (d)». Aggiungono gli storici a questi fatti palesi e certi altri oscuri e forse finti, cioè che Macalda facesse giurare il marito non darebbe consigli contro i Francesi, procurerebbe il loro ritorno in Sicilia (2). Queste femminili vanità ed intemperanze, se non cagionarono, sollecitarono la rovina di Alaimo, il quale avendo molto contribuito ad assicurare la corona di Sicilia a' reali di Aragona, dovea da costoro essere odiato, perché somiglianti beneficj si pagan sempre colla ingratitudine. Giacomo raduna segretamente in Trapani tutti i suoi fedeli e tutti i Catalani eh' erano ne' dintorni. Quivi egli chiama a sé Alaimo, gli espone i pericoli del regno se il padre non mandi solleciti aiuti : egli solo potrebbe ottener tutto: vada in Catalogna; le galere sono nel porto apparecchiate: salvi alla patria la libertà e al re la corona. Allora tutti i cortigiani circondano Alaimo, e lo priegano con grave istanza e lo sollecitano a partirsi. È li fissa in viso, comprende il suo stato, non vede scampo, risponde che andrà, e nel medesimo dì monta in nave e naviga verso Barcellona, ove Pietro lo accoglie onorevolmente, loda, promette e lo ritiene seco con segni di affetto non sì bene simulati che Alaimo dell' infingimento non s'accorgesse (4).”

Giuseppe La Farina (1815–1863) patriota e scrittore italiano

Vol VI: 1250-1314, Cap. LV Della rovina di Alaimo di Lentini e di sua moglie Macalda, pp. 303-304
Storia d'Italia narrata al popolo italiano

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“[I Nirvana] Guardi la copertina di BLEACH e pensi subito che sono dei rozzi taglialegna ubriaconi. A vederli sembrano cattivi, quasi come un gruppo metal, ma con uno strano modo di essere che emerge solo in seguito.”

Dave Grohl (1969) polistrumentista e cantautore statunitense

citato in Michael Azerrad, Nirvana – Vieni come sei, Arcana Editrice, 1994

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“Non è morto ciò che può vivere in eterno, | E in strani eoni anche la morte può morire.”

Howard Phillips Lovecraft (1890–1937) scrittore statunitense

da La Città senza Nome, 1921
Variante: Non è morto ciò che può vivere in eterno,
E in strani eoni anche la morte può morire.

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“Lo spirito che si affina, posando appena lo sguardo sugli altri oggetti, trascurando i corpi e le forme comuni – dove rimane appena un'ombra di bellezza – ambiziosamente agogna di tornare alla propria fonte e scorge nell'intelligenza prima il paradigma della forma e dell'ordine.”

Anthony Ashley Cooper, III conte di Shaftesbury (1671–1713) politico, filosofo e scrittore inglese

Citazioni di Shaftesbury
Origine: Citato in Eugenio Spedicato, La strana creatura del caos: idee e figure del male nel pensiero della modernità, Donzelli Editore, Roma, 1997. ISBN 88-7989-348-3

“Stanca stasera cala la starna
sopra la panca scruta la Marna
poco starnazza, molto starnuta
la strana, scarna, starna canuta.”

Toti Scialoja (1914–1998) pittore e poeta italiano

Una vespa! Che spavento

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“Sapete che cosa trovo ironico? Che le persone che sono contrarie alle cose che provocano impulsi sessuali sono generalmente fondamentalisti cristiani, che credono anche tu debba essere fecondo e riprodurti. Non è strano? Non pensate che dovrebbero essere favorevoli alle cose che provocano impulsi sessuali? Sapete cosa intendo; magari con una pagina centrale nella Bibbia? Miss Deuteronomio: "Cose che odio: diluvi, cavallette e fumatori. Cose che mi eccitano: mirra…"”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Non so cosa sia la mirra, alle ragazze piace!
You know what that I find ironic? That people who are against things that cause sexual thoughts are generally fundamentalist Christians, who also believe you should be fruitful and multiply. Isn't that weird? Don't you think they'd be for things that cause sexual thought, you know what I mean? Maybe even a centrefold in the bible, Miss Deuteronomy. "Turn offs: floods, locusts and smokers. Turn ons: myrrh...". I don't know what myrrh is, chicks dig it!
Relentless

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“[Su Mario Balotelli] Il suo caso è strano, non se la prendono sempre con lui perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. […] Il problema non è il razzismo, ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente. […] Purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma il problema sono i comportamenti dei giocatori.”

