Frasi su tenuta
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“Una volta addestrata, la talpa va tenuta sotto pressione perché disimpara.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 65

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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“Figlia mia, mentre voi vi separate da me, io non riesco a separarmi da voi; vi conservo nel mio cuore, nel mio seno, nel mio ricordo e voglio che questa lettera vi resti a memoria perpetua di ciò che sono per voi…
Verso Dio. Sulla terra voi non avete più che Dio per padre, che lo sarà per sempre, perché egli è eterno; è da lui che traete l'essere e la vita; è lui che, avendovi fatto nascere da un grande re, vi mette oggi una corona sul capo… Dio vi ha tenuto al mondo per colmarvi in esso di benefici… Ricordatevi che siete figlia della Chiesa e che il primo e il principale titolo che avete e che mai avrete… Voi siete nipote di San Luigi, e voglio che riceviate da me, in quest'ultimo saluto, la medesima istruzione che egli ricevette da sua madre, che gli diceve avrebbe preferito vederlo morto che offendere Dio, vostro tutto e vostra vita. Siate ferma e zelante nella religione, secondo il suo esempio… Non permettete in nessun caso che in vostra presenza si dica mai nulla di contrario alla vostra fede e alla vostra religione… frequentate i sacramenti che sono il vero nutrimento della nostra anima.
Abbiate cura di proteggere i cattolici nei confronti di vostro marito, affinché non ricadano più nella miseria da cui sono usciti grazie alla fortuna del vostro matrimonio; siate verso di loro come Ester… Non intendo che dimentichiate nella vostra carità e nei vostri favori quelli che sono di un'altra religione…
Verso il re. L'amore che dovete al re vostro marito vi obbliga ad amare i suoi sudditi… Diventate la loro madre. Il vostro titolo di regina vi lega all'Inghilterra e, partendo, dovete ormai considerarne gli interessi…
Verso i vostri domestici. Potete tranquillamente credere che se servono bene Dio, serviranno bene anche voi… Trattate bene i vostri servitori e vogliate loro anche bene.
Verso di voi. Siate esempio d'onore, di virtù e di modestia… Abbiate una dolcezza accompagnata da una regale gravità… Siate cortese e rispettosa con tutti, non offendete mai nessuno con parole o azioni… Bandite dalla vostra presenza la maldicenza e la canzonatura, vizi comuni nella corte dei Grandi.
Addio, figlia mia, vi lascio e vi affido alla custodia di Dio e del suo angelo, e vi dò Gesù Cristo suo unico Figlio, vostro Signore e Redentore… Addio, ancora una e molte volte; siete di Dio, di Dio, restate fedele a Dio per me, è ciò che desidero dal più profondo del mio cuore.”

Maria de' Medici (1575–1642)

Lettera d'addio alla figlia Enrichetta Maria regina d'Inghilterra
Origine: Citato in Maria de' Medici. Un'italiana alla corte di Francia, pp. 171-172.

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“R: Io non mi sentivo imbarazzata. Prima di tutto non ero tenuta a sapere cosa ci fosse in quei pacchetti e poi credevo di partecipare alla costruzione di un grande partito socialista e i partiti costano. Lo ritenevo un giusto finanziamento.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con la segretaria di Craxi, Vincenza Tomaselli

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“R: È la sinistra che non lo ha sistemato perché io, quando ero presidente del Consiglio, presentai un disegno di legge uguale alla legge americana. La sinistra, poi lo ha tenuto nel cassetto per poterlo usare contro di me.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Il Fatto; 13 dicembre 2000
Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Silvio Berlusconi, Dopo la vittoria alle regionali del 2000

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“Mughini Giampiero. Oltre dalla polizia è tenuto sotto sorveglianza anche dagli antropologi. È infatti passato da Lotta Continua ad Area Bianconera.”

Enzo Costa (1964–2014) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 29, ISBN 88-8598-826-2.

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“Lo sviluppo delle telecomunicazioni ha creato un mondo mediato e iperconnesso e ha costretto noi che lo abitiamo a fare i conti con confini non più locali, ma globali, cambiando anche le regole con cui definiamo il nostro senso di appartenenza a una comunità. Per ora, questa appartenenza si manifesta specialmente attraverso la sofferenza e l'orrore. Una sterminata comunità mediale tenuta insieme dallo spavento.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Dal Vulcano alla Macchia marina Uniti dalle Tragedie (Mediatiche) https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/aprile/29/dal_Vulcano_alla_Macchia_marina_co_9_100429089.shtml, Corriere della sera, 29 aprile 2010, p. 42.

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“Mi viene il desiderio di fare un libretto sulla psicologia degl'Italiani; qualcosa come il Codice della vita italiana che Giuseppe Prezzolini, pur con qualche paravento moraleggiante, pubblicò intorno al 1919, l'ultimo anno in cui in Italia sia stata lecita una certa mancanza d'ipocrisia, e che è da ristampare d'urgenza. […] Basta per es. vedere quali strida e clamori levi ancor da noi qualsiasi manifestazione di femminismo o d'irreligiosità: siamo fermi al più nero medioevo, e prima che ci si abitui a lasciar campo alle donne (badate che intorno al Settanta – vedi l'epistolario carducciano – si poteva tranquillamente discutere di rivendicazioni femminili, e altrettanto liberamente fare dell'anticlericalismo) e ai mangiapreti, bisognerà che tramonti la mentalità meridionale che, con lo spirito retrivo del Nord, da parecchi lustri hanno governato, attraverso la burocrazia e i pubblici poteri, il nostro bel paese. Nella realtà delle cose, le donne di questi ultimi decenni, sono state, almeno nel settentrione, moderne e spregiudicate; però, socialmente e politicamente, tenute in rango d'inferiorità, e di macchine da far figli. In altri termini, i costumi si sono abbastanza adeguati a quelli dei popoli più progrediti, le leggi sono rimaste all'età della pietra.”

Arrigo Cajumi (1899–1955) giornalista, scrittore e critico letterario italiano

Origine: Pensieri di un libertino, pp. 322-3

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“L'erba è una superficie che sarebbe già sparita dal tennis se non fosse stata tenuta in vita da Wimbledon, ma è anche la più onesta nei confronti del talento. Sulla terra si può vincere con la pazienza e con la corsa, sul cemento con la violenza, sui prati ci vuole molto di più.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Talento batte tattica http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/luglio/02/Talento_batte_tattica_ga_10_0507022924.shtml, Gazzetta dello Sport, 2 luglio 2005.

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“In altri paesi e in altre condizioni, in prigioni normali, il luogo di questo breve grido di disperazione è tenuto da una vera preghie­ra o dalla sottrazione di un giorno dalla condanna totale, perché è fin troppo comprensibile che un uomo, privato di tutto tranne che della speranza, incominci la sua giornata volgendo i pensieri alla speranza. I prigionieri sovietici sono stati privati perfino del conforto di sperare, perché nessuno di essi può mai sapere con certezza se la sua condanna avrà fine: e può ricordare centinaia di casi in cui le condanne sono state prolungate di altri dieci an­ni con un tratto di penna al Consiglio speciale della Nkvd a Mosca. Solo chi è stato in prigione può intendere tutto il crudele si­gnificato del fatto che, durante l'anno e mezzo che trascorsi nel campo, solo poche volte udii prigionieri contare ad alta voce il numero di anni, mesi, giorni e ore, che restavano ancora delle loro condanne. Questo silenzio si sarebbe detto un tacito accor­do a non tentare la Provvidenza: quanto meno parlavamo delle nostre condanne, quanto meno nutrivamo la speranza di mai riacquistare la libertà, tanto più sembrava probabile che "pro­prio questa volta" ogni cosa sarebbe andata bene. La speranza racchiude il tremendo pericolo della disillusione. Nel nostro si­lenzio, alquanto simile al tabù che proibisce agli uomini di alcune tribù primitive di pronunziare i nomi delle divinità vendicatrici, l'umiltà si univa a una segreta rassegnazione, e al presenti­mento del peggio. Il disinganno era un colpo mortale per un prigioniero privo di questa armatura contro il fato.”

Gustaw Herling-Grudziński (1919–2000) scrittore polacco

cap. III, p. 48
Un mondo a parte

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“È tempo che le donne contrastino la vergognosa incompetenza in cui l'ignoranza, l'orgoglio e l'ingiustizia maschili le ha per così lungo tempo tenute prigioniere.”

Théroigne de Méricourt (1762–1817) politica e rivoluzionaria francese

Origine: Citato in Anna Rossi-Doria, Il primo femminismo (1791-1834), Unicopli, 1993, p. 75.