Zdeněk Zeman (1947) allenatore di calcio ceco

Origine: Citato in Balotelli, Zeman: "Il problema non è il razzismo, la colpa è sua" http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcio/articoli/105397/balotelli-zeman-il-problema-non-e-il-razzismo-la-colpa-e-sua-.shtml, SportMediaset.it, 16 maggio 2013.

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“[La richiesta musicale più strana che ti abbiano mai fatto?] In piena serata un uomo del tutto ubriaco mi chiese un Cha Cha Cha gridando ad alta voce "Mi sento gay!".”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: Intervista di Andrea Belfiore, Professione Dj, Viviromamagazine.com, 4 aprile 2016, pp. 64-65.

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“Bisognerebbe saper attendere, raccogliere, per una vita intera e possibilmente lunga, senso e dolcezza, e poi, proprio alla fine, si potrebbero forse scrivere dieci righe valide. Perché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si acquistano precocemente), sono esperienze. Per scrivere un verso bisogna vedere molte città, uomini e cose, bisogna conoscere gli animali, bisogna capire il volo degli uccelli e comprendere il gesto con cui i piccoli fiori si aprono al mattino. Bisogna saper ripensare a itinerari in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e congedi previsti da tempo, a giorni dell'infanzia ancora indecifrati, ai genitori che eravamo costretti a ferire quando portavano una gioia e non la comprendevamo (era una gioia per qualcun altro), a malattie infantili che cominciavano in modo così strano con tante profonde e grevi trasformazioni, a giorni in stanze silenziose e raccolte e a mattine sul mare, al mare sopratutto, a mari, a notti di viaggio che passavano con un alto fruscio e volavano assieme alle stelle - e ancora non è sufficiente poter pensare a tutto questo. Bisogna avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti e di lievi, bianche puerpere addormentate che si rimarginano. Ma bisogna anche essere stati accanto ad agonizzanti, bisogna essere rimasti vicino ai morti nella stanza con la finestra aperta e i rumori intermittenti. E non basta ancora avere ricordi. Bisogna saperli dimenticare, quando sono troppi, e avere la grande pazienza di attendere che ritornino. Perché i ricordi in sé ancora non sono. Solo quando diventano sangue in noi, sguardo e gesto, anonimi e non più distinguibili da noi stessi, soltanto allora può accadere che in un momento eccezionale si levi dal loro centro e sgorghi la prima parola di un verso.”

The Notebooks of Malte Laurids Brigge

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“«Le strade di Fantàsia», disse Graogramàn, «le puoi trovare solo grazie ai tuoi desideri. E ogni volta puoi procedere soltanto da un desiderio al successivo. Quello che non desideri ti rimane inaccessibile. Questo è ciò che qui significano le parole 'vicino' e 'lontano'. E non basta volere soltanto andar via da un luogo. Devi desiderarne un altro. Devi lasciarti guidare dai tuoi desideri.»
«Ma io non desidero affatto andarmene da qui», ribatté Bastiano.
«Dovrai trovare il tuo prossimo desiderio», replicò Graogramàn in tono quasi severo.
«E quando l'avrò trovato», fece Bastiano di rimando, «come potrò andarmene da qui?»
«Ascolta, mio signore», disse Graogramàn a voce bassa, «in Fantàsia c'è un luogo che conduce ovunque e al quale si può giungere da ogni parte. Viene chiamato il Tempio delle Mille Porte. Nessuno lo ha visto dall'esterno, perché non ha un esterno. Il suo interno consiste in un labirinto di porte. Chi lo vuole conoscere deve avere il coraggio di inoltrarsi in quel labirinto.»
«Ma come è possibile, se non ci si può avvicinare dall'esterno?»
«Ogni porta», continuò il leone, «ogni porta in tutta Fantàsia, persino una comunissima porta di cucina o di stalla, sicuro, persino l'anta di un armadio, può in un determinato momento diventare la porta d'ingresso al Tempio delle Mille Porte. Passato quell'attimo, torna a essere quello che era, una porta qualsiasi. Perciò nessuno
può passare per più di una volta dalla stessa porta. E nessuna delle mille porte riconduce là da dove si è venuti. Non esiste ritorno.»
«Ma una volta che si è dentro», domandò Bastiano, «si può uscirne?»
«Sicuro», rispose il leone, «però non è così facile come nei soliti edifici. Perché attraverso il labirinto delle Mille Porte ti può guidare solo un vero desiderio. Chi non lo ha è costretto a continuare a vagarci dentro fino a quando sa esattamente che cosa desidera. E questo talvolta richiede molto tempo.»
«E come si fa a trovare la porta d'ingresso?»
«Bisogna desiderarlo.»
Bastiano rifletté a lungo e poi disse:
«È strano che non si possa semplicemente desiderare quello che si vuole. Ma, per la verità, da dove ci vengono i desideri? E che cos'è un desiderio?»
Graogramàn guardò il ragazzo a occhi spalancati, ma non rispose.