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“Per quanto mi riguarda, nessuno mi metteva a parte di ciò che stava avvenendo. Vedevo che tutti erano indaffarati, e che gli ugonotti, disperati per la ferita inferta all'ammiraglio, parlottavano fra loro a voce bassa. Ero sospetta agli ugonotti in quanto cattolica, e ai cattolici perché avevo sposato il re di Navarra. Fui tenuta all'oscuro di tutto, finché la sera [del fallito attentato a Coligny], mentre mi trovavo al coucher della regina mia madre, ed ero seduta su una cassapanca accanto a mia sorella la duchessa di Lorena, che aveva un'aria assai triste, la regina mia madre mi disse di andare a dormire. Mentre facevo la riverenza, mia sorella mi trattenne prendendomi per un braccio, e mettendosi a piangere forte mi disse: "Mio Dio, sorella mia non andate". La cosa mi riempì di spavento. La regina mia madre se ne accorse, chiamò a sé mia sorella, la rimproverò aspramente e le proibì di parlarmi. Mia sorella le disse che non c'era motivo di mandarmi allo sbaraglio e che se si fossero accorti di qualcosa si sarebbero certo vendicati su di me. La regina mia madre rispose che, a Dio piacendo, non mi sarebbe successo niente di male ma che, comunque andassero le cose, bisognava che io mi ritirassi nei miei appartamenti per non destare sospetti che potevano pregiudicare il successo dell'impresa. Mi ordinò di nuovo, con molta rudezza, di andare a dormire. Mia sorella in lacrime, mi augurò la buonanotte senza osare dirmi altro, e io me ne andai, colma di ansia e di sgomento, senza riuscire a immaginare che cosa dovessi temere.”

Margherita di Valois (1553–1615)

Regina Margot

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“Amo meglio d'esser tenuto ignorante, che bugiardo.”

Benedetto Varchi (1503–1565) umanista, scrittore e storico italiano

quesito IX
L'Ercolano

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“[Rivolgendosi a se stesso] Neanche Bruce Springsteen suda così…”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

dallo spettacolo tenuto al Teatro Vittorie di Roma nel 1993
Da spettacoli comici

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“Per lo yogin [concentrato] nel Kula, tutto vibrante del supremo succo bhairavico che sovrabbondando [lo pervade], qualsiasi posizione del corpo è tenuta come mudrā.”

200
Tantrāloka, Capitolo IV
Origine: Citato in André Padoux 2011, p. 107; traduzione di Raniero Gnoli, 1999.

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“Sandro Ruotolo: Mi dice perché quelle sue dichiarazioni del 1997 sono state tenute nei cassetti, segrete?.Carmine Schiavone: Perché mi risposero all'epoca che non avevano i soldi né per poter fare le bonifiche, che all'epoca ci volevano circa 26.000 miliardi, 13 miliardi di euro di ora, né dove portare tutto quel materiale che era stato scaricato in tutte queste zone.
Sandro Ruotolo: Perché lei nel '97 parla con i parlamentari però nel '93 parla con i magistrati.
Carmine Schiavone: Sì. La prima dichiarazione è stata quella su questo fatto dell'immondizia.
Sandro Ruotolo: Possiamo dire che lei era il capo mafioso?
Carmine Schiavone: Sì io ero il capo della cupola, servizio amministrativo Cosa Nostra campana. Era Cosa Nostra perché io sono stato battezzato da Luciano Liggio con pungitina e bruciatura del santino. Come Bardellino ed altri, mafioso. Erano tutti mafiosi
Sandro Ruotolo: Quante persone ha ucciso?
Carmine Schiavone: Io una cinquantina più trecento o quattrocento e altri che ho ordinato. Perché abbiamo dovuto fare delle guerre: una contro i cutoliani, una contro i Nuvoletta, contro i Bardellino, contro i De Falco.
Sandro Ruotolo: Perché lei lo sa che i veleni che sono stati interrati nelle camopagne hanno provocato più vittime?
Carmine Schiavone: Sì, lo so. Ma io lo sapevo quando li ho fermati nel 1990. Nel 1991 mi hanno fatto arrestare. Quando io ho fermato questo scempio, che me ne sono accorto, mi hanno fatto arrestare. Perché io avevo ordinato delle armi, con tradimento della famiglia mia, per poterli ammazzare tutti.”

Sandro Ruotolo (1955) giornalista italiano
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“Un libro (io credo) è qualcosa con un principio e una fine (anche se non è un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un'uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità di aprirsi una strada per venirne fuori.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

Origine: Da una conferenza tenuta il 29 marzo 1983 agli studenti della Columbia University di New York, citato nell'introduzione a Le città invisibili, Mondadori, 2012, p. VI.

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“Non c'è niente di peggio delle banalizzazioni e delle generalizzazioni, quelle in cui, purtroppo, è caduto Roberto Vecchioni. Da un cantautore tanto apprezzato ci saremmo attesi valutazioni più profonde e meno stereotipate, in ragione anche del luogo in cui ha tenuto il suo intervento.”

Renato Schifani (1950) politico italiano

Origine: Citato in "Sicilia, isola di m...", Vecchioni: era una provocazione d'amore http://palermo.gds.it/2015/12/05/sicilia-isola-di-m-vecchioni-la-mia-frase-e-stata-una-provocazione-damore_445415/, Giornale di Sicilia.it, 5 dicembre 2015.

“Iura novit curia? L'interrogativo, più che lecito, è doveroso di fronte al principio di diritto affermato dalla I Sezione penale della Corte di cassazione nella presente sentenza (così definita dalla stessa Corte, anche se parrebbe trattarsi di una ordinanza), a proposito dei criteri di computo dei termini di durata della custodia cautelare fissati per le diverse fasi del giudizio, con particolare riguardo all'incidenza su tale computo dei giorni in cui si sono tenute le udienze. […] Perché mai la Corte di cassazione sia incorsa in un simile sbandamento interpretativo, tanto più in una vicenda processuale di estrema delicatezza, che di per sé avrebbe richiesto il massimo di ponderazione da parte dei giudici della I Sezione penale (i quali, invece, non sembrano essersi impegnati come avrebbero dovuto, almeno a giudicare dalla frettolosità e dalla modestia della motivazione addotta a sostegno della loro pronuncia), è un quesito cui non saprebbe darsi una risposta soddisfacente. Probabilmente la Corte è stata sviata, oltreché dall'andamento della discussione di fronte alla Corte d'assise d'appello, e dall'erronea impostazione già emergente dalle ordinanze impugnate), anche dalla sorprendente assenza di iniziativa mostrata dal rappresentante della procura generale, che nel chiedere l'annullamento delle medesime ordinanze non si è neppure prospettato — a quanto pare — il problema della necessaria neutralizzazione ope legis dei giorni di udienza ai sensi dell'art. 297, 4° comma c. p. p. Senonché tutto ciò non basta a giustificare il contenuto approssimativo e superficiale della decisione annotata, almeno per chi creda ancora nella Corte di cassazione quale «organo supremo della giustizia», cui compete di assicurare «l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge». Il bilancio è mortificante, come sempre quando capita — e non è la prima volta, sebbene si tratti fortunatamente di episodi isolati — di registrare errori di diritto tanto vistosi da parte della Corte di cassazione. Ed allora, se è permesso riprendere l'interrogativo con cui si sono aperte queste brevi osservazioni «a caldo», occorre davvero domandarsi fino a che punto sia consentito ai giudici della Corte regolatrice di ignorare il diritto di cui dovrebbero essere i massimi tutori: o forse si deve ritenere che, almeno per certi giudici, debba ormai valere l'inedito brocardo per cui ignorantia legis excusat?”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Una erronea interpretazione in tema di congelamento dei giorni di udienza ai fini dei termini di custodia cautelare nella fase del giudizio, In Giurisprudenza italiana, 1991, Disp. 5a, Parte II

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“[…] gli impianti nucleari hanno tenuto, hanno "retto botta" […]. Chi trae spunto da questa tragedia per fare polemica sul nucleare è uno sciacallo, visto che ci troviamo di fronte a uno dei più grandi terremoti nella storia del mondo. Questo la dice lunga sul livello di certi politici.”

Chicco Testa (1952) dirigente d'azienda e politico italiano

Origine: In merito all'incidente alla centrale nucleare di Fukushima, in seguito al terremoto di Sendai dell'11 marzo 2011; citato in Giappone, Testa: "Impianti nucleari hanno retto, no sciacallaggio" http://web.archive.org/web/20110315170549/http://www.tmnews.it/web/sezioni/esteri/PN_20110311_00315.shtml, TMNews.it, 11 marzo 2011.

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