Qualche giorno più tardi ebbero un altro colloquio molto importante.
Bastiano aveva mostrato al leone la scritta sul rovescio dell'amuleto. «Che cosa può significare?» domandò. «FA' CIO' CHE VUOI, questo vuol dire che posso fare tutto quello che mi pare, non credi?»
Il volto di Graogramàn assunse d'improvviso un'espressione di terribile serietà e i suoi occhi divennero fiammanti.
«No», esclamò con quella sua voce profonda e tonante, «vuol dire che devi fare quel che è la tua vera volontà. E nulla è più difficile.»
«La mia vera volontà?» ripeté Bastiano impressionato. «E che cosa sarebbe?»
«È il tuo più profondo segreto, quello che tu non conosci.»
«E come posso arrivare a conoscerlo?»
«Camminando nella strada dei desideri, dall'uno all'altro, e fino all'ultimo. L'ultimo ti condurrà alla tua vera volontà.»
«Ma questo non mi pare tanto difficile.»
«Di tutte le strade è la più pericolosa», replicò il leone.
«Perché?» domandò Bastiano. «Io non ho paura.»
«Non è di questo che si tratta», ruggì Graogramàn, «ciò richiede la massima sincerità e attenzione, perché non c'è altra strada su cui sia tanto facile perdersi definitivamente.»”

Michael Ende (1929–1995) scrittore tedesco
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“[…] e in fondo, non è forse vero che le forme geometriche sono necessariamente la base stessa di qualsiasi simbolismo figurato o « grafico », a cominciare dai caratteri alfabetici e numerici di tutte le lingue fino a quello degli yantra iniziatici in apparenza più complessi e più strani?”

René Guénon (1886–1951) scrittore e esoterista francese

Variante: [... ] e in fondo, non è forse vero che le forme geometriche sono necessariamente la base stessa di qualsiasi simbolismo figurato o « grafico », a cominciare dai caratteri alfabetici e numerici di tutte le lingue fino a quello degli yantra iniziatici in apparenza più complessi e più strani? (p.15)
Origine: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, p. 15

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“L'amore è strano. Spesso è così forte e non finisce mai perché si trasforma in un legame indissolubile che dura per sempre e vive in un'altra dimensione che non è più quella umana ma va al di là della vita, della morte e della ragione.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Variante: L’amore é strano. Spesso é così forte e non finisce mai perché si trasforma in un legame indissolubile che dura per sempre e vive in un’altra dimensione che non é più quella umana ma va al di là della vita, della morte e della ragione..
Origine: Da Dalida, ciao amore ciao https://spettacolomusicasport.com/2017/07/08/dalida-ciao-amore-ciao/, SpettacoloMusicaSport.com, 8 luglio 2017.

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“È strano come la nostra natura sia tanto incline ad esporsi ai disagi, anche quando potrebbe farne a meno.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

1° gentiluomo; atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
Pericle, il principe di Tiro

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“Il mondo, mia cara Agnese, è uno strano affare.”

Molière (1622–1673) commediografo e attore teatrale francese

da L'École des femmes, atto II, scena V

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